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36: Il Signore dal cielo

Marco 6:7-32

Cristo è il Signore dal cielo — Dio e uomo insieme. In quanto tale potè espiare i nostri peccati e in quanto tale ricevette potenza per perseverare nella sua opera di redenzione e per vincere i suoi nemici. Così ha vinto la malattia, la morte e il diavolo.

Come Signore dal cielo inviò i suoi discepoli quali suoi apostoli o ambasciatori. Essi percorsero il paese (Marco 6:30 è il solo posto in cui Marco usa la parola apostolo). Nella loro funzione di suoi ambasciatori potevano chiedere di essere accolti e ospitati in casa di qualcuno. In quanto investiti di quella funzione avevano diritto a tale trattamento. Se una città o una casa non li avesse ricevuti come provenienti nel nome del Signore del cielo, avrebbero dovuto scuotere la polvere dai loro piedi. Agendo in quel modo avrebbero bandito quella città dalla comunione e l’avrebbero dichiarata uguale al mondo pagano.

In questa veste, da Signore dal cielo, le folle non lo comprendevano. Eppure videro in lui quei poteri inusuali e videro anche l’autorità con cui i discepoli agivano. Cercarono di spiegarlo come uno che era tornato dai morti. Alcuni dicevano che fosse Giovanni Battista, (probabilmente dovremmo leggere il verso 14 come segue: “Ed essi dicevano: ‘ Giovanni, che battezzava lì, è risorto dai morti’”). Quando altri li contraddissero perché Gesù e Giovanni avevano operato insieme, replicarono: “Eppure è quale uno che è risorto dai morti — Elia o uno degli altri profeti”. La carne non lo può conoscere come il Signore dal cielo.

Neanche Erode lo poteva conoscere. L’idea che fosse Giovanni Battista gli risultava facile da accettare perché la coscienza lo tormentava. La sua superstizione gli metteva paura. Non conobbe Cristo, né lo riconobbe come Signore dal cielo che era in grado di togliere anche i suoi peccati. In quanto idumeo, rigettò la salvezza che era apparsa in Israele.

Da un lato, quando Cristo è considerato uno tornato dai morti, è fortemente sottostimato. Dall’altro lato non viene così riconosciuto che divenne uno di noi, che portò il nostro giogo.

Come risultato del loro successo e a motivo di quest’idea che le folle avevano, i discepoli dovevano non lasciarsi prendere dall’eccitazione. Perciò Gesù dovette dire loro: “Venite in disparte in un luogo solitario e riposatevi un po’”. Come divenne tutto più normale quando partirono insieme nel lago sulla loro barca.

           Concetto principale: Cristo si rivela come Signore dal cielo.

           L’invio dei suoi ambasciatori. Il Signore Gesù non poteva più continuare la sua opera da solo. Vero che grandi folle venivano ad ascoltarlo ma tutta la Galilea doveva udire il vangelo della salvezza. Gesù doveva cercare di conquistare a suo Padre tutta la nazione. Perciò ora inviò i suoi discepoli a portare il messaggio in tutto il paese.

Li mandò come suoi ambasciatori, due a due. Lui è il Signore dal cielo e nel suo nome loro dovevano agire con autorità. Non dovevano prendere niente per il viaggio, solo i loro vestiti, i sandali e un bastone per camminare — niente viveri, niente sacche, niente denaro. Avevano il diritto di farsi ricevere e ospitare da quelli cui avrebbero portato il messaggio del Re. Chi li avrebbe ricevuti avrebbe ricevuto il Re stesso. Perciò in una città non avrebbero dovuto spostarsi di casa in casa ma semplicemente stare in quella che li aveva ricevuti per prima.

Se un qualche località non li avesse ricevuti, avrebbero dovuto scuotere via la polvere dai loro piedi contro quella città. In quel modo avrebbero dato un segno che non c’era comunione tra loro e quel luogo, ovvero che non c’era comunione tra il Re e quel luogo. Ciò significava che il messaggio del Re era stato rigettato. Un terribile giudizio sarebbe quindi sceso su quelle persone. Nel giorno del giudizio Sodoma e Gomorra avrebbero ricevuto un giudizio più tollerabile di quella città. Com’è glorioso quel Re che ha così tanto da dare ma il cui giudizio è pertanto così terribile!

Così i discepoli andarono a coppie col messaggio che il Regno di Dio era vicino e che la gente doveva voltare le spalle alle aspettative che aveva di sé e volgersi alla grazia che era elargita gratuitamente in quel Regno. Come suoi ambasciatori avevano ricevuto anche il potere di scacciare demoni e guarire i malati. Alla loro parola i demoni li obbedivano e lasciavano le loro vittime. Inoltre ungevano i malati con olio. L’olio era un segno della potenza dello Spirito santo, per mezzo del quale i malati erano sanati. Mediante quel segno i discepoli dovevano indurre alla fede i malati, vedendo che sarebbero stati sanati dalla potenza che Gesù aveva data. Così il glorioso vangelo del Regno giunse a molte aree della Galilea e la gente in quei luoghi vide la potenza salvifica della grazia di Dio.

          Mancanza di comprensione da parte della folla. Mentre i suoi discepoli percorrevano la Galilea, il Signore Gesù proseguì anche lui col suo lavoro. Grandi segni e miracoli stavano avvenendo dappertutto. Perciò la gente non poteva fare a meno di chiedersi: “Ma chi è costui? Supera di gran lunga i criteri umani!”.

Erano dunque ora giunti alla corretta conclusione, vale a dire che egli era Dio venuto nella carne, il Signore dal cielo? A causa della loro incredulità non poterono giungere a questa conclusione. Non comprendevano più il patto e lo stretto legame che nel patto c’era tra Dio e il suo popolo. Come avrebbero dunque potuto comprendere l’unità di Dio e uomo nel Signore Gesù Cristo? Veramente Dio li aveva preparati per la più gloriosa delle rivelazioni in Cristo mediante il suo patto e mostrando loro la sua gloria nel tempio, ma in incredulità avevano chiuso il loro cuore a quelle rivelazioni. Come avrebbero ora potuto riconoscere il Cristo?

A causa di tutto ciò ciascuno di loro aveva la propria idea di lui e tutte quelle idee erano bugie. Alcuni dicevano: “Giovanni Battista, che è morto, è risorto dai morti, e lui è Giovanni Battista”. Altri contestavano in questo modo: “Ciò è impossibile perché lui e Giovanni hanno lavorato insieme”. Pertanto dicevano: “È qualcuno che è stato resuscitato dai morti — forse Elia o uno degli altri profeti, altrimenti non sarebbe capace di fare questi grandi miracoli”. Così, la mente errando e peccando si dava da fare per spiegare ciò che stava sperimentando, ma non giungeva alla conclusione giusta: la conclusione che fosse il Cristo, mandato da Dio, la conclusione che fosse egli stesso il Signore dal cielo. Solo per fede noi possiamo adorarlo come tale.

          L’idumeo. Il governante di quella nazione era Erode Antipa, figlio di Erode il Grande. Da sua padre aveva ricevuto il governatorato sulla Galilea e la Perea, e lui amava farsi chiamare re. Gli Erode non erano giudei ma edomiti. Pertanto il loro retroterra era pagano benché fossero stati incorporati nella nazione giudaica.

Questo Erode udì dei grandi miracoli che Gesù stava facendo, e udì anche le dicerie del popolo che potesse essere Giovanni Battista resuscitato dai morti. Ciò lo fece realmente spaventare perché aveva fatto uccidere lui Giovanni Battista. Sapeva che era stata un’azione ingiusta, la cosa senza  dubbio cominciò a turbarlo e superstiziosamente credette che Giovanni fosse  resuscitato. Il ministero di Gesù era diventato per lui un’ossessione.

L’assassinio di Giovanni era avvenuto in questo modo. Giovanni aveva ripetutamente ammonito Erode perché aveva preso per sé Erodiade, la moglie di suo fratello Filippo. Nel nome del Dio d’Israele, Giovanni aveva protestato contro quell’abominazione che era avvenuta nella casa che regnava su Israele. Erode non aveva dato ascolto a quest’ammonizione e non aveva intenzione di tollerarla ulteriormente. Gettò Giovanni in prigione per zittirlo.

Ma ciò non bastava per Erodiade che lo voleva morto perché sapeva fin troppo bene che Erode si lasciava impressionare dalle parole di Giovanni. Perciò lo odiava di un odio mortale. E per quanto riguardava Erode aveva ragione. Erode aveva fatto chiamare Giovanni diverse volte per ascoltarlo e ogni volta ne era rimasto profondamente turbato. Erodiade deve averlo deriso e certamente avrà cercato di eliminare i suoi turbamenti ridendone! Tuttavia non riuscì a persuadere Erode a uccidere Giovanni. Erode oscillava continuamente tra le parole di Giovanni e le derisioni di Erodiade.

Erodiade attese la sua occasione, e l’occasione giunse. Nel suo compleanno Erode diede un grande banchetto per i suoi funzionari, i suoi cortigiani e per gli uomini importanti della Galilea. Erodiade aveva avuto una figlia dal suo primo marito. Quando il banchetto fu ben inoltrato ed Erode fu sotto l’influenza del vino, ordinò a sua figlia di danzare per il re e per i suoi ospiti. Questo fu un atto degradante: una ragazza della sua posizione, una principessa, non avrebbe mai fatto una cosa simile. Ma lei incantò Erode e i suoi ospiti. Nella sua ubriachezza Erode promise di darle qualsiasi cosa avesse chiesto, anche metà del suo regno.

Ecco l’occasione che Erodiade aveva aspettato. La ragazza, che cospirava la cosa con sua madre, le si presentò davanti e le chiese cosa dovesse chiedere. Le fu risposto di chiedere la testa di Giovanni Battista. La figlia era talmente degenere che chiese esattamente quello.

Adesso Erode comprese che era stato attirato in una trappola. E pensò che non ci fosse modo di sfuggire, come se non avesse invece dovuto rifiutare una tale richiesta! Una promessa peccaminosa non dovrebbe mai essere mantenuta. Ma si vergognava a motivo dei suoi invitati perché aveva fatto quella promessa con un giuramento. E oltretutto non voleva deludere la ragazza. L’incantesimo continuò a funzionare. Così emise il comando che Giovanni fosse decapitato in prigione e la sua testa consegnata su un piatto alla ragazza. I discepoli di Giovanni ottennero il permesso di seppellire il corpo del loro maestro.

La colpa, la macchia di questo sangue gravava enormemente sulla coorte. È assai probabile che Erodiade non ci abbia pensato più ma la colpa opprime Erode. E ora aveva udito dei miracoli del Signore Gesù e delle dicerie della gente. In questa rivelazione della grazia da parte del Signore Gesù, lui non trovava conforto mediante la fede. Il ministero di Cristo riusciva solo a spaventalo e nella sua superstizione, stimolata dalla sua coscienza sconvolta, pensò di vedere Giovanni nel Signore Gesù.

Più tardi, quando il Signore Gesù fu preso prigioniero, Erode lo vide faccia a faccia lo inquisì per risolvere il dilemma posto da Gesù (vedi Luca 23:8-9). Ad ogni modo, non ricevette risposta. Questo pagano, che aveva commesso orrori in Israele e aver rigetto la grazia di Dio, avrebbe dovuto portare la propria pena. Il peccato di Esaù, che aveva un tempo rigettato la promessa di Dio, era proseguito in Erode.

          Soli in un luogo solitario. Quando ebbero terminato il loro giro e mentre in tutta la Galilea circolavano grandi dicerie sul Signore Gesù, gli apostoli ritornarono da lui, probabilmente in un luogo convenuto. Entusiasticamente gli riportarono tutto ciò che avevano  fatto e imparato. Avevano guarito i malati e resuscitato i morti. Perfino i demoni aveva obbedito loro.

Sembrava che l’eccitazione della Galilea avesse influenzato anche i discepoli. Ma in tale stato non sarebbero stati capaci di vedere Gesù come veramente era: il Signore dal cielo. Da un lato, lui era vero Dio, ma dall’altro, era anche uomo come loro — realmente uno di loro. Proprio lì bisognava trovare la grande grazia che Dio rivelava in lui. Era grandemente necessario che ritornassero alla semplice fede che comincia a vedere questa cose chiaramente. Perciò volle stare solo con loro per un po’ in un luogo solitario. Dove erano in quel momento non c’era riposo per loro. Molte persone continuavano ad andare e venire talché non avevano tempo nemmeno per mangiare.

Salirono insieme su una barca per andare da un’altra parte sulla riva. Non andarono lontano e a quanto pare non andarono nemmeno molto veloci perché la folla a riva li tenne in vista e nel frattempo camminò a piedi intorno al lago per incontrarli di nuovo. Pertanto non avrebbero trovato riposo neanche all’altra riva.

Ma che pace godettero col Signore Gesù nella loro amata barca sul loro lago familiare! Lì stava Gesù, Colui nel quale Dio aveva rivelato la sua piena grazia, che semplicemente li accompagnava nella  barca. Com’era prezioso che la grazia del Signore fosse sempre così vicina alle loro vite ordinarie! La grazia di Dio in Gesù ristora anche la nostra vita quotidiana in modo che in essa possiamo servire e temere il Signore. In quella barca, i discepoli trovarono riposo mediante la fede.


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