Ascolta l'audiolibro:

Lezione 23. Cantico dei cantici

La nostra lezione dalla Scrittura di oggi è il primo capitolo del Cantico dei Cantici. Il primo capitolo del Cantico dei Cantici. E prima di leggerlo, preghiamo e chiediamo la benedizione di Dio sulla lettura e la predicazione della Sua Parola.

Ti lodiamo, o Signore, per la Tua Parola in cui hai parlato e rivelato così chiaramente Te stesso e la Tua volontà a noi. Ti ringraziamo per entrambi i Testamenti. Ti ringraziamo per tutti i libri in entrambi i Testamenti.

Ti ringraziamo, in particolare questa mattina, per il Cantico dei Cantici. E preghiamo che il Tuo Spirito Santo ci renda capaci di cantarlo. Nei nostri matrimoni, nelle nostre vite, nella nostra relazione con Te.

Per amore di Gesù, Amen.

Alziamoci in piedi per la lettura della Parola di Dio.

Il Cantico dei Cantici che è di Salomone.

Mi baci con i baci della sua bocca! Poiché il tuo amore è migliore del vino.

Per la fragranza dei tuoi gradevoli olii profumati il tuo nome è un olio profumato versato; per questo ti amano le fanciulle.

Attirami a te! Noi ti correremo dietro. Il re mi ha portato nelle sue camere. Noi gioiremo e ci rallegreremo in te; noi ricorderemo il tuo amore piú del vino. A ragione ti amano.

Io sono nera ma bella, o figlie di Gerusalemme, come le tende di Kedar, come le cortine di Salomone.

Non guardate se son nera, perché il sole mi ha abbronzata. I figli di mia madre si sono adirati con me; mi hanno posto a guardia delle vigne, ma la mia propria vigna non l’ho custodita.

Dimmi, o tu che il mio cuore ama dove pascoli il gregge e dove lo fai riposare a mezzogiorno. Perché mai dovrei io essere come una donna velata presso le greggi dei tuoi compagni?

Se non lo sai, o la piú bella delle donne, segui le tracce del gregge e fa’ pascolare le tue caprette presso le tende dei pastori.

Amica mia, io ti assomiglio alla mia cavalla tra i carri del Faraone.

10 Le tue guance sono belle con ornamenti, e il tuo collo con collane di perle.

11 Noi faremo per te collane d’oro con borchie d’argento.

12 Mentre il re siede a mensa, il mio nardo effonde la sua fragranza.

13 Il mio diletto è per me un sacchetto di mirra; egli riposerà tutta la notte fra le mie mammelle.

14 Il mio diletto è per me un mazzo di fiori di alcanna nelle vigne di En-ghedi.

15 Ecco sei bella, amica mia, ecco sei bella! I tuoi occhi sono come quelli delle colombe.

16 Come sei bello, mio diletto, e anche amabile! Per di più il nostro letto è verdeggiante.

17 Le travi delle nostre case sono cedri e i nostri soffitti di cipresso.

Potete sedervi.

Nel primo secolo, un rabbino ebreo di nome Akiba disse questo del Cantico dei Cantici: Nessun uomo in Israele ha mai contestato che il Cantico dei Cantici sia sacro, perché nel mondo intero non c’è nulla che possa eguagliare il giorno in cui il Cantico dei Cantici fu dato a Israele. Tutti gli scritti sacri sono sacri, ma il Cantico dei Cantici è il più santo.

È un bel riconoscimento, non credete? Sapete che Bernardo di Chiaravalle, predicò 86 sermoni dal Libro dei Cantici e non andò oltre il secondo capitolo. Quindi non vi lamentate, 86 sermoni e non andò oltre il secondo capitolo.

Una recente bibliografia  sul Cantico dei Cantici conteneva 1.000 titoli. 1000 Esposizioni di questi 117 versetti. Quindi vedete che è un bel libro.

Il titolo del libro si trova nel primo versetto. È chiamato Cantico dei Cantici. Scritto da Salomone. Scritto su Salomone. Scritto per Salomone.

E quando leggiamo quel titolo, il Cantico dei Cantici, che è di Salomone, vediamo tre cose. Vediamo che questo libro è un canto che deve essere cantato e deve essere interpretato come un canto o come una poesia estesa. Vediamo, e ci torneremo sopra, che l’autore e il soggetto del libro è il re Salomone.

E vediamo che è il … Cantico dei Cantici. Questo era il modo ebraico di esprimere il superlativo. Per esempio, Gesù è il Re dei Re. Ciò significa che è il migliore e il più supremo dei re. In fondo alla sala chiamata tabernacolo ce n’è un’altra chiamata il Santo dei Santi. Quella è la più santa di tutte le sale.

Quindi il Cantico dei Cantici è il migliore e il più grande di tutti i canti. È il più grande canto mai scritto sull’amore. Nessun altro canto è paragonabile ad esso.

E tuttavia, come lo interpretiamo nel contesto dell’intera Bibbia, questo canto incomparabile può essere cantato solo da coloro che conoscono l’amore degli amori: Il Re dei Re. Lo sposo di tutti gli sposi. Il pastore di tutti i pastori. L’amante di tutti gli amanti. Il più saggio di tutti i saggi. La persona più misericordiosa che sia mai vissuta. L’incomparabile Signore Gesù Cristo. E alla fine vedremo che questo libro, come tutti gli altri libri della Bibbia, parla di lui.

Ora parliamo un attimo dell’autore, il re Salomone. Ora ricordate che questo è un libro sull’amore, sul vero amore e sul matrimonio. Salomone aveva 700 mogli e 300 concubine.

Se c’era uno che era un pessimo modello per l’amore e il matrimonio, questi era proprio Salomone. Come ha potuto uno con 1.000 mogli di svariati tipi scrivere un libro così bello e così sacro sull’amore coniugale? Bene, la Bibbia dice che lui scrisse il libro. E sembrerebbe che abbia scritto questo libro e il libro dell’Ecclesiaste dopo che aveva capito quanto sciocco era stato; dopo che si era pentito della sua apostasia ed essere stato ristabilito nella giusta relazione con Dio. Ricordate, dopo tutto, ciò che Nehemia disse nel suo libro al capitolo 13. Egli disse: “Non peccò forse Salomone, re d’Israele, per queste cose? Eppure fra tante nazioni, non ci fu re simile a lui; era amato dal suo DIO”. E Dio lo fece re su Israele. Tuttavia le donne straniere fecero peccare anche lui. Quindi Nehemia qui parla di Salomone in modo tale da portarci a credere che nonostante tutti i suoi fallimenti Salomone era un figlio di Dio che quindi, poiché era un figlio di Dio, tornò al Signore prima della sua morte. E quando si fa questa ipotesi si vedono diverse osservazioni autobiografiche nei Salmi di Salomone, in Ecclesiaste e Proverbi.

Ma che Dio abbia usato un uomo come Salomone per scrivere questo grande libro, dopotutto, non dovrebbe sorprenderci. Chi era l’uomo che Dio ha usato per mostrarci il suo cuore nella maggior parte dei salmi? Quel grande adultero e assassino che fu Davide. Chi ha scritto la maggior parte dei libri del Nuovo Testamento? Quel grande persecutore della chiesa che fu l’apostolo Paolo.

Dio cambiò la vita di questi uomini e loro lo servirono dopo il loro pentimento e la loro restaurazione. Quindi non dovrebbe sorprenderci affatto che Salomone sia stato usato da Dio per scrivere il più grande canto che sia mai stato scritto sull’amore dopo che si era pentito e Dio lo aveva restaurato. E faccio questo punto semplicemente per ricordarvi che la parola di Dio è per i peccatori. È per le persone che non hanno una buona reputazione. È stata scritta da peccatori.  In questo le persone che hanno scritto la Bibbia erano come te e me. Erano peccatori salvati dalla grazia. E se Dio può far cambiare Salomone e permettergli di scrivere una poesia d’amore come il Cantico dei Cantici, allora Dio può prendere ognuno di noi, per quanto oscuro sia stato il nostro passato, per quanto miserabile sia stato il nostro matrimonio, qualunque cosa abbiamo fatto nella nostra vita, e farci cantare questo cantico alla lode e alla gloria del suo nome. Quindi, mentre guardiamo al Cantico dei Cantici, la mia preghiera per noi oggi è che voi ed io, con le nostre mogli e i nostri mariti, impariamo a cantarlo.

E se sei single, la mia preghiera per te è che un giorno Dio ti dia un uomo o una donna per cantare questo cantico con te. Ora, come dobbiamo interpretarlo? Nessun libro della Bibbia è stato così maltrattato da predicatori e commentatori ben intenzionati come il libro del Cantico dei Cantici, salvo forse il libro dell’Apocalisse. Lasciate che vi dica molto rapidamente alcuni dei modi in cui le persone hanno cercato di interpretare il libro e sono cadute battendo la faccia nel corso dei secoli.

Alcuni commentatori recenti hanno visto il Cantico dei Cantici come un dramma o un’opera teatrale o un musical che doveva essere eseguito sul palcoscenico. Un’opera teatrale che includeva due o tre persone. Un’opera teatrale che includeva Salomone e la Shulammita o un’opera teatrale che coinvolgeva un triangolo amoroso tra la Shulammita, un pastore e il re Salomone.

In effetti, un uomo ha effettivamente pubblicato il Cantico dei Cantici come un’opera teatrale completa di assegnazioni vocali e di una partitura completa per l’intero dramma. Ma interpretare il libro del Cantico dei Cantici come un dramma o un’opera teatrale presenta molti problemi insormontabili. Ad esempio, non c’è trama.

In secondo luogo, non c’è sviluppo dei personaggi. Terzo, i drammi musicali non erano così popolari nell’antico Israele. Non avevano visto Les Miserables.

Inoltre, se messo in scena, il Cantico dei Cantici sarebbe una scena d’amore appassionata dopo l’altra. Bene, altri hanno cercato di interpretarlo come un’allegoria. In effetti, la maggior parte dei commentari nel corso dei secoli ha visto il Cantico dei Cantici come un’allegoria.

Questa è una metafora estesa che dice una cosa ma in realtà ne significa un’altra. Molto simile al “Progresso del pellegrino”di John Bunyan. In un’allegoria, l’ovvio significato letterale viene ignorato e sostituito con un altro significato sottostante più spirituale.

E la ragione per cui questa è stata la visione principale nei secoli è in gran parte dovuta all’influenza del neoplatonismo. Ora, cos’è il neoplatonismo? Il neoplatonismo è una filosofia greca che afferma che il fisico, il terreno è sporco. Questa è un’esagerazione, ma ciononostante voglio che capiate il punto.

Il fisico e il materiale sono vili, umili e sporchi e l’unica cosa che conta è il celeste e lo spirituale. E così ho dei commentari in cui si dice che questo libro non deve essere preso alla lettera riguardo alla relazione d’amore tra un uomo e sua moglie perché una cosa del genere sarebbe troppo degradante per la parola di Dio. E così c’è questo atteggiamento di imbarazzo riguardo alla descrizione sessuale esplicita che si trova nel Cantico dei Cantici, in un libro eccelso e sacro come la Bibbia. Ma quando si guardano questi commenti che suppongono un’interpretazione allegorica, i problemi sono molti. Ad esempio, non c’è alcun limite all’immaginazione del commentatore.

Ciò significa che quando si cerca sempre di trovare un significato nascosto dietro le parole letterali, l’interpretazione che il commentatore fornisce di solito ci dice di più sulla sua immaginazione che sull’intenzione dell’autore del libro. E si capisce anche che non c’è unità o accordo su come i dettagli allegorici debbano essere interpretati. Ci sono tutti questi commenti che interpretano il Cantico dei Cantici in qualche modo allegorico e nessuno di essi concorda.

In effetti ho un famoso commentario del XVII secolo sul Cantico dei Cantici e l’autore dedica più di 60 pagine all’inizio. E ho letto tutte queste 60 pagine e mi sono fermato lì. Costui ha dedicato le prime 60 pagine a darci decine e decine e voglio dire  un centinaio di regole da ricordare per interpretare correttamente le allegorie del libro.

E se si dimentica una qualsiasi di queste 87 regole, si fraintenderà il libro. Bene, lasciate che vi dia qualche esempio delle differenze di interpretazione e di immaginazione scatenata in queste interpretazioni allegoriche del Cantico dei Cantici. Andate al primo capitolo, 13° versetto.

Il mio diletto è per me un sacchetto di mirra; egli riposerà tutta la notte fra le mie mammelle.

C’è un commentatore ebreo che dice che i seni di questa donna simboleggiano i due cherubini su ogni lato dell’Arca dell’Alleanza e il sacchetto di mirra è la gloria della Shekinah, la colonna di fuoco tra i cherubini. C’è una visione cristiana, comune cristiana, che dice che i suoi seni rappresentano l’Antico Testamento, il Nuovo Testamento e il sacchetto di mirra è Cristo in piedi tra i due.

Guardate il secondo capitolo, ora mi piace particolarmente questo. Il settimo capitolo, verso 2:

Il tuo ombelico è una coppa rotonda, ove non manca mai vino aromatico. Il tuo ventre è un mucchio di grano, circondato di gigli.

C’è una buona interpretazione anglicana e cattolica che dice che questo è il calice del vino della comunione. C’è un’altra visione che dice che questo è la fonte battesimale e poi c’è un’interpretazione protestante che suona spirituale ma priva di senso che dice, cito, questo è il calice da cui la chiesa rianima gli assetati con la sua bevanda rinfrescante.

Guardate il capitolo 4, versetto 7. Eccone un altro.

Tu sei tutta bella, amica mia, e non c’è in te alcun difetto.

Alcun difetto, o non c’è macchia in te. Volete indovinare cosa esibisce? L’immacolata concezione della Vergine Maria.

Guardate il capitolo 3, versetto 9. Parla della portantina di Salomone fatta di legno del Libano.

Sapete cos’è per loro? È la croce del Calvario.

Il versetto 10 parla della montatura d’argento su cui poggiano queste travi. Cosa rappresenta l’argento? I trenta denari d’argento.

E quindi vedete, se si parte dal presupposto che sia un’allegoria, si può praticamente far dire al Cantico dei Cantici qualsiasi cosa si voglia. Bene, ci sono altre persone che hanno reagito a questa interpretazione e più di recente lo vedono come una raccolta di canti d’amore. Infatti, è così che lo stesso Calvino lo ha interpretato sebbene non abbia mai scritto un commento al riguardo.

C’è una storia interessante su un uomo, un certo Castellano di Ligneres, credo si chiami così, che andò a Ginevra per studiare con Calvino, ma se ne andò indispettito lamentandosi perché Calvino aveva compreso il libro del Cantico dei Cantici letteralmente come una canzone d’amore tra un uomo e sua moglie. E questo era troppo imbarazzante per lui, così disse addio a Calvino. Bene, questa è più una visione contemporanea, e cioè che si tratta di una raccolta di canzoni d’amore che celebrano il romanticismo senza alcun riferimento di alcun tipo a Cristo, né allegoricamente, né parabolicamente, né tipologicamente.

Così, sarebbe  semplicemente un elogio del romanticismo. Tuttavia, quando il libro viene interpretato esclusivamente in questo modo, senza lasciare posto a Cristo, questo metodo interpretativo nega la forza di ciò che Gesù stesso ha detto. In Luca 24, versetto 44, ha detto:

«Queste sono le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: che si dovevano adempiere tutte le cose scritte a mio riguardo nella legge di Mosé, nei profeti e nei salmi», cioè l’intero Antico Testamento, incluso il Cantico dei Cantici, devono essere adempiute.

Nega la forza di ciò che ha detto in Giovanni 5: 39.

Voi investigate le Scritture perché pensate di avere in esse la vita eterna, ed esse sono quelle che rendono testimonianza di me.

Quindi, qualunque altra cosa diciamo del Cantico dei Cantici, dobbiamo ammettervi questo elemento cristocentrico, la forza delle parole di Gesù che dice: il Cantico dei Cantici, così come tutti gli altri libri della Bibbia, in un certo senso riguarda me.

Quindi, come dobbiamo interpretare il Cantico dei Cantici in modo da fare due cose? Uno, in modo da prendere sul serio ciò che viene effettivamente detto e ciò che viene effettivamente rappresentato senza imporre le nostre idee preconcette su di esso. E, due, interpretarlo in modo tale da fare ciò che Gesù ha detto di fare e cioè vedere Lui in questo libro. Ecco quindi come lo interpreteremo oggi.

Due cose da ricordare. Innanzitutto, il Cantico dei Cantici è una raccolta di poesie d’amore che trattano di una singola storia d’amore in un contesto rustico. Re Salomone incontrò e si innamorò di una bella ragazza di campagna.

E attraverso questa storia d’amore, il Cantico dei Cantici celebra la bellezza dell’amore coniugale e romantico (credo di poter dire che il dr. Morecraft per romantico intenda “sensuale” e talvolta userò questa parola. n.d.t.). La gioia, la meraviglia, la purezza, la nobiltà dell’amore coniugale e romantico. Quindi è una raccolta di canti d’amore che lodano l’amore umano.

In secondo luogo, ogni volta che celebrate la purezza dell’amore umano, se siete cristiani, vi ricorderà quell’amore che è puro. E così il Cantico dei Cantici ritrae come con una parabola, l’amore tra lo sposo, Gesù Cristo, e la sua sposa, la Chiesa.

Dopo tutto, abbiamo il Nuovo Testamento. Sappiamo che Dio ha stabilito un’analogia, una somiglianza, tra la relazione di Cristo e la Chiesa da una parte, e la relazione di un marito e una moglie nel matrimonio dall’altra. L’una è l’analogia o la somiglianza dell’altra. Ora, questa non è un’allegoria.

In un’allegoria, si cerca di trovare significati nascosti sotto tutti i dettagli. In una parabola, in una parabola di Gesù, di solito c’è un punto principale che si legge, e i dettagli sono di solito lì come sfondo. Ora dobbiamo anche parlare di alcune delle caratteristiche del Cantico dei Cantici prima di arrivare a interpretarlo.

In tutta la nostra serie sulla Bibbia finora, nella nostra serie di sermoni, abbiamo cercato di aiutarvi a capire come interpretare i vari libri e i vari tipi di letteratura nella Bibbia in modo che possiate leggerli da soli in modo proficuo. Bene, ora questo sarà importante, particolarmente importante, mentre leggiamo il libro del Cantico dei Cantici. Potreste volerlo scrivere a margine.

Ci sono alcuni punti che vorrei sottolineare che potrebbero aiutarvi a comprendere questa poesia ebraica. Innanzitutto, è poesia. Il libro di Salomone non è prosa, il Cantico dei Cantici è poesia.

Nessuna generazione conosce i dettagli tecnici della creazione di Dio tanto quanto la generazione attuale. Ma questa generazione non sa nemmeno da dove provenga questa creazione. Non comprende la realtà di un mondo creato divinamente. Non comprende la realtà dell’uomo come portatore dell’immagine di Dio. Ed è per questo che nella nostra cultura abbiamo tanta confusione e tanti problemi quando si tratta di sesso. Ed è così che la Bibbia sceglie la poesia.

Questa è la ragione. Non prosa, ma poesia. Per insegnarci questo sacro argomento, dice G.I. Williamson, perché il vero amore, il sesso e il matrimonio sono più poesia che prosa. Sono più simili a una sinfonia che a una fabbrica. Una fabbrica è una linea di produzione. Una sinfonia è qualcosa di completamente diverso.

E sapete, in qualche modo penso che tutti noi accogliamo con favore questo fatto perché nel profondo dei nostri cuori siamo l’immagine di Dio e Dio è il più grande artista e il più grande poeta e vuole che impariamo a pensare all’amore, al sesso e al matrimonio nel contesto di qualcosa di bello e poetico. È poesia. In secondo luogo, è un tipo particolare di poesia, è  Golden poetry.

Ecco una frase che CS Lewis ha usato per descrivere una poesia che è come il Cantico dei Cantici. La Golden Poetry, poesia che caratterizza il periodo pre-Elisabettiano, è una poesia ricca di immagini, metafore ed emozioni e invita a una risposta sensoriale ed emotiva. Vale a dire, coinvolge tutti i vostri sensi mentre la leggete.

Quando leggete il Cantico dei Cantici, ci sono profumi fragranti in ogni pagina. Ci sono baci che formicolano. Ci sono fiori bellissimi in ogni pagina che eccitano tutti i vostri sensi. E di solito nella Golden Poetry, l’argomento riguarda due amanti idealmente ardenti in un paesaggio pastorale idealmente rustico.

Il che ci porta alla terza cosa da ricordare. Questa è poesia pastorale. La sua ambientazione è rurale.

L’ambientazione mostra un pastore, i suoi greggi di pecore, le sue mandrie, le montagne, i fiori, gli alberi intorno a lui. E ogni volta che leggete di questi amanti in questo Cantico dei Cantici che si lodano a vicenda, lo fa sempre in termini appropriati a questa ambientazione rustica. Cioè, termini che le persone che vivrebbero in un ambiente rurale comprenderebbero.

Alberi, fiori, cavalli e simili. Lasciate che vi mostri una frase nel primo capitolo.  Capitolo uno, versetto nove.

Dove c’è lo sposo che parla e dice:

Amica mia, io ti assomiglio alla mia cavalla tra i carri del Faraone.

Ora, se non vivessi in un ambiente rurale di quei giorni, intendo dire, non saresti molto contenta del complimento di tuo marito: Mi ricordi un cavallo, tesoro. Mi ricordi una cavalla che tirava i carri di Faraone.

Bene, capisci che in questa immagine la corrispondenza e la somiglianza, e dovrai ricordartelo per tutta la poesia, non si basa sulla somiglianza o sulla corrispondenza di tratti fisici. C’è qualcosa nei tratti fisici di un cavallo che mi ricorda te, mio ​​amato. No, quando queste persone scrivevano le loro poesie, il problema non era fisico.

La corrispondenza non era di tratti fisici. La corrispondenza era di valore e desiderabilità. Valore e desiderabilità.

Ora, ricordatelo perché più avanti, il protagonista dirà:

Tesoro, sai la cosa più bella che hai? Un naso come la Torre del Libano. Beh, qui non c’è alcuna somiglianza fisica.

Il punto è che questo è qualcosa di prezioso e desiderabile. Ecco cosa rappresentano tutti questi simboli. Una cavalla sui magnifici carri del Faraone sarebbe uno standard riconosciuto di eccellenza per tutte le altre cavalle.

Lui sta dicendo che sei superiore a tutte le altre donne. E proprio come una cavalla sui carri del Faraone sarebbe di enorme valore e molto desiderabile, così lo sei tu per me. Quindi, anche questa è poesia romantica.

L’amore in queste poesie è romantico e altamente raffinato. Non è animalesco. È molto lontano dalla lussuria e da qualsiasi visione del sesso come mera soddisfazione dell’appetito fisico. E l’amore che viene qui rappresentato è un amore idealizzato. Cioè, l’amore del Cantico dei Cantici è considerato l’ideale. Ed è tenuto in grande considerazione.

Ammira la nobiltà in una persona. Evoca in una persona tratti come gentilezza, umiltà, modestia, grande stima per l’altra persona, lealtà e amore. In altre parole, una cosa che vedrete leggendo il Libro di Salomone, il Cantico dei Cantici, è che l’amore romantico è una cosa buona in sé e per sé.

Sapete, non c’è una parola sulla procreazione in questo libro. Non dice nulla sul fatto che la sessualità coniugale sia buona perché è così che si propaga la razza cristiana. Non c’è niente sull’avere figli.

Ora, qui, l’amore coniugale è visto come un dono di Dio in sé e per sé. E quell’amore romantico è una cosa buona e un dono di Dio. Riguarda l’amore nel matrimonio.

L’amore romantico, e questo non dovete dimenticarlo, l’amore romantico celebrato in questa poesia avviene nel contesto del matrimonio. È specificamente una celebrazione dell’amore coniugale sensuale. Un commentatore di nome Reichen ha detto questo, man mano che l’amore si approfondisce, è diretto verso il matrimonio.

E la consumazione fisica dell’amore è descritta come avvenuta dopo una cerimonia nuziale. Amo ciò che ha detto CS Lewis in Mere Christianity, credo in italiano sia Il cristianesimo così com’è. Cito: “Il cristianesimo ha glorificato il matrimonio più di qualsiasi altra religione e quasi tutta la più grande poesia d’amore del mondo è stata prodotta da cristiani”.

Cristiani, potrei dire, che capiscono la relazione tra amore sensuele e matrimonio. Quindi tutto questo romanticismo è nel contesto del matrimonio. Ora lasciatemi dire questa cosa successiva molto attentamente e voglio che ascoltiate.

Questa poesia è erotica. Questa poesia è erotica.

È calato improvvisamente il silenzio.

Ora, quello che intendo per erotico è che ha a che fare con l’amore sessuale. Quando leggerete il Cantico dei Cantici, ne leggeremo la maggior parte questa mattina, ma vi prometto che non commenterò molto, lasciate fare alla vostra immaginazione.

Ma quando voi, se leggerete il libro di Salomone e leggete qualcosa che pensate possa avere un doppio senso o una sfumatura sessuale, avete ragione. Infatti, ci sono molte più sfumature sessuali nel Cantico dei Cantici di quante gli occidentali possano mai cogliere. A causa delle immagini.

Quindi, capite che questo ha a che fare con l’amore sessuale. E come ha detto Ryken, l’amore è erotico nel senso che esiste tra un uomo e una donna e ha una forte dimensione fisica. L’implicazione del poema è che l’attrazione fisica reciproca dei sessi è ordinata da Dio.

E quel sesso è destinato a svolgere un ruolo buono e normale entro i suoi confini ordinati da Dio. Quindi è erotico nel senso che ha a che fare con l’amore sessuale. E l’autore scrive questa poesia in modo da evitare due insidie.

Non permette all’amore di evaporare in qualche noiosa astrazione intellettuale. E gli impedisce di evaporare in quel modo sottolineando che l’attrazione fisica è un ingrediente principale di un buon romanticismo. Anche se alcuni di questi commenti potrebbero sorprendervi e togliervi il fiato, l’autore evita la pornografia ritraendo l’amore sessuale attraverso l’uso del simbolismo.

Il risultato è che abbiamo una forte impressione dell’attrazione sessuale degli amanti e del valore del loro amore fisico senza che ci venga chiesto di immaginare i dettagli fisici della loro relazione reciproca. È un inno sacro capolavoro. Ora diamo un’occhiata.

La celebrazione dell’amore sensuale coniugale nel Cantico dei Cantici. I primi sette versetti sono l’introduzione. Ci introducono all’ambientazione, ai personaggi principali e allo stile.

Il Cantico dei Cantici che è di Salomone.

Mi baci con i baci della sua bocca! Poiché il tuo amore è migliore del vino.

Per la fragranza dei tuoi gradevoli olii profumati il tuo nome è un olio profumato versato; per questo ti amano le fanciulle.

Attirami a te! Noi ti correremo dietro. Il re mi ha portato nelle sue camere.

Prima di procedere, una delle difficoltà del Cantico dei Cantici è che la sposa dice alcune cose, lo sposo dice alcune cose, e nel mezzo c’è un ritornello che dice alcune cose. E quindi non è sempre facile stabilire chi sta parlando. Di solito si può scoprire chi è la sposa quando la sposa sta parlando perché parla di lui e di lui.

Di solito si può scoprire quando sta parlando lo sposo perché parla di lei e di lei. E così proprio ora nei versetti dal due al sette abbiamo la sposa che parla.

Noi gioiremo e ci rallegreremo in te; noi ricorderemo il tuo amore piú del vino. A ragione ti amano.

Io sono nera ma bella, o figlie di Gerusalemme, come le tende di Kedar, come le cortine di Salomone.

Non guardate se son nera, perché il sole mi ha abbronzata. I figli di mia madre si sono adirati con me; mi hanno posto a guardia delle vigne, ma la mia propria vigna non l’ho custodita.

Dimmi, o tu che il mio cuore ama dove pascoli il gregge e dove lo fai riposare a mezzogiorno. Perché mai dovrei io essere come una donna velata presso le greggi dei tuoi compagni?

Quindi eccola in questi primi versetti, vedi che ha questo grande desiderio per il suo diletto.

Descrive il proprio aspetto rustico. Dice che è nera: Sono scottata dal sole, ho trascorso così tanto tempo a lavorare nella vigna della mia famiglia che non ho avuto tempo di prendermi cura della mia vigna. Il che significa che non ho avuto tempo di prendermi cura del mio aspetto fisico.

Ora voglio che notiate una cosa in modo che possiate vedere attraverso il libro del Cantico dei Cantici, prima di tutto la brillantezza di questo autore che è lo Spirito Santo. Dice nel capitolo uno, versetto sei, che ho trascorso così tanto tempo, sono scura, sono nera, sono abbronzata, ho trascorso così tanto tempo a prendermi cura della vigna della mia famiglia, non mi sono presa cura della mia vigna. Quello è il mio corpo.

Ora guardate il capitolo quattro, versetto dodici.

Un giardino, questo è lo sposo che parla.

La mia sorella, la mia sposa è un giardino chiuso, una sorgente chiusa, una fonte sigillata.

Versetti quindici e sedici.

Tu sei una fonte di giardini, un pozzo di acque vive, ruscelli che scaturiscono dal Libano.

Lèvati, aquilone, e vieni, austro, soffia sul mio giardino, e i suoi aromi si effondano! Entri il mio diletto nel suo giardino e ne mangi i frutti squisiti!

Pensate che ci siano sfumature sessuali lì? Ci sono, ma il punto è che lei ha detto: Non mi sono presa cura del mio giardino, del mio giardino, vedete, nel capitolo uno. Il mio corpo fisico. Ma poi lei si innamorò, e ora il suo giardino, la sua vigna divenne il suo di lui giardino. Perché lui potesse goderselo.

E tutto cambia. E poi nei versetti otto fino al capitolo due, versetto sette, vediamo un dialogo tra amanti. Esprimono il loro amore reciproco.

Si lodano a vicenda in termini appropriati all’ambiente rustico. Ascoltiamo prima di tutto lo sposo nei versetti dall’ottavo al decimo.

Se non lo sai, o la piú bella delle donne, segui le tracce del gregge e fa’ pascolare le tue caprette presso le tende dei pastori.

Amica mia, io ti assomiglio alla mia cavalla tra i carri del Faraone.

Le tue guance sono belle con ornamenti, e il tuo collo con collane di perle.

E poi un coro canta. E questo coro che esce di continuo è per accrescere l’attesa, per evocare lodi, per riempire lo sfondo.

Noi faremo per te ornamenti d’oro con dei punti d’argento.

E poi la sposa risponde nei versetti dal dodici al quattordici.

Mentre il re siede a mensa, il mio nardo effonde la sua fragranza.

Il mio diletto è per me un sacchetto di mirra; egli riposerà tutta la notte fra le mie mammelle.

Il mio diletto è per me un mazzo di fiori di alcanna nelle vigne di En-ghedi.

E poi lo sposo le risponde.

Quanto sei bella, mia cara, quanto sei bella. I tuoi occhi sono come colombe.

E poi la sposa risponde nel versetto sedici fino al capitolo due, versetto uno.

Come sei bello, mio diletto, e anche amabile! Per di più il nostro letto è verdeggiante.

Le travi delle nostre case sono cedri e i nostri soffitti di cipresso.

Io sono la rosa di Sharom il giglio, delle valli.

E poi lo sposo risponde.

Come un giglio tra le spine, così è la mia amata tra le fanciulle.

E poi la sposa, nei versetti dal terzo al settimo. E questo diventa sensuale, ma bello. E c’è di più in questi versetti di quanto non sembri.

Come un melo fra gli alberi del bosco, cosí è il mio diletto fra i giovani. Ho grandemente desiderato di stare alla sua ombra e là mi sono seduta, e il suo frutto era dolce al mio palato.

Mi ha condotto nella casa del banchetto, e il suo vessillo su di me è amore.

Sostenetemi con focacce d’uva, ristoratemi con pomi, perché io sono malata d’amore.

La sua sinistra è sotto il mio capo e la sua destra mi abbraccia.

Io vi scongiuro, o figlie di Gerusalemme, per le gazzelle e per le cerve dei campi, non destate e non svegliate l’amore mio, (mio è in corsivo perché non dovrebbe esserci) finché così le piace.

La ragione per cui la New American Standard Version ha “lei”,  quel “le” in italiano è perché l’amore è femminile. Che non susciterai o sveglierai l’amore finché non le piacerà. E la sposa continua, fino al versetto 14.

Ecco la voce del mio diletto! Ecco, egli viene saltando sui monti, balzando sui colli.

Il mio diletto è simile a una gazzella o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro al nostro muro, guarda dalle finestre, lancia occhiate attraverso l’inferriata.

Il mio dilettomi ha parlato e mi ha detto, (e ora cita lo sposo): «Alzati, amica mia, mia bella, e vieni!

Poiché, ecco, l’inverno è passato, la pioggia è cessata, se n’è andata.

I fiori appaiono sulla terra, il tempo del cantare è giunto, e nel nostro paese si ode la voce della tortora.

Il fico mette fuori i suoi fichi acerbi, e le viti in fiore diffondono una soave fragranza. Alzati, amica mia, mia bella, e vieni.

E poi parla lo sposo

O mia colomba, che stai nelle fenditure delle rocce, nei nascondigli dei dirupi, fammi vedere la tua forma, fammi udire la tua voce, perché la tua voce è piacevole, e la tua forma è incantevole.

E poi la sposa, nei versetti dal 15 al 17.

Prendete le volpi, le piccole volpi che danneggiano le vigne, perché le nostre vigne sono in fiore.

Il mio diletto è mio, e io sono sua; egli pascola il gregge fra i gigli,

Prima che spiri la brezza del giorno e le ombre fuggano, ritorna, o mio diletto, e sii come una gazzella o un cerbiatto sui monti di Bethar (La CEI correttamente traduce “monti degli aromi” insomma lì dove c’è quel sacchettino di profumi 1:13 n.d.t.).

Quindi quali sono le osservazioni, alcune delle osservazioni che dovremmo fare in questa sezione? Bene, prima di tutto, una ragazza di campagna si innamora di un grande re. In secondo luogo, la più grande bellezza del re è la bellezza del suo carattere. È vero che desiderava ardentemente gli abbracci di Salomone ed era fisicamente attratta da lui, ma era particolarmente attratta dal suo carattere.

Vedete cosa ha detto nella sua descrizione di lui nel terzo versetto? I tuoi oli hanno una fragranza gradevole, il tuo nome è come olio purificato. Ricordate che la parola nome è una parola molto importante nella cultura ebraica. Non significa che il tuo nome è Salomone, mi piace solo ripeterlo più e più volte, ma il tuo nome, la parola nome significava la rivelazione del carattere.

Non è solo la tua attrattiva fisica ad attrarmi, ma il tuo carattere, la rivelazione di chi sei nel profondo. Questo è importante per questa donna quanto i baci di Salomone, che lui fosse un uomo non solo di attrattiva fisica, ma che fosse un uomo con un buon carattere. Inoltre, apprendiamo da questa donna che rispettava il ruolo di maschio e femmina dato da Dio.

In tutto questo brano vediamo diverse espressioni che indicano che lei vuole che quest’uomo prenda l’iniziativa e sia il suo leader e anche il suo amante. Guardate nel capitolo 2 versetto 4, vediamo la frase, mi ha portato nella sua sala dei banchetti e il suo vessillo su di me è amore. È lo stendardo che un re innalza sulla sua terra o sul suo territorio conquistato.

E lei dice che il suo vessillo su di me, il suo potere di comandarmi, il suo potere di avere la supremazia su di me è amore. Quando un uomo ama una donna e lei ama lui, lui può guidarla, lei onora la sua supremazia. E il suo amore non è esclusivamente un desiderio sessuale, è orientato verso il suo carattere, e quindi è contenta che il suo vessillo sia su di lei.

Rispetta il ruolo dato da Dio di maschio e femmina.

Ha però un problema. Non sa come questa ragazza di campagna possa mai sperare di essere amata da un uomo che è stato cercato da così tante donne.

Ma il fatto è che Salomone l’aveva già notata prima che lei notasse che lui l’aveva notata. E la notò proprio perché lei era al di sopra di tutte le altre. Per me, mia cara, sei come la mia cavalla tra i carri del Faraone.

Hai un grande valore e una grande desiderabilità. E nota, in quinto luogo, che lei è assolutamente certa di volere quest’uomo come marito. Per tutto il brano, parla a se stessa con un linguaggio forte del suo desiderio per la più intima delle relazioni con lui.

E lei dice, sono malata d’amore per lui. Non sono malata d’amore, ma sono malata d’amore. Voglio dire, lo amo e basta.

Non sopporto di non stare con lui. E poi una cosa molto importante da tenere a mente è che questa donna non vuole anticipare la benedizione di un’unione sessuale completa con quest’uomo, il suo diletto, prima del momento dell’approvazione di Dio. Lasciate che lo ripeta.

Vediamo tre volte nel Cantico dei Cantici che per quanto questa donna desiderasse il suo amato, non voleva anticipare la benedizione della completa unione sessuale con quest’uomo prima del momento dell’approvazione di Dio. Guardate il capitolo 2, versetto 7. Sta parlando e dice:

Vi scongiuro, o figlie di Gerusalemme, per le gazzelle o per le cerve dei campi, non suscitate o svegliate l’amore finché non gli piace, (finché non è approvato).

In altre parole, sta dicendo di non cercare di attizzare i fuochi della passione sessuale finché Dio stesso non dà la sua approvazione nel matrimonio.

Figlie di Gerusalemme, vi ordino, non fate nulla per tentarmi o per rovinare il progresso dell’amore ordinato da Dio. Aspettate il momento giusto, ordinato da lui, per donarvi completamente a colui che amate, e questo è nel matrimonio. Non avete diritto all’amore totale di un’altra persona finché Dio non lo approverà.

E Dio lo approva nei vincoli del matrimonio.

Poi, a partire dal capitolo 2, versetto 8, fino al capitolo 5, versetto 1, abbiamo un canto nuziale. Guardate il capitolo 2, versetto 8, c’è una piccola iperbole.

Non va preso alla lettera, anche se si può capire cosa sta succedendo qui.

Ascolta la voce del mio ​​amato, ecco, sta arrivando, salendo sui monti, saltando sulle colline. No, non lo sta facendo davvero.

Ma vedete, questo tizio è ansioso di arrivare lì con lei. E così lei descrive l’esperienza emotiva del suo diletto. Lui non vede l’ora, sta facendo di tutto per arrivare da lei.

E poi quando arriva da lei, è solo un po’ timido. Versetto 9,

Il mio amato è come una gazzella o un giovane cervo. Ecco, sta dietro il nostro muro, sta guardando attraverso le finestre, sta sbirciando attraverso la grata.

Forse un po’ di timidezza lì. Poi nei versetti dal 10 al 14, che è una bella sezione, lui è venuto e le ha chiesto di andare a fare una passeggiata con lui, in questo pomeriggio di primavera. Le sta dicendo che desidera ardentemente stare da solo con lei.

E sposato con lei. Per dimostrarle quanto la ama. Questo invito a fare una passeggiata è un invito a fare l’amore.

E così in 2:15 vediamo queste parole. Dice, prendeteci le volpi, le piccole volpi che rovinano le nostre vigne, perché le nostre vigne hanno uve tenere. Il punto è che nel corteggiamento, gli amanti devono imparare ad affrontare e risolvere insieme i problemi della vita, alla maniera di Dio.

Ma se non sapete come gestire le piccole volpi, cosa diavolo farete quando arriveranno quelle grandi? Poi nel versetto 16, dice di sentirsi completamente sicura nell’amore del suo diletto. Il mio amato è mio e io sono sua. Lui pasce il suo gregge tra i gigli.

Ora non voglio che vi perdiate nulla di questa grande poesia. Riguardate il capitolo 2, versetto 1 e 2. Io sono la rosa di Sharon, il giglio delle valli, come un giglio tra le spine, così è la mia amata tra le fanciulle. Ora alla luce di ciò, tornate al versetto 16.

Il mio amato è mio e io sono sua, lui pasce il suo gregge tra i gigli. Sta parlando di sé stessa. Ci sono delle sfumature lì.

Guardate il versetto 17. Lei desidera ardentemente e supplica che arrivi il giorno delle nozze. Finché non giunga il fresco del giorno, quando le ombre fuggono, voltati, mio ​​diletto, e sii come una gazzella o un giovane cervo sui monti di Bethar.

E poi arriviamo a un sogno che lei ha nel capitolo 3, versetti da 1 a 5.

Sul mio letto, durante la notte, ho cercato il mio amore; l’ho cercato, ma non l’ho trovato.
Ora mi alzerò e andrò attorno per la città, per le strade e per le piazze; cercherò il mio amore. L’ho cercato, ma non l’ho trovato.
Le guardie che vanno attorno per la città mi hanno incontrata; e ho chiesto loro: «Avete visto il mio amore?»
Di poco le avevo passate, quando trovai il mio amore; io l’ho preso, e non lo lascerò finché non l’abbia condotto in casa di mia madre, nella camera di colei che mi ha concepita.

Qui usa questo sogno per impressionarci con il suo forte desiderio di matrimonio con suo marito. E nel versetto 4, completa la sua ricerca e il suo desiderio è soddisfatto.

Dice: Lo porto nella stanza di mia madre. Quindi portare il suo diletto nella stanza di sua madre significa sposarlo. Ma, poiché il matrimonio non è ancora avvenuto, il sogno che ha avuto si conclude opportunamente con la ripetizione di questa frase nel versetto 5.

Vi scongiuro, o figlie di Gerusalemme, per le gazzelle e per le cerve dei campi, non destate o non svegliate il mio amore, finché non gli piacerà (finché non sarà approvato).

Quindi, per quanto lo desideri, si ferma di colpo, perché nella sua immaginazione non è ancora sposata.

Poi nel capitolo 3, versetti dal 6 all’11, il coro canta e ci dà una descrizione del giorno delle nozze. Il mio amato è … , beh, andiamo avanti al capitolo 5 verso 6-7.  Sta ancora parlando e dice:

Ho aperto al mio diletto, ma il mio diletto si era ritirato e se n’era andato. Il mio cuore veniva meno mentr’egli parlava. L’ho cercato, ma non l’ho trovato; ho chiamato, ma non mi ha risposto.

Le guardie che vanno attorno per la città mi hanno trovata, mi hanno percossa, mi hanno ferita; le guardie delle mura mi hanno strappato il velo.

Ora tenete a mente che sta sognando. Vi sta facendo sapere quanto desidera quest’uomo.

Io vi scongiuro, o figlie di Gerusalemme, se trovate il mio diletto, che gli direte? Ditegli che sono malata d’amore.

Che cos’è il tuo diletto piú di un altro diletto, dice il coro, o la piú bella fra le donne? Che cos’è il tuo diletto piú di un altro diletto perché ci scongiuri cosí?

Lei ricorda, valore e desiderabilità.

Il mio diletto è bianco e vermiglio, e si distingue fra diecimila.

Il suo capo è oro finissimo, i suoi riccioli sono crespi, neri come il corvo.

I suoi occhi sono come colombe presso ruscelli d’acqua, lavati nel latte, propriamente incastonati come una pietra preziosa in un anello.

Le sue guance sono come un’aiuola di balsamo, come aiuole di erbe aromatiche; le sue labbra sono gigli, che stillano mirra liquida.

Le sue mani sono anelli d’oro, tempestate di pietre preziose, il suo ventre è avorio lucente, ricoperto di zaffiri.

Le sue gambe sono colonne di marmo, fondate su basi d’oro puro. Il suo aspetto è come il Libano, maestoso come i cedri.

La sua bocca è la dolcezza stessa, sí, egli è attraente in tutto. Questo è il mio diletto, questo è il mio amico, o figlie di Gerusalemme.

Non ha paura di lodarlo per i suoi tratti fisici. Poi il coro canta.

Dov’è andato il tuo diletto, o la piú bella fra le donne? Dove si è recato il tuo diletto, perché lo possiamo cercare con te? Dov’è andato il tuo amato, o la più bella tra le donne?

E la sposa dice:

Il mio diletto è sceso nel suo giardino.

Lei è il suo giardino.

Il mio diletto è sceso nel suo giardino, nelle aiuole di balsamo, per pascolare i suoi greggi nei giardini e cogliere gigli. Io sono del mio diletto, e il mio diletto è mio.

Lo sposo risponde nei versetti 4-12.

Amica mia, tu sei bella come Tirtsah, leggiadra come Gerusalemme, tremenda come un esercito a bandiere spiegate.

Distogli da me i tuoi occhi, perché mi turbano. I tuoi capelli sono come un gregge di capre, che pascolano sul monte Galaad.

Ricordate, questa non è una somiglianza fisica, ma che un gregge di capre sarebbe stato considerato di grande valore e desiderabilità dai pastori di quel giorno.

I tuoi denti sono come un gregge di pecore, che tornano dal lavatoio, tutte hanno gemelli e nessuna di esse è sterile,

Le tue tempie dietro al tuo velo sono come uno spicchio di melagrana.

Ci sono sessanta regine e ottanta concubine, e fanciulle senza numero.

Ma la mia colomba, la mia perfetta, è unica; è l’unica di sua madre, la prescelta di colei che l’ha partorita. Le fanciulle l’hanno vista e l’hanno proclamata beata, sí, anche le regine e le concubine, e l’hanno lodata.

Chi è costei che appare come l’alba, bella come la luna, pura come il sole, tremenda come un esercito a bandiere spiegate?

Io sono discesa nel giardino dei noci per vedere le piante verdeggianti della valle, per vedere se le viti erano in fiore e i melograni mettevano le gemme.

Non so come, ma il mio desiderio mi ha posta sui carri del mio nobile popolo.

Il coro:

Torna, torna, o Shulammita, torna, torna, così possiamo ammirarti.

Poi la sposa dice:

Che cosa vedete nella Shulammita? Come una danza a due schiere?

La danza a due schiere era un po’ come la danza dei sette veli. Dove la moglie inizia con sette veli nella danza e finisce senza veli.

Ora, quali sono alcune delle cose che possiamo imparare qui? Bene, notate che nel quarto capitolo, dal dodicesimo al sedicesimo verso, vediamo che la canzone raggiunge il suo culmine con una descrizione figurativa del compimento del loro amore da parte degli amanti nel giorno delle loro nozze. La donna dice che la mia vigna è ora qui, il suo giardino. E da qui in poi, lui si riferisce costantemente a lei come alla sua sposa.

E lei risponde nel versetto sedici alle lodi del suo amante esprimendo il desiderio di essere desiderabile per suo marito e estendendogli un invito a possederla.

Possa il mio amato entrare nel suo giardino e mangiarne i frutti prelibati.

E poi nel capitolo cinque, versetto uno, il marito della donna reclama sua moglie.

Dopo di che il coro celebra la consumazione del loro amore. Dice (5:1):

Sono entrato nel mio giardino, o mia sorella, sposa mia, ho colto la mia mirra col mio balsamo; ho mangiato il mio favo col mio miele, ho bevuto il mio vino col mio latte. Amici, mangiate, bevete; sí inebriatevi, o diletti!

Vedete, questa potente immagine è lì per impressionarci con la bellezza e il valore dell’amore fisico e sessuale entro i confini del matrimonio. E quando questo marito rivendica l’amore sessuale di sua moglie, sta rivendicando qualcosa che per lui ha un grande valore e qualcosa che è molto prezioso. Ora, quali sono alcune delle osservazioni e lezioni che possiamo imparare da questa serie di testi finora? Bene, vediamo una crescente intensità nell’amore di queste due persone l’una per l’altra durante il corteggiamento.

Vediamo che hanno bisogno di trascorrere un po’ di tempo da soli l’uno con l’altro per superare il sentirsi a disagio e imbarazzati in presenza l’uno dell’altro. Vediamo in ognuno di loro un desiderio sano e intenso di conoscersi completamente e pienamente nel corpo e nell’anima fino alla morte. Ed è questo che è il matrimonio.

La rivelazione a un’altra persona di tutto ciò che sei. Quindi, come ha detto G.I. Williamson, il corteggiamento è un processo graduale attraverso il quale due giovani si conoscono davvero. E vediamo in questi due giovani un crescente desiderio di possesso totale l’uno dell’altro.

Lei desidera il possesso totale di lui e di essere totalmente posseduta da lui. Ma rimane ferma nella sua risoluzione. Niente sesso fino al matrimonio.

Ce lo dice tre volte in tutto il libro. Non abbiamo diritto al possesso totale di un’altra persona finché non c’è quella dichiarazione pubblica che facciamo l’uno all’altro e al mondo. Io appartengo a te e tu appartieni a me e tutti gli altri sono off-limits.

E una cosa che la Bibbia insegna è che il matrimonio inizia con un patto pubblico e un impegno privato. E il patto viene prima dell’impegno. Non hai un matrimonio quando semplicemente vai a vivere con qualcuno.

Una semplice coabitazione è un matrimonio meno che biblico se non inizia con questo patto pubblico in cui due persone fanno dichiarazioni pubbliche, di appartenenza l’un l’altro. E poi quel patto pubblico è seguito dall’impegno privato dell’uno verso l’altro ed è suggellato sessualmente. Ora il riassunto, cosa abbiamo qui? Vediamo una cerimonia pubblica ufficiale di matrimonio.

Una grande processione. Un giorno di nozze in cui Salomone arriva con tutta la sua pompa. E c’è questa cerimonia.

Le cerimonie sono importanti. Il matrimonio non è una questione privata. Il matrimonio è una questione pubblica.

Fa riferimento alla famiglia, alla chiesa e allo stato. Vediamo una cerimonia matrimoniale. Vediamo un bellissimo rituale di intimità sessuale nel matrimonio.

Salomone la loda per i suoi bellissimi tratti fisici in linguaggio erotico. Vediamo la benedizione di Dio su questa coppia pronunciata mediante il coro (5:1c)

Amici, mangiate, bevete; sí inebriatevi, o amanti!

Si potrebbe dire che questa è la benedizione di Dio per la consumazione di queste nozze. Dopo tutto, Dio ha detto in Proverbi 5, 18-21:

Sia benedetta la tua fonte e rallegrati con la sposa della tua gioventú.

Cerva amabile e gazzella graziosa, le sue mammelle ti soddisfino in ogni tempo, e sii continuamente rapito nel suo amore.

Perché mai, figlio mio, invaghirti di una donna adultera e abbracciare il seno di un’estranea?

Poiché le vie dell’uomo stanno davanti agli occhi dell’Eterno, ed egli scruta tutti i suoi sentieri.

E poi, a partire dal capitolo 5, versetto 2, e passando attraverso il capitolo 9, vediamo altri canti di separazione e riunione.

Tutti hanno come scopo quello di impressionarci con un forte desiderio che questi due amanti hanno l’uno per l’altro. Lei ha un sogno nei versetti 2-8 che non prenderò il tempo di leggere.

Ma il punto di quel sogno è farti sapere quanto lei lo desidera. E poi nel versetto 10 e seguenti, vedi la descrizione che la sposa fa dell’uomo che ama. Poi nel capitolo 6, continua e scende fino al versetto 3. Nei versetti 4-12, vedi lo sposo che elogia la bellezza e l’attrattiva fisica e il valore e la desiderabilità di questa donna che ama.

E questo continua per tutto il sesto capitolo. E dal settimo capitolo, versetto 10, fino alla fine del capitolo, arriviamo all’ultima sezione di questo grande cantico. Questi sono testi di corteggiamento, si potrebbe dire.

Nei versetti da 7-10 a 8-4, la sposa parla.

Io sono del mio diletto, e il suo desiderio è verso di me.

Torniamo al capitolo 7, non abbiamo letto il capitolo 7. Andiamo al capitolo 6, versetto 10.

Lo sposo.

Chi è costei che appare come l’alba, bella come la luna, pura come il sole, tremenda come un esercito a bandiere spiegate?

Io sono discesa nel giardino dei noci per vedere le piante verdeggianti della valle, per vedere se le viti erano in fiore e i melograni mettevano le gemme.

Non so come, ma il mio desiderio mi ha posta sui carri del mio nobile popolo.

Ritorna, ritorna, o Shulammita, ritorna, ritorna, perché possiamo ammirarti. Che cosa vedete nella Shulammita? Come una danza a due schiere?

E ancora lo sposo.

Come sono belli i tuoi piedi nei calzari, o figlia di principe! Le curve dei tuoi fianchi sono come gioielli, opera di mano d’artista.

Il tuo ombelico è una coppa rotonda, ove non manca mai vino aromatico. Il tuo ventre è un mucchio di grano, circondato di gigli.

Le tue due mammelle sono come due cerbiatti, gemelli di gazzella.

Il tuo collo è come una torre d’avorio; i tuoi occhi sono come le piscine di Heshbon presso la porta di Bath-Rabbim. Il tuo naso è come la torre del Libano, che guarda verso Damasco.

Il tuo capo si eleva su di te come il Karmel e i capelli del tuo capo sono porpora; un re è fatto prigioniero dalle tue trecce.

Come sei bella e come sei leggiadra, o amore mio, con tutte le tue delizie!

La tua statura è simile alla palma, e le tue mammelle a grappoli.

Ho detto: «Salirò sulla palma e afferrerò i suoi rami». Siano le tue mammelle come i grappoli della vite, la fragranza del tuo alito come quello dei pomi,

e i baci della tua bocca come un vino squisito, che scende dolcemente per il mio diletto, sfiorando delicatamente le labbra di chi dorme.

E allora la sposa risponde:

Io sono del mio diletto, e il suo desiderio è verso di me.

Vieni, mio diletto, usciamo nei campi, passiamo la notte nei villaggi!

Alziamoci presto al mattino per andare nelle vigne e per vedere se la vite ha messo i germogli e i suoi fiori sono sbocciati, e se i melograni sono in fiore. Là ti darò il mio amore.

Le mandragole, effondono la loro fragranza, e sulle nostre porte ci sono frutti squisiti di ogni genere, freschi e appassiti, che ho conservato per te, mio diletto.

Parlando della sua purezza e della sua verginità.

Oh, fossi tu come un mio fratello, allattato alle mammelle di mia madre! Trovandoti fuori ti bacerei, e nessuno mi disprezzerebbe.

Ti condurrei e ti introdurrei in casa di mia madre; tu mi ammaestreresti e io ti darei da bere vino aromatico, del succo del mio melograno.

La sua sinistra sia sotto il mio capo e la sua destra mi abbracci!

O figlie di Gerusalemme, vi scongiuro non destate e non svegliate l’amore mio, finché cosí le piace.

E poi il coro. (8:5)

Chi è costei che sale dal deserto appoggiata al suo diletto?

La sposa:

Ti ho svegliata sotto il melo, dove tua madre ti ha partorito, dove quella che ti ha partorito ti ha dato alla luce.

Mettimi come un sigillo sul tuo cuore, come un sigillo sul tuo braccio;

Sta parlando ora in termini giuridici e pattizi

Poiché l’amore è forte come la morte, la gelosia è dura come lo Sceol. Le sue fiamme sono fiamme di fuoco, una fiamma ardente.

Le grandi acque non potrebbero spegnere l’amore, né i fiumi sommergerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell’amore, sarebbe certamente disprezzato.

Vedete, sta elogiando il suo amante. Dice che per me significa più di qualsiasi altra cosa al mondo. Questo paragone tra la forza dell’amore e la morte è un modo per affermare che non può essere vinto. Non può essere spento.

E poi il coro canta una canzoncina interessante qui nei versi 8 e 9.

Noi abbiamo una piccola sorella, che non ha ancora mammelle; che cosa faremo per la nostra sorella, nel giorno in cui si parlerà di lei?

Se è un muro, costruiremo su di lei un palazzo d’argento; se è una porta, la rafforzeremo con tavole di cedro.

Un po’ di umorismo, qui.

Qual è la storia? La storia di questa donna ancora giovane e immatura. E nel loro primo commento nel versetto 9, stanno dicendo in così tante parole, lei sta pensando a tempo addietro a quando era giovane e nel loro commento i suoi fratelli stanno dicendo che se nostra sorella è stata corteggiata, inseguita, “corsa drio” nel mio dialetto veneto, quando raggiunge l’età del matrimonio, allora organizzeremo per lei un matrimonio e una dote. Se, tuttavia, la nostra sorellina cresce e dimostra di essere di facili costumi, una porta piuttosto che un muro, allora prenderemo delle misure per proteggere la sua purezza sessuale.

Ricordando ciò che i suoi fratelli hanno detto ora nel versetto 10, li rassicura sia sulla sua maturità che sulla sua castità. Sono stata un muro. Non ero una porta.

Ero un muro e i miei seni erano come torri. Poi sono diventata ai suoi occhi come una che trova la pace.

Un gioco di parole. Salomone significa la pace di Dio

Salomone aveva una vigna a Baal-Hamon; egli affidò la vigna a dei guardiani, ognuno dei quali doveva portare come suo frutto mille sicli d’argento.

La mia vigna, che è mia, sta davanti a me. Tu, Salomone, tieni pure i mille sicli, e i guardiani del suo frutto ne abbiano duecento.

Lo sposo dice:

O tu che dimori nei giardini, i compagni stanno ascoltando la tua voce; fammela sentire.

E la sposa conclude:

Fa’ presto, mio diletto e sii simile a una gazzella o a un cerbiatto, sui monti degli aromi!

Facciamo qualche applicazione sul libro di Salomone come celebrazione dell’amore romantico coniugale.

Innanzitutto, comprendiamo gli scopi del corteggiamento. Innanzitutto, lo scopo del corteggiamento è imparare a risolvere insieme i problemi della vita alla maniera di Dio. Due, lo scopo del corteggiamento è che la donna impari a essere felice sotto il vessillo e il sigillo del suo amante  sotto la sua guida e la sua leadership.

Terzo, il corteggiamento è un processo graduale attraverso il quale due persone imparano a conoscersi sempre di più. E man mano che questo sacro processo avanza, i due crescono nel loro desiderio di conoscersi completamente. Secondo, aspetta di essere sposato per godere delle intimità dell’amore romantico.

Aspetta di essere sposato per goderti l’intimità dell’amore romantico. Dici, posso gestirlo. Posso gestire l’affetto. Posso gestire le carezze pesanti. Ho il controllo di me stesso. Guarda che io potrei darti un elenco di persone che hanno detto la stessa cosa ma che non ci sono riuscite.

Ricordate cosa disse la signora a suo marito. Siate in grado di dire questo a vostro marito o a vostra moglie. Vi do il mio amore, disse, che ho conservato per voi, mio ​​amato.

Questo è il più grande regalo di nozze che uno di voi giovani uomini possa mai fare alla propria sposa e che una di voi spose possa mai fare al proprio marito. Aspettate fino al matrimonio per possedere completamente la persona che amate e per essere posseduti da lei. Fino ad allora, non attizzate i fuochi della passione sessuale finché Dio stesso non vi dia la sua approvazione nel giorno delle vostre nozze e da allora in poi.

In terzo luogo, il Libro dei Cantici termina con una piccola storia interessante che la sposa racconta. Andate all’ottavo capitolo, versetti 11 e 12. Avete capito il punto? Salomone aveva una vigna a Baal-hamon.

Affidò la vigna a dei custodi. Ognuno di loro avrebbe dovuto portare mille sicli d’argento per il suo frutto. La mia vigna, dice la sposa, è a mia disposizione.

I mille sicli sono per te, Salomone, e duecento sono per coloro che si prendono cura del suo frutto. Avete capito il punto? Il punto è, sii grata per coloro nella tua famiglia e tra i tuoi amici che ti hanno aiutato a proteggere e custodire la tua verginità e la tua castità anche quando era difficile. Sii grato per quegli amici.

Questa vigna di Salomone a Baal-hamon potrebbe essere stata il luogo in cui incontrò questa donna Shulammita. Potrebbe essere stato il luogo in cui la sua famiglia si guadagnava da vivere prendendosi cura della vigna di Salomone. Dovettero dare a Salomone mille sicli d’argento per il suo frutto e poterono tenere tutto ciò che era rimasto.

E poi la giovane donna dice questo. Dice, ho una vigna anch’io. Ricordando le sfumature.

Anch’io ho una vigna. E ora te la do, Salomone. Do a Salomone i suoi mille sicli.

È il suo dovuto. Tutta me stessa. Tutto ciò che sono, lo do a Salomone.

Ma non dimenticate questo. Ho anche duecento shekel per coloro che si sono presi cura della mia vigna. C’era nel suo cuore una gratitudine eterna per quei fratelli e amici suoi che erano così gelosi di proteggere la sua purezza e la sua verginità e la sua castità quando era giovane.

Così che potesse guardare negli occhi il suo amante e dire: Sono stata un muro, non una porta. Sii grata per coloro che ti hanno aiutato a proteggere la tua verginità. E poi loda Dio per l’amore coniugale sensuale.

Voglio dire, dopotutto, questo è il punto del libro. Lodate Dio per l’amore coniugale sensuale. Voi che siete sposati da un po’ di tempo lodate ancora Dio per questo? O vi è diventato noioso e poco interessante? Se è così, significa che c’è qualcosa di terribilmente sbagliato spiritualmente nella vostra vita che deve essere sistemato o tutta la vita diventerà noiosa e noiosa per voi, compresa la vostra relazione con Dio.

Amati, non perdetevi la dolcezza dell’amore romantico coniugale mentre invecchiate insieme. Spero di riuscire a leggere questa poesia. Oh, metti la tua mano nella mia, caro.

Stiamo invecchiando. Ma il tempo non ha portato alcun segno, cara, che i cuori si siano raffreddati. È da molto, molto tempo che il nostro nuovo amore ha reso la vita divina, ma l’età arricchisce il vero amore come il vino nobile.

E appoggia la tua guancia sulla mia, cara, e prenditi il ​​tuo riposo. Ma le mani del dolore sono sicuramente posate in benedizione. Oh, appoggia la tua vita sulla mia, cara, ti proteggerà.

Eri una vite affascinante, cara, sul mio giovane albero. E così, finché i rami saranno senza foglie e gli uccelli canterini saranno volati via, ci intrecceremo, poi ci sdraieremo insieme senza dolore.

Non perdetevi la dolcezza dell’amore romantico mentre invecchiate insieme.

Ma non possiamo concludere senza prenderci qualche minuto per mostrare come questo cantico dei cantici, il migliore di tutti i cantici, il più grande canto d’amore mai scritto, parli del re dei re, del più grande re che sia mai esistito e della sua sposa, Gesù Cristo e della sua chiesa. Dio ha stabilito un’analogia tra la relazione di Cristo e la sua chiesa e la relazione tra marito e moglie nel matrimonio. E questo cantico dei cantici parla di Gesù Cristo perché l’unico matrimonio ideale è il matrimonio di Cristo e della sua chiesa.

L’unico modo per raggiungere quell’ideale per il tuo matrimonio è comprendere la relazione tra Cristo e la chiesa ed essere partecipi di quella relazione per fede. Se non comprendi la dottrina di Cristo, la dottrina della chiesa, la dottrina dell’unione dei credenti e di Cristo, non capirai veramente il tuo matrimonio, cosa dovrebbe essere, cosa può essere con l’aiuto di Cristo. Così tante persone sbagliano quando si tratta di amore, sesso, romanticismo e matrimonio perché cercano di comprendere e sperimentare romanticismo e matrimonio senza Dio, senza Cristo, senza la chiesa.

E sono destinati al fallimento perché è assolutamente impossibile sapere qualcosa della vera spiritualità e bellezza dell’amore senza sapere qualcosa dell’unico modello perfetto di amore, che è il Signore Gesù Cristo stesso. G.I. Williamson lo ha espresso in questo modo: Il Cantico dei cantici può essere cantato solo da coloro che conoscono l’amore degli amori. E cos’è l’amore degli amori? Qui c’era un re, il più grande di tutti i re, seduto nella sua gloria celeste e guardò giù qui sulla terra e vide una che avrebbe avuto come sua sposa.

Non era molto bella, ma lui l’aveva prese a cuore e voleva lei e nessun’altra. Una volta che fissò il suo amore su di lei, niente avrebbe mai potuto distrarlo. E quando ti fermi a pensare, vedrai quante cose avrebbero potuto scoraggiarlo e tuttavia era disposto a scendere, a soffrire, a scendere all’inferno, tutto per amore della sua sposa, la chiesa.

E l’amore reciproco, l’amore di risposta della chiesa per Cristo ci porta all’altro lato della questione. Nel profondo del suo cuore, la vera chiesa di Cristo ha un amore ardente e ardente per il Salvatore. Niente sulla terra, niente in cielo o all’inferno potrà mai frustrarlo, sconfiggerlo o spegnerlo.

E questo è anche il modo in cui dovrebbe essere nel nostro amore umano e nei nostri matrimoni. Cristo paragona il meraviglioso amore romantico coniugale tra un uomo e una donna all’amore che lui e la sua chiesa condividono tra loro. E la ragione è che non puoi pensare all’uno senza l’altro se vuoi pensare correttamente a uno qualsiasi dei due.

Che ogni qual volta la Bibbia parla di mariti e mogli, sta anche parlando della relazione tra Cristo e la chiesa. Ogni volta che parla della relazione tra Cristo e la chiesa, sta parlando del modello di matrimonio tra un uomo e una donna. E capite che non ci sarebbero crisi nei nostri matrimoni.

Non ci sarebbero crisi nei nostri matrimoni. Se il marito amasse sempre la moglie come Cristo ha amato la chiesa, e se la donna fosse sempre disposta a sottostare alla guida amorevole del marito con tutto il suo cuore. Quindi, amati, mentre vivete il resto della vostra vita, possano l’amore, il desiderio e la gioia che avete per Cristo ricordarvi sempre dell’amore, del desiderio e della gioia che avete in vostro marito o vostra moglie.

E possa l’amore, il desiderio e la gioia che avete per vostro marito e vostra moglie ricordarvi sempre dell’amore, del desiderio e della gioia che Cristo ha per voi. E lasciate che l’amore di Cristo vi controlli. Non lasciare mai che nulla in nessuna delle due relazioni, la tua relazione con il tuo coniuge o con Cristo, non lasciare mai che nulla ti impedisca di poter dire del tuo amato, il suo vessillo su di me è amore.

Devo cercare Colui che la mia anima ama. Io sono del mio amato e il mio amato è mio. E ascolta sempre il tuo amato Cristo dirti, fammi sentire la tua voce perché la tua voce è dolce.

Quanto è bello il tuo amore, sorella mia, sposa mia. Quanto è migliore del vino il tuo amore. Oh, tu che siedi nei giardini, i miei compagni ascoltano la tua voce, fammela sentire.

Preghiamo: Signore, ti ringraziamo per questo libro. Ci rendiamo ora veramente conto che tu hai creato ogni cosa bella e santa per noi nella nostra relazione con te e tra marito e moglie. Specialmente il rapporto matrimoniale e il sesso come suo suggello sono presentati come buoni in tutta la loro potenza di coinvolgere i sentimenti umani più profondi. Oh, come siamo riusciti a rovinare anche questo, oh Signore, introducendovi il peccato, ma tu ci hai mostrato che hai redento in Cristo anche questo aspetto della vita umana e vuoi che ne godiamo nel patto del matrimonio. Sì, Signore, rendici capaci di cantare questo cantico nei nostri matrimoni e tieni accesa la fiamma del nostro amore matrimoniale in tutte le sue sfumature erotiche fin nella nostra vecchiaia. Nel nome di Gesù. Amen.


Altri Studi che potrebbero interessarti