4: Il Regno come una rivelazione

Giovanni 3:1-21

Il Regno di Dio è un mistero nascosto alla carne. Deve esserci rivelato. Mediante questa rivelazione siamo nati di nuovo. Dobbiamo tenere presente che qui Cristo sta parlando della rigenerazione nel senso più ampio della parola in modo da includere la conversione della nostra vita e di tutti i modi in cui quella vita si esprime nelle nostra azioni . Tale rinascita è causata dalla predicazione del vangelo del Regno. Possiamo assumere che la rigenerazione nel senso più stretto — senza che fosse ancora in atto la conversione — fosse già avvenuta in Nicodemo altrimenti non sarebbe venuto da Gesù.

La replica di Gesù a Nicodemo fu: “Se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio”. Si trattò del rigetto dell’intero atteggiamento  di Nicodemo verso la vita. Ma Cristo rigettò il modo di vivere di Nicodemo per poterlo salvare. La risposta di Gesù deve anche essere stata strumentale alla conversione e santificazione di Nicodemo.

Le questioni terrene del Regno sono quelle che cose che avvengono in terra, come  fede e rigenerazione. Le questioni celesti sono le cose che risiedono al di là o dietro queste faccende terrene, ovvero l’amore di Dio in Cristo e la sovranità della sua grazia.

          Concetto principale: Il Regno di Dio è una rivelazione a noi.

          La rivelazione del Regno opera la nuova nascita. Quando Gesù cominciò il suo ministero pubblico non rimase in Galilea a lungo. Molto presto lui e i suoi discepoli andarono a Gerusalemme. Lì si mise all’opera con grande potenza come Colui che è mandato da Dio. In quella città fece molti miracoli. Ciò fece una profonda impressione sulla gente e molti credettero in lui. Sebbene avessero creduto, la loro fede non risultò sempre in totale resa a lui. Gesù non poteva realmente contare sulle loro “convinzioni” che erano  il risultato di una mera impressione.

Ma c’erano anche persone i cui cuori erano genuinamente stati toccati dai sui insegnamenti e dalle sue azioni. Fu così anche per alcuni dei capi. Ciò portò una buona dose di conflitto nella loro vita perché quello che il Signore Gesù diceva era direttamente opposto ai loro propri insegnamenti. Loro credevano di doversi guadagnare la propria salvezza e il proprio futuro. Un giorno il Regno di Dio sarebbe venuto nel modo che avevano immaginato e loro si sarebbero guadagnati un posto in esso.  Ma Gesù venne col messaggio del Regno della grazia. Un regno come dono, non qualcosa di guadagnato, un regno in cui tutto era gratuitamente donato mediante la grazia. Per i capi, però, crederlo avrebbe reso necessario un completo ribaltamento della loro vita.

C’era uno dei capi del popolo, un Fariseo di nome Nicodemo, che aveva spesso riflettuto sulle parole di Gesù. Non comprendeva ancora la necessità di un tale completo ribaltamento ma non riusciva scuotersi via il messaggio di Gesù. Non si mise immediatamente dalla parte di Gesù ma volle saperne di più e conoscerlo meglio. Di conseguenza, andò a trovarlo da solo, di notte, perché non era ancora giunto ad alcuna decisione. Non poteva ancora abbandonare la visione del mondo e della vita dei Farisei. Perciò nessuno avrebbe dovuto sapere che ara andato da Gesù. Per il momento, quantomeno, si vergognava ancora di ciò che stava facendo.

Gesù lo ricevette sebbene fosse notte. Nicodemo andò dritto al punto: cominciò riconoscendo che Gesù era un maestro mandato da Dio. I miracoli ne erano prova sufficiente e fece intendere che i suoi colleghi condividessero la sua opinione. Pertanto volle che Gesù spiegasse ulteriormente il Regno. Nicodemo pensava che la proprio prospettiva e stile di vita potessero rimanere quelli di prima. Voleva aggiungere il messaggio di Gesù sul Regno a ciò che lui già possedeva.

La risposta di Gesù deve averlo lasciato basito: “Se uno non è nato di nuovo non può vedere il Regno di Dio!”. Un rinnovamento totale, un completo rovesciamento sarebbe dovuto avvenire in lui. Questa era la nuova nascita. Solo se la vecchia vita fosse morta sarebbe potuta sorgerne una di nuova.

Nicodemo non ne capì niente. Sicuramente, pensò, un uomo non poteva nascere una seconda volta” “No”, rispose Gesù, “la nuova nascita viene per mezzo di acqua e di Spirito”. Ricordò a Nicodemo il battesimo di Giovanni che era un segno del morire e del risorgere di nuovo.

Questa nuova vita è operata in noi dallo Spirito. Procede da Dio sebbene venga mediante la predicazione del vangelo del Regno. Senza questa rinascita nessuno può entrare nel regno. Questa nuova nascita era necessaria anche per un giudeo come Nicodemo, un figlio d’Abrahamo perché tutto ciò che è nato dalla carne è carne. A causa del peccato l’intera razza umana vive confidando in se stessa. Siamo perfino nati in quel modo. Perciò ogni persona deve essere nata di Spirito in modo che confideremo solamente nella grazia di Dio.

Questo non dovrebbe sorprenderci. La nuova nascita è opera di Dio e pertanto imperscrutabile. Potremmo forse paragonarla al vento: lo udiamo ma non possiamo dire donde venga e dove vada. Ciò vale per chiunque sia nato dallo Spirito. La nuova vita non può essere spiegata come qualcosa che esista nell’uomo ma ha la sua origine in Dio.

          La rivelazione del regno può essere conosciuta solo per fede. Se è vero che la nuova vita ha la sua origine in Dio solamente, noi non possiamo investigarla con la nostra sapienza: solo la fede può scoprire ciò che Dio ci dice di essa. Solo allora arriveremo a conoscere quell’opera dello Spirito. Tuttavia, Nicodemo non era pronto ad ascoltare in fede. Pieno di dubbi chiese come fosse possibile nascere di nuovo.

Egli era un insegnante in Israele ma non riusciva a comprendere gli insegnamenti di Gesù. Cos’altro invece aveva insegnato al popolo fino a quel momento? Non aveva detto loro di Dio e della potenza della sua grazia? No, non lo aveva fatto. Aveva sempre guardato agli uomini e insegnato alla gente a porre la loro fiducia nella loro meritoria obbedienza alla legge. Lui e i suoi colleghi scioccamente pensavano che la sapienza potesse essere trovata in se stessi.

Gesù dichiarò invece che lui e Giovanni vivevano secondo ciò che Dio aveva rivelato loro. Per questo avevano il diritto di proclamarlo. Tuttavia Nicodemo e i suoi colleghi non avevano accettato la loro testimonianza; non erano riusciti a vederne la sapienza perché si vantavano della loro  stupidaggine. E se la loro stupidaggine li rendeva ciechi a tali essenziali qualità del Regno quali conversione e rinnovamento, come avrebbero mai potuto comprendere l’amore di Dio che rende possibile la conversione e il rinnovamento?

Davvero Nicodemo pensava di poter sapere alcunché di queste cose da solo? Avrebbe potuto sapere che l’uomo non può salire in cielo a scoprire queste verità. Gesù le sapeva solo perché era sceso dal cielo. In lui, la pienezza di Dio era apparse sulla terra e Dio aveva conferito a lui tutta la conoscenza che gli sarebbe stata necessaria.

Conseguentemente, gli uomini avrebbero dovuto guardare a lui come a Colui nel quale era giunta a noi la grazia di Dio. Proprio come Israele era stato guarito guardando il serpente di bronzo, noi possiamo essere salvati solo se fissiamo lo sguardo sul Salvatore crocefisso. Piaccia a Dio che impariamo a guardare a lui in fede e ad ascoltare la sua Parola!  Il Regno della grazia ci sarà rivelato e noi vi entreremo.

          L’origine del Regno è nell’amore di Dio. Come dovrebbe essere facile arrendersi alla Parole del Signore Gesù Cristo e credere in lui perché in lui è giunto fino a noi l’amore di Dio. Cos’ha mosso Dio a mandare suo Figlio per stabilire qui il suo Regno se non il suo amore per il mondo? Desiderò amare di nuovo il mondo in Cristo: ora stava dando al mondo ciò che gli era più prezioso.

Nota bene: Dio non ha mandato suo Figlio per condannare il mondo. Era qualcosa che i farisei si aspettavano accadesse. Credevano che insieme al Messia avrebbero sconfitto e assoggettato “le altre nazioni” specificamente i Romani. Invece, contrariamente a ciò che credevano i farisei, il regno di Dio venne con Cristo in modo che per mezzo di Cristo l’amore di Dio avrebbe conquistato il mondo. Bisogna ammettere che, ovviamente,  la venuta del Cristo implicava il giudizio ma quel giudizio avrebbe colpito non solo “le altre nazioni” ma chiunque, Giudeo o Gentile, che non avesse creduto che l’amore di Dio era sceso in Cristo per salvare il mondo.

Ci sono molte persone che semplicemente non lo vogliono credere! Quando crediamo in quell’amore, la luce è entrata nella nostra vita; in quella luce dell’amore di Dio i nostri peccati diventano manifesti. Allora ci vergogniamo dei nostri peccati e li evitiamo. Tuttavia, molte persone amano il peccato e non possono venire alla luce. Le persone le cui vite sono governate dalla verità dell’amore di Dio vogliono camminare in quella luce e cominciano a mostrare gli effetti della rigenerazione attraverso un rinnovamento della vita, che è un dono di Dio. Vivono la loro vita non per la propria forza ma per fede, il dono d’amore di Dio.


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