Dr. Joe Morecraft
La lezione di oggi proviene dal passo della Scrittura che si trova in 1° Re 8. Cominceremo la lettura da 22 a 53. “Allora Salomone radunò alla sua presenza a Gerusalemme gli anziani d’Israele e tutti i capi delle tribù, i principi delle famiglie dei figli d’Israele, per portare su l’arca del patto dell’Eterno dalla città di Davide, che è Sion ….
Uno degli eventi più tragici nella storia della razza umana è stato il naufragio della vita di re Salomone. Se mai ci fu un uomo che fu una figura di Cristo questo fu proprio Salomone. Salomone costruì una delle meraviglie del mondo in questa casa d’oro per Dio affinché ci vivesse su questa terra. Salomone eresse un regno che fu il regno più grande nel Medio Oriente in quella prima parte del 10° secolo. Salomone fu il figlio di Davide. E per adozione e per Patto era il figlio di Dio. Se mai ci fu un uomo che abbia potuto simboleggiare, raffigurare Cristo, questo fu Salomone. Se mai ci fu un giovane cristiano che cercò prima il regno di Dio e la sua giustizia ed ebbe aggiunte tutte queste cose questi fu Salomone. Ma la sua propria vita e la vita della sua nazione e della chiesa che amava, naufragarono tutte a causa del suo peccato.
Che cosa gli accadde? Questo sarà il nostro tema questa mattina mentre guardiamo ai Libri di 1° e 2° Re, più particolarmente 1° Re. Perché è stato scritto questo libro? Che tema tratta? Il tema è molto diretto e semplice. Serve a spiegare tutte le cause che portarono alla distruzione del regno del Nord e del regno di Giuda. Qui c’era il popolo di Dio. Il regno d’Israele, quello del Nord fu distrutto nel 721 a.C. dagli Assiri. Il regno del Sud, quello di Giuda fu distrutto 135 anni dopo dai Babilonesi nel 586 a.C. E il proposito di 1° e 2° Re è di spiegare questi due eventi e perché avvennero.
La causa può essere riassunta in una frase molto breve. Entrambe le nazioni rifiutarono incorreggibilmente di conformarsi ai termini fondamentali del Patto di Dio con loro. Dio aveva detto: Io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo, ecco come voglio che viviate. Rifiutarono di farlo. Attraverso tutti due i libri certe cose sono tenute davanti ai nostri occhi per aiutarci a capire perché queste due nazioni furono distrutte in modo terribile. Il regno del Nord sparpagliato in tutta la Persia. Il regno del Sud portato prigioniero a Babilonia. Fin dal principio del libro di 1° Re e attraverso entrambi i libri ci sono due eventi che l’autore tiene costantemente davanti alla propria mente e che non si possono dimenticare. La caduta di Samaria. La distruzione di Gerusalemme. La caduta di Samaria per mano degli Assiri. La caduta di Gerusalemme per quella dei Babilonesi. Ad ogni stadio di questo resoconto storico, l’autore, che fu Geremia o uno dei suoi contemporanei, porta in superficie e ci rammenta le cause di questa catastrofe. Quasi in modo ripetitivo. Perfino con le stesse parole. Attraverso tutto il libro ci viene insegnato con cadenza martellante: ecco perché dovettero essere distrutti.
E poi, anche questo attraverso tutti 2 i libri, l’autore ci aiuta a vedere che queste due terribili catastrofi non furono il risultato della sfortuna. Non furono il risultato di qualche forma di capriccio o di arbitrarietà da parte di Dio. Non furono il risultato di qualche inevitabile fatalità. Entrambe queste catastrofi si sarebbero potute evitare. Ma non lo furono. L’autore inoltre rende chiaro che questi due disastri non si possono attribuire alla mancanza di potere in Dio. In altre parole, gli Assiri non rovesciarono il regno del nord, e Babilonia occupò di Giuda perché Dio era troppo debole per fermarli. Dio li avrebbe potuti fermare in qualsiasi momento. Ma attraverso questi libri l’autore rende chiaro ripetutamente anche che non fu per una mancanza di misericordia da parte di Dio, non fu per una mancanza di pazienza longanimità o per mancanza di pazienza. Ripetutamente, in una storia o nell’altra particolarmente, come in quella di Ezechia, si vede illustrata la pazienza di Dio. Volta dopo volta Dio li chiama a pentirsi. Volta dopo volta rifiutano.
A poi un’altra cosa che vediamo attraverso tutto il libro è che non importa come il popolo di Dio si comporta, non importa ciò che Dio richiede loro, non importa quanto severamente li deve punire, l’autore di questi libri non ci permette mai di dimenticare il patto che Dio aveva fatto con Abrahamo e il patto che Dio aveva fatto con Davide. Talché si può dire che lo scopo dei libri di 1° e 2° Re è di difendere la fedeltà di Dio al patto. E questo è sempre incoraggiante. Non smette mai di ricordarci che malgrado quanto sia infedele Israele, nulla può ostacolare Dio dall’essere fedele a ciò che ha promesso. E poi, dall’altro lato, è una storia tragica perché spiega le cause della caduta e della distruzione di Israele e di Giuda. Ora, quali furono queste cause? Citando un vecchio presbiteriano del secolo scorso abbiamo detto in una frase che fu l’incorreggibile rifiuto di sostenere e confermare i termini fondamentali del patto di Dio con loro. Ma guardiamo ora ad alcune delle ragioni specifiche per cui Israele e Giuda entrambe dovettero essere distrutte a motivo del giudizio di Dio.
Uno, ci fu una mancanza di leadership tra i re e i sacerdoti ad essere fedeli al patto di Dio e a condurre il popolo d’Israele a una solida fedeltà al patto di Dio. Ci fu sincretismo idolatrico, sintesi. Il tentativo di mescolare il culto del Signore con il culto di svariate altre divinità pagane come Baal e Molech e altri. Ci fu un tentativo di avere il pluralismo religioso dando ad ogni religione il suo diritto di esistere all’interno della Terra promessa. Poi ci fu anche un’altra causa e questa fu la crescente disobbedienza alla legge di Dio da parte sia dei capi che del popolo. Col passare del tempo si vedono i re e il popolo d’Israele diventare più sfacciatamente disobbedienti al loro Dio. Si vede anche tra loro la mancanza di fede nelle promesse di Dio. Anziché fidarsi che Dio solamente avrebbe provveduto per loro e avrebbe fatto diventare realtà nelle loro vite tutte le sue promesse, cercarono di ottener sicurezza dai loro nemici e pace e prosperità con mezzi politici. Con ingegnosità umana, con pragmatismo, con alleanze politiche. Posero la loro fiducia nei prìncipi.
Vediamo anche attraverso la loro lunga storia il rigetto della predicazione dei veri profeti. E il loro volgersi a falsi profeti, una resistenza durevole. Dio avrebbe mandato profeta dopo profeta come suoi portavoce a enunciare la sua parola, a chiamarli a pentimento, e a tornare alle responsabilità per cui erano stati creati come popolo, e in avanti al grande futuro che Dio aveva in serbo per loro se si fossero pentiti. Ma rifiutarono volta dopo volta. Grandi profeti come Ahijaha, Shemaiah, Gehu, Michea, Elia, Eliseo, Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele, Osea, Gioele, Amos, Obadia, Giona, Michea, Nahum, ecc. tutti questi grandi profeti, uno dopo l’altro, talvolta due o tre in una sola volta, continuamente Dio li mandò al suo popolo. E il suo popolo, volta dopo volta, ogni volta li rigettarono. Finché divennero così incorreggibili che Dio portò giudizio e distruzione su entrambi.
Ora, cosa fu così tragico riguardo alla caduta di queste due piccole nazioni? Cosa fu così tragico che un intero libro dovette essere scritto per spiegare le cause della distruzione del regno d’Israele e del regno di Giuda? Ebbene, a chiunque abbia letto la Bibbia la risposta è ovvia. Ed è questa: Dio scelse il proprio popolo, questo popolo israelitico, da tutti i vari altri popoli del mondo perché fosse quell’una nazione attraverso la quale la benedizione della salvezza sarebbe arrivata a tutto il mondo nella persona di un Messia Giudeo: il Signore Gesù Cristo. E questa è la ragione per cui Gesù disse: La salvezza viene dai Giudei. E Israele rigettò quel privilegio e voltò le spalle a quella vocazione in insolente, patetica apostasia.
Ma c’è una cosa incoraggiante da trovarsi in questi libri, anche mentre stiamo leggendo questa triste storia. E questa è prima di tutto, come abbiamo accennato poco fa, che l’infedeltà d’Israele non poté ostacolare, o contrastare o rovesciare la fedeltà di Dio o il suo piano. Ricorderete ciò che ha detto Isaia: “L’Eterno degli eserciti ha giurato, dicendo: «In verità come ho pensato, cosí sarà, e come ho deciso, cosí accadrà …Poiché l’Eterno degli eserciti ha deciso questo e chi potrà annullarlo? La sua mano è stesa e chi potrà fargliela ritirare? ”. Benché Dio non abbia condonato tutta questa infedeltà, nondimeno Dio la usò per compiere i suoi propositi. E non importa quanto malvagi o apostati fossero diventati Israele e Giuda, non poterono fermare Dio dall’essere fedele a ciò che aveva detto che avrebbe fatto per il suo popolo.
C’è un’altra fonte d’incoraggiamento. Ed è questa. Benché Dio abbia usato l’Assiria e Babilonia e più tardi Roma per distruggere le nazioni d’Israele e di Giuda, l’eterna elezione di Dio alla salvezza del suo amato popolo all’interno d’Israele non mancò. Non può mancare. Il proposito di Dio secondo la sua elezione regge sempre. E raggiunge sempre il suo obbiettivo, la salvezza eterna di coloro sui quali Dio ha posto il suo amore. Ricordatevi ciò che Paolo disse in Romani 9. Egli disse: Non è come se la parola di Dio fosse caduta a terra … “poiché non tutti quelli che sono d’Israele sono Israele. Cioè, non i figli della carne sono figli di Dio, ma i figli della promessa sono considerati come progenie”.
Facciamo ora una veloce panoramica di porzioni di 1° e 2° Re prima di arrivare al tema: cos’è avvenuto a Salomone. Nei primi 11 capitoli di 1° Re abbiamo il regno di Re Salomone. Furono 40 anni di regno di pace e di prosperità e di importanza internazionale per Israele. Nel capitolo 1 vediamo la fine del regno di Davide. Nel capitolo 2 vediamo Salomone stabilirsi fermamente sul trono contro tutti i suoi rivali. Nel capitolo 3 a cui torneremo, vediamo la famosa storia in cui Dio concede a Salomone una straordinaria saggezza. E poi. Nei capitoli 3 e 4 vediamo il risultato di questa saggezza, questo aumento fenomenale dei commerci, della prosperità e del potere in Israele. A poi, nei capitoli da 5 a 9 vediamo uno degli eventi più importanti della vita d’Israele: la costruzione e la dedicazione del tempio di Gerusalemme. Prima di allora era stato semplicemente un tabernacolo in una tenda che era stato inutilizzato per molto tempo. Ed ora c’è questo grande tempio d’oro.
Nel capitolo 10 vediamo la vasta influenza internazionale di Re Salomone. Tutti sanno della Regina di Saba che venne a Salomone per fargli domande perché aveva sentito parlare della sua sapienza. Ma non tutti sanno che la Regina di Saba era così sicura di Salomone da viaggiare 2000 chilometri su un cammello per arrivare da lui. Così, vedete l’influenza di Salomone. Poi, nel capitolo 11 abbiamo il triste capitolo, al quale ritorneremo, del declino spirituale e della punizione di Salomone. Poi, nei capitoli 11 e 12 vediamo la divisione del grande e magnifico regni di Davide. Rezon, nella Siria che era stata un tempo sotto l’autorità di Davide dichiara la sua indipendenza nel NordEst. E se ne vanno. Le dieci tribù d’Israele del Nord secedono. E tutto ciò che rimane di Giuda sono due piccole tribù.
Da 1° Re 12 a 2 Re 15 abbiamo la storia del Regno d’ Israele. Se vi piacciono le date, il regno del Nord durò circa 210 anni dal 931 al 721 a. C. . Ci furono un sacco di Re, ma ci furono circa quattro o cinque dinastie, cioè famiglie da cui provennero i re. Lasciate che vi parli di alcune di esse. La prima dinastia fu quella di Geroboamo. Egli guidò la secessione e proprio fin dall’inizio le tribù del Nord vissero in ribellione a Dio. Andate a 1 Re 12:19 “Così Israele è stato ribelle alla casa di Davide fino al giorno d’oggi.” E da quel momento in poi è una spirale verso il basso. Ci possono essere alcuni picchi, ma da quel momento in poi è in caduta libera. E i re peggiorano. La gente peggiora attraverso tutta la storia del regno del Nord.
Dopo la dinastia di Geroboamo venne quella di Baasha. A dispetto degli avvertimenti dei profeti a quest’uomo, la sua dinastia continuò nell’idolatria che era cominciata con Geroboamo. E poi. In 1° Re 16-22 e in 2° Re 1-9 abbiamo la dinastia di Omri. Questa è la famiglia più notoria di tutto il regno del Nord. Il suo “cattivo” più conosciuto e membro di quella famiglia fu nessun’altri che Achab e la sua amabile moglie Jezebel, i quali furono contrastati da grandi profeti: Michea, Elia ed Eliseo. Se volete vedere quanto furono malvagi, andate a 1° Re 16:25 “Omri fece ciò che è male agli occhi dell’Eterno e si comportò peggio di tutti i suoi predecessori, camminò nella via di Geroboamo”. Verso 30 “ … Achab, figlio di Omri fece ciò che è male agli occhi dell’Eterno, più di tutti quelli che furono prima di lui”. E vedete che le cose peggiorano, nel verso 32 egli erige un altare a Baal nella casa di Baal. Verso 33 “Achab fece anche un Ascerah, Achab provocò ad ira l’Eterno più di tutti i re d’Israele che lo avevano preceduto”.
Ora, ci sono tre storie interessanti nella vita di Achab e adesso ve le rammenterò. Un paio di esse sono famigliari. Naturalmente, abbiamo la grande storia di Elia e i sacerdoti di Baal. C’è una grande contesa per vedere il Dio di chi sia il Signore. Ed entrambi edificano altari ed Elia dice ai sacerdoti: chiunque risponda col fuoco, qualunque Dio risponda col fuoco, quegli è Dio. I sacerdoti, naturalmente, gridano e invocano, e fecero tutto quello che poterono e salmodiarono e si tagliarono. Elia semplicemente rimase seduto e li derise. Disse: forse è addormentato o è andato chissà dove. O forse è andato al cesso (qui le traduzioni sono sempre più pudiche dello Spirito Santo). Gridate un po’ più forte e tagliatevi un po’ più profondamente. Così essi fanno tutte queste cose ma non succede niente. E allora Elia dice: prendete dell’acqua e copritene quest’altare. Fatelo bene, coprite l’intero altare. Inzuppatelo. Fategli intorno uno scavo e riempitelo d’acqua. Poi prega: Oh Signore Dio, mostra a questa gente chi è Dio. E subito il fuoco discende e brucia l’altare le pietre e ciò che c’era attorno alle pietre. E dopo Elia elimina i sacerdoti di Baal. E non ci sono più sacerdoti di Baal per un bel po’ dopo questo fatto. Infatti, uno dei miei siti preferiti in Israele è sul Monte Carmel dove c’è questa massiccia statua di Elia con la sua spada in mano e sotto i suoi piedi ogni genere di testa umana.
Abbiamo un’altra storia famosa intorno alla morte di Achab. Vi ricordate che Dio disse che Achab sarebbe morto in battaglia. Achab cercò di raggirare Dio scendendo dal carro e vestendosi come un normale soldato di fanteria. Ma Dio lo colpisce comunque. Dice che un ignoto soldato scagliò una freccia a casaccio nella frustrazione mentre stava abbandonando il campo di battaglia, e guarda un po’, quella freccia scende e colpisce proprio re Achab. E Dio lo uccide. Una grande storia sulla sovranità di Dio. Ma c’è un’altra storia qui che non è poi così famigliare e che vi voglio indicare. Lasciate che ve la legga e faccia un piccolo punto e poi procederemo perché non abbiamo il tempo per fermarci qui.
Dice al verso 23 “I servi del re di Siria gli dissero’ il loro Dio è un Dio delle montagne. Per questo sono stati più forti di noi, ma se diamo loro battaglia in pianura, saremo certamente noi i più forti. Così, questi Aramei dissero che Jehowah Dio è limitato ai monti. Non combattiamolo sulle montagne. Combattiamo Israele qui fuori nelle pianure e batteremo questa gente. Poi, al verso 27. “Allora un uomo di DIO si avvicinò al re d’Israele e gli disse: «Cosí dice l’Eterno: ‘Poiché i Siri hanno detto: L’Eterno è DIO delle montagne e non è DIO delle valli, io darò nelle tue mani tutta questa grande moltitudine; e voi conoscerete che io sono l’Eterno’”. Tutto a motivo della loro cattiva teologia che fece adirare Dio che disse: essi credono che la mia sovranità sia limitata alle montagne. Uccideteli. Dio prende sul serio la cattiva teologia.
Poi, in 2° Re da 10 a 15 vediamo la dinastia di Jehu. E questa dinastia durò più delle altre, più di 100 anni. Jehu sterminò il Baalismo come religione ufficiale. Sterminò pure ciò che era rimasto della famiglia di Omri. Ma la gente aveva ancora cuori idolatri. E l’idolatria rimase. Geroboamo II fu il quarto re di questa dinastia. E fu un re notevole nel regno del nord. Egli introdusse in Israele grandi ricchezze e lussi con i quali arrivò anche il declino morale che fu rimproverato dai profeti Amos ed Osea. Poi, in 2° Re 15 abbiamo gli ultimi re d’Israele. Tre decenni di re che furono fantocci dell’Assiria. L’Assiria estese sempre più il proprio controllo sul territorio e su Israele fino a che Samaria, la capitale fu demolita. La gente fu dispersa. Gli assiri avevano una politica per la quale ogni volta che conquistavano un territorio lo avrebbero popolato con altri e sparso i conquistati lontano. Decine di migliaia di Israeliti furono presi prigionieri e sparsi nelle regioni dell’Iran. E Samaria fu ripopolata con babilonesi. Ero in una breve vacanza con la mia famiglia diversi anni fa a Goose Creek park, vicino a Blairsville, e c’era lì una famiglia che era ovviamente giudea a giudicare dalle cose che stavano facendo e da come si vestivano. Così mi avvicinai e parlai all’uomo e gli chiesi da dove venisse. Egli rispose: io vengo dall’Iran. Senza pensare dissi: ebbene, cosa ci fa un giudeo in Iran, una nazione mussulmana? Egli mi guardò come se fossi uno stupido, e sono sicuro di essergli sembrato stupido in quel momento. Egli disse: la mia famiglia è stata lì migliaia d’anni da quando gli Assiri hanno conquistato il regno d’Israele del nord.
Questa è una panoramica del regno del nord. La prossima settimana vedremo il regno del sud. Ora torniamo indietro e guardiamo più da vicino Re Salomone. Andate al terzo capitolo. Questo è un capitolo tremendo di 1° Re. Ricorderete che Dio parlò a Salomone e gli chiese che richiesta volesse fargli. E Salomone rispose: ebbene, non sono particolarmente interessato nell’essere ricco o potente. Voglio essere saggio. E poiché scelse la sapienza Dio disse, io ti farò straordinariamente sapiente e ti farò anche straordinariamente ricco e potente. E voglio che notiate cosa ciò che la Bibbia dice riguardo alla sua sapienza.
Al capitolo 3:3 “Salomone amava l’Eterno e seguiva gli statuti di Davide suo padre; tuttavia offriva sacrifici e bruciava incenso sugli alti luoghi”. Verso 12: “ecco, io faccio come tu hai chiesto: ti do un cuore saggio e intelligente, cosicché non c’è stato nessuno come te prima di te e non sorgerà nessuno come te dopo di te.” Della saggezza straordinaria. Verso 28 “Tutto Israele seppe della sentenza pronunciata dal re e temette il re perché vedevano che la sapienza di DIO era in lui per amministrare la giustizia”. Poi, in 4: 29 “DIO concesse a Salomone sapienza, una grandissima intelligenza e una mente vasta come la sabbia che è sulla riva del mare”. Così era la mente di Salomone; tanto ampia, tanto grande. Fu un grande poeta: “Pronunziò tremila proverbi e i suoi cantici furono mille e cinque. Parlò degli alberi, dal cedro del Libano all’issopo che spunta dal muro; parlò pure degli animali, degli uccelli, dei rettili e dei pesci. Da tutti i popoli veniva gente per udire la sapienza di Salomone, mandati da tutti i re della terra che avevano sentito parlare della sua sapienza. (versi 32s) e a motivo di questa sapienza egli prese molte giuste decisioni che fecero accrescere al suo popolo le benedizioni di Dio. Guardate a questo capitolo. La ricchezza era tale che quando fece il tempio, tutto era fatto d’oro. Egli costruì un palazzo gigantesco. Tutto nel palazzo era fatto d’oro. C’è un brano qui che amo giusto per impressionarvi con la ricchezza di Salomone. Iniziamo da 10:16 “Il re Salomone fece fare duecento grandi scudi d’oro battuto, per ognuno dei quali adoperò seicento sicli d’oro, e trecento scudi d’oro battuto, per ognuno dei quali adoperò tre mine d’oro, (al prezzo al grammo di oggi 95 milioni di Euro) il re li collocò nel palazzo della “Foresta del Libano”. Il re fece pure un gran trono d’avorio che rivestì d’oro finissimo. Il trono aveva sei gradini e la sommità del trono era rotonda nella parte posteriore, c’erano due bracci ai lati del seggio e presso i due bracci stavano due leoni. Dodici leoni stavano su entrambe le estremità dei sei gradini. Nulla di simile era stato fatto in alcun altro regno. Tutte le coppe per le bevande del re Salomone erano d’oro, e tutte le coppe del palazzo della “Foresta del Libano” erano d’oro puro. Nessuna era d’argento, perché questo al tempo di Salomone non aveva alcun conto. Il re infatti aveva in mare una flotta di Tarshish insieme con la flotta di Hiram; una volta ogni tre anni la flotta di Tarshish veniva a portare oro, argento, avorio, scimmie e pavoni. Cosí il re Salomone superò in ricchezze e sapienza tutti i re della terra. E tutto il mondo cercava la presenza di Salomone per ascoltare la sapienza che DIO aveva messo nel suo cuore. E ognuno portava il suo dono: vasi d’argento, vasi d’oro, vesti, armi, aromi, cavalli e muli, una certa quantità ogni anno.
Salomone radunò carri e cavalieri egli ebbe millequattrocento carri e dodicimila cavalieri, che distribuì nelle città per i carri e in Gerusalemme vicino a sé. Inoltre il re rese in Gerusalemme l’argento comune come le pietre e i cedri abbondanti come i sicomori della pianura”. Questo è ciò che si può chiamare ricchezza. Qui c’è un popolo potente e prospero a motivo di un re saggio.
E abbiamo detto poco fa che uno degli eventi più importanti della storia d’Israele fino ad oggi fu la costruzione e la dedicazione del tempio a Gerusalemme. Voi ricordate che il tempio era un simbolo che Dio era riconciliato col suo popolo per mezzo del sacrificio del Signore Gesù Cristo. E che la gente poteva venire a quella casa e mentre l’adoravano avevano comunione col loro Dio ed erano rassicurati che a motivo del sangue del sacrificio i loro peccati erano perdonati e lo Spirito santo li avrebbe abilitati ad essere un popolo fedele. Questa dedicazione del tempio fu un giorno memorabile. È divisa in tre parti. Se andate a 1° Re 8, nei primi 21 versetti la vecchia arca dell’Alleanza e gli utensili che stavano nel tabernacolo Mosaico furono portati nel nuovo tempio, e Salomone spiegò come questo fosse prova della fedeltà di Dio. Nei versi 10-11 del capitolo 8 vediamo che il tempio fu miracolosamente riempito dalla gloria di Dio, quella nuvola di fuoco che era la miracolosa visualizzazione del dispiegamento di tutta la gloria di Dio che simboleggiava che Dio era lì per stare in comunione col suo popolo e per essere adorato. Poi, nei versi da 23 a 53 abbiamo questa grande preghiera che abbiamo letto e alla quale ritorneremo, e poi nei versi 54-66, dopo la preghiera, Salomone si alza dalle ginocchia e pronuncia questa grande benedizione sul popolo alla quale pure ritorneremo… offre sacrifici innumerevoli e si ha una grande festa del tabernacolo e così ebbero un giorno memorabile.
Ora, guardiamo alla preghiera di dedicazione ai versi 8-22. Tenete a mente prima di tutto chi sta pregando. Salomone era un re ed un re potente. Era un uomo straordinariamente saggio e brillante. Ma ovviamente sapeva pregare. Voglio dire, se rileggete 22-53, questa è una preghiera di grande ricchezza spirituale e profondità biblica. Qui c’è un re che sapeva pregare. Probabilmente perché pregava molto. E forse perché era stato istruito a pregare da suo padre che aveva scritto preghiera dopo preghiera dopo preghiera nel libro dei Salmi. Si noti che quando Salomone si apprestò a pregare egli si pose davanti all’altare dell’Eterno indicando che era conscio del fatto che è solo a motivo del sacrificio che era lì stato fatto a nome dei peccatori che le preghiera potevano essere ascoltate da Dio. In altre parole, quand’egli si pone lì davanti all’altare, quello è il modo dell’A.T di pregare nel nome di Gesù. Quando la Bibbia dice di pregare nel nome di Gesù, noi preghiamo consapevoli del fatto che Dio non ascolterà le nostre preghiere se non per mezzo di lui. E questo è ciò che Salomone sta dicendo ponendosi davanti all’altare. E poi allarga le braccia per ricevere la benedizione che Dio sta per dare in risposta alla sua preghiera. Poi s’inginocchia e qui c’è la sua preghiera.
Nei versi 23-24 vediamo che la sua preghiera comincia come tutte le preghiera pubbliche. Con un’adorazione di Dio piena d’amore e di gratitudine. Egli loda Dio. Non si getta direttamente su: Signore dammi questo, Signore dammi quello, ma prende il tempo di semplicemente adorare Dio per chi Egli è e per quello che ha fatto nelle vite del suo popolo. E poi, cominciando coi versi 25-53 vediamo una serie di 8 petizioni, 8 richieste che Salomone fa. Voglio fare un’osservazione su queste richieste. Salomone qui c’insegna come usare la Bibbia per nostra guida in preghiera. E ci impressiona anche col fatto che meglio conosciamo la nostra Bibbia, più saranno mature le nostre preghiere, e più saranno mature le nostre preghiere e più possiamo aspettarci che vengano esaudite. Ora, come lo fece? Ebbene, in tutte queste 8 petizioni la sostanza è tratta dalla Bibbia, in modo particolare da Levitico 26 e Deuteronomio 28, e diverse di queste petizioni sono basate su specifici testi biblici. Cioè conosceva la sua Bibbia. Conosceva questi passi che a noi sembrano essere oscuri. E quindi basava le sue petizioni a Dio, ciò che chiedeva a Dio, su testi specifici della Bibbia. E questo è come usare la Bibbia in preghiera.
Quando preghiamo le rivelazioni specifiche di Dio dalla Bibbia e le facciamo la base delle nostre richieste a Dio possiamo aspettarci di vedere le nostre preghiere continuamente e specificamente esaudite. Quando pregate per ciò che Dio ha promesso, quando pregate secondo la verità di Dio, potete stare certi che Dio esaudirà le vostre preghiere in accordo con quelle cose. Questo è ciò che significa pregare nel nome di Gesù, secondo la volontà di Dio. E dunque il punto è che più conosciamo la nostra Bibbia, più studiamo la parola di Dio, più saranno profonde, ricche e mature le nostre preghiere. E più specifiche saranno le risposte che vedremo.
Guardiamo ora a queste petizioni. Nei versi 25-30 egli prega che Dio sia fedele a tutte le promesse che ha fatte a suo padre Davide che avrebbe avuto un grande regno, che ci sarebbe stata una gloriosa casa dove il popolo avrebbe potuto adorare Dio, e che questa casa e questo popolo sarebbero durati per sempre, e che ci sarebbe stato sempre un figlio a sedere sul trono di Davide. E naturalmente noi sappiamo che tutto ciò fu adempiuto nel Signore Gesù Cristo. Poi, c’è una seconda petizione nei versi 31 e 32. E Salomone prega che Dio mantenga la giustizia in Israele, che facesse in modo che le persone rispettassero i giuramenti, che Dio ascoltasse ed esaudisse i giuramenti giusti e condannasse quelli malvagi, e benedisse i giusti quale giusto giudice. In altre parole, Salomone dice: quando un uomo giura davanti a te e sta mentendo, condannalo. Quando un uomo giura a te ed è fedele, Signore benedicilo, poiché, come Salomone disse più tardi nel libro dei Proverbi “Chi assolve (giustifica KJV) il colpevole e chi condanna il giusto sono entrambi un abominio per l’Eterno” (Pr. 17:15).
Poi, la terza petizione si trova in versi 33 e 34, e Salomone prega che se il popolo di Dio dovesse mai soffrire sotto il giudizio di Dio a motivo dei loro peccati, che se ritornano a Dio con pentimento e in una rinnovata confessione della loro fede e della loro sottomissione al nome di Dio, e se pregano a Dio e chiedono un rinnovamento spirituale, Salomone dice: Signore, ascolta dal cielo, perdona i loro peccati, restituiscili alla libertà dall’oppressione e alle tue benedizioni nella loro terra. e poi, nei versi 35-36 una quarta petizione. Egli prega che se il popolo di Dio dovesse mai soffrire la siccità e la carestia, che Dio sollevi il suo giudizio portato su di loro dai loro peccati, e oda dal cielo e perdoni i loro peccati e insegni loro la buona via per la quale devono camminare, e rinnovi la benedizione della pioggia sulla loro terra.
Nei versi 37-40 vediamo la quinta richiesta. Salomone prega che se il popolo di Dio spiritualmente e moralmente ricadrà e con ciò porteranno su sé stessi carestie e piaghe e muffa e oppressione da parte dei loro nemici, se queste persone si pentono e confessano i loro peccati e ritornano a Dio, Signore perdonali e ristabiliscili nella tua comunione. Si noti specificamente nel verso 39, se qualsiasi individuo si pente e riconosce la piaga del proprio cuore, che Dio dal luogo della sua dimora in cielo ascolti e perdoni e intervenga, e agisca e renda a ciascuno secondo le sue vie, tu che conosci il cuore di ognuno. Tu solo infatti conosci il cuore di tutti i figli degli uomini.
La sesta petizione si trova ai versi 41-46 e qui egli prega che Dio ascolti ed esaudisca le preghiere degli stranieri. Gentili, persone non Giudaiche che sarebbero venute da nazioni lontane a motivo del suo nome. Dice, quando quello straniero verrà e pregherà rivolto verso questa casa, in altre parole Salomone non ha dubbi che quegli stranieri crederanno. Infatti, è ovvio che egli è un postmillennialista nel verso 43; è ovvio che egli ha una grande sicurezza del fatto che il regno di Dio avanzerà in tutto il mondo quando dice che la ragione per cui vuole che Dio esaudisca le preghiere degli stranieri è affinché tutte le nazioni della terra conoscano il tuo nome. E poi, la settima petizione sta nei versi 44-45 ove prega che quando il popolo di Dio va alla guerra li protegga, loro e le loro famiglie, che Dio sostenga la loro causa e dia loro la vittoria. E poi l’ottava petizione e la conclusione. Egli prega che se Israele sia stato dato ai suoi nemici a motivo dei suoi peccati e il popolo è stato portato via prigioniero nella terra dei loro nemici, che se si pentono e rinnovano la loro sottomissione al Signore, egli prega che Dio li liberi, li salvi dai loro nemici, li restituisca alla loro terra, vendichi la loro causa e sconfigga tutti i loro nemici.
Nei versi 49-53 si noti la ragione che Salomone da a Dio per cui esaudire tale preghiera. Dice al verso 49 “Tu ascolta dal cielo, il luogo della tua dimora, la loro preghiera e la loro supplica e sostieni la loro causa, e perdona al tuo popolo che ha peccato contro di te e fa’ che trovino compassione presso coloro che li hanno condotti in cattività, affinché questi usino misericordia con loro”. Questo ci ricorda il proverbio di Salomone che “Il cuore del re in mano all’Eterno è come i corsi d’acqua; lo dirige dovunque egli vuole” fa in modo che questa gente pagana sia compassionevole con quello stesso popolo che ha soggiogato e che tratta con disgusto. E dice. Signore esaudisci la loro preghiera “perché essi sono il tuo popolo e la tua eredità…” Che preghiera! Potessimo anche noi pregare in questo modo. Che Dio stupendo, al quale può essere fatta una tale preghiera. Onnipotente, santo, fedele, pieno di grazia, amorevole, compassionevole, sovrano. Che condiscende ad ascoltare la nostra voce. Che uomo di preghiera e di sapienza fu Salomone.
Ma per quanto straordinario, saggio, benedetto e utile al regno di Dio sia stato Salomone, verso la fine della sua vita, questo grande uomo drammaticamente cambiò in peggio. Vediamo insieme cosa gli avviene. Leggiamo il capitolo 11. È un capitolo triste. Verso 1, cosa gli è accaduto? “Ma il Re Salomone, oltre la figlia del faraone, amò molte donne straniere, moabite, ammonite, idumee, sidonie e hittee”. Era una pratica comune fare alleanza politica con altre nazioni e suggellarla sposando la figlia di un re. Ma non dice semplicemente ‘alleanze’ dice che Salomone amò molte donne straniere, cioè donne non credenti, dalle nazioni pagane della terra. Rifiutò di tenere sotto controllo i suoi sensuali desideri sessuali. Rifiutò di tenere sotto controllo il suo orgoglio intellettuale. Non solo amò queste donne e non tenne a bada le passioni del suo cuore, ma fu anche intellettualmente orgoglioso qui: forse, se facciamo sufficienti alleanze saremo sicuri e non dovremo preoccuparci di nulla, e preserveremo la nostra prosperità anziché fidare in Dio solamente.
Si noti il verso 2, queste donne erano “appartenenti ai popoli di cui l’Eterno aveva detto ai figli d’Israele ‘Voi non vi unirete in matrimonio con loro, ne essi con voi, perché essi faranno certamente volgere il vostro cuore verso i loro dèi”. Qui si vede che in disobbedienza a Dio Salomone mancò di mantenere chiara la differenza tra il suo popolo ed il resto del mondo. Compromettendo questa antitesi tra l’adorazione del vero Dio e tutte queste divinità pagane e il culto dell’uomo, Salomone aprì la porta ad una graduale apostasia d’Israele che portò alla sua distruzione. Ma qui c’è la frase più triste credo dell’intero capitolo. L’ultima del verso 2. “Ma Salomone si unì a tali donne per amore”. Lo so che non dovrei ma lo faccio. O, per citare Isaac Hayes: “Se amarti è sbagliato, io non voglio fare ciò ch’è giusto”. Questa è l’attitudine.
Dire che Salomone s’attaccò a queste donne per amore è dire che Salomone si unì a queste nuove amiche, queste nuove socie, nuove amanti, nuove alleate, nuova famiglia. Come se si fosse sposato col nemico e divenuto uno con loro. Ed era determinato a mantenere quella comunione senza curarsi del costo. E gli costò tutto. E ancora una volta osserviamo che le cattive compagnie corrompono le buone morali. Guardate a 11:3 s, “Egli ebbe settecento principesse per mogli e trecento concubine; e le sue mogli gli pervertirono il cuore. Cosí, quando Salomone fu vecchio, le sue mogli fecero volgere il suo cuore verso altri dèi; e il suo cuore non appartenne interamente all’Eterno, il suo DIO, come il cuore di Davide suo padre”. Triste storia, fecero volgere il suo cuore. Egli determinò che il suo cuore si sarebbe piegato nella direzione dell’idolatria.
Verso 5. Com’è potuto accadere? “Salomone seguí quindi Ashtoreth, la dea dei Sidoni, e Milkom, l’abominazione degli Ammoniti”. A motivo dell’immoralità collegata a questo culto, Salomone fece ciò ch’è male agli occhi dell’Eterno. Egli non seguì il Signore completamente come aveva fatto suo padre. Poi, costruì un idolo a Kemosh, che era il dio sole, l’abominevole idolo di Moab. Allora Salomone costruí sul monte di fronte a Gerusalemme un alto luogo per Kemosh, l’abominazione di Moab, e per Molek, l’abominazione dei figli di Ammon. Così fece per tutte le sue mogli straniere, che bruciavano incenso e offrivano sacrifici ai loro dèi. L’Eterno perciò si adirò con Salomone, perché il suo cuore si era allontanato dall’Eterno, il DIO d’Israele, che gli era apparso due volte, e in merito a questo gli aveva comandato di non seguire altri dèi; ma egli non osservò quanto l’Eterno gli aveva comandato. Perciò l’Eterno disse a Salomone: «Poiché tu hai fatto questo e non hai osservato il mio patto e gli statuti che ti avevo ordinato, ti strapperò il regno e lo darò al tuo servo”. Al tuo burocrate Geroboamo.
Cos’è successo? Come spieghiamo ciò che è accaduto a Salomone dalla grande saggezza del capitolo 3 alla grande ricchezza e amministrazione della giustizia del capitolo 4 a questa terribile caduta del capitolo 11, com’è potuta accadere una tale caduta? Come ha potuto cambiare così tanto? Ebbene, diciamo tre cose. Egli custodì la prosperità d’Israele e custodì la sicurezza nazionale, ma non custodì il proprio cuore. Vi si trovavano desideri malvagi come si trovano in ogni mortale. Ed egli non li tenne sotto controllo. Non disse di no a questi desideri, ma lasciò che dominassero invece la sua vita. Non custodì il proprio cuore con ogni diligenza perché da esso sgorgano le sorgenti della vita. Voi sapete che Gesù ha detto: non è ciò che entra in un uomo dall’esterno che fa di lui ciò che è, ma ciò che è nel suo cuore. Un uomo può stare proprio nel mezzo di opulenza e ricchezza, in mezzo a un mucchio di donne malvagie, e gli può essere offerto potere immenso, e rimanere puro nel suo cuore. Ma se come Salomone continua in quella situazione, e non governa il proprio cuore e non tiene saldamente in mano le briglie del suo cuore, presto cederà.
“Poiché come un uomo pensa nel proprio cuore, così egli è”. Questa è la situazione nell’Italia cristiana di oggi, opportunità immorali ogni dove, dozzinali. Se vuoi cedere alle passioni sessuali del tuo cuore, è facile come bere un bicchier d’acqua lì fuori. Molto probabilmente voi avete più di quanto i vostri antenati abbiano mai avuto. Questo è un luogo di grande libertà, di grande ricchezza, di grande opulenza e di grandi possibilità. Se tu vorrai mantenerti puro dentro a tutto questo, devi custodire il tuo cuore con grande diligenza, perché da esso sgorgano le sorgenti della vita. Salomone non custodì il proprio cuore.
E Salomone smise di pregare per ciò per cui pregò nel giorno della dedicazione. Andate indietro al capitolo 8. Noi non abbiamo letto la sua benedizione. Oh se solo avesse potuto continuare a pregare questa benedizione. Ma sembra che egli abbia pensato di essere salvo e sicuro, che non sarebbe caduto. Dio gli aveva dato questa sapienza. Così ‘fin che la barca và…’ Egli smise di pregare questa grande preghiera. 1° Re 8:57 “L’Eterno, il nostro DIO, sia con noi come è stato con i nostri padri; non ci lasci e non ci abbandoni, ma volga i nostri cuori verso di lui, affinché camminiamo in tutte le sue vie e osserviamo i suoi comandamenti, i suoi statuti e i suoi decreti che ha prescritto ai nostri padri. Possano queste mie parole, che ho rivolto in supplicazione all’Eterno, rimanere vicine all’Eterno, il nostro DIO, giorno e notte, perché sostenga la causa del suo servo e la causa del suo popolo, secondo il bisogno di ogni giorno, affinché tutti i popoli della terra riconoscano che l’Eterno è DIO e non ve n’è alcun altro. Sia dunque il vostro cuore dato interamente all’Eterno, il nostro DIO, per seguire i suoi statuti e osservare i suoi comandamenti, come fate oggi!”. Queste cose cessarono d’essere sua preoccupazione, e suo desiderio, e smise di pregare: Signore inclina il mio cuore a seguirti. Le mie parole siano sempre a te vicine, giorno e notte, completamente devoto a te, che io cammini nella via che prescrivi. Egli smise di pregare questo tipo di preghiere. E il resto della storia lo sapete.
Poi c’è una terza ragione. Egli non custodì il suo cuore. Smise di pregare le preghiere che faceva un tempo, e non seguì il proprio consiglio e saggezza ispirati. Non seguì i propri proverbi. Prima che andiamo a leggere alcuni di questi proverbi che mancò di osservare, permettetemi di ricordarvi di una cosa, di darvi una parola di applicazione. Grande saggezza e grande intelletto, una raffinata conoscenza di teologia, di filosofia e della Bibbia non costituiscono una difesa sufficiente contro una seria apostasia in ribellione contro Dio. Perché? Perché l’apostasia non comincia con l’intelletto. L’apostasia ha le sue radici nel cuore e scaturisce da desideri sensuali. La concupiscenza della carne e in grande amore per se stessi e il desiderio di compiacere a sé ad ogni costo. In re Salomone quest’apostasia non avvenne tutto ad un tratto, ma gradualmente come conseguenza di non aver custodito il proprio cuore con ogni diligenza. Non custodì il proprio cuore, amò se stesso con la possibilità di concedersi qualsiasi cosa avesse voluto, si diede sempre più alle seduzioni, ai piaceri, alle eccitazioni e alle delizie di questa presente età malvagia. Fino a che poté essere detto di lui che si unì ad esse per amore.
Diverse volte Dio nella grazia ammonì Salomone riguardo al suo modo di vivere, perché conosceva le debolezze del suo cuore. Ma poiché Salomone pensava d’essere superiore alle tentazioni, non diede ascolto. Diverse volte Dio disse cose come questa: “se tu cammini secondo i miei statuti, se metti in pratica i miei decreti e osservi tutti i miei comandamenti camminando in essi, io confermerò a tuo favore la promessa che feci a Davide tuo padre… Ma se voi o i vostri figli vi ritrarrete da me e non osserverete i miei comandamenti e i miei statuti che ho posto davanti a voi e andrete a servire altri dèi e a prostrarvi davanti a loro, io sterminerò Israele dalla faccia del paese che gli ho dato e rigetterò dalla mia presenza il tempio che ho consacrato al mio nome; cosí Israele diventerà la favola e lo zimbello di tutti i popoli. E questo tempio, sebbene cosí imponente, sarà desolato; chiunque poi gli passera vicino rimarrà stupito e fischierà, e dirà: “Perché l’Eterno ha trattato così questo paese e questo tempio?”. Allora gli risponderanno: “Perché hanno abbandonato l’Eterno, il loro DIO, che ha fatto uscire i loro padri dal paese d’Egitto e hanno aderito ad altri dei, si sono prostrati davanti a loro e li hanno serviti; per questo l’Eterno ha fatto venire su di loro tutta questa calamità”. E avvenne esattamente così. Saggezza ed intelligenza non sono sufficienti se non state custodendo il vostro cuore.
Ora, quali erano alcuni dei proverbi che Salomone, se fosse stato fedele a quegli stessi proverbi che aveva scritto, avrebbe potuto evitare il naufragio della propria fede? “Figlio mio, se i peccatori ti vogliono sedurre, non acconsentire figlio mio, non incamminarti con loro, trattieni il tuo piede dal loro sentiero, perché i loro piedi corrono al male e si affrettano a versare sangue.” “Custodisci il tuo cuore con ogni cura, perché da esso sgorgano le sorgenti della vita”. “I tuoi occhi guardino diritto e le tue palpebre mirino diritto davanti a te”.
“Appiana il sentiero dei tuoi piedi, e tutte le tue vie siano ben stabilite. Non deviare né a destra né a sinistra; ritira il tuo piede dal male”. “Figlio mio, fa’ attenzione alla mia sapienza, porgi l’orecchio al mio intendimento affinché tu custodisca la riflessione e le tue labbra ritengano la conoscenza. Poiché le labbra della donna adultera stillano miele e la sua bocca è piú morbida dell’olio; ma alla fine ella è amara come l’assenzio, tagliente come una spada a due tagli. I suoi piedi scendono alla morte, i suoi passi portano direttamente allo Sceol. Essa non cammina sul sentiero della vita, ma tu non dai peso alla cosa, le sue vie sono erranti, ma tu non ti rendi conto. Tieni lontana da lei la tua via, e non avvicinarti alla porta della sua casa per non dare ad altri il tuo vigore, e i tuoi anni a uno senza pietà. Perché gli estranei non si sazino dei tuoi beni, e le tue fatiche non vadano in casa di uno straniero, e non gema quando verrà la tua fine”.
“Figlio mio, custodisci il comandamento di tuo padre e non dimenticare l’insegnamento di tua madre. Tienili del continuo legati sul tuo cuore e fissali intorno al tuo collo. Quando camminerai, ti guideranno; quando riposerai, veglieranno su di te; quando ti risveglierai, parleranno con te. Poiché il comandamento è una lampada, l’insegnamento una luce, e le correzioni dell’ammaestramento sono la via della vita, per proteggerti dalla donna malvagia, dalle lusinghe della lingua della straniera. Non desiderare in cuor tuo la sua bellezza e non lasciarti avvincere dalle sue palpebre. Poiché per una prostituta uno si riduce a un tozzo di pane, e la moglie di un altro dà la caccia all’anima preziosa di un uomo. Può un uomo portare fuoco nel suo seno senza bruciarsi gli abiti? O può un uomo camminare su carboni accesi senza bruciarsi i piedi?”. “C’è una via che all’uomo sembra diritta ma la sua fine sfocia in vie di morte”. “ Chi osserva il comandamento custodisce la sua vita, ma chi trascura la propria condotta morirà”. “Il vino è schernitore, la bevanda inebriante è turbolenta, e chiunque se ne lascia sopraffare non è saggio”. “Chi ama il piacere sarà nell’indigenza, chi ama il vino e l’olio non arricchirà”. “Ma ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i giorni cattivi e giungano gli anni dei quali dirai: ‘Non ho in essi alcun piacere’”. “Ascoltiamo dunque la conclusione di tutto il discorso: ‘Temi DIO e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto dell’uomo’.
“Confida nell’Eterno con tutto il tuo cuore e non appoggiarti sul tuo intendimento; riconoscilo in tutte le tue vie, ed egli raddrizzerà i tuoi sentieri”. “Non ritenerti savio ai tuoi occhi, temi l’Eterno e ritirati dal male; questo sarà guarigione per i tuoi nervi e un refrigerio per le tue ossa”. Amati miei, non pensate mai di essere al di sopra della possibilità di cadere quanto cadde Salomone se diventate molli e negligenti nel seguire i suoi proverbi, i suoi canti e le sue preghiere. Lasciate che vi faccia una domanda prima di finire. Perché Dio non ha trattenuto Salomone dal cadere così profondamente. Dio avrebbe potuto impedirlo. Se Dio lo avesse voluto avrebbe potuto tenere Salomone sulla retta via. Perché non lo fece? Forse così che noi saremo stati delusi da questa figura di Cristo. Tutti i tipi e le figure di Cristo ci deludono in un modo o in un altro. Davide fu una figura di Cristo, ci deluse. Salomone fu una figura di Cristo, ci deluse. Perché? Affinché noi non poniamo mai la nostra fiducia in alcun uomo, alcuna figura, alcun ministro, ma in Cristo stesso il quale non ci deluderà mai. In Luca 11:31 Gesù dice questo: “La regina del Mezzodí si leverà nel giudizio con gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché essa venne dagli estremi confini della terra per udire la sapienza di Salomone; ed ecco, qui vi è uno piú grande di Salomone”.
L’incredulità tra i Giudei al tempo di Gesù era enorme. E la stessa inescusabile incredulità in Cristo Gesù satura oggi la nostra cultura. La regina di Saba ebbe abbastanza fede nella sapienza di Salomone da viaggiare 2000 chilometri a dorso di cammello per vederlo, per avere soddisfatte le domande profonde del suo cuore e della sua mente. Ma presente proprio nel mezzo dei Giudei palestinesi del primo secolo c’era la sapienza di Dio personificata e incarnata nel Signore Gesù Cristo che predicò e insegnò loro per tre anni e malgrado ciò, insolentemente, essi rifiutarono di credere in lui e di credere il suo vangelo. Oggi, qui, anche noi abbiamo nella fedele predicazione e nell’insegnamento della parola di Dio, l’incomparabile privilegio di ascoltare colui che è più grande di Salomone. Egli è qui. Il figlio di Dio, il figlio di Davide, questa casa di Dio. Il Re del regno di Dio che conquisterà tutti gli altri regni. Il salvatore dei peccatori. Colui che è più grande di Salomone è qui, oggi. Dunque, amati, non sprecate una tale grande opportunità. Non sprecate tale grande responsabilità. Sfruttatela al meglio credendo nel Signore Gesù Cristo, ascoltando con fede la sua parola e sottomettendo la vostra vita e quella della vostra famiglia alla sua signoria. Altrimenti, quando arriva il giorno del giudizio, sarete giustamente condannati dalla credente regina di Saba, per non menzionare il Dio onnipotente.
Preghiamo.
Ti ringraziamo, Padre, per la tua fedeltà, perfino di fronte alla nostra infedeltà. Fa che possiamo sempre trovare gioia, incoraggiamento e motivazione nel saperlo. Aiutaci a imparare bene la lezione di Salomone , tienici fedeli, tienici stretti a te, tienici aggrappati a te, aiutaci a custodire il nostro cuore con ogni cura, perché da esso sgorgano le sorgenti della vita. Nel nome di Cristo ti preghiamo. Amen.