Marco 4:35-41
Cristo, mandato da Dio, ha potere sul mare e sul vento. Per la potenza della grazia di Dio trattiene le minacciose potenze che ci sono nel mondo. Lo fa in virtù del suo ufficio. Non è solo re sulle potenze della natura come lo era stato un tempo Adamo, e non ha sparso il suo sangue solo per ripristinare quell’originale dominio regale per sé e per i suoi che sono in comunione con lui. Ci fu di più: ricevette temporaneamente il potere di redimere la vita dalle potenze minacciose che sono entrate nel mondo per mezzo del peccato.
A queste potenze minacciose appartengono prima di tutto la morte, satana e ogni schiavitù al peccato, la schiavitù che ci soverchiò per mezzo della nostra colpa. Ma vi appartiene anche la maledizione assieme a tutto ciò che minaccia la nostra vita come risultato della maledizione. Le potenze che ci sono in questo mondo ora, ci si sono rivoltate contro in molti modi.
Se i discepoli avessero conosciuto inequivocabilmente Cristo come conquistatore di satana e della maledizione, avrebbero anche saputo di essere al sicuro con lui nella minaccia della tempesta. Comunque sia, vale anche in questo caso, che chiunque sia senza peccato ha il diritto di scagliare la prima pietra.
Concetto principale: Con Cristo, i suoi sono al sicuro nel mondo.
Non t’importa? Gesù parlò per molto tempo alla folla sulla riva mentre lui sedeva sulla barca. Dopodiché parlò con i suoi che gli stavano intorno. Dev’essere stato estremamente stanco per aver lavorato sodo tutto quel giorno. Perciò chiese ai suoi discepoli di passare dall’altra parte del lago dove avrebbe potuto trovare riposo con loro in privato.
I discepoli licenziarono le folle. Poi, insieme ad alcune altre barche presero il largo. A poppa c’era una panca coperta di cuscini. Gesù vi si distese e presto si addormentò dalla stanchezza.
Su questo lago, però, succedeva frequentemente che il vento soffiasse improvvisamente sul lago dalle gole dei monti che c’erano a Nord e facesse gonfiare il mare. La tempesta causava onde molto alte. Accadde anche questa volta: improvvisamente si levò una tempesta di vento. Divenne così violento che le onde sbattevano sulla barca che cominciò a riempirsi d’acqua. Pareva che sarebbero potuti morire.
Nel frattempo Gesù continuava a dormire sopraffatto dalla fatica. Dapprima i discepoli lo lasciarono dormire e cercarono di salvare loro stessi la barca. Devono aver sentito che nulla di pericoloso sarebbe loro accaduto fintantoché Gesù era con loro nella barca. Ma poi cominciarono ad avere paura, il loro spirito si disunì da lui e non si abbandonarono più a lui in fiducia. Si risentirono del fatto che dormisse così pacificamente mentre loro stavano combattendo per la loro vita. Perciò lo svegliarono con queste parole: “Maestro, non t’importa che periamo?”
Siccome non avevano ancora visto la grandezza e la pienezza della grazia e della salvezza che era comparsa con lui, la loro fede non si tenne stretta a lui. Se lo avessero visto in fede si sarebbero attaccati a lui in qualsiasi circostanza. Ma non lo conoscevano ancora a sufficienza e perciò la loro fede era troppo debole per simili circostanze. Questo è spesso così anche oggi con i credenti!
Il vento sgridato. Il Signore Gesù era talmente stanco che aveva dormito nel mezzo della tempesta. Ma quanto fu ingiusto il rimprovero dei discepoli! Come potevano dubitare che non gl’importasse che perissero? Era venuto nel mondo per redimere la vita. Non sarebbe dunque stato preoccupato per i loro bisogni ora? Ne era molto preoccupato precisamente perché era il Salvatore.
Vide le onde e udì la tempesta. In esse vide la minaccia di morte e anche le potenze ostili che erano entrate nel mondo col peccato. Era venuto a fare espiazione per il peccato e con ciò conquistare il potere della morte. Un giorno la morte non sarebbe stata più. Allora tutte le potenze del mondo serviranno l’uomo. Ora lo attaccavano ancora e minacciavano la sua vita.
Gesù percepì l’ostilità della tempesta. Perciò sgridò il vento. La sua ira si rivolse contro l’ostilità che si era rivelata nella tempesta e la sgridò. Al mare ordinò: “Pace! Calmati!” Da un verbo che significa “mettiti la museruola”. Il vento cessò e ci una grande calma.
Quant’è sicuro nel mondo per i credenti! Gesù volle espiare il peccato e con ciò vinse stana e la morte. È diventato Signore su tutte le cose in cielo e sulla terra e ha ricevuto potere su tutte le potenze ostili, il potere di reprimerle. Tutte le cose sono nelle sue mani di grazia. C’è dunque qualcosa che può far del male al credente? Tuttavia, che lo crediamo sempre in possesso di quel potere, è lungi dall’essere vero.
Perché senza fede? Su questo fatto dovette rimproverare anche i suoi discepoli. Quando il vento si fu calmato disse loro: “Perché siete così paurosi? Come mai non avete fede?” Avevano visto l’angoscia in mare ma non avevano visto il bisogno in cui giaceva il mondo, il bisogno di un mondo minacciato di perire nel suo peccato e nella sua colpa? Il Signore Gesù avrebbe salvato il mondo da quel bisogno. Se lo avessero creduto non avrebbero più temuto l’angoscia in mare. Pensavano che non potesse salvarli da quell’angoscia?
Sulla terra i credenti agiscono sovente come fecero i discepoli. Vedono questo o quel bisogno particolare che li intimorisce. Ma a volte non vedono il bisogno del mondo da cui Cristo ci libera. Quel particolare bisogno qui o là non è forse insignificante paragonato col bisogno del mondo? Colui che ha salvato il mondo dalla profondità del suo peccato non ci salverà anche da quel bisogno particolare? Farà tutto ciò che serve alla nostra redenzione. Crediamo noi in Colui che ha liberato il mondo dalla colpa?
I discepoli e quelli che erano con loro nella barca furono presi da gran timore da ciò che era accaduto. Si dissero l’un l’altro: “Chi è dunque costui al quale anche il vento e il mare ubbidiscono?” Andavano ancora tastoni alla ricerca della pienezza della grazia che era apparsa nel Cristo, in Colui che era stato mandato da Dio, Colui che era sia Dio sia uomo.
La fede deve andare tastoni e cercare. Poi costantemente trova cose più grandi e giunge a vedere la gloria di Dio, ovvero, il dominio della sua grazia.