Giovanni 12:20-33
I greci che volevano vedere Gesù potrebbero essere provenuti dalla Galilea e quindi aver conosciuto Filippo. Probabilmente non erano proseliti ma solo persone pie che volevano adorare il vero Dio. E tuttavia rimanevano da parte, impreparati a essere incorporati nel patto.
Non sappiamo se questi greci abbiano mai avuto la possibilità di parlare con Cristo. Il tempo per questo era realmente passato perché ora Cristo sarebbe stato rivelato sulla sua croce. La crocifissione come rivelazione deve essere stata contraria alle aspettative dei greci. Tuttavia, nel Cristo devono essere stati alla ricerca delle qualità di una vita bella. Egli pose fine a quell’aspettativa parlando del chicco di grano che muore al fine di produrre molto frutto.
Concetto principale: Il Cristo è come il grano che si riproduce.
Il desiderio dei greci. Dopo che ebbe resuscitato Lazzaro Gesù si ritirò. Prima della festa di Pasqua, che ora era vicina, la gente si chiedeva se avrebbe partecipato alla festa. Sei giorni prima della festa Gesù ritornò a Betania. Il giorno seguente (domenica) fece il suo ingresso trionfale a Gerusalemme tra le grida delle folle. Queste grida inasprirono ancor più gli anziani. Durante quei primi giorni di questa settimana (finale) lo seguirono costantemente come un’ombra. Durante quei giorni il Signore Gesù aveva ancora molto da dire.
Verso la fine accadde qualcosa di straordinario. Alcuni greci avrebbero voluto vedere Gesù e parlare con lui. Non osarono chiederglielo direttamente perciò si rivolsero a Filippo, uno dei suoi discepoli. Filippo era altrettanto riluttante a disturbare Gesù in quelle circostanze. Gli anziani sarebbero stati ancor più avvelenati se avessero scoperto che Gesù fraternizzava coi Gentili. Perciò Filippo ne discusse prima con Andrea. Insieme decisero di chiedere a Gesù di parlare ai greci.
Che sensazioni deve aver sperimentato Gesù quando udì la richiesta. Quei greci erano gentili che erano venuti alla festa per adorare il Dio d’Israele. Non si erano lasciati incorporare nel patto del Signore e per quella ragione potevano entrare solo nel cortile esterno del tempio. Anche nello spirito si tenevano ancora a una certa distanza. In questa richiesta il Signore Gesù vide nello spirito come tra breve molti Gentili avrebbero chiesto di Dio: vide come avrebbe potuto condurli al patto del Signore mediante la fede in lui. Non sarebbero più stati separati ma avrebbero sperimentato piena comunione col Padre.
La legge del Regno di Dio. Ma perché i Greci volevano vederlo? Il tempo per conversare quietamente era passato: la tensione aveva raggiunto l’apice e la sua morte era vicina. Cosa andavano cercando? È evidente che avevano udito di Gesù, delle sue meraviglie e delle sue opere. Desideravano forse udire da lui nuova saggezza ansiosi com’erano i Greci per nuovi scampoli di saggezza? Desideravano forse vedere una vita di bellezza, piena di armonia e di pace interiore? Non avrebbero sicuramente trovato quell’ideale in lui! Nel Signore Gesù c’erano effettivamente saggezza e bellezza ma queste erano rivelate assai diversamente da come essi, o noi, ci aspettiamo!
Perciò il Signore Gesù cominciò a parlare della sua gloria. Sarebbe stato glorificato e il tempo della sua glorificazione era giunto. Sarebbe avvenuto sulla croce perché morendo per i peccati del popolo avrebbe salvato molti. Ciò deve aver sconvolto quei sofisticati greci ma Gesù proseguì a spiegare che con lui sarebbe stato come col chicco di grano che cade in terra e deve necessariamente morire prima di poter portare frutto.
Il ciclo della vita di un chicco di grano è analogo alla legge nel Regno di Dio. Questa legge vale non solo per Gesù ma anche per tutti coloro che gli appartengono. Se un contadino, per qualsiasi ragione, tiene il suo grano nel granaio, questo rimarrà improduttivo; ma se lo sparge sul campo dove si aprirà e morirà, riceverà molto frutto. Allo stesso modo il Padre ha consegnato suo Figlio alla morte affinché produca molto frutto. Il credente deve similmente dare la sua vita in sacrificio. Se per qualsiasi ragione, vorrà tenere per se la sua vita, anch’egli rimarrà sterile, un chicco di grano che non porterà frutto. Se la dona al Signore, e per amore di Dio ai suoi consimili, porterà molto frutto. Per mezzo della germinazione la sua vita è salvata. Dio onorerà il seme che germina proprio come ha onorato suo Figlio.
La glorificazione del nome di Dio. Parlare della sua morte imminente era estremamente difficile per Gesù perché il modo in cui sarebbe avvenuto il suo sacrificio era gravoso, anche per lui. Il suo sacrificio avrebbe implicato soffrire sulla croce e, peggio ancora, essere abbandonato da Dio. Gesù divenne profondamente agitato durante la discussione. Per un istante gli passò per la mente se ci fosse potuto essere un altro modo. Ad alta voce si chiese: “Che cosa dirò: Padre salvami da quest’ora?” Immediatamente, però, comprese che non c’era altra via che la croce. No, era stato proprio per questa ragione che la sua vita era stata portata a questo punto e che c’era così tanta tensione a Gerusalemme. Una cosa volle chiedere al padre: che glorificasse il suo nome in lui, comunque fosse. Per quel proposito si arrendeva alla morte. E quando seppe che il suo sacrificio avrebbe servito la gloria di Dio si sentì rassicurato e confortato.
Questo conforto e riassicurazione il Padre volle dargli. Una voce dal cielo, la voce del Padre, confermò che Cristo aveva glorificato il nome di Dio mediante il suo soffrire e che lo avrebbe fatto di nuovo. Con quanta gratitudine il Signore Gesù accettò questo conforto sebbene fosse ancor più certo che la croce era vicina.
A quella glorificazione del nome di Dio Cristo arrese se stesso. Sarebbe dovuto morire affinché il nome di Dio fosse glorificato nel molto frutto che avrebbe portato. Anche noi dobbiamo arrendere noi stessi alla glorificazione del nome di Dio. Dio può fare di noi come gli sembra meglio purché il suo nome sia glorificato e noi portiamo molto frutto per lui. La forza di farlo la riceviamo per fede nel Cristo.
Molto frutto. Anche la folla che si era raccolta intorno a lui aveva udito la voce, quantomeno molti avevano udito un suono se non le parole. Alcuni lo attribuirono a un tuono mentre altri dissero che un angelo gli aveva parlato. Ma pochi compresero le parole. Ci vuole fede per comprendere le parole di Dio, anche oggi, infatti senza fede non udiamo la parola di Dio nella Bibbia e non comprendiamo cosa Dio ha da dirci.
Gesù disse alla gente che la voce era stata per il loro bene. Lui non aveva bisogno di una voce perché sapeva che Dio era in completo controllo. La voce era venuta puramente per il bene della folla affinché fossero preparati per gli eventi decisivi che stavano per dispiegarsi. Mentre questo segno non avrebbe trasformato non-credenti in credenti, coloro che avevano occhi percettivi e cuori ricettivi avrebbero potuto giungere a comprendere ciò che sarebbe accaduto in breve.
Ora, col suo soffrire e morire, avrebbe vinto il peccato e trionfato su satana. Espiando i peccati del popolo avrebbe sottratto a satana il diritto di stringere le persone nella sua presa. Satana, che era diventato il principe di questo mondo, sarebbe stato cacciato dal suo trono. E quando, con la sua resurrezione e ascensione, il Signore Gesù sarebbe stato innalzato dalla terra, avrebbe per il suo Spirito santo legato e attirato a sé tutti quelli che il Padre gli aveva dato. Allora sarebbe stato manifesto come la sua vita avesse prodotto un abbondante raccolto.