Giovanni 5:1-18
Non è possibile determinare quale festività sia intesa nel verso 1. Ad ogni modo, tra la precedente permanenza di Cristo in Gerusalemme e il viaggio attuale c’è un periodo di ministero in Galilea.
Nella maggior parte dei manoscritti, inclusi i più affidabili, le ultime parole del verso 3: “i quali aspettavano l’agitarsi dell’acqua” e l’intero verso 4 sono mancanti. Furono probabilmente inseriti successivamente per spiegare il verso 7. Probabilmente dovremmo pensare della piscina di Betesda come una fonte intermittente con poteri terapeutici. Possiamo allora immaginarla in questo modo: un invalido avrebbe dovuto scendere nell’acqua subito dopo che la la fonte si era attivata perché l’acqua che saliva e spumeggiava si mescolava con l’acqua presente nella piscina e perdeva subito il suo potere taumaturgico.
Ma dovremo tenere a mente che tale azione terapeutica di una fonte è l’opera della grazia di Dio che governa anche le forze della natura. La vera fonte è la grazia di Dio che non si attiva solo in certi momenti ma scaturisce continuamente. Come disse Gesù: “Il Padre mio opera fino ad ora, e anch’io opero”. Notate che qui sta parlando della grazia di Dio. Dio è costantemente all’opera per mezzo della sua grazia.
La causa della malattia di quell’uomo, secondo Gesù era il suo peccato (“Ecco, tu sei stato guarito; non peccare più affinché non ti avvenga di peggio”).
Concetto principale: La grazia di Dio è una scaturigine continua.
Non conoscere la fonte. Dopo che Gesù aveva operato in Galilea per un certo periodo, salì di nuovo a Gerusalemme per una delle feste. Mentre vi si trovava, andò a fare visita a una struttura per disabili. Era venuto a rivelare la misericordia di Dio, per questa ragione andava spesso in cerca di chi soffriva.
Questa struttura, situata presso le mura di Gerusalemme vicino alla porta delle pecore era chiamata Betesda, cioè Casa di Misericordia. Vi giacevano molti malati, ciechi, zoppi e paralitici perché in questo luogo c’era qualcosa di speciale. A intervalli regolari l’acqua della piscina veniva mossa, a quanto pare da una scaturigine sotterranea. Quell’acqua aveva evidentemente poteri curativi. Per poter essere guariti però, bisognava essere in acqua nel momento del getto. Una volta che l’acqua appena immessa si mescolava con quella della piscina perdeva le sue qualità taumaturgiche.
Ai bordi della vasca c’era un uomo, infermo da trentotto anni, la cui malattia si era dimostrata incurabile. Aveva infine cercato l’ennesima cura a Betesda. Ma per lui era difficile muoversi attorno e non era mai capace di entrare nella piscina per primo quando la sorgente si attivava. Lì giaceva quell’uomo, come uno legato non solo dalle proprie afflizioni ma anche dall’impotenza della propria situazione. A Betesda lui guardava con speranza, ma non riusciva a vedere la grazia di Dio che vi stava dietro. Inoltre, era legato dalla colpa del suo peccato che effettivamente era la causa della sua condizione.
E pur tuttavia, non avrebbe Betesda dovuto essere per lui una testimonianza della grazia di Dio? Perché ci sono ancora nel mondo tali poteri guaritivi se non per il fatto che Dio è misericordioso in Gesù Cristo e desidera salvare il mondo? Anche tali forze taumaturgiche sono opera della sua grazia. Diversamente dalla fonte di Betesda, la grazia di Dio non è una fonte che scaturisce solo a intermittenza; è una che zampilla costantemente. Tale grazia ci guarisce completamente e per sempre. Ma quest’uomo non vedeva questa fonte. Noi tutti guardiamo a destra e a manca per aiuto ma non vediamo la completa salvezza che la grazia di Dio ci dà.
Guarigione per mezzo dell’acqua della fonte. Gesù vide l’uomo che giaceva lì e il Padre indicò quell’uomo a Gesù come un oggetto della sua grazia salvifica (vedi versi 19, 20). A quest’uomo, legato dal suo peccato, Gesù poteva mostrare lo scopo della sua venuta in terra: è venuto a liberarci dal peccato e dalle sue conseguenze.
Gli fece una strana domanda: “Vuoi essere guarito?” Chi non lo vorrebbe? Ma la speranza in quest’uomo era morta e con questa domanda Gesù volle risvegliare in lui nuova speranza e l’inizio di fede. Ci sarebbe stata ancora misericordia per lui? Con questa domanda, e col modo in cui Gesù lo guardò, un debole barlume di luce cominciò a sorgere in lui. Si rivolse a lui appellandolo “signore” e gli raccontò tutti i suoi guai. Cominciò a guardare a Gesù con qualche vago senso di aspettativa.
Una volta che Gesù ebbe risvegliato nell’uomo questa speranza lo aiutò. Gli disse: “Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”. L’uomo fu guarito all’istante e fece ciò che gli era stato detto. Era stato immerso nella fonte della grazia di Dio ed era stato liberato. Il tragico destino di disperazione era stato spezzato.
Tuttavia, Gesù aveva qualcos’altro da insegnargli, ma ciò sarebbe avvenuto dopo; per ora Gesù evitò la calca altrimenti la gente sarebbe accorsa a lui e l’avrebbe adorato come operatore di miracoli. Tutti quei malati avrebbero voluto essere guariti e lui semplicemente non sarebbe riuscito a rivelare che era venuto per la redenzione della vita per l’eternità.
Rivelazione riguardo al Padre. Gesù fece questo miracolo di sabato. I capi di Gerusalemme videro l’uomo guarito girare col lettino sulle spalle. Ciò non era consentito, secondo loro, perché lo consideravano lavoro. Chiesero all’uomo perché lo facesse. Egli rispose che gli era stato detto di farlo dall’uomo che lo aveva guarito. Quando gli chiesero chi quell’uomo fosse, replicò che non lo sapeva. Non conosceva il Signore Gesù. Aveva, ovviamente, incontrato qualcosa della grazia di Dio in lui ma non sapeva chi fosse. I capi si ritirarono, scontenti.
Successivamente il Signore Gesù trovò l’uomo nel tempio. Gesù riuscì finalmente a parlare con lui in pace. Gli disse che la sua malattia era era stata una conseguenza dei suoi peccati. Gli indicò la grazia di Dio che lo aveva salvato. Gli disse che da quel momento in poi avrebbe dovuto vivere per fede nella grazia di Dio e cercare attivamente di vincere i propri peccati. Se avesse rifiutato, se non avesse accettato la grazia di Dio ma fosse ricaduto nei suoi peccati, gli sarebbe potuto accadere qualcosa di peggio. In questo modo Gesù gli mostrò la grazia di suo Padre.
Lieto perché adesso conosceva il Cristo l’uomo andò dai capi del popolo e disse loro che il Signore Gesù era colui che lo aveva guarito. Pensò che sarebbero stati felici di riconoscere l’autorità di Cristo come di Colui che è mandato dal Padre. Dopo tutto, se Cristo guariva in giorno di sabato, che male poteva esserci? Questo dimostra quanto poco conoscesse i capi! Essi tenevano costantemente d’occhio Gesù cercando sempre un’opportunità per metterlo a morte perché trasgrediva il comandamento del sabato, questa era la loro accusa. Aveva guarito di sabato e aveva ordinato a un uomo di trasgredire la legge. Se la cosa avesse persistito Gesù avrebbe minato la loro autorità. Dopo tutto, essi si assicuravano che la legge fosse rigidamente osservata.
Quando accusarono Gesù di trasgredire il sabato egli rispose: “Mio Padre è sempre all’opera, per mezzo della sua grazia, perfino in questo giorno. La sua scaturigine è inesauribile. Per questa ragione anch’io sono sempre al lavoro per rivelare quella grazia e il suo potere. Non è una violazione del sabato. Qual è dopo tutto, il significato del giorno del riposo? È darvi la certezza che potete riposare in quella grazia del Padre mio. Ma siccome voi rifiutate di riposare in quella grazia siete anche incapaci di comprendere il sabato”.
I capi rigettarono la sua parola; di fatto furono ancor più determinati ad ucciderlo perché chiamava Dio suo Padre. La quintessenza della fede: il fatto che Gesù Cristo è l’unigenito Figlio di Dio che ci rivela e ci dà il pieno paterno amore di Dio, i capi lo rigettarono come bestemmia! Ecco quanto chiuso alla verità è il cuore umano a causa del peccato!