I Samuele 17-18:13
L’importanza di questo passo della Scrittura è che Davide vi è rivelato come liberatore di Israele. La condizione mentale di Saul stava già cominciando a pesare terribilmente sul popolo; gli Israeliti si resero gradualmente conto che la liberazione non sarebbe venuta da lui. Ora Davide divenne la speranza d’Israele.
Quando Davide uscì a combattere Golia, Saul chiese ad Abner di chi fosse figlio. E dopo la vittoria di Davide Saul fece questa domanda a Davide stesso. Sicuramente Saul sapeva che Davide era figlio di Isai. Perciò la domanda deve essere stata intesa per arrivare da qualche altra parte. Saul stava indagando la linea e la parentela di Davide circa l’importanza della sua famiglia in Israele. Questo spirito eroico si era mai manifestato in precedenza nella famiglia di Davide? Saul stava cercando di spiegarsi il coraggio di fede di Davide. Non gli bastava riconoscere in fede il miracolo della grazia nell’azione di Davide. Saul, che sapeva che Dio lo aveva abbandonato, non poteva e non voleva riconoscere quel miracolo.
Opportunamente, Davide stesso rispose alla domanda in una discussione con Saul. Fu una discussione abbastanza lunga come comprendiamo dalle prime parole di I Samuele 18: “Quando ebbe finito di parlare a Saul …”. Questa conversazione aveva portato alla luce qualcosa della semplice fede di Davide che lo aveva abilitato a compiere la sua azione. Quella fede, e l’azione stessa, vinsero a Davide l’affetto di Gionathan. Un tempo Gionathan aveva conosciuto la stessa fede come vediamo dalle sue azioni di coraggio. Ma a quanto pare molta della potenza che sgorgava dalla fede di Gionathan era stata soffocata dall’atmosfera che gravava a corte di Saul. Ora Gionathan vide cosa Davide poteva fare e lo ascoltò attentamente. Davide divenne l’attivatore della sua fede. Perciò Gionathan si legò a Davide per sempre.
Nella sua relazione con Gionathan, Davide è un tipo del Cristo. Davide è il liberatore di Gionathan, e Gionathan, per amore di Davide, arrende tutto: anche la sua futura rivendicazione al trono. Gionathan potè farlo solo in fede, una fede in Davide come colui che Dio aveva scelto come liberatore d’Israele. Qui, nella vita di Gionathan, vediamo una scelta per il Redentore.
L’azione di Davide produsse una triplice reazione. Per prima la ci fu la risposta di fede di Gionathan. Poi ci fu la reazione delle donne che videro solo la gloria esteriore dell’azione di Davide. Queste donne lodarono Davide anziché il Signore. Infine ci fu la reazione di Saul. Un tempo Saul aveva conosciuto qualcosa dello Spirito che ora operava in Davide, ma l’aveva perduto e aveva sviluppato un odio per quello Spirito.
Concetto principale: Il liberatore di Israele è rivelato al popolo.
Il declino della fede. Durante il periodo in cui il cattivo spirito venne ripetutamente su Saul i filistei si radunarono per combattere contro Israele. I due eserciti si accamparono sulla pendici di due montagne opposte con una valle in mezzo.
Dall’accampamento dei filistei uscì un guerriero enorme: un gigante di nome Golia. Indossava una pesante armatura e il suo elmo di bronzo rifletteva i bagliori del sole. Ecco un uomo che non poteva essere sconfitto!
A quei tempi il duellare era molto popolare tra i filistei. Ricoprivano di onori chiunque dimostrasse la sua prodezza in duello. Il fatto che alcuni dei bambini nati ai filistei crescessero a diventare giganti potrebbe avere qualcosa a che vedere con la popolarità dei duelli.
Stando in piedi in mezzo alla valle in modo che entrambi gli eserciti potessero vederlo bene, il gigante insultò le schiere d’Israele e chiese che si facesse avanti un uomo a combattere con lui. Il risultato del duello tra i rappresentanti dei due eserciti avrebbe quindi deciso il risultato della guerra tra israeliti e filistei.
Gli israeliti erano terrificati e la linea di battaglia ripiegò. Nessuno osava affrontare il gigante. Chi sarebbe sopravvissuto a un tale scontro? Giorno dopo giorno Golia scherniva la linea di battaglia d’Israele che in realtà era la linea di battaglia del Dio vivente. Tutta la reazione di Saul si esaurì nella promessa che l’uomo che avesse ucciso Golia sarebbe diventato suo genero e la sua famiglia sarebbe stata esentata da qualsiasi servizio, vale a dire elevata a nobiltà. Neppure questo sortì alcun effetto.
Non era rimasta più nessuna fede in Israele? Il popolo non sosteneva più il suo esercito con la preghiera? E dov’era la fede di Gionathan. Non era Gionathan quello che un tempo aveva osato attaccare un’intera guarnigione solo col suo scudiero? Tutto questo non c’era più?
No, la fede non se n’era andata, ma i suoi effetti erano stati soffocati dallo spirito narcisista di Saul e dall’ira del Signore verso Israele a causa di Saul. Il popolo veniva punito a motivo del loro re.
Vittoria mediante la fede. Fu a questo punto che Davide venne in visita all’esercito. È evidente che fosse andato a casa quando era cominciata la guerra. I suoi tre fratelli maggiori erano in servizio nell’esercito. Davide fu mandato da suo padre a vedere come stavano. Portò con se un dono per il loro comandante.
Proprio quando Davide arrivò, Golia si fece avanti di nuovo e un brivido di paura percorse l’esercito. Davide lasciò le cose che aveva portato nelle mani del guardiano dei bagagli. Voleva salutare i suoi fratelli e osservare meglio il filisteo.
Anche Davide fu preso dall’emozione quando udì il gigante deridere la linea di battaglia del Dio vivente e disprezzare il nome del Signore. Ma il sentimento prevalente in lui fu rabbia anziché paura. Questa cosa succedeva ogni giorno? Non c’era nessuno che sfidasse il gigante? Il re aveva promesso di premiare l’uomo che avesse ucciso Golia? E allora, perché si continuava a permettere che questo filisteo bestemmiasse il nome del Signore?
Si formò rapidamente un capannello di soldati intorno a Davide perché avevano visto che qualcosa aveva cominciato ad agitarsi in lui. Il suo fratello maggiore era fra questi. Egli disse a Davide che sarebbe stato meglio che fosse rimasto con le pecore visto che era venuto all’accampamento solo per curiosare. Ma Davide non gli diede retta. Inondato dalle emozioni continuò a fare domande e ad esprimere la sua fede che il filisteo poteva essere sconfitto.
Presto il suo dire giunse fino al re ed egli fece chiamare Davide. Seduta stante Davide si offrì di combattere il filisteo. Compassionevolmente Saul fece presente a Davide che era giovane e senza esperienza. Allora Davide testimoniò della sua fede. Aveva ucciso un leone e un orso che volevano rubare nel suo gregge. Il Signore, che gli aveva dato la forza di vincere il leone e l’orso, lo avrebbe aiutato anche ad uccidere il filisteo, perché il filisteo aveva bestemmiato il Signore. Saul si arrese e gli disse: “Va’ e il Signore sia con te!” Queste parole non significavano gran che per Saul, ma per Davide furono piene di significato. Saul volle rivestire Davide con la sua armatura, ma Davide non era capace di muoversi liberamente bardato in quel modo. Pertanto si preparò armato solo del suo bastone da pastore, la sua fionda, e cinque sassi lisci nel suo sacchetto.
Quando il filisteo lo vide avanzare lo disprezzò: “Sono forse un cane che mi vieni incontro con un bastone?” Maledì Davide nel nome dei suoi dèi e disse che avrebbe dato la sua carne in pasto agli uccelli. La risposta di Davide fu: “Tu vieni a me con la spada, con la lancia e col giavellotto; ma io vengo a te nel nome dell’Eterno degli eserciti, il DIO delle schiere d’Israele che tu hai insultato”. “Oggi stesso l’Eterno ti consegnerà nelle mie mani; e io ti abbatterò, ti taglierò la testa e darò oggi stesso i cadaveri dell’esercito dei Filistei agli uccelli del cielo e alle fiere della terra, affinché tutta la terra sappia che c’è un Dio in Israele”. Successivamente, quando Davide fu re, egli ebbe al suo comando uomini addestrati. Nel servizio del Signore, anche noi dobbiamo cercare gli strumenti adeguati. Tuttavia, Davide sapeva che se gli strumenti non erano disponibili, una fionda e una pietra sarebbero bastate. Fintantoché il Signore è con noi possiamo essere sicuri del successo.
Poi Davide scagliò una pietra che colpì sulla fronte il filisteo che cadde a terra. Usando la spada di Golia stesso, Davide gli tagliò la testa. I filistei fuggirono nel panico. Avevano visto in Israele una potenza che non potevano eguagliare. Gli israeliti inseguirono i filistei.
I filistei avevano ragione: c’era in Israele una potenza che non potevano eguagliare — la potenza dello Spirito del Cristo. Per quello Spirito, Davide aveva visto e preso possesso della potenza della grazia del Signore verso Israele. Questo fu ciò che lo rese vittorioso, e non primariamente la sua abilità con la fionda.
Lo Spirito del Cristo era stato rivelato di nuovo a Israele. E Davide fu rivelato come l’uomo in cui questo Spirito era attivo. Si rivelò che Israele non era più benedetto in Saul. Non c’è dubbio che i credenti fedeli in Israele devono presto aver cominciato a chiedersi se il Signore avrebbe ora provveduto liberazione per mezzo di Davide.
Dopo la battaglia, Davide si diresse verso casa, portando con sé la testa di Golia. La lasciò a Gerusalemme, che era già occupata da Israele, anche se la sua fortezza non era ancora stata conquistata. L’armatura di Golia la portò a casa sua. Successivamente, la spada fu collocata nel tabernacolo.
Una triplice reazione. Prima che Davide si avviasse verso casa fu chiamato nella tenda di Saul. Saul aveva chiesto ad Abner di chi Davide fosse figlio quando Davide usci per affrontare Golia. Ovviamente sapeva che era figlio di Isai; ciò che intendeva scoprire era se un simile coraggio che nasceva dalla fede si fosse mai manifestato prima nella famiglia di Davide. Sotto giuramento Abner testimoniò di non saperlo. Nessuno di questi due uomini conosceva lo Spirito del Signore, né credeva nel miracolo che si era rivelato in Davide. Saul stava cercando di spiegarsi il miracolo operato dallo Spirito.
Dopo l’uccisione di Golia, Saul stesso interrogò Davide. Di nuovo Davide testificò della potenza della grazia del Signore verso Israele e parlò della sua fede in quella potenza. Come deve aver espresso la sua fede con grande semplicità!
Anche Gionathan era presente a quest’incontro. In passato lo stesso Gionathan era stato nella presa di questa fede per la quale possiamo fare ogni cosa. Ma tale fede non trovò riscontro alla corte di Saul e correva il pericolo di esservi soffocata dallo spirito che vi imperava. Vedere ciò che Davide aveva fatto e sentirlo testimoniare ebbe su Gionathan un effetto liberatorio. Egli fece con Davide un patto d’amicizia perché nel suo cuore si era legato a lui per sempre. Come segno di questo patto Gionathan diede a Davide le sue vesti e le sue armi.
Questo gesto fu un segno della massima fiducia. Molto probabilmente, Gionathan percepiva già qualcosa del ruolo che Davide avrebbe svolto in Israele. Ma ciò non gli impedì di onorare Davide come fece. Qui, Gionathan, il figlio del re, fu il minore rispetto a Davide. Quest’azione da parte sua fu un atto di fede. Solo la fede ci rende disponibili ad essere il minore. La fede ci fa arrendere le rivendicazioni che pretendiamo di avere rispetto al Cristo che è realmente il Re d’Israele.
Quando Saul, Davide e l’esercito ritornarono dalla battaglia, le donne vennero loro incontro, cantando: “Saul ha ucciso i suoi mille, e Davide i suoi diecimila”. Questo non era un cantico di fede. Se queste donne avessero guardato ai fatti con fede avrebbero cantato lodi al Signore. Cantarono invece di Saul e di Davide. Questo è il modo in cui le donne filistee avrebbero cantato di Golia se avesse vinto lui. In più, poiché erano prive della visione della fede, queste donne attizzarono l’invidia di Saul col loro cantico sconsiderato. Quanto poco viveva per fede la gente in quei giorni!
Questo cantico provocò infatti l’invidia di Saul. A quel punto Saul già sospettava la verità. (Più tardi il suo sospetto si rivelò ben fondato.) Sapeva di essere stato rigettato come re e riconobbe che Davide era il suo rivale e futuro successore. Questo sospetto fu rafforzato quando notò come Davide fosse benedetto in tutte le spedizioni che eseguì per il re e vide come Davide crebbe in favore presso il popolo.
Saul conosceva il segreto del coraggio e della scaltrezza di Davide. Sapeva che la fede che si rivelava nelle azioni e nelle parole di Davide era opera dello Spirito. Nel passato, anche Saul aveva ricevuto i doni di quello Spirito. Egli sapeva qualcosa della gloria di una vita governata dallo Spirito. Ora che aveva perso quei doni dello Spirito, li odiava quando li vedeva in Davide. Nel mondo non c’è odio più grande di quello verso lo Spirito di Dio. Ecco perché Saul voleva uccidere Davide.
Poco tempo dopo, Davide suonava di nuovo l’arpa per Saul. Il cattivo spirito s’impossessò di Saul ed egli scagliò la sua lancia contro Davide. Questo avvenne due volte, e per due volte Davide schivò il colpo. Saul non lo tollerava più perché la vita di Davide era diventata un dito accusatorio puntato contro la sua vita. Perciò Saul rimosse Davide da corte facendolo capitano di mille soldati.
Per mezzo della vittoria su Golia, il Signore si era rivelato a Israele. Ma come fu ricevuta diversamente dalle varie persone questa rivelazione! Gionathan, le donne, Saul, reagirono tutti in modi diversi. Quando la grazia del Signore Gesù Cristo è manifestata nel mondo, ancora oggi incontra reazioni diverse.