Rousas J. Rushdoony

LA DOTTRINA DELL’UOMO

                                                                   Genesi 2

Abbiamo visto nei nostri studi del primo capitolo della Genesi che c’è una grande linea di divisione tra il pensiero Biblico e ogni altro pensiero. Qualsiasi filosofia o religione che assuma, come fanno le altre tutte, che l’uomo si sia evoluto fuori dal caos primordiale postula quindi che il potere ultimo nel proprio sistema di pensiero sia il caos primordiale. Ma noi, come cristiani, poiché crediamo che Dio ha creato tutte le cose per mezzo della Sua Parola, crediamo che la scaturigine della nostra potenza non sia dal basso ma dall’alto: in Dio.

Perciò, ogni qual volta la società ha bisogno di rinnovamento, ogni qual volta l’uomo ha bisogno di rigenerazione, la fonte della rigenerazione per noi è in Dio. Poiché la loro fonte, la loro origine è nel caos, quando gli aderenti di ogni altra filosofia e religione vogliono rinnovamento sociale, la risposta per essi  è caos o rivoluzione. Di qui, ogni religione o filosofia non-cristiana è in gradi variabili una religione di rivoluzione, un culto del caos; essa richiede, invoca la rivoluzione – caos, per rivitalizzare la società. Perciò, ogni qual volta le cose cominciano a deteriorare, la loro risposta è invocare il caos, la rivoluzione. La nostra risposta è di stabilire nuovamente le cose sotto la Legge di Dio perché noi guardiamo a Dio per il nostro rinnovamento, essi al caos.

La dottrina dell’uomo è strettamente correlata a questo sfondo generale. Se gli uomini sostengono, come fanno tutti i sistemi non cristiani, che l’uomo è un prodotto dell’evoluzione, evoluzione proceduta dal caos primordiale, allora, la cosa che è meno importante nell’uomo è la ragione. Perché? Ebbene, secondo loro, la ragione si è evoluta ultima di tutto. Perciò, per comprendere l’uomo non si guarda alla ragione. Si guarda alle emozioni dell’uomo. Per comprendere l’uomo, secondo la moderna psichiatria e sociologia e secondo ogni tipo di pensiero moderno, si guarda progressivamente verso il basso. Si guarda non all’uomo maturo, pensante, per comprendere l’uomo; ma si guarda al bambino e alla psicologia infantile e si dice: “Questo ci aiuterà a comprendere l’uomo”. Ma non ci si ferma lì. Si guarda poi all’uomo primitivo perché “l’uomo primitivo è ancora più basilare del bambino, è più vicino al caos primordiale”. Ma non ci si ferma neppure lì. Si va ancora più in basso agli animali; e si guarda oltre gli animali al caos primordiale; e con ciò si comprende l’uomo. È per questo che, nella psicologia Freudiana, per esempio, la ragione è nulla, gli impulsi primitivi basilari nell’uomo, che vengono rintracciati progressivamente verso il basso, sono di importanza assoluta. Questo è ciò che Cornelius Van Til, il filosofo della religione, ha chiamato “integrazione dentro al vuoto”. Per comprendere l’uomo in questi sistemi si ha l’integrazione dentro al vuoto, l’integrazione verso il basso.

Se si crede che l’uomo fu creato ad immagine di Dio, allora si comprende l’uomo non nei termini del bambino o dell’uomo primitivo o dell’animale o, in ultima analisi, del caos; ma lo si comprende noi termini della sua immagine di Dio: conoscenza, giustizia, santità, e dominio. Il parametro per l’uomo è quindi l’uomo maturo, l’uomo perfetto, e l’uomo non sta lottando per uscire da uno sfondo primordiale, ma è in ribellione contro la maturità. Una psicologia cristiana guarderebbe alle cose non come fanno i Freudiani, non come fanno tutte le psicologie non cristiane, attraverso un’integrazione verso il basso, ma insistendo che l’uomo, anziché essere un mucchio di stimoli primitivi è un peccatore che si sta ribellando contro la maturità, che fu creato con quella maturità, che la caduta dell’uomo fu una ribellione contro la maturità, e che l’interezza dell’essere dell’uomo oggi, quand’è fuori da Cristo, è una diserzione e una ribellione e una fuga a capofitto contro i requisiti della maturità.

Il moderno concetto dell’uomo è uno di totale irresponsabilità. Henry Miller ha detto in una delle sue dichiarazioni più espressive: “Io penso che pensare sia male” . Perché? Perché la ragione è venuta tardi. Egli dice che il modo per riportare il paradiso è di dare sfogo ad ogni desiderio, ad ogni appetito che si abbia, e più queste espressioni sono primitive, quanto più saranno potenti, e quanto prima restituiranno il paradiso. Il moderno concetto dell’uomo, perciò, è un concetto di integrazione verso il basso dentro alla totale irresponsabilità.

Il concetto biblico è la sottomissione alla legge di Dio per mezzo della grazia di Dio in Gesù Cristo.

È interessante costatare come l’irresponsabilità sia oggi il parametro per l’uomo guardando ai film e alla televisione. Il protagonista maschile dei film, credo sia espresso nel migliore dei modi, nel modo più popolare se dobbiamo credere ai commentatori, nella figura del cowboy. Essendo vissuto tra le montagne del Nevada ed avendo servito lì come pastore ed avendo visto parte dell’Idaho e del Colorado è per me piuttosto sintomatico che il cowboy sia l’eroe, il protagonista, perché il cowboy è l’uomo più irresponsabile e più immaturo della nostra società.

L’allevatore di pecore non è un protagonista; infatti, nella compagna tra i monti l’allevatore ovino è disprezzato e mal visto, ma l’allevatore di pecore è una persona responsabile, e non è comune per un tale allevatore morire povero. È quasi impossibile oggi trovare un americano per fare tale mestiere. Il solo modo con cui si possono ottenere degli allevatori oggi è di importarli, alcuni vengono dal Messico, ma la maggior parte di essi, sotto una quota speciale d’immigrazione, provengono dal Sud della Francia o dal Nord della Spagna, i Baschi, e anche dalla Grecia. Arrivano appena maggiorenni. Guadagnano una discreta somma di denaro, due o trecento dollari al mese, a volte un po’ di più. Spesati del cibo e alloggiando nel carro da pastori, quest’ammontare è potenzialmente tutto risparmiato. Quando sono stati qui  da cinque a dieci anni, hanno risparmiato parecchie migliaia di dollari sufficienti per comprarsi la propria attività o per comperare un ranch per l’allevamento delle pecore, e noi dobbiamo importare un altro allevatore. Essi vivono da soli con le pecore, devono fare le levatrici quando le femmine partoriscono i loro agnelli, devono essere pronti ad ogni momento del giorno e della notte se orsi o coiote si avvicinano, devono cucinarsi i pasti, quando il tempo trascorre lento leggono o lavorano a maglia. Sono gente molto responsabile, autosufficiente.

Non altrettanto il cowboy. Il solo cowboy a finire con del denaro nella storia moderna fu Death Valley Scotty e la sua immagine fu sfruttata. Ma normalmente il cowboy è un girovago senza conto in banca, vive solo per l’oggi. Guadagna quanto l’allevatore di pecore, ma egli va in città, ed io ho dato a molti di loro un passaggio fino in città e un passaggio a casa dopo, ed essi bruciano tutta la loro paga di tre o di sei mesi secondo il caso. Più di uno di loro mi ha raccontato di essere arrivato in città con 2000 dollari, e dopo la prima sera non poteva ricordarsi cosa avesse fatto o dove fosse stato; tutto ciò che sapeva era che adesso era senza un centesimo, affamato e doveva tornare al ranch. Molto spesso qualcuno era così affamato dopo aver fatto tanta baldoria che ho dovuto dargli un hamburger per rimetterlo in sesto. Totalmente irresponsabile.

Questo è il parametro moderno, ed è così a pennello, perché l’uomo moderno, dominato così com’è da un modo di pensare anti cristiano, da un modo di pensare evoluzionista, da questo concetto di integrazione verso il basso nel vuoto, considera come proprio  parametro questo concetto di totale irresponsabilità che il cowboy rappresenta. Così tanti cowboy che ho conosciuto, o vaccari come venivano chiamati, avevano sessantacinque anni e cominciavano a non essere più in grado di lavorare, ma oltre agli stracci che avevano addosso non possedevano nulla con cui sostenersi nella vecchiaia. È ironico che nella nostra società oggi e nella nostra TV e nei cinema questi uomini siano esaltati, e che la glorificazione della forza bruta, tipo uomo delle caverne, sia così comune. Eppure non c’è mai stato prima un tempo nella storia in cui la bruta forza fisica fosse meno necessaria, in cui la struttura fisica fosse meno un capitale; ora più che mai il lavoro generico sta scomparendo. Eppure stiamo enfatizzando sempre più l’irresponsabilità come ideale per l’uomo proprio quando l’uomo più che in ogni altra epoca precedente dovrebbe essere responsabile. Tristemente sta producendo i suoi risultati: nelle scuole ogni anno la forbice tra i ragazzi e le ragazze si allarga perché i ragazzi fanno sempre peggio, e le ragazze ottengono i voti migliori.

In generale nella società oggi, l’uomo è infantile. In balia di malumori, emotivamente incapace di affrontare le proprie responsabilità, si abbandona ad azioni puerili quando dovrebbe presentare la forma dell’autocontrollo, della solidità, della riflessività, e, sopra tutto dell’ adorazione di Dio.

Nelle chiese di tutta la Nazione oggi sono le donne a predominare. Nella maggior parte delle famiglie è la madre che si assicura che i figli vadano in chiesa o non ci andrebbero per niente, la responsabilità è lasciata alla donna. Ma, secondo le Scritture, la responsabilità primaria religiosamente e moralmente appartiene all’uomo: l’uomo è, in un senso molto reale, un sacerdote sotto Dio, al quale è richiesto di condurre la famiglia negli esercizi religiosi privati come pure nell’adorazione pubblica.

L’uomo è stato creato da Dio a sua immagine, e all’uomo, poiché possiede in casa l’autorità sotto Dio  è richiesto che sia la norma dell’autorità e dell’ordine nella società.

Recentemente è stato molto interessante vedere che alcuni degli studi che i biologi hanno presentato militano completamente contro la loro psicologia e contro il pensiero evoluzionista, e questo è il motivo per cui li stanno ignorando. Freud basò le proprie teorie sull’uomo e il sesso sugli animali dello zoo, e molti Freudiani hanno concluso che “il sesso è il fattore basilare nella vita animale, e, perciò, poiché l’uomo è un animale in evoluzione, lo è anche nella vita dell’uomo.” Ma in anni recenti tutti gli studi di biologi, fatti sugli animali nel loro habitat naturale hanno dimostrato un fatto interessante: in tutto il mondo animale, quando gli animali sono liberi, fuori alla natura, il sesso è ben lontano dall’essere la cosa più importante per l’animale maschio. Le due pulsioni degli animali in natura sono status e territorialità, ordine e proprietà. Un animale maschio in natura marcherà un territorio, un rinoceronte marcherà ogni sasso, ogni albero e ogni centimetro di fiume che sia il proprio territorio, e se qualsiasi altro rinoceronte maschio attraverserà quel territorio, a meno che non sia subordinato e parte della sua mandria, ci sarà un combattimento all’ultimo sangue, così forte è il suo senso dell’ordine e della proprietà. Gli uccelli sono uguali. Se osservate il comportamento degli uccelli nel vostro giardino saprete che ogni porzione di esso appartiene ad un uccello particolare e che nessun altro uccello della stessa varietà osa passare sopra a quell’area. C’è un senso della proprietà molto forte e rigido tra tutti gli animali in libertà. È solo negli animali in gabbia che il sesso diventa importante più dell’ordine e della proprietà, perché essi vivono in un’economia di welfare, non hanno bisogno di preoccuparsi di queste cose.

È lo stesso quando l’uomo comincia a vivere in una società di benessere, egli cessa di essere il tipo d’uomo che Dio ha creato, un uomo che è la fonte dell’ordine nella comunità e uno che ha un forte senso della proprietà. Invece, diventa come un animale in gabbia, vive primariamente nei termini del sesso.

L’uomo creato ad immagine di Dio – conoscenza, giustizia, santità e dominio – deve esprimere queste qualità nella sua vita quotidiana.

Egli deve mostrare la santità di Dio nel suo essere. Non può, perciò, seguire la natura. Deve seguire Dio e la sua Parola. Ne consegue che, qualsiasi cosa il naturalismo ed il pensiero evoluzionista dicano essere basilare all’uomo e richiedano un integrazione verso il basso gli è anatema. Essenziale alla sua esistenza, certamente, è essere una creatura materiale, ed egli non deve mai disprezzare le cose di questa terra, il proprio corpo ed il mondo intorno a se, ma tutte queste cose sono soggette all’ordine, e l’ordine proviene da Dio.

L’uomo deve essere colui che stabilisce l’ordine nella propria famiglia e nella propria comunità. L’uomo perciò non può essere il playboy che lascia la religione e la moralità alla moglie. Se obbedisce la Parola di Dio, deve essere il membro più morale di tutta la famiglia. Nella legge mosaica, e poche persone ne sono consapevoli, ma in essa è pronunciato ripetutamente, ci sono 18 pene di morte per gli uomini e solo alcune per le donne. Un certo numero di crimini richiedono la pena di morte per l’uomo ma non per la donna. Perché? Perché maggiore è la responsabilità maggiore la colpevolezza, e Dio ha dato maggiore responsabilità all’uomo. Nella legge Mosaica l’adulterio di un uomo e una cosa molto più seria che quello di una donna, e Dio lo punisce più pesantemente perché un uomo come capo famiglia, e come fonte dell’ordine nella società sotto Dio, deve stabilire la forma di comportamento. Perciò Dio dichiarò per mezzo dei profeti che non avrebbe punito l’adulterio delle loro mogli e  figlie quando gli stessi padri e i figli erano così perversi nella loro moralità. Invece, Egli disse: “Io giudicherò quest’intera generazione e questa società” (Osea 4:14).

L’uomo è chiamato ad esercitare dominio. Significa che ha una vocazione sotto Dio ad esercitare il dominio in ogni area di vita: scientifica, culturale, religiosa, commerciale, in ogni area l’uomo deve esercitare dominio. È significativo che in Genesi 2 leggiamo che Adamo fu creato e gli fu immediatamente data responsabilità: la cura del giardino dell’Eden, un compito agricolo. Doveva dare un nome agli animali, un compito scientifico. La parola “dare nome” in Ebraico significa “classificare, identificare”; e nella Bibbia gli stessi nomi sono delle classificazioni, il nome di un uomo poteva cambiare alcune volte, dipendeva dal suo carattere. Così, quando ad Adamo fu richiesto di dare un nome agli animali, si trattò di un lavoro di classificazione. Forse richiese degli anni. Noi non sappiamo quanto tempo passò prima della Caduta, potrebbero essere stati decenni.

Sotto Dio, l’uomo deve, prima di tutto, esercitare il dominio su se stesso; deve governare se stesso. Se non può rispettare il proprio statuto maschile datogli da Dio in modo sufficiente da governare se stesso, non deve sorprendersi se altri gli mancheranno di rispetto. Se non può essere emotivamente maturo, come può aspettarsi che lo siano quelli sotto la sua autorità?

È significativo che sia stato solo dopo un lungo tempo, sembrerebbe dopo che Adamo aveva lavorato il giardino ed aveva dato il nome agli animali, che Dio fece Eva per lui. Ci viene detto che Adamo vide che c’erano maschio e femmina in tutto il mondo intorno a se “…ma per l’uomo non si trovò un aiuto che fosse adatto a lui” (Gen. 2:20). Eva non fu creata immediatamente, ella appare sulla scena solo dopo un tempo considerevole. Adamo fu creato e gli fu data la responsabilità sul giardino, egli diede il nome a tutti gli animali, un’estesa opera di classificazione. Allora e solo allora gli fu data Eva. In altre parole, prima del matrimonio: responsabilità. Egli prima diede prova di essere un uomo in relazione al lavoro, in relazione alla sua vocazione, e allora sotto Dio egli era pronto per il matrimonio. Il matrimonio non arrivò come un adempimento dei suoi bisogni fisici ma come consumazione del suo compimento di uomo sotto Dio.

Ancora, è significativo che nella legge di Mosè troviamo il sistema della dote come parte del matrimonio. Normalmente il sistema della dote richiedeva che il promesso supplisse l’equivalente di tre anni di salario alla sposa. Questa era una somma considerevole, egli doveva lavorare un certo numero di anni e risparmiare ciò che guadagnava per poter accumulare l’equivalente di tre anni di salario. Egli lo girava alla promessa sposa o al padre della promessa sposa, che lo avrebbe poi girato alla promessa sposa. Questo denaro non doveva essere speso a piacimento della sposa; costituiva il capitale della famiglia. Il marito poteva utilizzarlo per motivi d’affari ma doveva assegnarne una rendita alla moglie e doveva restituirlo. Neppure lei poteva alienarsene, sarebbe andato agli eredi. Ma, se il marito le avesse fatto torto, e contrariamente alla legge di Dio avesse divorziato da lei, a quel punto il denaro era della donna. Se era un divorzio giustificabile secondo la legge di Mosè allora il denaro tornava all’uomo. Questo dava alla famiglia un bel po’ di sicurezza perché l’uomo non avrebbe rotto il matrimonio con leggerezza quando le proprie risorse finanziarie erano ad esso collegate e perché prima del matrimonio aveva comprovato il proprio senso di responsabilità accumulando quella dote.

L’uomo deve mostrare l’immagine di Dio in conoscenza. Dovrebbe essere, perciò, sopra ogni altra cosa lo studente della Parola di Dio. Egli dovrebbe essere il più perspicace, il più capace lì dove la saggezza concerne la famiglia. C’è questa differenza tra saggezza ed erudizione. L’erudizione è l’accumulo dei dati, la saggezza è la capacità di discernere. Un uomo deve esercitare la saggezza in questo senso. Sfortunatamente, gli uomini oggi sono i più ignoranti della parola di Dio, i più reticenti ad imparare. È significativo che in cause di pornografia gli avvocati difensori vogliono uomini perché possono essere sicuri che gli uomini non hanno letto un libro da quando hanno lasciato la scuola e non leggeranno il libro che è sotto processo: si faranno influenzare dalle parole di uno o dell’altro avvocato. Le donne porterebbero il libro in camera di consiglio e starebbero sveglie tutta la notte e lo leggerebbero.

L’uomo fu creato da Dio per essere una creatura responsabile. Invece, oggi, poiché sono allevati con una fede evoluzionista ed è stata loro insegnata una religione di rivoluzione, i sono i membri irresponsabili della società.

Negli anni mi sono stupito di aver incontrato persone in posizioni di preminenza che sono in realtà molto irresponsabili. Sto pensando ad una persona nel Nord della California che è uno dei cittadini più importanti della zona. È così irresponsabile che sua moglie deve dargli ogni giorno un po’ di denaro e poi basta, perché non è capace di gestirlo, ella non può permettergli di gestire alcun affare perché, nonostante il suo salario eccellente, farebbero velocemente bancarotta, senza di lei sarebbero in guai seri, costui non è altro che apparenza. Ed è una situazione comune.

Gli uomini oggi sono dominati da questo senso d’irresponsabilità, da questo sentimento che sono uomini se incarnano l’idea televisiva e cinematografica di irresponsabilità.

Ma Dio ha creato l’uomo a sua immagine, e ha creato la donna non per fargli da badante ma come aiuto convenevole nella sua vocazione.

Uno dei bisogni più grandi della nostra generazione oggi è di avere uomini pii. Uomini responsabili, uomini che sappiano di dover esercitare l’autorità, che sono pronti ad esercitarla sotto Dio, e che siano i capi delle loro famiglie e le fonti di ordine e di stabilità nella società in generale. Dio, donaci più tali uomini.

DIO ONNIPOTENTE, nostro Padre celeste, Ti ringraziamo per averci creati, e per averci richiamati in Cristo Gesù, dalla nostra irresponsabilità e dalla nostra ribellione contro la maturità e ci hai dato la responsabilità di esercitare il dominio sotto di Te. E preghiamo che, per la tua benedizione, ogni uomo qui presente possa crescere nella grazia, in conoscenza, in santità e nell’esercizio del dominio datogli da Dio. Nel nome di Gesù. Amen.

3 Ottobre, 1965


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