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Romani 3: 19-31

Più che perdono

19 Or noi sappiamo che tutto quel che la legge dice, lo dice a quelli che sono sotto la legge, affinché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio;
20 perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui; infatti la legge dà la conoscenza del peccato.
21 Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti:
22 vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono. Infatti non c’è distinzione:
23 tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio,
24 ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.
25 Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato,
26 al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù.
27 Dov’è dunque il vanto? Esso è escluso. Per quale legge? Delle opere? No, ma per la legge della fede;
28 poiché riteniamo che l’uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge.
29 Dio è forse soltanto il Dio dei Giudei? Non è egli anche il Dio degli altri popoli? Certo, è anche il Dio degli altri popoli,
30 poiché c’è un solo Dio, il quale giustificherà il circonciso per fede, e l’incirconciso ugualmente per mezzo della fede.
31 Annulliamo dunque la legge mediante la fede? No di certo! Anzi, confermiamo la legge.

Ho letto i primi due versi qui oggi, benché li abbia spiegati la settimana scorsa, perché quest’intero capitolo è così strettamente intessuto insieme nel suo argomentare e nella sua spiegazione. Nei versi 19 e 20, che sono un riassunto di ciò che ha detto nei due capitoli e mezzo precedenti, abbiamo Paolo che dice che tutti gli esseri umani sono responsabili, devono rendere conto davanti alla legge di Dio e quella legge condanna ogni essere umano. “Non c’è alcun giusto, neppure uno”, cosi che, cercare di giustificare se stessi davanti a Dio, e ricevere il perdono dei peccati, ed essere adottato nella famiglia di Dio facendo opere buone e cercando d’obbedire la legge di Dio in qualche misura è assolutamente impossibile “perché per le opere della legge nessuna carne sarà giustificata davanti a lui”.

Lo scopo della legge invece è di mettere a tacere ogni bocca facendo conoscere a tutti gli uomini i loro peccati. Aiutando gli uomini a conoscere oggettivamente cosa sia peccato e per farlo conoscere soggettivamente, nella loro esperienza quando paragonano la loro vita alla legge di Dio, nella loro condizione di non rigenerati e sentono che la legge di Dio aggrava quel peccato; quando Dio dice no, tutto dentro al non credente vuole dire sì!, ed egli è condannato da Dio Onnipotente.

Così abbiamo cominciato col verso 21 benché gli abbiamo già dato una veloce occhiata la settimana scorsa. “Ma ora”, ma ora cioè da quando il Signore Gesù Cristo è venuto, ora Dio ha provveduto salvezza per i peccatori. “Ora però, senza la legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti” c’è così tanta verità in questo verso. La salvezza di cui i peccatori hanno bisogno e che non potevano produrre da se stessi ma che Dio ha provveduto, e quella salvezza consiste nella giustizia di Dio. Questo è il motivo per cui il titolo di questa predicazione è “Più che perdono”, la salvezza è più che perdono dei peccati. Perché quando la gente parla della salvezza oggigiorno questo è ciò che pensano della salvezza, questa è la misura della loro comprensione: essere salvato è avere i miei peccati perdonati. Ebbene ne è il risultato, ma c’è molto di più che questo. Dio perdona i nostri peccati perché manifesta a noi proprio quella cosa che richiede da noi se abbiamo da essere perdonati e accettati davanti ai suoi occhi. La legge di Dio richiede che siamo giusti; voi ed io non possiamo produrre quella giustizia, e dunque Dio provvede proprio quella cosa che richiede da noi. E notate che lungo tutto questo testo l’iniziativa parte da Dio, non da ciò che l’uomo fa ma da ciò che Dio fa. Ma ora, senza la legge è stata manifesta la giustizia di Dio. Ora notate la seconda cosa in questo verso 21 ed è che questa giustizia di Dio che viene manifestata e porta alla nostra salvezza è senza la legge, cioè senza la nostra obbedienza alla legge di Dio. Non significa che Dio abbia scaricato la sua legge, il Calvario ne è la testimonianza. Se Dio avesse scaricato la sua legge perché mai  il Signore Gesù Cristo  avrebbe dovuto morire per dei trasgressori della legge. Non sta denigrando la legge di Dio, sta dicendo che la giustizia che Dio richiede da noi e che ci dà nel vangelo non proviene dall’osservanza della legge. Non proviene da un cammino di obbedienza, l’obbedienza verrà, ma questa ricezione della giustizia che conduce alla nostra giustificazione, al perdono dei nostri peccati e alla nostra adozione nella famiglia di Dio è totalmente separata dalle opere della legge. Totalmente separata, indipendente da qualsiasi sforzo da parte nostra d’obbedire la legge di Dio.

Terza cosa che dice nel verso 21: il piano di Dio di salvezza fu pianificato nell’eternità, prima della fondazione del mondo, e fu chiaramente rivelato nel Vecchio Testamento. “Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti”. Per cui se avete qualche fratello o sorella dispensazionalista che vi dicono che nell’Antico testamento avevano un vangelo diverso, un diverso modo per essere salvati di quel che abbiamo nel Nuovo Testamento, voi leggete loro questo testo e dite loro. ‘No, il vangelo che Paolo sta spiegando nel libro di Romani aveva ricevuto la testimonianza della legge e dei profeti che è il modo in cui Paolo chiama il Vecchio Testamento. Perciò qui, come già ha fatto nei primi versi del capitolo 1 di Romani e che fa in Galati 3 e in varie altre parti del Nuovo Testamento, Paolo sta dicendo semplicemente. ‘Ho ricevuto il mio vangelo dal Vecchio Testamento; per quanto concerne il modo in cui si è salvati, in cui si ottiene il perdono dei peccati, in cui si è accolti nella famiglia di Dio il Vecchio Testamento e il Nuovo hanno lo stesso evangelo e lo stesso messaggio.’ Che questo vangelo della giustizia manifestata aveva ricevuto piena testimonianza nel Vecchio Testamento.

Notate ora nel verso 22, abbiamo qui una idea nuova, che era stata menzionata precedentemente, ma che non era stata spiegata come lo sarà dal verso 21 in avanti e questa è che Dio ha provveduto la salvezza mediante la fede in Gesù Cristo solamente. Cominciamo dunque dal principio della frase, verso 21:

Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono. Infatti non c’è distinzione”.

Qui vediamo dunque che Dio ha manifestato la sua salvezza e che è ricevuta da noi per sola fede. Non è qualcosa che avviene automaticamente nella nostra vita, che se abbiamo da ricevere il perdono dei nostri peccati ed essere adottati nella famiglia di Dio, li dobbiamo ricevere, non è qualcosa che succede automaticamente, ma noi li dobbiamo ricevere, e quella salvezza provveduta è da noi ricevuta per fede in Cristo solamente. Una cosa che vedrete lungo tutto il libro di Romani è che la fede è qualcosa di ricettivo, nella fede l’enfasi non è su ciò che la fede fa o ciò che la fede compie, ma su ciò che la fede riceve. Così, la miglior illustrazione che posso pensare è che la fede è semplicemente una mano aperta che riceve qualsiasi cosa Dio decida di mettere in quella mano. E così qui vediamo che la fede è nel Signore Gesù Cristo. Mediante la fede in Gesù Cristo per tutti coloro che credono. Non fede in Dio in qualche senso generico, ma fede che è ben pensata, che è intelligente, che ha per oggetto il Signore Gesù Cristo. Che sa chi Gesù Cristo è; che sa cosa Gesù Cristo ha compiuto e che viene definito nei versi che seguono. Questa non è qualche tipo di fede ignorante, è una fede che è collocata in Gesù Cristo solamente.

Ora, alcuni hanno cercato di reintrodurre di soppiatto le opere nel verso 22: “vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede di Gesù Cristo” come dice in Greco, e lo fanno dicendo che siamo salvati da fede che è modellata secondo la fede di Gesù, che mentre noi cerchiamo di fare in modo che la nostra fede ricalchi la fede di Gesù, questo è il modo in cui siamo giustificati. Ebbene, siamo tornati alle opere di nuovo. E poi ci sono altri che cercano di introdurre l’idea che siamo giustificati mediante la fede che Gesù ebbe, la fede di Gesù è la fede che ebbe origine in Gesù che è un concetto che semplicemente non calza con l’intero contesto di Romani 4 e 5 e con tutto il libro di Romani. Ma è invece una fede che ha Cristo come proprio oggetto, è una fede che guarda fuori da se stessi e da qualsiasi cosa una persona è, e qualsiasi cosa una persona fa, e si colloca interamente su Gesù Cristo.

Nella storia della chiesa è  sempre stato d’aiuto identificare tre elementi che caratterizzano la vera fede salvifica. Che se la vostra fede debba essere fede salvifica deve possedere questi tre elementi. Il primo è la comprensione. La fede non è ignorante, la fede sa delle cose, la fede comprende delle cose, ha un corretto intendimento di ciò che la bibbia insegna su Dio, sul peccato, su Cristo, sulla nostra relazione con lui. Questo è il primo elemento, la comprensione. Il secondo elemento della fede è l’assenso, l’assentimento. Ciò significa che noi concordiamo con ciò che comprendiamo dalla parola di Dio. A ciò che la bibbia c’insegna noi diamo il nostro assenso, concordiamo che è vero. Ora, alcune persone si fermano qui. Alcune persone dicono che la fede salvifica è semplicemente ammettere che ciò che la bibbia dice è vero. Beh, questo non solo è mancare di comprendere come la parola fede è stata usata nel Vecchio testamento, non solo è mancare di capire cosa la parola fede significhi nel Greco e nel Nuovo Testamento, ma inoltre rende possibile essere un credente anche a satana. Perché ci sono cose che satana comprende sul peccato, su Dio, su Cristo ed egli sa che queste cose sono vere. Ricordate cos’ha detto Giacomo? Il diavolo crede e trema. E dunque se basta l’assenso tutto quello che bisogna fare è concordare che la bibbia è vera. Sufficiente!. Ma la fede salvifica non è completa senza il terzo elemento, e quel terzo elemento è la fiducia. Che se è reale fede salvifica, che ha Cristo quale proprio oggetto, è una comprensione di chi Cristo è e di perché abbiamo bisogno di lui, è un assenso da parte nostra che crediamo che queste cose che la bibbia c’insegna su Gesù sono vere, e noi abbiamo fiducia che Gesù Cristo è queste cose per noi. Noi comprendiamo che la bibbia insegna che abbiamo bisogno di un grande salvatore e che Gesù è il gran salvatore di cui abbiamo bisogno e confidiamo in Lui quale salvatore, confidiamo che quel gran salvatore nella nostra vita è proprio lui. Questi sono dunque i tre elementi della vera fede salvifica. Dio ha provveduto per noi salvezza provvedendo proprio quella cosa che la legge richiede e che noi non potevamo produrre: giustizia, cioè giustizia che eguaglia la giustizia di Dio, è chiamata la giustizia di Dio, non è qualcosa che l’uomo produce, e quella giustizia che è la base della nostra accettazione con Dio è ricevuta da parte nostra mediante la fede – in Gesù Cristo – solamente.

Ora, nei versi 22 e 23 e verso 30 osserviamo un altro grande principio. E questo è che Dio ha provveduto salvezza che è gratuita e che è accessibile a chiunque la riceverà per fede. Questa è una grande enfasi che l’ipercalvinismo, il calvinismo estremo, il calvinismo non biblico, ha velato, e negletto, e negato negli anni. E noi dobbiamo fare questa grande enfasi: che Dio ha provveduto salvezza che è gratuita e accessibile a tutti e a chiunque la riceverà. Guardate il verso 22 “Cioè la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo verso tutti (e sopra tutti N.D.) coloro che credono”, ora sembra quasi che dica la stessa cosa due volte nello stesso verso. Avrebbe potuto dire che la giustizia di Dio è per tutti quelli che credono, o avrebbe potuto dire la giustizia di Dio è mediante la fede, o avrebbe potuto dire che la giustizia di di Dio è per tutti quelli che credono in Gesù Cristo, ma scrive entrambe queste frasi qui per una ragione molto importante: La giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo è per tutti coloro che credono, non c’è distinzione. E il punto è che la salvezza è operativa solo mediante Cristo ed è sempre operativa ogniqualvolta e ovunque ci sia fede in Gesù Cristo. Nessuno è giustificato, nessuno è perdonato, nessuno è accettato da Dio come figlio, fino al momento in cui crede, non un momento prima. Oh, c’è la predestinazione da prima dell’eternità, ma la predestinazione non vi salva, la predestinazione determina anticipatamente la salvezza e la compie nel Signore Gesù Cristo, ma quella salvezza non è vostra fino a che non ricevete il Signore Gesù come Signore e salvatore nella vostra vita, fino a che tu non credi nel Signore Gesù Cristo. E noi dobbiamo avere l’attenzione di fare questa enfasi e non lasciare che alcuna delle nostre altre dottrine ci faccia esitare su questo punto.  Voglio dire, quando io ero appena diventato un calvinista, anni fa, molti anni fa, nella seconda metà degli anni 60, avevo un problema con la predestinazione da un lato e la libera offerta del vangelo dall’altro, e così un professore del seminario venne da me e mi disse: “Joe, Dio ha predestinato i suoi eletti e tu va’ la fuori e predica il vangelo a chiunque lo vorrà, e Dio ti perdonerà se avrai portato la salvezza alle persone sbagliate”. È ovvio che non ho portato la salvezza alle persone sbagliate, ma il punto è che la libera offerta del vangelo è verso tutti coloro che credono, chiunque creda in Gesù sarà salvato indipendentemente da chi siano, cos’abbiano fatto, quanto siano stati malvagi nella loro vita; se chicchessia crede nel Signore Gesù sarà salvato, sarà perdonato, sarà adottato nella famiglia di Dio. Potete guardare negli occhi chiunque al mondo incontriate e dire questo: “Che se tu credi nel Signore Gesù, Dio ti salverà!” E questo è il punto di verso 22: “Cioè la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo verso TUTTI coloro che credono”. La salvezza è operativa solo mediante la fede ed è operativa sempre ovunque e ogniqualvolta c’è fede nel Signore Gesù. 

E poi c’è l’ultima riga del verso 22: “Infatti non c’è distinzione, poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”. Sta dicendo che l’accessibilità della salvezza per fede è altrettanto universale quanto la condizione di peccato dell’uomo. L’accessibilità della salvezza per fede è universale quanto la condizione di peccato dell’uomo. Dovunque ci siano peccatori, lì il vangelo del Signore Gesù Cristo quand’è ricevuto per fede opererà, per grazia, nella loro vita. Perciò, chiunque tu sia, qualsiasi cosa tu abbia fatto, Dio ti offre salvezza, salvezza che è perfettamente adatta alla tua situazione, mediante la fede in Gesù Cristo.

Questo ci porta al verso 24 che espone un’altra grande enfasi del vangelo. Dio ha provveduto salvezza per i peccatori, una salvezza che è tutta per grazia. Torniamo indietro, ora:  Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti:  vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono. Infatti non c’è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” non hanno la sua perfetta santità; cioè non vivono per la gloria di Dio, non riflettono la sua gloria, e non saranno glorificati alla fine dei tempi, se non si pentono e credono in Gesù, “ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia”. Qui c’è una delle parole più preziose di tutta la bibbia per i peccatori. Ecco perché chiunque sia un peccatore e conosca il Signore Gesù Cristo è commosso  dall’inno Amazing Grace, dalle parole, dalla melodia, perché sai che la grazia è stupefacente per te e infatti non c’è parola più dolce, non c’è parola più grande in tutto il vangelo della parola ‘grazia’. Non ci spetta, è immeritata, non può essere acquistata, non può essere guadagnata, e il Dio che ci conferisce questa salvezza è proprio quel Dio che noi abbiamo sfidato e provocato con i nostri peccati. Quella è grazia. Che il Dio che abbiamo provocato, anziché darci ciò che meritiamo ci da ciò che non meritiamo nel Signore Gesù Cristo, dandoci piuttosto ciò che Egli ha meritato per noi. Ora, c’è una frase interessante qui, dice. “Giustificati gratuitamente per la sua grazia”. Gratuitamente. Fatemi dare la traduzione letterale della parola tradotta “gratuitamente”: “senza motivo”. Senza motivo. Potete rammentare dove questa frase ricorre ancora nel vangelo? Dove Gesù sta parlando di soggetti diversi e dice: “Mi hanno odiato senza motivo” (Gv. 15:25). È la stessa parola. Non c’è nulla in me, sta dicendo Gesù, che possa motivare qualcuno ad odiarmi. Lo hanno odiato senza un motivo. Ora la stessa frase è utilizzata con riferimento alla salvezza, siamo giustificati senza motivo, non per cosa alcuna che sia in noi, non per la nostra intelligenza, o per chi siamo o cosa che abbiamo fatto, o che abbiamo non fatto, ma senza alcun motivo in noi, Dio ci ha giustificati per la sua grazia.

Ora diamo un’altra occhiata a questa parola: ‘giustificati’, che abbiamo già visto quando abbiamo studiato Romani 1, 16 e seguenti, e che è il tema del libro intero. Facciamo un veloce ripasso dei flash più importanti, ricordate che la parola ‘giustificazione’ è un termine giuridico, un termine forense, è una cosa che un giudice fa quando qualcuno  gli sta di fronte sotto processo ed è accusato di vari crimini, e il giudice dichiara che è: ‘non colpevole’, dichiara che è in piena conformità con la legge e non passibile di punizione alcuna. Questo è il momento in cui il giudice lo giustifica. E così qui, la bibbia prende questa parola ‘giustificati’ l’applica a ciò che Dio fa e dice con riferimento a tutti quelli che credono in Gesù. Il momento in cui credi in Gesù, Dio ti giustifica. Il momento in cui credi in Gesù il Giudice del cielo e della terra guarda a te il credente e dichiara nei tuoi confronti: “non colpevole”, “in piena conformità alla Legge”; “non passibile di pena”; “perdonato”; “accettato” dentro alla famiglia di Dio. Come può farlo quando sa che siamo colpevoli fino al midollo. Lo vedremo in un minuto, come Dio può dichiarare un peccatore: “non colpevole”. Ma il punto è che questa è la giustificazione, è un decreto irreversibile da parte di Dio, che il momento in cui credi in Gesù, in quel momento Dio ti giustifica e tu rimani giustificato per tutta l’eternità, ed è tutto per grazia, è tutto senza che ci fosse un motivo in te. 

Ora, notate qualcos’altro qui. Sta scritto nei versi 24 e 25 , e qui devo passare alla Nuova Riveduta: “Ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato”. Fin qui in questo passo abbiamo osservato la causa della nostra salvezza, che cos’è? La grazia di Dio! Dio fu motivato autonomamente, Dio non ci ha salvati, non ha manifestato la sua grazia perché ha visto qualcosa in noi che gli sia piaciuto. Ma fu semplicemente per il suo grande amore per il suo popolo. Il Signore avrà misericordia di chi avrà misericordia, il Signore avrà compassione di chi avrà compassione. Che la nostra salvezza fu causata da qualcosa che era nel cuore di Dio,  qualcosa che Dio è, egli è un Dio d’amore e di grazia, e non da qualcosa che Dio ha apprezzato in noi o per la quale ha sentito compassione. È per grazia. Questa è la causa. Qual’è il mezzo con cui la salvezza è ricevuta? Fede nel Signore Gesù Cristo. Qual’è la base per la nostra salvezza? In altre parole, come può questo grande Dio, il Giudice dell’universo, dichiararci non colpevoli, in piena conformità con la Legge, non passibili i pena, perdonati e accettati nella sua famiglia, quando sappiamo molto bene che siamo peccatori che meritano d’andare all’inferno. Qual’è la base di quella dichiarazione da parte di Dio? La base è nel Signore Gesù Cristo, e in ciò che il Signore Gesù Cristo ha fatto per noi.  Così l’altro grande principio che impariamo qui è che la salvezza dei peccatori da parte di Dio è fondata sull’opera di redenzione di Gesù Cristo il Figlio di Dio, il nostro sostituto. Tutto ciò che Gesù ha fatto ha delle conseguenze e tutti quelli che credono in Lui le sperimentano e perciò sono ricevuti e dichiarati giustificati da un Dio santo.

Ora, una cosa che voi ed io abbiamo bisogno di comprendere se abbiamo da apprezzare la grazia di Dio in tutto questo è che Dio non aveva l’obbligo di salvare peccatori, per niente. Dio aveva in mente tutta la razza umana, la razza umana è decaduta nel peccato  e merita di andare tutta all’inferno. E Dio avrebbe potuto dire con la stessa facilità: lascio che vadano tutti all’inferno. Ricevano tutti ciò che meritano, non sono obbligato a salvarli, non debbo loro nulla, li lascio andare tutti all’inferno. E se Dio avesse fatto questa scelta sarebbe lo stesso altrettanto amorevole e benevolo e paziente com’è ora – ma nessuno di noi l’avrebbe mai saputo. Dio non era obbligato a salvarci. Ma, nella sua grazia, Dio ha scelto di salvare una vasta porzione della razza umana e perciò noi non riceviamo ciò che meritiamo, e di bypassare il resto e lasciare che ricevano ciò che meritano per esibire la gloria della sua giustizia e della sua santità nella sua ira. Ma nella grazia Dio scelse un grande numero, più numeroso delle stelle nel cielo e della sabbia del mare di persone su cui avrebbe elargito la sua salvezza e che avrebbe salvato per tutta l’eternità. Ora, avendo presa quella decisione, la sola via percorribile che aveva per salvarli, era con la morte del proprio Figlio. Dio non va contro se stesso, non dice: “ricordi tutte quelle brutte cose che ho detto contro il peccato? Beh, dimenticale, io perdono tutto e tutti”. Avete presente quella stupida canzone che gira sotto natale nella quale Dio dice: “Io perdono tutti quanti, io perdono sempre”? Ebbene Dio non perdona tutti quanti e non perdona sempre perché per farlo dovrebbe andare contro se stesso e contro la sua stessa natura come Dio. Ora, avendo deciso che avrebbe salvato dei peccatori, e quella decisione è puramente, puramente per grazia, non era in obbligo di farlo, ora che aveva deciso di farlo e di fare grazia ai peccatori, non aveva altro modo per salvarli che per mezzo della morte redentrice del suo Figlio unigenito, Gesù Cristo. Ci sono un sacco di buone ragione per crederlo, Giovanni 3:14 E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato; bisogna che il figlio dell’uomo sia innalzato sulla croce. Ricordate nel libro di Luca dove volta dopo volta sta scritto egli diresse risolutamente la sua faccia per andare a Gerusalemme, egli camminava con la faccia rivolta a Gerusalemme: “domani e dopodomani devo camminare, perché non può essere che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”; che Gesù sentiva questa necessità di andare a Gerusalemme per morire su una croce per i peccatori.

E poi c’è una terza ragione. Non pensate che se ci fosse stata un’altra via che Dio poteva scegliere, diversa da quella di dare il proprio figlio a morire la cruenta e dolorosissima morte della croce, non pensate che l’avrebbe fatto? Non c’era un’altra via che potesse percorrere. Avendo presa la decisione di fare grazia egli comprende ora e comprendeva prima che per salvare peccatori come voi e me avrebbe dovuto dare il proprio Figlio. Voglio che ci pensiate per un po’, perché questo è un fatto per il quale starò in solenne meraviglia per tutta l’eternità. Dio ha scelto di dare via il proprio figlio prima di dare via me. Non è comprensibile, non ho una risposta per questo. E notate come lo dice. Dice nel verso 25:

Dio lo ha prestabilito (o esibito pubblicamente, sta parlando della sua morte sulla croce) come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue”. Dio, significando Dio il Padre, ha pubblicamente esibito, Dio ha esposto pubblicamente Cristo sul Calvario, questa è un’opera che Dio Padre fece nella morte di Cristo, La morte di Cristo, come riferimento primario a Dio, vale a dire che l’interesse primario della croce, lasciate che lo dica in termini antropomorfici, l’interesse primario è per gli effetti che avrebbe avuto con Dio non i benefici che avrebbe portato all’uomo. Ora, quando noi parliamo della croce del Signore Gesù Cristo, il nostro interesse è generalmente rivolto a quali benefici porta a noi. Quello non è l’interesse primario della croce perché la ragione per cui Gesù è morto sulla croce è primariamente per rimuovere qualcosa in Dio prima, e dopo e solo dopo rimuovere qualcosa nell’uomo, in modo che l’uomo e Dio potessero essere riconciliati. Ora noi sappiamo cosa dovesse essere rimosso nel cuore dell’uomo: ostilità verso Dio; ma che cos’è che la croce di Cristo dovette rimuovere nel cuore di Dio prima che potessimo essere salvati? Ostilità nei nostri confronti; l’ira di Dio, che Dio è adirato col malvagio ogni giorno; cos’ha detto Romani 1:18? Dice: “Poiché l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini” e finché quell’ira è ancora manifesta nei nostri confronti in quanto peccatori non c’è assolutamente alcun modo in cui noi possiamo essere riconciliati con Dio. E così, il riferimento primario, l’obbiettivo principale per così dire, della morte redentrice di Cristo è il cuore di Dio per fare si che quell’ira che aveva verso il suo popolo scelto Dio la riversasse su Gesù al nostro posto in quanto nostro sostituto. E senza che quell’ira di Dio fosse stornata da noi, noi non avremmo mai potuto essere salvati. E dunque Dio ha esibito il proprio Figlio sulla croce, primariamente per se stesso e secondariamente per voi e me. E notate cos’è chiamato tutto questo, è chiamato “Dio ama se stesso più di quanto ami noi tutti”, e non sentitevi offesi adesso, ma Dio ama se stesso più di chiunque altro in questa stanza. 

Sta scritto, verso 24, “Ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito (o esibito pubblicamente) come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue”. Ora, quella parola ‘redenzione’ è usata estensivamente attraverso tutti e due i Testamenti, siamo piuttosto familiari con questa parola, ed essa ha un significato semplice e profondo. Non permettete che nessuno vi derubi di questo significato perché ci sono in giro ogni sorta di libri che cercano d’indebolire la forza della parola ‘redenzione’. La parola redenzione significa liberare dal mercato degli schiavi col pagamento di un riscatto. Perciò, ogni volta che vedete la parola redenzione ci sono altre parole a cui dovreste pensare: schiavitù e anche un riscatto. Così, essere redenti è essere tolti dal mercato degli schiavi, è qualcuno che vi compera per liberarvi dalla schiavitù e mettervi in libertà, pagando un riscatto appropriato. Ora, tutti sappiamo cos’è un riscatto. Sapete dei riscatti pagati dall’Italia per far liberare Greta e Vanessa nelle mani dell’ISIS, e prima ancora per quella giornalista, la Sgrena. Ma sappiamo tutti cos’è un riscatto. Marco 10:45 “Poiché anche il Figliuol dell’uomo non è venuto per esser servito; anzi per servire, e per dar l’anima sua per prezzo di riscatto per molti”, per pagare qualsiasi prezzo fosse necessario per salvare questi poveri schiavi dei loro peccati che non meritavano di essere salvati, per liberare questi miseri peccatori dalla loro schiavitù e per farne nuovi uomini e nuove donne in Gesù Cristo, e il prezzo che dovette pagare fu la propria vita sulla croce. E notate come definisce quella morte: “Ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio (propiziazione) mediante la fede nel suo sangue”.  Anche propiziazione è una della parole più importanti nel vangelo. La morte del Signore Gesù Cristo fu una propiziazione.  Fu propiziatoria. Questa parola è usata solamente poche volte in tutto il Nuovo Testamento eppure senza propiziazione noi non avremmo un vangelo. Ho avuto un professore nel seminario liberale che ho frequentato il quale, in una lezione, disse che la parola ‘propiziazione’ non dovrebbe essere nella Bibbia. Provai ad alzare la mia mano e dissi: Professor tal dei tali, ma è nella Bibbia! Rispose: Lo so, ma non dovrebbe esserci! Una dimostrazione di vera umiltà. E poi ci sono delle persone che sono talmente offese da questa parola che nei loro commentari o nelle loro traduzioni della Bibbia tolgono propiziazione e inseriscono espiazione. E parlano della morte di Gesù come di una espiazione piuttosto che usare la parola propiziazione che ritengono offensiva. Ebbene, non c’è espiazione senza propiziazione. Espiazione significa perdono dei peccati, piena remissione dei peccati, non più  passibile della punizione che il peccato merita. L’espiazione è assolutamente impossibile a meno che non ci sia stato un sacrificio offerto al posto nostro che abbia stornato da noi l’ira di Dio, che abbia soddisfatto per noi la giustizia di Dio, tacitato la legge di Dio contro di noi, pacificato la santità di Dio, rimosso la nostra passibilità di pena per il peccato e messo al sicuro la nostra redenzione. Quella è propiziazione. Oggi la gente parla della propiziazione come qualcosa di barbarico, come di un concetto pagano che si è insinuato nella cristianità primitiva nel primo medio evo con Anselmo e il suo Cur Deus Homo. Ebbene, questi non sono i fatti. I fatti sono che se l’ira di Dio, (Romani 1:18) è diretta contro i peccatori e non c’è qualche tipo di sacrificio che assume su di se quell’ira al posto dei peccatori, non c’è speranza di sfuggire all’ira di Dio. E la morte di Gesù è proprio questo. E questo è il motivo per cui nel Vecchio Testamento è scritto dell’offerta fumata, dove l’intero animale veniva sacrificato sull’altare e l’adoratore/gli adoratori ponevano le loro mani sull’animale per significare che l’animale rappresenta me, questo è il mio sostituto, e poi quell’offerta viene uccisa e interamente bruciata portando simbolicamente la punizione che l’adoratore meritava e poi la bibbia usa questo bel linguaggio figurativo, dice: che il fumo che sale alle narici di Dio è un profumo d’odor soave per Lui. Un odor soave. E poi, quando nel Vecchio Testamento descrive Dio come adirato, parla di Dio che ha le narici dilatate. Ora, ovviamente Dio non ha un naso. Ma se avete mai visto un cavallo adirato avrete notato che ha le narici dilatate, questa è la figura. E poi, quando annusa l’odore della propiziazione dice che il Signore la gradisce e non è più adirato con colui che ha presentato l’offerta.

Così, senza propiziazione non c’è perdono dei peccati. E notate che dice: propiziazione nel suo sangue. Questo ci porta indietro alle figure e ai simboli del Vecchio Testamento e al cruento sistema sacrificale del Vecchio Testamento che simboleggiava il sacrificio vicario dell’Agnello di Dio che avrebbe tolto i peccati di tutto il mondo. E dice che questa propiziazione non solo è nel suo sangue ma è mediante la fede. Dice: Dio lo ha prestabilito come propiziazione mediante la fede nel suo sangue. Ora, cosa significa quella parola: fede? Ebbene, vi dirò innanzitutto alcune cose che non significa. Non significa, come alcuni dei nostri fratelli evangelici non riformati pensano, che la fede in qualche modo completa l’opera redentiva del Signore; che Gesù ha fatto tutto quello che poteva fare per redimerci e adesso noi dobbiamo completare il procedimento. C’è un enorme abisso tra noi e Dio e il Signore Gesù con la sua morte ha costruito un ponte fino a metà strada e noi completiamo il ponte mettendo dal canto nostro la fede. “Propiziazione nel suo sangue mediante la fede” Noi sappiamo che non è vero. Per altri  la fede rende efficace l’opera redentiva di Cristo. Alcuni credono così, che Gesù è morto sulla croce per salvare peccatori, ma ciò non diventa efficace fino a che non è accettato dal libero arbitrio dell’uomo, e sono sicuro che comprendete che nemmeno questo è vero. La fede si fonda e si alimenta in Cristo solamente. Quando la fede ha per oggetto Dio in Cristo riceve la salvezza e tutti i suoi benefici. La causa? Grazia! Il fondamento? L’opera di propiziazione del Signore Gesù Cristo! Il mezzo attraverso il quale gli effetti di quella morte sulla croce sono ricevuti nella nostra vita? La fede nel Signore Gesù Cristo come nostro Signore e salvatore.

Ora, una cosa che spero abbiate notato nei versi da 21 a 25 che abbiamo preso in considerazione fin qui è che la salvezza non è definita in termini vaghi ed oscuri. Essere salvato non significa che non sei più solo, avrai un appuntamento ogni sabato sera; e guarisci più velocemente dal morbillo, e hai sicurezza e ti senti meglio. No. In questi versi la salvezza è definita in termini giuridici, in termini legali. Sapete, se faceste un’indagine scoprireste che in molte chiese evangeliche la salvezza non è definita in termini legali. Giustificato; la decisione del giudice di dichiararti non colpevole sulla base del fatto che Gesù Cristo è stato condannato dalla legge al posto tuo. Questo sta diventando sempre più raro tra le chiese per diverse ragioni. È perché oggi c’è poco apprezzamento per la legge di Dio; poco apprezzamento per la santità di Dio, per la giustizia di Dio e per l’ira di Dio. Molta della cristianità è orientata ai sentimenti, alle cose soggettive, “ti fa sentire bene se lo fai”, ti viene detto, e la gente va in chiesa per ottenere una sensazione. Ma senza questa giustificazione giuridica, legale, noi non abbiamo nulla perché finché la nostra situazione giuridica con Dio non cambia, da condannati per aver trasgredito la sua legge, a essere assolti in Cristo, non sperimentiamo la vicinanza a Dio. Non è possibile nessuna relazione personale con Dio finché il nostro stato giuridico non è prima cambiato, da condannati ad accettati. “Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù”. Ciò che la legge non poté fare, Gesù l’ha fatto come sacrificio al posto nostro. Ed ora la condanna è stata rimossa. Non siamo più in contrasto con Dio, Dio non rivela più la sua ira verso di noi, nei cuori di noi che crediamo non c’è più ostilità nei suoi confronti, ed ora c’è piena riconciliazione piena amicizia con Dio e con quell’amicizia tutte le sensazioni e le esperienze che possiate volere.

E poi, nei versi 25 e 26 vediamo che la morte di Cristo e la salvezza dei peccatori è resa sicura mantenendo il carattere  di giustizia di Dio. Leggiamo. Cominciamo dall’inizio della frase, verso 21: 

Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: 22 vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono. Infatti non c’è distinzione: 23 tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, 24 ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione (col pagamento del riscatto) che è in Cristo Gesù. 25 Dio lo ha prestabilito (o esposto pubblicamente – perché ha riferimento primario al Padre) come sacrificio propiziatorio (per stornare la sua ira) mediante la fede (lo strumento per mezzo del quale gli effetti del sacrificio sono ricevuti) nel suo sangue (sacrificio sostitutivo), – per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, 26 al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù”. 

Ora, il significato di tutto ciò è che in Cristo, il carattere giusto di Dio, la sua giustizia o giustezza, non sono violati o compromessi in alcun modo quando salva i peccatori dai loro peccati. Dio non ha dovuto rinunciare alle richieste della sua legge, o rinnegare il proprio carattere per salvare peccatori. Non ha detto, ebbene, ho cambiato idea riguardo al fatto che il salario del peccato sia la morte, dimentichiamocene, e disinteressatamente perdoniamo tutti quanti. Questo equivarrebbe a violare il proprio carattere, a violare la sua propria legge, e qual’è il grande testo? verso 26, Dio è giusto ed è il giustificatore di chi crede in Gesù. Dio può perdonare un peccatore, accettarlo nella propria famiglia e dichiaralo giusto sulla base di ciò che Cristo ha fatto e non violare la propria giustizia, la propria giustezza e il proprio carattere divino. Inoltre, prima di Cristo, nessun essere umano ha mai sperimentato la piena misura dell’ira di Dio sul peccato su questa terra. Nessuno, su questa terra, prima della morte, ha sperimentato la piena misura e la piena forza dell’ira di Dio contro il peccato, prima del Signore Gesù Cristo. Direte, e Sodoma e Gomorra? Quell’evento è stato terrificante, quando fuoco e zolfo caddero dal cielo e distrussero un’intera area metropolitana uccidendo diverse migliaia di persone, sicuramente quella è stata una piena manifestazione dell’ira di Dio. Sicuramente no. Per quanto sia stato terribile, fu solo una parziale manifestazione. E potete scorrere l’intero Antico testamento, la volta in cui la terra inghiottì Kore e i suoi, e tutte le altre illustrazioni di Dio adirato con i peccatori e che manifesta loro la sua ira, ammontano tutte a Dio che usa tolleranza verso i peccati. Cioè li puniva, ma non ha mai punito nessuno su questa terra prima di Cristo nel modo in cui meritavano. È come se quasi li abbia tollerati o abbia soprasseduto. Direte: che ne è del Diluvio ai tempi di Noé? Quando Dio fece annegare tutti quanti nel mondo intero eccetto otto persone. Fu terribile, fu una terribile manifestazione dell’ira di Dio. Ma non fu la piena manifestazione dell’ira di Dio che la gente del tempo di Noè meritava è come se Dio abbia in qualche modo usato tolleranza sui loro peccati non uccidendoli e punendoli nel modo che meritavano. Leggiamo questi versi di nuovo così possiamo vederne il punto. Verso 25 a metà del verso: per dimostrare la sua giustizia, ( questo prova che Dio è giusto) avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, (Ora, questo potrebbe essere un problema per qualcuno. Dio non li ha puniti nel modo in cui meritavano? Nessuno ha mai sentito la piena potenza della sua ira in questa vita prima della morte del Signore Gesù Cristo? È Dio effettivamente retto detto tutto questo? È veramente giusto se ha permesso che il suo popolo la facesse franca e non fosse punito severamente come avrebbe meritato ? Vedete, la morte del Signore Gesù Cristo serve a dimostrare che Dio veramente è giusto; – perché avreste potuto farvi l’impressione sbagliata – della sua divina pazienza verso i peccati commessi – “e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù”; e il punto è che in Cristo Dio ha dato aperta dimostrazione della sua perfetta giustizia nel dare pieno sfogo alla sua ira, riversando il pieno giudizio su Gesù Cristo al posto del suo popolo, provando che Egli è realmente giusto. Questa pazienza, questa tolleranza, non devono essere eguagliati a perdono, dire che usò tolleranza non significa che li perdonò, questa pazienza o tolleranza dei peccati prima della venuta di Cristo nel AT e il non punirli come il peccato merita d’essere punito oscura agli occhi di alcune persone l’inviolabilità della giustizia di Dio. Questa pazienza, questa tolleranza non è giustificazione, ma questa tolleranza rese necessario per Dio dimostrare la sua giustizia mostrando a tutti, in tutto il mondo, che la giustificazione richiede niente di meno che la propiziazione fatta dal sangue di Gesù. Voglio dimostrare al mondo che nel mio piano predestinato non ho punito le persone nel mondo come avrebbero meritato prima della venuta di Cristo, ma ho punito tutti i peccati di tutto il mio popolo quanto severamente meritavano nella morte del Signore Gesù Cristo sulla croce. Ho riversato pienamente tutta la mia ira su di Lui al posto loro. Questo prova la mia giustizia. Ho voluto soddisfare la mia giustizia nella morte brutale di mio Figlio, per ogni peccato che sia mai stato commesso, di ogni uno del mio popolo, dal primo essere umano, fino alla fine del mondo. Perciò non permettete mai che alcuno vi dica che Dio non è giusto. Egli dice, questa è la mia prova, è la morte di Gesù.

Verso 26 “e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù”. Questa è la ragione per cui diciamo che giustizia e misericordia si baciarono sulla croce. Che la croce fu quell’unico modo in cui Dio poteva manifestare la sua giustizia e la sua misericordia allo stesso tempo senza compromettere né l’una né l’altra. Ora questo è difficile per noi. Se abbiamo un bambino che disobbedisce, poiché è ovvio che un bambino disobbedisce, noi possiamo essere giusti e punire il bambino nel modo in cui il suo peccato merita, o possiamo essere misericordiosi e dire: “voglio che tu sappia che papà non è solo giusto, è anche misericordioso e così per questa volta non ti dò la sculacciata”, e questo può avere anche effetti migliori di una sculacciata. Ricordo che una volta ebbi una Taurus nuova, una  Ford Taurus nuova di zecca, ho commesso l’errore di parcheggiarla nel retro della chiesa di Dan Woody. C’era un bambino che si chiamava John Calvin Morecraft, che andava a scuola domenicale nella chiesa di Dan Woody, e c’erano ciottoli qui, nel campo da gioco della chiesa, e io esco da chiesa quella sera, e trovo il parabrezza rotto.  Ovviamente qualcuno, intenzionalmente o accidentalmente ha lanciato dei sassi e rotto il mio parabrezza. John ammise il fatto, così lo feci sedere in auto e gli dissi: “John, cosa meriti per aver rotto il mio parabrezza?” Risponde con lacrime agli occhi: “Una sculacciata!” Chiedo: “John, meriti una sculacciata leggera o una sculacciata severa?” Rispose: “Severa!” Chiesi: “C’è nient’altro che meriti per aver rotto il mio parabrezza?”  “Sì, dovrei pagarlo!” Gli dissi: “Hai perfettamente ragione, John, hai imparato bene la tua lezione. Voglio che tu sappia che il papà è giusto, ma voglio che tu sappia anche che è misericordioso, e non richiederò da te ciò che meriti”. E questo ebbe su di lui un impatto più forte di quanto avrebbe avuto una sculacciata. Ma normalmente, quando trattiamo in questo modo i nostri figli noi dobbiamo fare un compromesso da una parte o dall’altra, la giustizia o la misericordia. Non Dio. Dio non ha dovuto compromettere nessuna delle due e ha esibito entrambe sulla croce. Com’è esibita la giustizia di Dio sulla croce? Il Signore Gesù Cristo ha pagato il prezzo intero richiesto dalla legge di Dio e ha soddisfatto la giustizia di Dio e ha stornato la sua ira al posto nostro; questa è giustizia. Come è anche misericordioso? L’ha fatto al posto nostro. L’ha fatto per noi. E così, lì sulla croce, Dio dimostra non solo la sua misericordia, ma anche il suo carattere di giustizia. Gli effetti della redenzione di Cristo e della giustificazione di Dio continuano lungo tutta la tua vita di cristiano. Sono avvenuti una volta per sempre, giustificazione e propiziazione, ma gli effetti continuano durante tutta la vita dei cristiani.  Lo sappiamo da 1 Giovanni 1: 9 “Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto, da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità”. Questo è vero ogni giorno della nostra vita di cristiani a motivo di quella propiziazione avvenuta una sola volta alla morte del Signore Gesù e al decreto di giustificazione per quelli che credono. Poiché il peccato continua a contaminarci, se noi continuiamo a confessare i nostri peccati Gesù Cristo continua a purificarci e a perdonarci. Non lasciate passare neppure un giorno nel quale trattate con sufficienza il sangue di Cristo, quel sangue vi ha salvati dalla punizione per il peccato, vi salva ogni giorno dal potere tirannico del peccato, e vi salverà per sempre un giorno dalla presenza del peccato. La redenzione che abbiamo attraverso la propiziazione del sangue di Gesù mediante la fede tratta tutti i nostri peccati, ogni peccato che commettiamo o commetteremo, non lascia scoperto il più piccolo dei peccati, perché se lo facesse, quel piccolo peccato ci dannerebbe per sempre.

Preghiamo

Oh, Padre, ti ringraziamo, per aver esposto tuo figlio come propiziazione per i nostri peccati. Ti ringraziamo per averci redenti, dal mercato degli schiavi del nostro peccato col riscatto pagato da Gesù Cristo. Ti ringraziamo Padre per la tua grazia, stupefacente, immeritata e preghiamo che queste meravigliose verità e pensieri del vangelo ci motivino ogni giorno della nostra vita ad esserti fedeli, per Cristo nostro Signore. Amen.


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