RISORSE:

Feb 21, 2018 

Abbiamo già discusso come la violenza sia inerente al Socialismo, e abbiamo discusso come questa violenza è pertanto inerente anche alla nostra istituzione più socialista, la scuola pubblica. Abbiamo visto anche che ciò è collegato ad una più ampia cultura di violenza perpetrata dallo Stato, o dal governo civile. Abbiamo bisogno di assorbire fino in fondo queste verità e di meditarle.

Cristiani e conservatori giustamente criticano alcune cose che le Scritture chiamano un “abominio”. In questo contesto niente salta in mente più prontamente della sodomia e del matrimonio omosessuale. Probabilmente in nessun altra istanza della vita delle nazioni occidentali la parola “abominio” è stata usata con maggior frequenza fatta eccezione, forse, per l’aborto.

Ma le Scritture applicano la stessa parola “abominio” a una pletora di comportamenti. Alcuni sono specifici. Di questi, certuni sono familiari, come le deviazioni sessuali. Altri sono meno familiari, come pesi e misure iniqui (Proverbi 11:1- si pensi alla BCE e alla riserva frazionaria delle banche). Questi casi meno familiari sono ciò nonostante in tutto e per tutto altrettanto un abominio e noi non ne siamo nemmeno consapevoli o strizziamo loro l’occhio.

Poi le Scritture l’applicano alla violenza:

Non portare invidia all’uomo violento e non scegliere alcuna delle sue vie, perché l’Eterno ha in abominio l’uomo perverso, ma il suo consiglio è per gli uomini retti (Proverbi 3:31, 32).

Qui le Scritture ci mettono in guardia contro l’uomo che fa affidamento su violenza e disonestà per ottenere ciò che vuole. Ci dice di non invidiare questo tale (di solito lo facciamo). Ci dice che questa persona è un “abominio” la stessa parola che usa per le devianze sessuali. Dobbiamo perciò aborrire disonestà e violenza inerenti al sistema tanto quanto aborriamo le parate sodomite e femminaziste. Ma di solito non lo facciamo.

Ci ammonisce di non scegliere alcuna delle sue vie – le vie della paura, intimidazione, e minaccia della canna del fucile, vale a dire della violenza. Ma invece le scegliamo.

Le Scritture proseguono nel dirci che questa è il metodo della burocrazia centralizzata:

Se nella provincia vedi l’oppressione del povero e la perversione violenta del diritto e della giustizia, non meravigliarti della cosa; poiché sopra un’alta autorità ne veglia una piú alta, e sopra di loro, delle autorità ancora piú alte. (Ecclesiaste 5:8).

Tali funzionari non si curano di quelli sotto di loro o della legge di Dio. Hanno cura di sottomettersi alla volontà di chi sta sopra di loro. Si curano di fare il proprio dovere e incassare il proprio salario. Faranno osservare leggi ingiuste perché servono il sistema e sé stessi piuttosto che Dio e la giustizia. Lavoreranno sodo per convincerci che è per il nostro bene, per il bene comune, per i bambini, per la pubblica sicurezza, per la salute, la cura, il conservatorismo compassionevole, ecc. Ma è violenza imposta da persone compromesse.

Questo è precisamente ciò che Cristo ci ha chiesto di spezzare:

Ma Gesú disse loro: «I re delle nazioni le signoreggiano, e coloro che esercitano autorità su di esse sono chiamati benefattori.

Ma con voi non sia cosí; anzi il piú grande fra di voi sia come il minore e chi governa come colui che serve.

Chi è infatti piú grande chi siede a tavola, o colui che serve? Non è forse colui che siede a tavola? Eppure io sono in mezzo a voi come colui che serve (Luca 22:25-27).

È  fin troppo facile vedere  che l’autorità nasce dalla canna del fucile nelle persone la cui politica disprezziamo apertamente  (e giustamente). Il socio in affari criminali di Marx, Friedrich Engels lo disse apertamente:

Una rivoluzione è certamente la cosa più autoritaria che ci sia; è l’atto col quale una parte della popolazione impone la propria volontà all’altra parte per mezzo di fucili, baionette e cannoni — mezzi autoritari, se ciò debba essere; e se la parte vincente non vorrà aver combattuto invano, deve mantenere il governo mediante il terrore che le sue armi ispirano nei reazionari.1

Mao fu persino più esplicito:

Ogni comunista deve cogliere la verità: “Il potere politico nasce dalla canna del fucile.” Il nostro principio è che il Partito ha il comando sul fucile e al fucile non deve mai essere permesso di comandare sul Partito. Pure, avendo fucili, possiamo creare organizzazioni di Partito … possiamo creare anche cellule, creare scuole, creare cultura, creare movimenti di massa … .

Tutte le cose nascono dalla canna del fucile. Secondo la teoria Marxista dello stato, l’esercito è la componente principale del potere dello stato. Chiunque voglia prendere e mantenere il potere dello stato deve avere un forte esercito… .

Già, è facile vedere la realtà se siamo cristiani e conservatori che giudicano con disprezzo questi fanatici, assassini Marxisti. Ma è facile vederla solo perché essi furono più onesti riguardo al loro socialismo di quanto noi siamo del nostro. Fate uno sforzo.

Il socialismo, la redistribuzione, si ottiene e si mantiene per mezzo della canna di un fucile. Questo si applica a tutte le sue forme, incluse le nostre preziose scuole statali (eh, no, la scuola non sta facendo un buon servizio), il welfare, i sussidi, i ‘diritti acquisiti’, gli investimenti, le partecipazioni statali, ecc.

Questa è la violenza insita nel sistema del socialismo. Noi giustifichiamo la violenza nel nome del “bene comune” o di qualche legge benefica. Se la redistribuzione di proprietà sta al cuore della causa, quivi c’è violenza. Ciò che ne consegue, alla fine, è un’intera cultura di violenza. La gente assorbe coercizione e forza come la norma piuttosto che l’estrema eccezione difensiva. La nostra società intera diventa fondata sulla via di Caino anziché su quella di Cristo.

Invece, l’alternativa biblica è libertà. Ma il primo passo per arrivarci è pentirsi della violenza che ci siamo permessi di accettare come la norma, e nella quale siamo pertanto complici. Quella rottura mentale e spirituale è dura. E noi dobbiamo meditare seriamente sul comando a non invidiare o copiare l’uomo violento.

Note:

1 Frederick Engels, “On Authority,” Basic Writings on Philosophy: Karl Marx and Friedrich Engels, ed. by Lewis S. Feuer (Garden City, NY: Anchor Books, 1959), 485.()


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