Giosuè 5:13-8:35
Tutta Gerico con i suoi abitanti e i suoi tesori dovevano essere dedicati al Signore mediante distruzione. Tutte le persone dovevano essere uccise; tutto ciò che poteva essere bruciato dove esserlo. Il metallo doveva passare attraverso il fuoco e poi essere consacrato per l’uso nel santuario.
Ogni cosa che non si era data al Signore di propria spontanea volontà doveva essere posta sotto interdetto; ciò equivale a dire che doveva essere separata per il giudizio divino. Dentro al popolo pattizio, questo significava chiunque rompesse il patto. Tra le nazioni significava qualsiasi nazione che fosse scaduta in completa empietà.
Gerico doveva essere completamente distrutta di modo che Israele avrebbe visto da questo esempio che i canaaniti, con tutto quello che possedevano, erano caduti sotto l’interdetto del giudizio di Dio. Il Capo dell’esercito del Signore dichiarò: “Arrivo in questo momento” (Gs. 5:14). Ciò che intese fu che era venuto a colpire di giudizio i canaaniti.
Tuttavia, siccome il metallo sarebbe stato donato al santuario, è evidente che ciò che era stato giudicato poteva ancora essere santificato dal Signore. Ciò è chiaro anche dal fatto che agli israeliti fu permesso prendere per loro stessi i tesori delle altre città in Canaan a condizione che quei tesori fossero dedicati al Signore nel modo in cui sarebbero stati usati.
Com’era possibile dedicare al Signore qualcosa che era stato giudicato? Solo in virtù del fatto che Gesù si sarebbe sottoposto al giudizio e si sarebbe dedicato immacolato a Dio dopo essere passato attraverso la morte. Per questa ragione, anche la terra può un giorno passare attraverso il fuoco e poi essere dedicata a Dio nella sua forma rinnovata ed essere donata ai credenti per il loro utilizzo. Anche adesso la terra è temporaneamente santificata per amore di Cristo ed è stata donata ai credenti perché la usino. Per il momento, la terra è già santificata nel Regno di Dio. Il fatto che Israele potesse fare uso dei tesori di Canaan è una profezia che indica la santificazione della terra per amore di Cristo.
Il Comandante dell’esercito del Signore, ovvero l’Angelo del patto, era certamente venuto a trascinare Canaan in giudizio ma era venuto anche a dare ad Israele i tesori di Canaan. Pertanto la sua venuta è in effetti una benedizione per il popolo del patto. Dobbiamo considerare il suonare le trombe attorno a Gerico nella stessa luce. Il suono delle trombe significa sempre la venuta del Signore, più specificamente, la venuta del Dio pattizio al suo popolo. Quando Dio venne a Gerico a distruggere i suoi nemici, Egli salvò e benedisse il suo popolo e aprì loro Canaan.
Gerico cadde nelle mani di Israele senza combattimento. Questo avrebbe insegnato agli israeliti che Dio aveva dato i loro nemici nelle loro mani e che Canaan era un dono del Signore anche se avrebbero dovuto continuare a combattere per possederla.
C’è una discrepanza per il fatto che dapprima sono menzionati 30.000 uomini nell’imboscata dietro ad Ai (Gs. 8:3) e successivamente 5.000 (v.12). Può essere che qualche copista abbia commesso un errore nel caso del primo numero.
La sezione finale di questi capitoli di Giosuè registra l’erezione delle tavole della legge. Il resoconto è mantenuto breve perché Deuteronomio 27 aveva già descritto dettagliatamente come questa dovesse essere fatta. Non appena gli Israeliti catturarono Ai, Giosuè e tutto il popolo marciarono al Monte Ebal e al Monte Gherizim. L’uso della terra conquistata avrebbe dovuto essere posta sotto il governo sovrano della legge di Dio fin dal principio.
Concetto principale: Per amore di Cristo Canaan è dedicata
al Signore.
Il capo dell’esercito del Signore. Giosuè sapeva che, dopo che il popolo ebbe attraversato il Giordano, la conquista di Canaan doveva cominciare. Davanti a loro si ergeva la fortezza di Gerico e i pensieri di Giosuè si volsero subito a quella città. Pensando a come prenderla si appartò in un posto isolato dell’area dove era accampato l’esercito. Improvvisamente vide uno che stava davanti a lui con la spada sguainata pronto a colpire. Giosuè gli si avvicinò e gli chiese: “Sei tu per noi o per i nostri nemici?”. La risposta che ricevette fu: “Io sono il capo dell’esercito dell’Eterno; arrivo in questo momento”.
Chi era questo Capo? Era l’Angelo del Signore che aveva guidato Israele attraverso il deserto ed era apparso ad Abrahamo molto tempo prima, il Mediatore che era già allora apparso in forma umana. Ora appariva con in mano una spada sguainata perché stava per colpire i canaaniti con tutti i loro tesori e porli sotto un interdetto solenne; ciò vale a dire che li avrebbe consegnati (consacrati) al giudizio di Dio. L’empietà dei canaaniti aveva raggiunto il culmine. Si definì il Capo dell’esercito del Signore, ovvero delle forze armate angeliche. Con i suoi angeli avrebbe combattuto per Israele. Giosuè e gli Israeliti avrebbero dovuto combattere contro i canaaniti, ma l’Angelo sarebbe stato quello che li avrebbe annichiliti col suo esercito.
Forse Giosuè non comprese immediatamente che la figura che aveva davanti fosse il Signore stesso, l’Angelo dell’Eterno che era apparso molte volte a Mosè. Ma si rese conto che stava trattando con un messaggero mandato da Dio. Perciò si prostrò e chiese: “Che cosa vuol dire il mio Signore al suo servo?” Gli fu risposto di togliersi i calzari perché il luogo ove stava era santo. Allora Giosuè comprese di essere di fronte al Mediatore stesso. Il Signore Gesù Cristo è egli stesso il Dio santo.
Il Signore era venuto a colpire Canaan di giudizio. Avrebbe dimostrato che Lui stesso — non Giosuè e Israele — stava punendo Canaan. Come? Dando Gerico, che ovviamente aveva le porte chiuse, nelle mani degli Israeliti senza un combattimento. Tutto ciò che gli Israeliti avrebbero dovuto fare era camminare intorno alla città una volta al giorno per sei giorni e poi sette volte nel settimo. Il Signore conquista da solo i suoi nemici e i nemici del suo popolo.
Che tutta Canaan fosse caduta sotto il giudizio di Dio doveva essere dimostrato dal destino di Gerico: tutti i suoi abitanti e tutti i suoi tesori erano posti sotto interdetto. In altre parole, dovevano essere dedicati al Signore. Gli abitanti dovevano essere messi a morte, tutti. La città e tutto ciò che vi era doveva essere consumato dal fuoco. Solo i metalli dovevano essere salvati. Una volta che fossero fusi e santificati dal fuoco, avrebbero potuto essere usati per il santuario.
A causa del peccato la terra intera è caduta sotto il giudizio di Dio e perciò dovette essere posta sotto interdetto. Non avremmo dovuto usare nulla della terra. Di fatto, noi stessi eravamo consegnati al giudizio. Però, il Signore Gesù Cristo si sottomise a quel giudizio al posto nostro. Nella sua morte sulla croce, egli fu consegnato al giudizio di Dio, ma resuscitò il terzo giorno e vive per dedicare se stesso, i suoi e la terra al Signore. A motivo del suo sacrificio noi possiamo già diventare figli di Dio e usare di nuovo la terra al servizio del Signore. Un giorno tutta la terra sarà rinnovata e santificata al Signore.
Che fosse possibile che qualcosa fosse consegnato al giudizio e poi di nuovo santificato al Signore è chiaro dal fatto che i metalli potevano essere offerti per il servizio nel santuario. Gli israeliti non avrebbero dovuto bruciare i tesori della altre città canaanite. Avevano l’ordine di mettere a morte gli abitanti, ma era loro permesso prendere il bestiame e le altre proprietà per il loro proprio uso, affinché con esse servissero il Signore.
Riflettiamo mai sul fatto che noi stessi e la terra intera siamo caduti sotti il giudizio divino a causa del peccato e che è solo per il Signore Gesù Cristo che possiamo vivere e godere i tesori della terra? Una volta che ce ne rendiamo conto dobbiamo fare in modo di usare tutti questi tesori per servire il Signore.
Giudizio su Gerico. Giosuè passò al popolo l’ordine del Capo dell’esercito del Signore e tutti gli uomini armati marciarono attorno a Gerico il primo giorno. L’arca del Signore fu trasportata in mezzo alla processione come segno che il Signore era in mezzo a loro. Davanti all’arca camminavano sette sacerdoti che portavano le loro trombe e le suonavano. Lo squillo delle trombe era un segno che il Signore stava per mostrare la sua grazia al suo popolo e la sua ira ai suoi nemici.
Per sei giorni camminarono attorno alla città e nel settimo lo fecero sette volte. Lì si ergeva Gerico, ancora forte con i suoi bastioni e i suoi forti uomini di valore. Allo stesso tempo, era circondata dal popolo del Signore col Signore stesso in mezzo a loro. E infatti fu consegnata nelle mani del popolo, o piuttosto, al giudizio di Dio, giudizio che avrebbe redento il suo popolo. Similmente, il mondo intero, che è in conflitto col Signore, sembra ancora essere forte, ma è consegnato al giudizio di Dio ed è dato nelle mani del popolo di Dio che trionferà su di esso.
Gli israeliti avrebbero dovuto camminare intorno a Gerico per sette giorni. Durante quelle marce dovevano stare in silenzio. Per sette giorni Israele avrebbe dovuto attendere con fiducia gli atti del Signore. Poteva non venire oggi e nemmeno domani, ma sarebbe venuto di sicuro! Il popolo lo aspettava in fede. Aspettiamolo anche noi in fede perché giudicherà tutto ciò che è peccato in questo mondo e benedirà il suo popolo.
Al termine della settima marcia il settimo giorno, Giosuè urlò: “Gridate perché l’Eterno vi ha dato la città”. Allora la potenza della grazia del Signore sul suo popolo divenne evidente: proprio in quel momento le mura di Gerico crollarono. Gli israeliti penetrarono la città da tutti i lati. Gli abitanti di Gerico furono messi a morte e tutte le loro proprietà furono dedicate al Signore.
Solo Rahab e tutti quelli che erano in casa sua furono risparmiati. Ella e tutti quelli che le appartenevano sfuggirono al giudizio perché aveva creduto nel Dio d’Israele e in fede aveva ospitato le spie. La sua salvezza ci dimostra come noi possiamo sfuggire il giudizio per fede nel Dio del patto.
Dopo che la città fu distrutta Giosuè fece un giuramento al popolo che chiunque si fosse impegnato a ricostruire la città di Gerico sarebbe stato maledetto dal Signore: tutti i suoi figli sarebbero morti durante la ricostruzione. Gerico sarebbe dovuta rimanere sempre una città aperta come segno che il Signore aveva dato il paese e le sue città nelle mani del suo popolo e che il Signore protegge il suo popolo come un muro di fuoco che li circonda.
Giudizio nell’esercito. Successivamente Israele si volse verso Ai. Su consiglio delle spie che Giosuè aveva mandato in avanscoperta, contro questa piccola città marciarono solo 3.000 uomini. Ma furono sconfitti e 36 di loro furono uccisi. A questo il cuore della gente venne meno e Giosuè si stracciò le vesti — non a causa di questa sconfitta minore ma perché ne risultò che Israele non era invincibile. Come risultato i canaaniti avrebbero ripreso coraggio, circondato il campo degli Israeliti e li avrebbero distrutti. Come avrebbe fatto dunque il Signore a portare gloria al suo nome? Tale fu la lamentela di Giosuè al Signore.
Il Signore rispose che tutto il popolo era da biasimare perché uno di loro aveva disobbedito il patto e preso per sé del bottino di Gerico. A quanto pare il Signore e i suoi diritti non avevano nessun valore per quell’uomo. Nella sua avidità aveva disprezzato la Parola del Signore. Questa era la ragione per cui il Signore non aveva potuto accompagnare il popolo in battaglia. Finché il popolo non avesse pronunciato il giudizio sul trasgressore del patto, l’ira di Dio si sarebbe posata su tutta la nazione e la nazione stessa sarebbe caduta sotto giudizio.
Al comando del Signore furono gettati i dadi, Akan, della tribù di Giuda, fu rivelato essere il trasgressore. Confessò di aver seppellito nella sua tenda un’elegante mantello babilonese, 200 sicli d’argento e un lingotto d’oro. Perciò tutto Israele lapidò Akan e tutta la sua casa nella valle di Akor. Sui loro corpi fu eretto un gran mucchio di pietre e tutti i loro possedimenti furono bruciati.
L’intera famiglia di Akan condivise la sua punizione perché ogni famiglia condivide la colpa dei suoi membri. È vero che Dio ha decretato che i figli non debbano essere puniti per i peccati dei loro genitori, ma il crimine di Akan non era certo stato commesso senza che la sua famiglia ne fosse a conoscenza. Perciò caddero tutti sotto questo giudizio divino.
Faremo bene a prestare attenzione a questo peccato di Akan. Non possediamo forse molto anche noi, e non usiamo forse molto di ciò che abbiamo in questo mondo senza confessare che ci è stato dato da usare a motivo delle sofferenze di Cristo, e che è perciò santificato a Dio? Non tratteniamo forse per noi molto di ciò che il Signore ci ha affidato?
Dopo questa purificazione dell’esercito, Giosuè seguì il comando del Signore marciando di nuovo contro Ai. Questa volta il Signore gli disse di utilizzare uno stratagemma preparando un’imboscata dalla parte occidentale della città. Il Signore diede la città nelle mani degli israeliti. I suoi abitanti furono messi a morte e il re di Ai fu impiccato ad un albero fino a sera. La città fu bruciata. Per se stessi gli israeliti tennero solo il bestiame e il bottino della città. Il Signore aveva dato loro quel bottino. Mediante il Signore Gesù Cristo i tesori di Canaan sarebbero stati santificati e dati a Israele. Noi pure, riceviamo i tesori della terra per amore di Cristo.
Le tavole della legge. Gli israeliti avevano già conquistato la prima sezione di Canaan e ne avevano preso possesso. In questa terra di Canaan avrebbero dovuto servire il Signore e vivere in patto con Lui secondo la legge che il Signore aveva dato loro per mezzo di Mosè. Perciò Giosuè non poteva più posporre l’esecuzione di un ordine che Mosè aveva dato quando aveva riletto la legge davanti al popolo.
Si diresse col popolo verso nord. Non doveva temere che i canaaniti li attaccassero perché il terrore del Signore li aveva riempiti. La loro destinazione era un paio di montagne: Ebal e Gherizim. Egli costruì un altare sul monte Ebal dove il popolo si dedicò al Signore per mezzo di olocausti. Offrirono anche dei sacrifici di ringraziamento. Poi scrisse la legge del Signore su due pietre che eresse sul monte Ebal. Fece poi stare sei tribù sul monte Ebal e sei sul monte Gherizim, l’un gruppo di fronte all’altro. I sacerdoti stettero in mezzo alle due cime e lessero al popolo la legge del Signore.
Quando lessero la maledizione con cui Dio minacciava il popolo nel caso in cui fosse infedele, tutto il popolo sul monte Ebal gridò: “Amen”, e quando lessero le benedizioni promesse dal Signore il popolo sul monte Gherizim gridò: “Amen”. In questo modo invocarono la maledizione del Signore su se stessi nel caso in cui si fossero allontanati dalla legge del patto. In fede potevano aspettarsi le sue benedizioni se avessero camminato nelle vie del suo patto.
Giosuè, seguendo il comando di Mosè, fece in modo che questa cerimonia avesse luogo molto presto dopo che era iniziata l’invasione di Canaan. L’intera vita degli israeliti in Canaan doveva essere sottoposta alla legge del patto fin dal principio. Oggi noi abbiamo una relazione con la legge del Signore in qualche modo diversa da quella di Israele. Nondimeno, la nostra intera vita deve essere vissuta in accordo con la legge del Signore. Fin dal principio la nostra vita in questo mondo deve essere santa al Signore.