Luca 1: 26-56
In quanto “il Santo”, Dio agisce in proprio favore ed è focalizzato su se stesso in tutto ciò che fa. In quanto il Santo si contrappone a qualsiasi creatura che non gli voglia appartenere ma che cerchi la propria indipendenza in contrapposizione a lui. Si contrappone con giudizio e punizione. Ma proprio in quanto il Santo va anche alla ricerca della sua creatura decaduta, la volge di nuovo verso di sé e ne assume il servizio alla propria causa con ciò salvandola. Colui che è santo è anche misericordioso.
In questa redenzione santifica se stesso nel fatto che la redenzione procede da lui solo – nessuno fu il suo consigliere – ed è effettuata solo da lui. È così particolarmente con il miracolo centrale dell’incarnazione della Parola: la nascita di Colui che non fu da volontà di carne. Nelle sue opere svergogna tutte le aspettative e l’orgoglio degli uomini; rovescia i potenti dai loro troni e innalza gli umili.
Il Cristo è il Figlio di Dio in tre sensi. In primo luogo è l’eterno Figlio del Padre. Secondo, come uomo fu concepito per lo Spirito santo. E infine, in quanto il Cristo, nella sua funzione di Capo del patto, fu designato a essere il Figlio. Pertanto, dietro la designazione ad essere il Figlio che fa l’opera di Dio sulla terra, si trovano le altre due relazioni di figliolanza. In quanto il Cristo egli è il Santo, colui che è dedicato solamente a Dio.
Maria non cadde preda dell’incredulità come fece Zaccaria. Nella nascita del Redentore vide immediatamente il grande miracolo della grazia. Perciò fu in grado di credere. In quella fede fu santa al Signore e Dio si santificò in lei. Solo quando ci sottomettiamo alla sua Parola siamo santi al Signore. Quando Maria chiese: “Come avverrà questo” non fu per incredulità da parte sua ma una domanda su come Dio avrebbe fatto il suo miracolo. In fede cercò di comprendere.
Nell’incontro tra Maria ed Elisabetta Dio santificò se stesso in queste due donne. Unse col suo Spirito santo il bambino Giovanni non ancor nato, con ciò consacrando a sé Giovanni e fece di sua madre Elisabetta una profetessa. Non leggiamo da nessuna parte che Maria le avesse già detto ciò che le era avvenuto; Elisabetta lo seppe per illuminazione profetica.
Anche Maria divenne una profetessa in questo incontro. Ciò che Elisabetta disse la colse di sorpresa, proprio come la grazia di Dio ci anticipa sempre e ci sorprende. Allora Maria esplose nel suo cantico di lode. Le dinamiche che fino a quel momento avevano pervaso la sua anima e la stavano quasi opprimendo ora si scatenarono sicché potè esprimersi.
Non dobbiamo mai discutere questo incontro tra Maria ed Elisabetta come se fosse solo una deliziosa scenetta di famiglia. In questa storia Dio è grande e potente.
Concetto principale: Dio santifica se stesso nel concepimento
di suo Figlio nella carne.
Benedetta fra le donne. Torniamo indietro nella storia alcuni mesi. Il figlio di Zaccaria ed Elisabetta non era ancora nato. Il sesto mese dopo che l’angelo aveva predetto la nascita miracolosa del figlio di Zaccaria, il Signore mandò di nuovo lo stesso angelo, Gabriele. Questa volta doveva annunciare il grande miracolo della nascita del Redentore.
Questo miracolo della redenzione, che Dio stesso, o il Figlio di Dio, sarebbe venuto nel mondo e sarebbe nato un bimbo d’uomo, era proceduto da Dio solamente. Non sarebbe mai potuto passare per la mente di nessun uomo. Nel compiere la sua promessa Dio cercò dunque vie sue che furono completamente diverse da ciò che ci saremmo aspettati.
L’angelo fu mandato ad una ragazza molto semplice, questa volta non in Giudea ma nell’area in qualche modo disprezzata della Galilea, nell’umile piccola città di Nazareth. Il nome della ragazza era Maria, ed ella era fidanzata ad un giovane di nome Giuseppe. Giuseppe, sebbene fosse della casa di Davide, non era una persona con una grande posizione o un notabile, non più di Maria: era un semplice falegname.
Il Redentore sarebbe nato da Maria. Dio scelse la casa di Davide perché a Davide era stata fatta la promessa che il Cristo sarebbe nato da lui. Tuttavia, Dio non scelse persone note: scelse persone semplici, sconosciute nel paese.
Quando l’angelo apparve a Maria e la salutò, si rivolse a lei come la favorita dalla grazia e le disse che il Signore era con lei e che era benedetta fra le donne. Il Signore stava per concederle un dono straordinario della sua grazia. Aveva scelto lei, non perché fosse speciale o migliore di altre ma perché quello era il beneplacito divino.
Se il Signore vuole, può operare la fede in noi direttamente con la sua Parola. Questo è ciò che avvenne a Maria. Comprese subito per fede cosa significavano quelle notizie speciali e le considerò. In effetti divennero troppo per lei. Vide qualcosa della santità della grazia di Dio che avrebbe preso possesso di lei e ne fu impaurita.
L’angelo perciò le disse che non doveva esserlo. La assicurò di nuovo che il favore di Dio era su di lei. Poi spiegò ulteriormente cosa significavano le sue parole: lei avrebbe avuto un figlio e gli avrebbe posto nome Gesù perché lui sarebbe stato il Redentore. In Lui sarebbe stata compiuta la promessa fatta a Davide. Lui avrebbe governato sul suo popolo proprio come un tempo aveva fatto Davide, ma ancor più gloriosamente. Avrebbe portato al suo popolo liberazione da tutti i suoi nemici: dal peccato, dalla morte e dal diavolo. Come Re sarebbe stato chiamato Figlio di Dio, ma ciò era possibile perché era Figlio di Dio in un senso ancor più sublime. Poiché era il vero e proprio Figlio di Dio il suo regno sarebbe stato eterno.
Ulteriore rivelazione alla fede. Maria udì e credette. Nella fede di Maria fu riflessa la gloria di Dio. Tuttavia era sconcertata. Come poteva avere un figlio se non era nemmeno sposata? In fede fece all’angelo questa domanda per poter comprendere meglio la volontà di Dio nei suoi confronti. Se facciamo le nostre domande in fede il Signore ha una risposta per noi.
L’angelo rispose che il bambino sarebbe nato in lei per mezzo di un miracolo. Quel miracoloso concepimento sarebbe stata opera esclusiva del Signore. Dio sarebbe stato il Santo e si sarebbe santificato nella nascita di suo Figlio. Nessuno avrebbe avuto l’onore di aver redento il mondo, Dio solo.
Siccome il bambino sarebbe stato concepito solo per mezzo di un atto miracoloso di Dio, sebbene considerato un essere umano sarebbe stato Figlio di Dio. Sarebbe stato santo. Mentre tutti gli altri bambini sono concepiti e nascono nel peccato, lui sarebbe stato il Santo dal momento del proprio concepimento. Il lui sarebbe venuto un nuovo inizio, un nuovo capitolo nella vita della razza umana. Lui sarebbe stato degno di prendere su di sé la colpa degli uomini e di fare espiazione per essa. Attraverso tutta la sua opera Gesù sarebbe stato devoto al Padre.
Fu in fede che Maria chiese e comprese. Ricevette un segno a conferma della sua fede. L’angelo le disse che a Zaccaria ed Elisabetta stava per nascere un figlio per mezzo di un altro miracolo. Quando ella vide compiuto questo segno, ciò confermò la sua fede che un miracolo ancor più grande stava per avvenire il lei.
Sottomissione in fede. Maria chinò il capo e rispose: “Ecco, io sono l’ancella di Dio, mi sia fatto secondo la tua parola”. Ciò che l’angelo le aveva riferito deve esser stato al di là della sua comprensione. Quando mai percepiremo la pienezza della grazia di Dio nel Signore Gesù Cristo?
Ciò che l’angelo le aveva detto deve averla sconcertata e confusa, ma divenne anche una indicibile gioia per lei che Dio volesse usarla per dare al mondo il Redentore. Dio poteva fare della sua vita secondo il suo beneplacito. Lei sarebbe stata la sua serva in ogni cosa. Che il nome di Dio fosse santificato e glorificato! A ciò si sarebbe data completamente.
Ovviamente a Maria fu concesso un privilegio molto speciale. Il Signore la rese utile alla sua grazia in un modo molto speciale come madre del Redentore. Ma il Signore si compiace anche di glorificare la sua grazia per mezzo nostro, per santificarsi attraverso di noi. Tutti noi dobbiamo crederlo. Allora ci arrenderemo a lui in fede e desidereremo essere suoi servi in qualsiasi modo piaccia a lui.
Elisabetta come profetessa. Dopo che l’angelo se ne fu andato non ci furono requie per Maria a Nazareth. Voleva quel segno per la sua fede, voleva sapere di quel miracolo che era avvenuto nella vita di Elisabetta. In tutta fretta fece il viaggio dalla Galilea alla regione montuosa della Giudea dove vivevano Zaccaria ed Elisabetta.
La visita rappresentò un miracolo della grazia anche per Elisabetta. Lo Spirito santo le rivelò immediatamente ciò che era avvenuto a Maria. Nello Spirito Elisabetta vide la grande salvezza che stava per venire. Un miracolo era avvenuto anche in lei, ma che cos’era quel miracolo in confronto al grandioso evento che stava accadendo a Maria?
Per fede Elisabetta vide che il miracolo nella sua vita doveva essere visto alla luce del grande miracolo che era venuto in Maria. Fu presa completamente di sorpresa dal saluto datole da Maria e dall’illuminazione che ricevette. Allo stesso tempo fu confortata. La sua estasi si intensificò quando vide la propria gioia alla luce della gioia che avrebbe riempito il mondo intero. Il Signore stesso venne su di lei mediante il suo santo Spirito.
Come conseguenza suo figlio fu santificato e qualificato per una chiamata speciale ancor prima della nascita. E la stessa Elisabetta divenne una profetessa. Benedisse Maria e il Figlio che doveva nascere da lei. Espresse la sua sorpresa e il suo incanto per questo incontro, era quasi troppo per lei. Assicurò Maria che ciò che la profezia aveva predetto sarebbe sicuramente stato compiuto.
Il segno che Maria ricevette da Elisabetta a conferma della sua fede non mentì. Elisabetta, la più vecchia delle due, benedisse e unse Maria con la gioia della fede.
È ovvio che Elisabetta aveva visto molto dei miracoli di Dio prima di questo incontro. Eppure, quando il Signore viene a noi con la pienezza della sua miracolosa grazia, ci sorprende e delizia e ci coglie ogni volta alla sprovvista. È molto, molto più grande di quanto potessimo mai immaginare.
Maria come profetessa. Maria ebbe un’esperienza simile. La sua vita era stata riempita di fede e aspettativa. Il miracolo era stato compiuto in lei mediante la sua fede. Ma quando udì Elisabetta dichiarare la benedizione e cantare in lode, ciò la sorprese lo stesso e la deliziò. Fede e gioia erano state con lei tutto il tempo ma non era stata capace di esprimerle. Le sue emozioni represse erano diventate quasi oppressive. Alla benedizione e al saluto di Elisabetta la sua lingua fu sciolta ed ella esplose in un cantico di lode.
Lodò il Signore che aveva scelto lei perché fosse la serva della sua grazia in modo talmente speciale per cui sarebbe stata chiamata beata lungo i secoli. Esaltò la ricchezza della sua misericordia che sarebbe stata sempre a disposizione per chi lo avesse temuto. Vide che Dio aveva compiuto questo da solo e che stava glorificando se stesso in esso e che si sarebbe glorificato per sempre. “Santo è il suo nome!” Esclamò.
Poiché la nascita proveniva da lui solo, egli seguì vie di propria scelta. Egli svergogna sempre le aspettative dei superbi. Sostiene le sue persone semplici e le fa ricche, ma quelli che sono soddisfatti e ricchi in se stessi rimanda a mani vuote. Il Signore ha fatto tutto questo secondo la promessa che aveva fatto un tempo ad Abrahamo.
Maria rimase con Elisabetta tre mesi. Parlarono insieme delle cose meravigliose che il Signore avrebbe fatto con ciò glorificando ulteriormente il Signore. È possibile che noi abusiamo peccaminosamente i miracolosi doni della grazia di Dio pensando che siano di nostra fattura anziché vederli come sostegni per la nostra vita donati da Dio.
Ambedue queste donne furono profetesse avendo visto il Signore e la sua grandezza. Anche noi possiamo essere profeti in modo simile. Per mezzo dello Spirito del Signore, Dio rivelò la sua santità in entrambe queste donne.
Maria ritornò a casa sua prima che il figlio di Elisabetta nascesse ma le loro esperienze ebbero significato eterno perché avevano riconosciuto la sovranità del Signore nelle loro vite.