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Lezione 29 Osea

Il cuore e la santità di Dio

La nostra lezione dalla Scrittura oggi è tratta dal libro di Osea e se volete andarvi, il libro è incastonato tra i libri di Daniele e Gioele nell’ultima parte dell’Antico Testamento. Geremia, Lamentazioni, Ezechiele, Daniele, Osea, Gioele, Amos. E questa mattina leggeremo dal primo capitolo fino al nono versetto del secondo capitolo e i primi cinque del terzo capitolo.

Alziamoci in piedi per pregare affinché Dio benedica la lettura della sua parola e per la lettura della sua parola. Alziamoci insieme.

Dio grande e potente, Signore Jehovah, ci inchiniamo davanti a te e ti ringraziamo perché non solo sei un Dio che ha il controllo di tutti gli avvenimenti di questo universo, sei un Dio che ci parla e ti ringraziamo per averci parlato nella tua Parola. E ora preghiamo per il tuo Santo Spirito che tu possa imprimere quella parola nei nostri cuori e rendere i nostri cuori disposti a riceverla per amore di Cristo. Amen.

Osea 1.1 fino al capitolo 2 versetto 9.  e poi i primi 5 del capitolo 3

La parola dell’Eterno che fu rivolta a Osea, figlio di Beeri, ai giorni di Uzziah, di Jotham, di Achaz e di Ezechia, re di Giuda, ai giorni di Geroboamo, figlio di Joas, re d’Israele.

Quando l’Eterno iniziò a parlare a Osea, l’Eterno disse ad Osea: «Va’ prenditi in moglie una prostituta e abbi figli di prostituzione, perché il paese si prostituisce, allontanandosi dall’Eterno».

Così egli andò e prese Gomer, figlia di Diblaim, ed essa concepí e gli partorí un figlio.

Allora l’Eterno gli disse: «Chiamalo Jezreel, perché fra un po’ di tempo vendicherò il sangue sparso a Jezreel sulla casa di Jehu e porrò fine al regno della casa d’Israele.

In quel giorno avverrà che io spezzerò l’arco d’Israele nella valle di Jezreel».

Ella concepí nuovamente e partorí una figlia. Allora l’Eterno disse a Osea: «Chiamala Lo-ruhamah, perché non avrò piú compassione della casa d’Israele, ma li porterò via interamente.

Avrò invece compassione della casa di Giuda e li salverò mediante l’Eterno, il loro DIO, non li salverò con l’arco né con la spada o la battaglia, né con i cavalli o i cavalieri».

Quando ebbe divezzato Lo-ruhamah, ella concepí e partorí un figlio.

Allora l’Eterno disse a Osea: «Chiamalo Lo-ammi, perché voi non siete mio popolo e io non sono vostro Dio.

10 Tuttavia il numero dei figli d’Israele sarà come la sabbia del mare, che non si può misurare né contare. E avverrà che invece di essere detto loro: “Voi non siete mio popolo” sarà loro detto: “Siete figli del Dio vivente”

11 Quindi i figli di Giuda e i figli d’Israele si riuniranno insieme nomineranno per se stessi un unico capo e saliranno fuori dal paese, perché grande sarà il giorno di Jezreel».

2:1 «Dite ai vostri fratelli: “Ammi” e alle vostre sorelle “Ruhamah”.

Protestate con vostra madre protestate, perché essa non è mia moglie e io non sono suo marito. Allontani dalla sua faccia le sue prostituzioni e i suoi adulteri di mezzo alle sue mammelle;

altrimenti la spoglierò nuda e la renderò come il giorno della sua nascita; la ridurrò a un deserto, la renderò come una terra arida e la farò morire di sete.

Non avrò compassione dei suoi figli, perché sono figli di prostituzione.

La loro madre infatti si è prostituita, colei che li ha concepiti si è comportata in modo vergognoso, perché ha detto: “Andrò dietro ai miei amanti, che mi danno il mio pane e la mia acqua, la mia lana e il mio lino, il mio olio e la mia bevanda”

Perciò ecco, ti ostruirò la via con spine, la rinchiuderò con un muro, e cosí non troverà piú i suoi sentieri.

Correrà dietro ai suoi amanti, ma non li raggiungerà; li cercherà, ma non li troverà. Allora dirà: “Ritornerò al mio primo marito, perché per me era meglio allora che adesso”.

Essa non riconobbe che io le davo grano, mosto e olio e accrescevo il suo argento e oro, che essi offrivano a Baal

Perciò io riprenderò il mio grano a suo tempo e il mio mosto nella sua stagione, e le sottrarrò la mia lana e il mio lino, che servivano a coprire la sua nudità.

E poi nel terzo capitolo

3:1 L’Eterno mi disse ancora: «Va’ ama una donna amata da un amante e adultera, come l’Eterno ama i figli d’Israele, benché essi si volgano ad altri dèi e amino le schiacciate d’uva».

Cosí io me la comprai per quindici sicli d’argento e per un homer e mezzo di orzo,

e le dissi: «Tu starai con me molti giorni, non ti prostituirai e non sarai di alcun uomo; io farò lo stesso con te».

Poiché i figli d’Israele staranno per molti giorni senza re, senza capo, senza sacrificio e senza colonna sacra, senza efod e senza idoli domestici.

Poi i figli d’Israele torneranno a cercare l’Eterno, il loro DIO, e Davide, loro re, e si volgeranno tremanti all’Eterno e alla sua bontà negli ultimi giorni.

Potete sedervi.

Compassione, benignità, misericordia, grazia, amore. Se queste parole significavano poco per voi prima di oggi, sicuramente dopo aver studiato il cuore di Dio rivelato nella vita e nel libro di Osea apprezzerete il significato di queste parole come non avete mai fatto prima.

La mia preghiera oggi è che Dio possa dire le sue parole d’amore ai nostri cuori e attrarci a sé per conoscere lui e il suo amore e per spingerci a conoscerlo più pienamente e ad amarlo più completamente con tutto il nostro cuore, la nostra anima, la nostra forza e la nostra mente.

Stiamo studiando oggi il libro di Osea. Osea significa salvezza, un nome appropriato per un libro il cui messaggio è la salvezza.

Osea predicò al regno settentrionale di Israele circa sette secoli prima della nascita del Signore Gesù Cristo. L’apostasia e il declino morale peggioravano ogni giorno nel regno settentrionale di Israele insieme all’instabilità nella vita della nazione. La loro sicurezza stava svanendo, il loro futuro appariva cupo a causa di tutti i grandi imperi potenti che li circondavano come l’Assiria che gareggiava per il potere.

E in questo quadro Osea predicò a Israele le sue cinque leggi spirituali di salvezza. E queste cinque leggi spirituali riassumono abbastanza bene il vangelo del libro di Osea.

Uno, la ribellione contro Dio porta il giudizio di Dio. Israele non sopravviverà se continua a ribellarsi a Dio.

Numero due, il pentimento porta il perdono di Dio. Indipendentemente da quanto siete caduti nel degrado morale, se vi pentite dei vostri peccati e ritornate al Signore, lui vi perdonerà anche il più scarlatto dei vostri peccati. Pentimento nel libro di Osea significa voltarsi, lasciare la vita precedente che stavate vivendo, fare dietro front e tornare al Dio che vi ha creato come suoi amici e sui servitori.

Terza legge spirituale, Dio è santo. È un Dio santo che punisce il peccato.

Quando vede il peccato, la sua santità viene insultata e questo accende la sua ira verso coloro che si ribellano a lui.

Quarta legge spirituale, Dio giudice è anche Dio salvatore misericordioso e amorevole che non permetterà che il suo meraviglioso piano per la vita del suo popolo venga frustrato o non si realizzi, indipendentemente da quanto Israele diventi infedele e apostata.

E nella quinta legge spirituale, credi nel Signore Gesù Cristo come tuo Signore e Salvatore e sarai salvato.

Se andate al terzo capitolo di Osea e al quinto versetto, ci sono diverse volte in cui Cristo è direttamente menzionato in questo libro e questa è una di quelle. 3:5,

Poi i figli d’Israele torneranno a cercare l’Eterno, il loro DIO, e Davide, loro re, e si volgeranno tremanti all’Eterno e alla sua bontà negli ultimi giorni.

Ora Davide era morto da secoli.

Si aspettavano la reincarnazione o la resurrezione di Davide? No, molte volte nei Salmi il Messia viene chiamato Davide perché è della dinastia davidica e quindi qui si dice che verrà un giorno in cui i figli di Israele si pentiranno, cercheranno il Signore e crederanno nel Messia, il Signore Gesù Cristo e verranno tremanti al Signore e alla sua bontà. E quindi il messaggio e il vangelo dell’Antico Testamento sono gli stessi del Nuovo Testamento. Ti ribelli a Dio, cadi sotto il giudizio di Dio. Ti penti e riponi la tua fede nel Signore Gesù Cristo e Dio ti perdonerà, perché Dio, che è un Dio santo e un giudice, è anche un Salvatore misericordioso e amorevole. La parola chiave nel libro di Osea è una parola che è tradotta in diversi modi ma è la stessa parola ebraica HESED. E a volte in Osea è tradotta benignità, a volte è tradotta lealtà e a volte è tradotta affezione o misericordia.

E tutte queste sono traduzioni accurate di questa parola importante. Questa parola, che potrebbe essere una delle parole più importanti se non la più importante nell’Antico Testamento ebraico, denota lealtà al patto. Denota amore misericordioso e immeritato, fedeltà e benignità.

Quindi nel libro di Osea è usata in tre modi. Dice che Dio mostra questo hesed, questa benignità e questo amore e questa immeritata misericordia al suo popolo. Dice che Dio esige questo stesso tipo di benignità e devozione e lealtà dal suo popolo.

E in terzo luogo insegna che poiché Israele ha respinto la fedeltà di Dio e la sua benignità e poiché Israele ha rifiutato di mostrare benignità e fedeltà a lui e al prossimo, Dio ha distrutto la nazione. Lasciate che vi mostri solo alcuni versetti. Andate al capitolo 2, versetto 19.

19 Ti fidanzerò a me per l’eternità; sí, ti fidanzerò a me in giustizia, in equità, in benignità e in compassioni.

Ecco la nostra parola: hesed, in benignità e compassione. Dio mostra benignità e compassione verso il suo popolo del Patto. E la richiede anche a noi.

Guardate il capitolo 6 e il versetto 6.

Poiché io desidero la misericordia (ecco la nostra parola) ,(Poiché io desidero bontà, NR; poiché voglio l’amore, CEI) e non i sacrifici, e la conoscenza di DIO piú degli olocausti.

Guardate il capitolo 10 versetto 12.

12 Seminate per voi secondo giustizia, mietete secondo misericordia, (ecco la nostra parola) dissodate il vostro campo non coltivato, perché è tempo di cercare l’Eterno, finché egli venga e faccia piovere su di voi la giustizia.

Poi ancora nel capitolo 12 versetto 6. Capitolo 12 versetto 6.

6 Tu perciò ritorna al tuo DIO, pratica la misericordia e la rettitudine e spera sempre nel tuo DIO.

Questo è ciò che Dio ha richiesto loro. Un carattere simile a quello di Dio.

Voglio che rispondiate a me e gli uni agli altri nel modo in cui io rispondo a voi. Sono fedele a questo vincolo di alleanza, dice il Signore. Sono fedele a questo vincolo pattizio.

Voglio trattarvi con misericordia e gentilezza immeritata ed è così che pretendo che vi relazioniate gli uni con gli altri nella famiglia di Dio. E poi Israele si rifiuta di farlo. Guardate il capitolo 4 versetto 1.

1 Ascoltate la parola dell’Eterno, o figli d’Israele, perché l’Eterno ha una contesa con gli abitanti del paese: «Non c’è infatti né verità né misericordia né conoscenza di DIO nel paese. (Non c’è infatti sincerità né amore del prossimo, nè conoscenza di Dio nel paese. CEI)

E di conseguenza Dio porta un’accusa contro di loro, una controversia con loro e saranno distrutti a meno che non si pentano. Ora ci sono due peccati in particolare che Osea indica come i peccati dominanti di quella cultura che stanno uccidendo il regno settentrionale di Israele e alla fine lo hanno ucciso. Due peccati che troverete molto familiari alla nostra cultura che stanno uccidendo anche la nostra. E il primo di quei peccati, la radice da cui nascono tutti gli altri peccati, è il rifiuto della nazione di conoscere il Signore. Diamo un’occhiata ad alcuni versetti. Torniamo al capitolo 2, versetto 8.

8 Essa non riconobbe (non volle sapere) che io le davo grano, mosto e olio e accrescevo il suo argento e oro, che essi offrivano a Baal

Perché lei non sa, e sottolineiamo la parola sapere perché ricorre ripetutamente, sapere e (ri) conoscenza.

Lei non sa che sono stato io a darle il grano, il vino nuovo e l’olio. Proprio come la moglie adultera di Osea non sa che è Osea a provvedere per lei anche se lei sta esponendo il suo nome al pubblico ludibrio, lo stesso vale per Israele. Non sanno nemmeno cosa Dio sta facendo per loro.

Guardate nel 20° versetto dello stesso capitolo.

20 Ti fidanzerò a me in fedeltà, e tu conoscerai l’Eterno.

Verrà un giorno in cui ti sposerò e allora mi conoscerai come non mi conosci ora.

Capitolo 4 versetto 1.

1 Ascoltate la parola dell’Eterno, o figli d’Israele, perché l’Eterno ha una contesa con gli abitanti del paese: «Non c’è infatti né verità né misericordia né conoscenza di DIO nel paese.

Guardate il versetto 6.

Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza. Poiché tu hai rifiutato la conoscenza, anch’io ti rifiuterò come mio sacerdote; Poiché hai dimenticato la legge del tuo Dio, anch’io dimenticherò i tuoi figli.

Capitolo 5 versetto 4.

Le loro azioni non permettono loro di tornare al loro DIO, perché lo spirito di prostituzione è in mezzo a loro e non conoscono l’Eterno.

Capitolo 6 versetto 6.

Poiché io desidero la misericordia (la bontà NR; l’amore CEI)  e non i sacrifici, e la conoscenza di DIO piú degli olocausti.

Capitolo 11 versetto 3.

Io stesso insegnai ad Efraim a camminare (che è un altro nome per il regno del nord poiché Ephraim era la tribù più grande).  Io stesso insegnai a Efraim a camminare sostenendolo per le braccia; ma essi non compresero (riconobbero) che io li guarivo.

Li ho presi tra le mie braccia ma non ri-conobbero che li avevo guariti.

Capitolo 13 versetto 4.

«Eppure io sono l’Eterno, il tuo DIO, fin dal paese d’Egitto; tu non devi riconoscere altro DIO fuori di me e non c’è altro Salvatore fuori di me.

E ora in sostanza sta dicendo: “Non mi conosci nemmeno”.

Ora, qual è questo peccato che era alla radice e che il Signore  tira fuori più e più volte? Il problema è che non c’è conoscenza di Dio nella terra. Non conoscete il Signore. Ora, questa non è semplicemente una dichiarazione di ignoranza. Non sta semplicemente dicendo che avete dimenticato tutto quello che avete imparato su di me. Siete ignoranti su ciò che la Bibbia insegna sulla teologia. Piuttosto, sta dicendo che avete rifiutato di conoscere e amare il Signore.

Avete rifiutato la sua Parola che vi dà la conoscenza del Signore. La parola conoscere è speciale in ebraico. È una parola di intimità pattizia, è lealtà, affetto e devozione. È quasi sinonimo della parola amore. Ad esempio, ricordate che nei primi capitoli della Genesi si dice che Adamo conobbe sua moglie e lei concepì. Ciò non significa che lui abbia avuto una comprensione intellettuale di lei e lei concepì. La rese oggetto delle sue avance amorose. La amò e lei concepì. Quindi questa parola conoscere e conoscere Dio implica più di una semplice informazione corretta su Dio, sebbene anche questa sia importante. Conoscere Dio include anche l’intimità tipica di un buon matrimonio. L’intimità e la devozione di un servizio di adorazione spirituale. L’intimità e l’amore di una vita vissuta davanti al volto di Dio.

E il popolo d’Israele non conosceva il Signore. Avevano molte informazioni. Avevano molte informazioni corrette. Non ne fecero nulla. Non conoscevano il Signore. E poiché non lo conoscevano e non lo amavano e non Gli erano devoti come loro vero marito, erano colpevoli di adulterio pattizio e spirituale e tutti gli altri peccati che commisero erano radicati in questo rifiuto di conoscere Dio e in questo rifiuto della sua Parola.

Osea 8.14 fa emergere un altro pensiero. Dice che

14 Israele ha dimenticato colui che l’ha fatto e ha costruito palazzi;

Non solo Israele non conosce il Signore, ma Israele ha dimenticato il suo creatore.

E questo è un altro tema che si trova molte volte. Non solo nel capitolo 8 versetto 14, Nel verso 6

Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza. Poiché tu hai rifiutato la conoscenza, anch’io ti rifiuterò come mio sacerdote; poiché tu hai dimenticato la legge del tuo DIO, anch’io dimenticherò i tuoi figli.

E poi nel capitolo 13 versetti 5 e 6,

Io ti conobbi nel deserto, nella terra della grande aridità.

Quando avevano pascolo, si saziavano; quando erano sazi, il loro cuore si inorgogliva; per questo mi hanno dimenticato.

Ora, cosa significa dire che Israele ha dimenticato Dio? Beh, ovviamente, non lo significa nel senso letterale usuale che normalmente intendiamo dimenticare Dio come dimenticare qualcosa. Ho dimenticato le chiavi. Ho dimenticato il pranzo. Non significa questo nel senso usuale semplicemente perché gli esseri umani non possono dimenticare Dio. Vuol dire che non possono dimenticarlo per quanto ci provino. E credetemi, cercano di sopprimere la verità nell’ingiustizia.

Ma nessuno può dimenticare Dio. Quindi cosa significa la parola dimenticare, dimenticato? Beh, il significato letterale della parola è una metafora. Il significato letterale della parola dimenticare è smarrire.

Smarrimento. Israele aveva smarrito il suo creatore nella negligenza, nell’amor proprio, nell’autocompiacimento. E questo portò alla negligenza in tutti gli altri suoi doveri verso Dio e verso gli altri.

Ricordate l’avvertimento di Mosè nel Deuteronomio capitolo 4 versetto 9?

Solo bada bene a te stesso e veglia diligentemente sull’anima tua, per non dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto, e perché non si allontanino dal tuo cuore per tutti i giorni della tu vita. Ma insegnali ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli,

Quando Dio ti benedice nel farti godere la vita, fa’ attenzione a non smarrirlo. Cioè, non trascurare queste grandi cose che hai visto, queste grandi cose che hai imparato, per non diventare presto insensibile e incallito verso di esse, e pertanto non permettere poi che abbiano  alcun ruolo nella tua vita né nell’educazione dei tuoi figli.

Ricordate cosa disse Mosè in Deuteronomio 8:11 e 17? Egli disse:

11 Guardati bene dal dimenticare l’Eterno, il tuo DIO, giungendo a non osservare i suoi comandamenti, i suoi decreti e i suoi statuti che oggi ti do …
17 Guardati dunque dal dire nel tuo cuore: “La mia forza e la potenza della mia mano mi hanno procurato queste ricchezze”.

G. Campbell Morgan nel suo piccolo commento su Osea definisce la dimenticanza di Dio in questo modo. Dice che la dimenticanza è la negligenza personale delle cose che sono credute intellettualmente.

Negligenza personale delle cose in cui si crede intellettualmente e incapacità di renderle le cose centrali della vita familiare. Israele aveva smarrito Dio nel suo comportamento e nel suo culto, nella sua prospettiva nazionale e nel suo rapporto con i propri figli, e Dio li ha distrutti per questo. Dio li ha distrutti per non averlo conosciuto e per averlo dimenticato e per non aver reso le cose in cui credi intellettualmente le cose centrali della tua vita come famiglia, ma per averle trascurate.

E quindi prima di proseguire, vi chiedo, vi siete rifiutati nella vostra vita di conoscere il Signore e di insistere per conoscerlo più pienamente finché la conoscenza del Signore non vi consuma e determina tutto ciò che pensate e fate? O vi siete dimenticati di Dio? Lo avete smarrito in mezzo a tutta l’attività e la frenesia della vita? Avete lasciato che tutto il resto lo cacciasse fuori dai vostri pensieri, dal vostro comportamento, dalle vostre relazioni, dalle vostre responsabilità, dalla vostra adorazione, dall’educazione dei vostri figli? E poi vi chiedete perché tutto si sta prosciugando e sia diventato così insoddisfacente e sia così tedioso. Dimenticare Dio significa dimenticare la fonte della vita, della gioia, della pace, della realizzazione, del perdono, della forza. Quando vi dimenticate di Dio, cominciate a morire.

Finché non conoscete Dio e finché non vi impegnate a conoscerlo più pienamente, non potete davvero conoscere niente o nessun altro. Tutto il resto diventa una macchia sfocata.

Bene, il secondo peccato che li stava uccidendo a causa del loro rifiuto di conoscere il Signore come l’unico e il santo, era il peccato di sincretismo.

Il sincretismo è il desiderio e il tentativo di unire il culto di Jehovah alla religione cananea con la sua divinizzazione del sesso e la sua divinizzazione della natura.

Guardate il capitolo 7, versetto 8. Sincretismo.

Efraim si mescola con i popoli, Efraim è una focaccia non rivoltata.

Hai mai bruciato un pancake? Ha smesso di fare bubbole e non te ne sei accorto. Ed era bellissimo sopra, ma secco e bruciato sotto fino a diventare croccante. Questa è l’immagine qui. Non se ne rende nemmeno conto. Sopra sembra bello, ma sotto è bruciato dal fuoco.

Gli estranei divorano la sua forza, ma lui non lo sa nemmeno. Si mescola con le nazioni. Non si rende conto di essere sotto la maledizione di Dio. E di conseguenza, anziché rafforzarsi con questa mescolanza della sua vita con le nazioni, semplicemente prosciuga se stesso e  questi stranieri, queste altre religioni prosciugano lui della vitalità e della forza della sua religione e non se ne rende nemmeno conto.

Guardate al capitolo 4, versetto 10.

10 Mangeranno, ma non si sazieranno; si prostituiranno, ma non cresceranno; perché hanno smesso di ascoltare l’Eterno.

11 Prostituzione, vino e mosto tolgono il senno.

12 Il mio popolo consulta i suoi idoli di legno e il suo bastone gli dà istruzioni; poiché lo spirito di prostituzione li svia, ed essi si prostituiscono, sottraendosi al suo DIO.

Quindi vedete che un altro termine per sincretismo è idolatria. C’è idolatria ogni volta che c’è un tentativo di assimilare insieme credenze e pratiche religiose diverse.

Il sincretismo o idolatria è la fusione di aspetti di altre religioni, visioni del mondo, diritti di culto e principi etici con principi cristiani e pratiche cristiane. Lasciate che vi faccia due esempi di sincretismo e idolatria dei giorni nostri. Ero in questa chiesa cattolica romana a Quito, Ecuador.

L’interno era travolgente. Tutto era d’oro. Non ho mai visto niente del genere in vita mia. Ornamenti d’oro ovunque. E in modo tipico, come in tutte le chiese cattoliche romane in giro, c’erano varie statue di santi cristiani. Pietro, Maria, forse Gesù. Ma continuando a guardare, le cose hanno cominciato a sembrarmi un po’ strane. Così sono salito sul balcone per vedere bene il tutto. E non solo c’erano statue di santi cristiani, ma l’ architettura del soffitto era islamica.

Sapete, l’Islam non raffigura immagini, usa l’arabo in forme pittoresche. E lì il soffitto era un’opera d’arte islamica. Be’, non solo, ma ho guardato alcuni dei gargoyle ai lati dell’edificio e guarda caso c’era il Dio Sole Inca. E vari altri idoli degli antichi indiani sudamericani. Perché in quella sezione non c’erano solo cristiani, c’era influenza islamica, c’erano anche molti indiani, e quindi volevano rendere facile per chiunque trovarsi a proprio agio nella chiesa e sottomettersi alla supremazia del papato. E quindi questo è sincretismo nella sua forma più sfacciata.

Lasciate che vi dia un’altra illustrazione meno sfacciata ma più pericolosa del sincretismo negli Stati Uniti. È un libro, un best-seller, scritto da Bill Bennett, quel grande giocatore d’azzardo. Il titolo di quel libro è Book of Virtues. E questo libro grande e grosso vi dice come essere virtuosi. In esso ci sono alcuni meravigliosi esempi cristiani e alcuni meravigliosi principi cristiani. Ci sono anche alcuni principi islamici anticristiani e vari altri principi che sono diametralmente opposti alla fede cristiana. Ma cos’è questo Libro delle Virtù? Sta fondendo, sta sincretizzando, sta sintetizzando questi vari principi da tutte queste varie altre religioni in un insieme. Ora lasciate che vi faccia una domanda. Perché pensate che il sincretismo sia così attraente? Nella nostra cultura, intendo dire che viviamo in una cultura in cui siamo dominati dal sincretismo.

Perché è così attraente? Qual è la motivazione dietro questa idea di assimilare nella religione cristiana varie parti di altre religioni? Bene, penso che vedrete la risposta a queste domande quando guarderete cosa produce il sincretismo. Sia ai tempi di Osea che ai nostri. Andate all’ottavo capitolo di Osea, versetti 11 e 12.

11 Poiché Efraim ha moltiplicato gli altari per peccare, essi sono divenuti per lui altari di peccato.

12 Anche se scrivessi per lui le mie leggi a migliaia, sarebbero considerate come cosa che non lo concerne. (NR)

Ora, questa è una piccola iperbole. Non ci sono migliaia di leggi nella Bibbia. Ma sono contento di vedere che Dio esagera un po’ per istruirci.

“Sebbene io abbia scritto per lui migliaia di precetti della mia legge, esse sono considerati una cosa strana.” Più cercavano di fondere la religione biblica con la falsa religione, più consideravano questa completa serie di leggi che avevo dato loro per governare tutta la vita una cosa strana e bizzarra che richiedeva qualche modifica, qualche compendio, qualche integrazione. Guardate il capitolo 9 e il versetto 10.

10 «Io trovai Israele come uve nel deserto, vidi i vostri padri come i fichi primaticci su un fico al suo inizio. Ma giunti a Baal-peor, Si votarono all’ignominia e divennero spregevoli come ciò che amavano.

Dice: un tempo erano preziosi per me. Erano belli e una delizia per me, dice il Signore, come l’uva nel deserto e i primi fichi sul fico. Ma una volta che si sono dati a Baal, una volta che hanno iniziato il loro sincretismo, sono diventati detestabili come ciò che amavano.

Guardate il capitolo 13, versetti 1-3

1 Quando Efraim parlava con tremore, innalzava se stesso in Israele, ma quando si rese colpevole con Baal, morí.

Ora continuano a peccare, e col loro argento si sono fatte immagini fuse, idoli secondo il loro intendimento, tutti quanti opera d’artigiano. Di loro dicono: «Gli uomini che offrono i sacrifici bacino i vitelli».

Perciò saranno come una nuvola mattutina, come la rugiada che al mattino presto scompare, come la pula portata via dall’aia da un turbine, come il fumo che esce dal comignolo.

Diventarono detestabili, peccarono sempre di più, videro la legge di Dio come qualcosa di strano e bizzarro, tutto perché cercavano di assimilare vari costumi e principi delle religioni cananee nella vera religione. E qual è il punto? Perché il sincretismo è così attraente? Risulta sempre in un cambiamento del cristianesimo, in un allentamento del cristianesimo. Rende il Dio del cristianesimo più gestibile, più manovrabile, più facile da conviverci, e rende più facile peccare. Rende la legge di Dio meno esigente e meno condannante, e migliora notevolmente la stima che Dio dovrebbe avere di loro. Il sincretismo produce persone che sono in grado di pensare da sole, prendere decisioni da sole, relazionarsi con gli altri come scelgono senza tutte le restrizioni e le condanne di un Dio intollerante e di un libro infallibile pieno di assoluti morali senza amore e giudicanti che privano le persone della gioia della vita. E per di più, ora sono liberi dal preoccuparsi di cosa accadrà dopo la morte. Allora perché il sincretismo, che è così dilagante intorno a noi, è così attraente per gli uomini e le donne occidentali? Perché offre loro una finta via di fuga dal Dio vivente e dalle sue richieste e rivendicazioni su di loro. Mette a tacere le loro coscienze colpevoli. Permette loro di avere un’alta opinione di se stessi. E, cosa migliore di tutte, permette al Dio che scelgono di adorare di essere creato a loro immagine. E quindi vi chiedo, c’è del sincretismo nella vostra vita? C’è un punto nel vostro pensiero e nella vostra vita in cui state cercando di assimilare la visione del mondo, i principi etici, i modi cultuali e le religioni della cultura occidentale nella vostra visione del cristianesimo che lo rendono diverso e un po’ più accettabile? C’è del sincretismo nella vostra vita? Certo che c’è.

Non provate a negarlo. Certo che c’è sincretismo nelle nostre vite. È vero per tutti noi che siamo peccatori. Scendiamo a compromessi con la nostra cultura malvagia. Scendiamo a compromessi con il nostro peccato al lavoro, a casa, a scuola, in chiesa. Ovunque giriamo la testa, il compromesso e la sintesi cercano di sedurci.

E solo una persona con forza può resistere efficacemente a queste seduzioni. Non sto parlando della forza della determinazione o della forza della risolutezza. Sto parlando della forza che deriva dal conoscere Dio in Cristo e dal pressare in avanti per conoscerlo più pienamente.

Quindi fate attenzione nella nostra cultura e nella vostra vita a queste due cose: Dimenticare Dio e il sincretismo.

Voglio ora parlare di questa tragedia personale nella vita di Osea. È così centrale nel libro. Infatti, è la storia nella storia. Questo libro è una storia sul giudizio di Dio sull’Israele malvagio e sull’amore di Dio per l’Israele malvagio.

Ma c’è una storia dentro. In ogni parola non si può fare a meno di pensarci. E questa è la tragedia personale che è avvenuta nella vita di Hosea.

Questa fu una delle cose più importanti che gli siano mai accadute. Fu qualcosa che lo aiutò a conoscere Dio come poche altre cose lo aiutarono nella sua vita. Grazie a questa tragedia personale, Osea fu in grado di comprendere l’atrocità del peccato di Israele e, cosa ancora più importante, fu in grado di comprendere il grande e duraturo amore di Dio per questa nazione di Israele ostinata e infedele.

Ora, qual è la tragedia personale nella vita di Osea? Si trova nel testo che leggiamo all’inizio del nostro messaggio. Osea sposò una donna di nome Gomer e i due ebbero tre figli. Un figlio di nome Jezreel, una figlia di nome Lo-ruhamah e un altro figlio di nome Lo-ammi.

Poi Gomer divenne una prostituta. E Osea la divorziò a causa della sua infedeltà, della sua sconcezza e del suo adulterio. Dopo un po’ di tempo che Gomer era scesa nelle profondità della degradazione, del luridume e dell’immoralità e diventata schiava dei suoi amanti, Osea, al comando di Dio e a causa del suo continuo amore per lei, la cercò.

Uscì per le strade del quartiere a luci rosse, per  così dire, per salvarla dalla sua patetica degradazione. Quando la trovò, la comprò dalla schiavitù per 15 pezzi d’argento, che era il prezzo degli schiavi a quei tempi. La risposò e la riportò al suo fianco come sua amata sposa.

Ora, prima di applicare questo al Signore, l’amore di Osea per la sua sposa, dovrete ammetterlo, è davvero insolito e davvero straordinario. Che lui voglia ancora questa donna che si è data completamente alla prostituzione. Ora lasciatemi fare una domanda prima di proseguire, e cioè: Gomer era una prostituta quando Osea la sposò? Beh, è ​​difficile saperlo, ma potremmo avere un indizio per una risposta nel capitolo 1, versetto 2. Una piccola parola in quel versetto potrebbe aiutarci a capire.

Dice che quando il Signore parlò per la prima volta tramite Osea, il Signore disse a Osea, va’, prenditi una moglie di prostituzione e genera figli di prostituzione, perché il paese commette prostituzione flagrante, abbandonando il Signore. Quella “parola per la prima volta” ci dice innanzitutto che Osea sta guardando indietro ora da lontano agli anni passati. Guardando indietro all’inizio stesso del suo ministero e all’inizio stesso del suo matrimonio.

Ora è un uomo anziano, sta scrivendo questo libro. Queste cose sono ben alle sue spalle. Sta ricordando cosa Dio gli disse di fare, di sposare Gomer. E si riferisce a lei come una prostituta, ma questo è un guardare indietro nel tempo. Osea non ci dice che era una prostituta al tempo in cui Dio gli ordinò di sposarla. Dio conosceva il suo cuore. Dio sapeva che alla fine ciò che era nel suo cuore si sarebbe manifestato nel suo comportamento. Ma quando Hosea sposò Gomer, a quanto pare, dice Morgan, non era una donna che peccava apertamente. E i figli erano antecedenti alla sua infedeltà. E la vita precedente del profeta fu con ogni probabilità una di gioia e felicità. Ma ciò che era nel suo cuore si mostrò nella sua vita. E Osea divorziò da lei.

Ma non sopportava l’idea di starle lontano, così la cercò e la sposò di nuovo. Ora, qual è il punto di questa storia? Ripetutamente, volta dopo volta nel libro, si dice che il popolo di Dio si è prostituito. Sono stati infedeli al loro vero marito, il Dio vivente, Jehovah.

Divennero la sua moglie adultera, e così lui la minacciava di divorzio. E ai figli di Osea furono dati nomi che riflettevano la condizione di Israele davanti a Dio. Guardate i versetti 3-5 del capitolo 1.

Così egli andò e prese Gomer, figlia di Diblaim, ed essa concepí e gli partorí un figlio.

Allora l’Eterno gli disse: «Chiamalo Jezreel, perché fra un po’ di tempo vendicherò il sangue sparso a Jezreel sulla casa di Jehu e porrò fine al regno della casa d’Israele.

In quel giorno avverrà che io spezzerò l’arco d’Israele nella valle di Jezreel».

Così chiamò il suo primo figlio Jezreel per rammentare un evento storico del passato di Israele. E dovete sapere qualcosa di questo evento storico per capire il significato del nome.

Jezreel era il luogo in cui Jehu, un re del secolo precedente, eseguì l’ira di Dio sulla malvagia casa di Achab in obbedienza a Dio. Ma il problema è che quando divenne re, fallì nel suo cuore nel servire il Signore e agì come tutti gli altri re e le persone che aveva ricevuto l’ordine di  massacrare. Così Jezreel divenne un simbolo dell’intero fallimento di Israele e della sua lunga successione di re e di obliterazioni di dinastie.

Jezreel era il simbolo dell’inizio della fine. Chiamo il mio primo figlio Jezreel, simbolo del tuo fallimento  perché il regno sta giungendo a un punto terminale. Poi nei versetti 6 e 7, ha avuto un secondo figlio.

Ella concepí nuovamente e partorí una figlia. Allora l’Eterno disse a Osea: «Chiamala Lo-ruhamah, perché non avrò piú compassione della casa d’Israele, ma li porterò via interamente.

La parola Lo-ruhamah significa nessuna pietà.

E così qui, nel dare il nome a questa figlia, sta testimoniando a questa nazione apostata che la misericordia di Dio sulla nazione di Israele sta per cessare a causa del loro peccato. E il giudizio sta per scendere. Guardate i versetti 8 e 9.

Quando ebbe divezzato Lo-ruhamah, ella concepí e partorí un figlio.

Allora l’Eterno disse a Osea: «Chiamalo Lo-ammi, perché voi non siete mio popolo e io non sono vostro Dio.

Poiché non lo cercarono, Dio li tagliò fuori dalla sua misericordia.

E dice: Voi non siete il mio popolo. Io non sono il vostro Dio. Vi abbandono al giudizio divino.

Come lodo il Signore che questa non è la fine del libro. E non è la fine del capitolo. Perché nonostante la condizione indecente di Israele, e nonostante il suo atteggiamento provocatorio e ingrato presentati in tutto questo libro, vediamo in modo meraviglioso, potente e commovente la grazia e l’amore persistenti e immeritati di Dio Onnipotente per il suo popolo.

Guardate lì nel primo capitolo e versetto 10. Dopo aver detto: Non siete più il mio popolo regno settentrionale di Israele, il giudizio sta per piombarvi addosso, è l’inizio della fine, dice nel versetto 10

10 Tuttavia il numero dei figli d’Israele sarà come la sabbia del mare, che non si può misurare né contare. E avverrà che invece di essere detto loro: “Voi non siete mio popolo” sarà loro detto: “Siete figli del Dio vivente”

11 Quindi i figli di Giuda e i figli d’Israele si riuniranno insieme nomineranno per se stessi un unico capo e saliranno fuori dal paese, perché grande sarà il giorno di Jezreel».

Di’ ai tuoi fratelli: Ammi, e alle tue sorelle: Ruhamah.

Ora qui si vede la grazia di Dio. In particolare, notate quel primo versetto. Dio non sarà frustrato nelle sue promesse. Dio ha un piano per il suo popolo. Avrà una discendenza. Avrà un popolo che lo amerà e lo servirà, e il loro numero, indipendentemente da ciò che accadrà al regno settentrionale di Israele, il loro numero sarà più grande delle stelle nel cielo e della sabbia sulla riva del mare. Perché Dio avrà un popolo. E tutta l’infedeltà, l’adulterio di Israele, non vanificheranno il piano di salvezza di Dio per loro. Un giorno gli saranno fedeli.

Sebbene il Signore abbia gettato via il guscio del regno settentrionale apostata, Dio promette che la sua progenie sarà una progenie numerosa. E sappiamo dal libro dei Galati chi quella progenie è. La progenie non deve essere definita in termini razziali o etnici. Deve essere definita in termini pattizi. Il seme, dice Galati 3, è Cristo e tutti coloro che gli appartengono per fede, indipendentemente dall’origine etnica. Paolo ha detto non tutti coloro che sono Israele, sono Israele, non tutti coloro che discendono da Israele nella carne sono Israele.

In altre parole, c’era questo guscio, questo contenitore. Ma Dio ha il suo popolo eletto nel corso dei secoli. E avrebbe mandato il Signore Gesù Cristo affinché tutte le promesse che lo riguardano si avverassero.

E notate, dice, questo popolo nell’ultima parte del versetto 10, questo popolo che ora è rigettato, dice Paolo, includerà anche i Gentili, includerà persone che non sono di sangue giudaico. Andate a Romani 9:23-26, e notate che Paolo cita questo versetto. Mentre vi andate, notate nel capitolo 2, versetto 1 di Osea, che dice

«Dite ai vostri fratelli: “Ammi” e alle vostre sorelle “Ruhamah”.

che invece di essere chiamati, Lo-ammi – non il mio popolo, sarete chiamati, popolo mio. Invece di essere chiamati,  Lo-ruhamah – nessuna pietà, sarete chiamati, cioè otterrete, pietà e otterrete compassione.

Tutto ciò che riguarda la tua posizione con me, dice, cambierà a causa del mio amore per te. Ma ora notate cosa dice in Romani 9, 23-26.

23 E questo per far conoscere le ricchezze della sua gloria verso dei vasi di misericordia, che lui ha già preparato per la gloria,

24 cioè noi che egli ha chiamato, non solo fra i Giudei ma anche fra i gentili?

25 Come ancora egli dice in Osea: «Io chiamerò il mio popolo quello che non è mio popolo, e amata quella che non è amata.

26 E avverrà che là dove fu loro detto “Voi non siete mio popolo”, saranno chiamati figli del Dio vivente».

Lodo Dio per quel versetto perché, per quanto ne so, non ho sangue ebreo nel mio corpo. Ma qui dice: coloro che in origine non facevano parte del regno di Israele, ora, indipendentemente dall’origine etnica, sperimenteranno le benedizioni e le ricchezze della grazia di Dio e dell’amore di Dio.

E Dio li riunirà sotto un unico capo. Lo avete notato nel versetto 11? I figli di Giuda, i figli d’Israele, saranno riuniti insieme e si nomineranno un capo, un capo della chiesa, il Signore Gesù Cristo. E saranno tutti sotto il suo regno e dedicati al suo servizio.

Penso che nel corso degli anni, uno dei miei passaggi preferiti nella Scrittura sia il capitolo 2, versetto 6 e seguenti, che è una straordinaria espressione dell’amore persistente e immeritato di Dio per il suo popolo. Ha descritto Israele come una prostituta che si dà ai suoi amanti, senza nemmeno sapere che Dio è stato colui che si è preso cura di lei. È ribelle, testarda, determinata ad andare per la propria strada.

E perciò, nel versetto 6, Dio dice,

Perciò ecco, ti ostruirò la via con spine, la rinchiuderò con un muro, e così non troverà più i suoi sentieri.
Correrà dietro ai suoi amanti, ma non li raggiungerà; li cercherà, ma non li troverà. Allora dirà: “Ritornerò al mio primo marito, perché per me era meglio allora che adesso”.

Quasi esattamente quello che ha fatto il figliol prodigo, non è vero? Ha detto, Torno da mio padre. Stavo molto meglio nella casa di mio padre che qui in questo porcile. Ma voglio che vediate questo: questa è una promessa di misericordia. Dio dice che queste persone sperimenteranno il mio giudizio. Sono ribelli a me, ma Io costruirò una siepe spinosa e un muro attorno a loro in modo che possano cadere fin qui e non oltre. Intercederò con la mia misericordia e impedirò loro di ribellarsi ulteriormente a me, e impedirò loro di avere pace nel loro adulterio. E li costringerò a tornare a me. Metterò una siepe attorno alle loro vite così che possano solo cadere fino a un certo punto, così che non possano trovare alcuna soddisfazione nella loro ribellione contro Dio, e così che saranno costretti a tornare a me e trovare una vita più grande e più pacifica al mio servizio rispetto alla vita che hanno cercato in questo mondo.

E voglio che notiate l’uso ripetitivo del futuro presente. Il futuro presente esprime un’azione che avverrà certamente nel futuro. Questa non è una cosa che Dio dice di sperare follemente che accada, e ho le dita incrociate nella speranza che accada. Questa non è una cosa che Dio dice che potrebbe accadere.

Dio dice: Io ostruirò le sue  vie. Costruirò un muro contro di lei così che non possa trovare i suoi sentieri. Inseguirà i suoi amanti, ma non li raggiungerà. Li cercherà, ma non li troverà. Dirà: Ritornerò al mio primo marito, perché per me era meglio allora che adesso. Qui vedete la grazia sovrana di Dio verso il suo popolo.

Sono determinati a ribellarsi a Lui. Dio dice: Non si ribelleranno completamente a Me. Non troveranno soddisfazione in questa vita.

Li raccoglierò di nuovo a Me nell’amore e nella misericordia. E poi notate le parole nel capitolo 2, versetto 14. Questo è Osea che parla di sua moglie.

Questo è Dio che parla di sua moglie.

14 Perciò, ecco, io l’attirerò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.

Perciò, ecco, io la sedurrò, e la porterò nel deserto, e le parlerò gentilmente, o parlerò al suo cuore. Sedurrò questa indecente, miserabile prostituta. Dio dice: la corteggerò. La corteggerò. Dirò al suo cuore parole d’amore.

15 Allora le darò le sue vigne e la valle di Akor come porta di speranza; là ella canterà come ai giorni della sua giovinezza, come quando uscì fuori dal paese d’Egitto.

E avverrà in quel giorno, dichiara il Signore, avverrà che mi chiamerai Marito mio, e non più mio Baal. Mi chiamerai marito carissimo, e non più padrone. Perché toglierò i nomi dei Baal dalla sua bocca, così che non saranno più menzionati con i loro nomi.

Che Dio meraviglioso abbiamo. Egli dice, ecco questo popolo infedele e miserabile che si ribella a Dio, che lo sfida. E Dio dice, Io li giudicherò, io li castigherò, ma anche li sedurrò. E parlerò al loro cuore con un amore così potente che non mi considereranno più come un duro padrone da cui devono fuggire. Ma mi considereranno come il loro amato marito, e parlerò ai loro cuori con tale potenza che toglierò i nomi dei Baal dalle loro bocche, e non menzioneranno mai più quei nomi. Qui vedete l’opera della grazia sovrana di Dio.

Si tratta di conversione. Questo è ciò che ti è successo un giorno quando Dio ti ha trovato nel tuo peccato e nella tua lordura. E ti ha parlato della sua Parola di misericordia e amore. E parlò con tale potenza che scopristi immediatamente, non appena parlò al tuo cuore, che tutto ciò che riguardava il tuo intimo era cambiato. E ora invece di odiare Dio, lo amavi. E quei Baal che amavi adorare e in cui amavi trovare piacere, lo stesso amore per loro fu strappato via dal tuo cuore, e non volevi più nemmeno menzionare i nomi degli dei che avevi adorato.

Ecco quanto è potente l’amore di Dio per i suoi figli. Non solo può proteggerci, non solo può fare dei problemi una porta di speranza e di trionfo, ma può anche parlare al nostro cuore del suo potente amore e trasformarci.

Ma notate nel capitolo 2, versetti 19 e 20, che dice:

19 Ti fidanzerò a me per l’eternità; sí, ti fidanzerò a me in giustizia, in equità, in benignità e in compassioni.
20 Ti fidanzerò a me in fedeltà, e tu conoscerai l’Eterno.

Allora conoscerai, come un uomo sposato conosce sua moglie, allora conoscerai il tuo vero marito.

Ti fidanzerò. Il fidanzamento nell’antico Israele implicava il pagamento di una dote da parte dello sposo per la sposa. E in questo testo, il prezzo, la dote di tale fidanzamento è rettitudine, giustizia, benignità, misericordia e verità.

Dio dice: Israele, se dobbiamo amarci l’un l’altro, e se devi essere la mia sposa, allora ci deve essere una somma da pagare per te perché non puoi pagarla da sola. Io ti chiedo, dice, proprio le stesse cose che ti darò. La dote che pagherò è ciò che chiedo.

Io vi chiedo rettitudine. Io vi chiedo giustizia e amorevole benignità. Guardate Osea 4, versetto 1. Dice:

1 Ascoltate la parola dell’Eterno, o figli d’Israele, perché l’Eterno ha una contesa con gli abitanti del paese: «Non c’è infatti né verità né misericordia né conoscenza di DIO nel paese.

Queste sono le cose che Dio ha chiesto a Israele. Ma tutto ciò che ha potuto ottenere nel versetto 2 del capitolo 4 è stato spergiuri, menzogne, uccisioni, furti, adulteri, rottura di ogni restrizione e il versamento di sangue su sangue.

E così Dio dice: Poiché non potete darmi e non volete darmi le cose che vi chiedo, le fornirò Io stesso. E il prezzo che pagherò per te è la mia stessa rettitudine e giustizia e benignità e misericordia e verità che accrediterò sul tuo conto. Ti fornirò queste cose perché tu non puoi fornirtele da solo. Dio ha pagato il prezzo per il nostro fidanzamento con lui.

Solo Dio poteva pagare un prezzo simile. Noi falliamo ogni volta in tutti questi attributi, benignità, compassione, giustizia, fedeltà. Non facciamo nessuna di queste cose in modo sufficientemente degno da poter essere accettate, e tanto meno amate dal Dio vivente.

E così Dio dice: “Pagherò il prezzo. E ti fornirò queste cose. Ho una controversia con te”. Mi sei stato infedele. Ciò che ti ho chiesto, non l’hai dato. Ma Io fornirò queste cose.

E vi salverò. Ora lasciatemi fare una domanda mentre procediamo. Perché Israele, come noi, perché Israele non fece ciò che Dio gli aveva comandato di fare? Guardate due versetti.

Capitolo 4, versetto 12.

12 Il mio popolo consulta il suo idolo di legno, e la sua bacchetta divinatoria lo informa, perché uno spirito di prostituzione li ha sviati. Uno spirito di prostituzione li ha sviati, e si sono prostituiti allontanandosi dal loro Dio.

Capitolo 5, versetto 4.

Le loro azioni non permettono loro di tornare al loro DIO, perché lo spirito di prostituzione è in mezzo a loro e non conoscono l’Eterno.

Ecco perché Israele non fece ciò che Dio aveva comandato loro di fare. Era dominata da uno spirito di prostituzione, uno spirito di prostituzione che controllava ogni cosa nella sua vita interiore. La rendeva totalmente incapace di produrre qualsiasi cosa che potesse piacere al Signore finché la sua vita fosse stata dominata da questo spirito di immoralità e da questo spirito di adulterio pattizio. Non poteva fare nulla per piacere al Signore. Ed è per questo che in tutto il libro di Osea si legge in un modo o nell’altro, in una metafora o nell’altra, che Dio provvede un nuovo spirito nelle vite del suo popolo.

Il motivo per cui è così sicuro che un giorno il suo popolo tornerà a lui con fede, amore e obbedienza è perché prenderà quello spirito di prostituzione che impedisce loro di compiacerlo e lo sostituirà con un nuovo spirito pieno di amore per lui e di devozione a lui. Che il suo popolo non sarà più dominato da uno spirito di prostituzione, ma ne sarà liberato e riceverà un nuovo cuore così che possa adorarlo in spirito e verità. Ogni volta che Dio chiedeva a Israele di fare qualcosa, sapeva che stava chiedendo loro di fare cose che non erano in grado di fare.

Ogni volta che Dio chiede a te e a me di fare qualcosa, sa che ci sta chiedendo di fare cose che in noi stessi e da noi stessi non siamo in grado di fare. Ci sono alcune offerte molto supplichevoli del Vangelo qui in questo brano, alcune delle offerte più commoventi del Vangelo. Andiamo all’undicesimo capitolo di Osea. Potete sentire il desiderio di Dio. E l’amore di Dio per il suo popolo. “Quando Israele era un fanciullo,” – ora sta ricordando il passato.

1 Quando Israele era fanciullo, io l’amai e dall’Egitto chiamai mio figlio,

Vedete ora che sta cambiando la figura retorica dalla moglie a un figlio.

Ma piú i profeti li hanno chiamati, piú si sono allontanati da loro, hanno sacrificato ai Baal, e hanno bruciato incenso, alle immagini scolpite.

Più li chiamavano, più si allontanavano da loro. Continuavano a sacrificare ai Baal e a bruciare incenso agli idoli, eppure sono io che ho insegnato a Efraim a camminare.

Io stesso insegnai ad Efraim a camminare, sostenendolo per le braccia; ma essi non compresero che io li guarivo.

Io li attiravo con corde di umana gentilezza, con legami d’amore; ero per loro come chi solleva il giogo dal loro collo, e mi piegavo per dar loro da mangiare

Versetto 8

Come potrei abbandonarti, o Efraim, o lasciarti in balia di altri, o Israele? Come potrei renderti come Admah, o ridurti come Tseboim? Il mio cuore si commuove dentro di me, le mie compassioni si infiammano tutte.

Non darò sfogo alla mia ira ardente, non distruggerò Efraim di nuovo, perché sono Dio e non un uomo, il Santo in mezzo a te, e non verrò con ira.

10 Essi seguiranno l’Eterno,

E poi nel capitolo 14, versetto 1,

1 O Israele, torna all’Eterno, il tuo DIO, perché sei caduto per la tua iniquità.

Prendete con voi delle parole e tornate all’Eterno. Ditegli: «Togli via ogni iniquità e accetta ciò che è buono, e noi ti offriremo i sacrifici delle nostre labbra.

Ora queste sono le cose che Dio sta comandando a Israele di fare con un cuore che Lo ama. Ecco un padre.

Non sa che l’ho cresciuto io? Ho provveduto a tutto ciò di cui aveva bisogno. L’ho curato quando era malato. L’ho tenuto tra le mie braccia.  Gli ho insegnato a camminare, e ora si ribella contro di me? Perché se ne va? Come posso lasciarti andare, Ephraim? In altre parole, non posso. Non lo farò. Il mio cuore si agita e freme dentro di me.

Tutto questo è linguaggio antropomorfico. Devo riaverti come mia moglie e come mio figlio. La mia misericordia non sarà frustrata.

Ma dovete tornare. E nel chiedere loro di tornare, offrendo loro la salvezza gratuita se tornano, sta chiedendo loro di fare qualcosa che non possono fare. Lo spirito di prostituzione li ha accecati e dominati a tal punto che l’ultima cosa che hanno in mente è tornare al Dio vivente.

E tuttavia Dio dice che verranno. Faranno dietro-front. Accetteranno l’offerta del vangelo perché cambierò il loro cuore.

Ricordate cosa disse Gesù? Nessuno può venire a me, se il Padre che mi ha mandato non lo attira, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.

Vedete, se non fosse per la sovranità e l’onnipotenza di Dio, nessuno di noi sarebbe mai salvato. Saremmo tutti determinati a distruggerci.

E Dio interviene proprio verso le persone che si sono degradate nella lordura e che meritano la condanna di Dio e dice: Ti sedurrò nel deserto e pronuncerò parole tenere al tuo cuore e ti fidanzerò e pagherò il prezzo che deve essere pagato per riaverti. E ti riscatterò dalla morte perché ti amo, amo te  miserabile cosa. E non ti lascerò andare.

Sei mia moglie. Non meriti di essere amata.

Ti voglio. Sei mio figlio che si è ribellato a tutte le mie espressioni d’amore nel corso della tua vita. Ti voglio indietro.

E non ti lascerò andare. Quelle erano le parole di Dio al suo popolo eletto. E  mandò suo Figlio, il Signore Gesù Cristo, a fare tutto ciò che era necessario per riportarci indietro.

Guardate come finisce il libro. È quasi un peccato predicare una volta sola sul libro di Osea. Guardate il versetto 4. Dio sa che torneranno perché ci permetterà di tornare.

E Lui dice:

4 «Io guarirò il loro traviamento, li amerò grandemente, perché la mia ira si è ritirata da loro
Sarò come la rugiada per Israele;

Io guarirò la loro apostasia. Non possono fermarla. Io la fermerò.

Io fermerò il loro peccato, la loro ribellione contro di Me. Io guarirò ciò che sono ora. Li amerò liberamente senza coercizione, senza costo, senza motivo in loro. Li amerò liberamente. Dimenticherò tutti i loro peccati e non li ricorderò più contro di loro. Ti ricordi della prostituzione di mia moglie? Non la ricorderò più contro di lei. Ti ricordi della ribellione del mio ingrato figlio Ephraim contro di Me e della sua ingratitudine? Non la ricorderò più contro di lui. Li amerò liberamente. Perché? La mia ira è stata distolta da loro.

Nella morte del Signore Gesù Cristo, l’ira di Dio si è riversata su di Lui al posto nostro. Lui ha preso su di sé ciò che noi avremmo dovuto sopportare. E Dio dice magnificamente:

5 Sarò come la rugiada per Israele. egli fiorirà come il giglio e affonderà le sue radici come i cedri del Libano.
I suoi rami si estenderanno, la sua bellezza sarà come quella dell’ulivo, la sua fragranza come quella del Libano.
Quelli che abitano alla sua ombra ritorneranno, rivivranno come il grano, fioriranno come la vite e saranno celebri come il vino del Libano.

Non è meraviglioso? È una descrizione senza pari dell’amore di Dio per noi. Egli dice: Quando li guarirò dalla loro apostasia, dando loro cuori nuovi in ​​Cristo, li amerò liberamente perché la mia ira si è allontanata da loro e sarò come rugiada per Israele. La rugiada rinfrescante che trovate al mattino. E farà fiorire Israele come il giglio. Saranno radicati come i cedri del Libano.

Perché siano belli e fecondi come l’ulivo. E poi nel versetto 8,

Efraim dirà: Che ho piú a che fare con gli idoli? Io lo esaudirò e mi prenderò cura di lui. Io sono come un verdeggiante cipresso; il tuo frutto viene da me».

dice il Signore.

Da me viene il tuo frutto. Qual è la caratteristica distintiva di un cipresso rigoglioso? È sempreverde. È eterno, per così dire.

È sempre lì. Dio dice: Io sarò lì per sempre, in ogni momento della tua vita, per prendermi cura di te. E per permetterti di produrre proprio il frutto che ti chiedo. E che maledico tanti altri per non aver prodotto nella loro vita. Guardate il capitolo precedente, 13 versetto 14.

Li riscatterò dal potere dello Sheol.

Sheol nell’Antico Testamento è un luogo di punizione terribile. Le persone hanno bisogno di essere redente da Sheol. Rimanere in Sheol significa rimanere senza speranza. Quindi non sta parlando solo di morte fisica e inferno. Sta parlando di qualsiasi tipo di morte. Io li riscatterò. Pagherò il riscatto richiesto. Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita come riscatto per molti. Io li riscatterò dal potere della morte. Li redimerò dalla morte. O morte, dov’è il tuo dardo? O Sheol, dov’è il tuo pungiglione? Che cosa significa essere redenti dal potere dello Sheol? È rinascere. È essere liberati dalle tenebre del peccato e portati nella maestà e nella gloria del Regno di Luce di Dio.

Devono ricevere un cuore nuovo. Devono essere salvati dalla morte in tutte le sue forme. Dio dice: Farò tutte queste cose per il mio popolo.

Perché se lo meritano? No. Perché li amo. E nessuno li  tratterrà.

Nemmeno loro mi tratterranno, mi impediranno di amarli. Quindi, fedele credente, la prossima volta che sarai abbastanza sciocco da dubitare della forza dell’amore di Dio per te nella tua mente, guarda Gesù appeso alla croce e di’ a te stesso: Dio mi ama così. E di’ a te stesso: Dio mi ama così tanto.

Caro non credente, hai vissuto la tua vita nell’ingratitudine verso Dio? Scegliendo piuttosto di ringraziare te stesso o gli altri idoli del tuo cuore per le cose che hai acquisito e di cui hai goduto? Dio sta mettendo una siepe attorno a te in modo che tu non possa farla franca con le conseguenze della tua incredulità? E in modo che tu non trovi più alcuna soddisfazione nello stile di vita peccaminoso di cui una volta godevi? Allora ti invito oggi stesso nel nome del Dio vivente e amorevole a pentirti dei tuoi pensieri e del tuo modo di vivere e a tornare al Dio che ti ha creato in fede, in gratitudine, in devozione, in rettitudine, in amore, in fedeltà e in lealtà. E scoprirai che tutte queste cose che Dio ha promesso di fare per il suo popolo nel libro di Osea, le ha fatte e le farà per te. Ritorna e cerca il Signore tuo Dio e Cristo tuo Re.

Vieni tremante al Signore e abbandonati alla sua bontà, alla sua misericordia e alla sua benignità. E ti salverà da tutto ciò che meriti come peccatore.

Preghiamo:

Ti ringraziamo, caro Signore, per il tuo persistente, immutabile e immeritato amore per noi. Avendoci amati per tutta l’eternità, da tutta l’eternità, sappiamo che ci amerai per tutta l’eternità. Ti ringraziamo per quell’amore perché siamo consapevoli che, come Israele, non lo meritiamo. Lo abbiamo perso. In più di un’occasione ci abbiamo causato disastri a causa della nostra testardaggine, come questa giovenca testarda di cui parla Osea. Ti ringraziamo, Signore, perché non hai lasciato a noi stessi il compito di migliorarci e di raddrizzare la nostra relazione con te. Ti ringraziamo perché hai cambiato i nostri cuori, perché hai guarito la nostra apostasia, perché ci hai amati liberamente, perché ci hai redenti dalla morte, perché hai pagato nel tuo Figlio il prezzo che avremmo dovuto pagare noi per renderci tuoi, perché ci hai sposati a te stesso e perché ci hai  dotati per il tuo Spirito con la stessa giustizia e benignità che ci richiedi.

Signore, hai distrutto così tanti perché non ti hanno conosciuto, perché non ti sono stati leali e fedeli e non sono stati misericordiosi col prossimo. Hai distrutto così tanti. E anche oggi, ci saranno persone che moriranno e che andranno all’inferno.

Chissà quanti, migliaia, perché non ti hanno conosciuto e si sono rifiutati di inchinarsi davanti alla tua Parola e hanno respinto la tua benignità. E, oh ​​Dio, sappiamo che saremmo anche noi  parte di quel dannato numero se non fosse per la tua grazia sovrana. Nel nome di Gesù. Amen


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