Non c’è niente che possa eguagliare la felicità di un nonno come poter leggere la storia di Gesù ai suoi nipotini.
Ho deciso di scriverne una adatta anche ai più piccoli renderla disponibile a tutti i nonni e altri che vogliano raccontare a dei bambini la storia della salvezza nel modo più conciso possibile senza tralasciare (quasi) nulla.
Questa storia comincia con la creazione. Una volta c’era solo DIO (Plurale) DII. (ma questa storia è per un’altra volta)
Volle dire a tutti chi è. Come quando uno di voi, quand’eravate più piccolini, qualcuno anche adesso, vuole fare un disegno per mostrare a tutti i suoi sentimenti? Sì, proprio una cosa del genere.
Disse: Creiamo l’universo con dentro la terra. Lavorarono 5 giorni. In questa terra piantiamo un bel giardino. Dio voleva passeggiare in quel bel giardino e già che c’era voleva stare insieme a tante persone che potessero parlare con lui.
Il sesto giorno creò l’uomo dentro al bel giardino. Li creò maschio e femmina perché anche loro potessero provare piacere nello stare insieme come lui provava piacere nella compagnia.
Disse all’uomo e alla donna la ragione per cui erano stati creati: Disse loro di lavorare quel giardino, di coltivarlo, di custodirlo, di sottomettersi tutti gli animali, e di popolare tutta la terra mentre l’avrebbero fatta diventare tutta un bel giardino nel quale tutti gli uomini potessero passeggiare con Dio come faceva Adamo. Questo era il servizio che gli dovevano rendere e questo era il modo che Dio aveva scelto per essere glorificato.
Disse ad Adamo che tutto quello che vedeva era stato creato per lui perché ne godesse insieme a Dio, e che la condizione per poter continuare a stare in quel giardino era di fidarsi di Dio. Obbedirgli. Su questo sarebbe stato messo alla prova. La prova della sua obbedienza era troppo semplice, però: poteva mangiare di tutti gli alberi del giardino eccetto di uno che Dio aveva chiamato l’albero della “conoscenza del bene e del male”. Se ne avesse mangiato sarebbe morto.
Adamo cominciò a fare ciò che Dio gli aveva comandato e gli piaceva molto. Dio aveva veramente creato un ambiente splendido, pieno zeppo di cose belle da scoprire. La sera Adamo parlava con Dio delle sue scoperte e rimaneva sempre meravigliato che la Persona che aveva creato tutte quelle cose lo stesse ad ascoltare e provasse piacere a stare con lui. (Come quando la mamma ti ascolta e ti fa sentire importante).
Il lavoro da fare era proprio tanto e Adamo ed Eva non si annoiavano mai. Anche se tutte le piante nel giardino crescevano bene e c’era cibo in abbondanza, c’era veramente tanto da fare. Poi bisognava coltivare le piante. Togliere le erbacce (c’erano già le erbacce anche se non si moltiplicavano velocemente come adesso). Poi sarebbe stato necessario costruire dei magazzini dove riporre la frutta quando si raccoglieva. Una cantina nella quale fare il vino. Bisognava inventare e costruire gli attrezzi e anche un posto dove riporli la sera. E le mutande? Bisognava inventare le mutande. Perché? Prova tu andare a raccogliere ciliegie senza mutande. Anche le scarpe erano da inventare. Eva ne voleva avere molte paia. Quante, quante cose da fare in quel giardino.
Dio aveva anche detto di custodirlo. Chissà cosa aveva voluto significare. Forse Adamo non aveva capito, ma non voleva chiedere a Dio, forse voleva scoprirlo da solo. Con la maggior parte degli animali non era difficile. Poi, erano perfino educati, anche quando venivano a mangiare dagli alberi non facevano troppi danni. Forse Dio si era riferito ai dinosauri. Quelli sì che erano grandissimi e dove passavano distruggevano tutto. Sarebbe stato necessario educarli. O forse costruire dei recinti per le parti più coltivate del giardino? Chissà se erano veramente loro, i dinosauri, il problema. C’era così tanto da fare. Di notte scendeva una fitta pioggerellina come una rugiada che bagnava tutto. Anche Adamo ed Eva si alzavano sempre tutti fradici e lei le avrà detto: Senti caro, se vuoi che le cose funzionino devi costruire una casa degna di me”. Poi avevano scoperto, per esempio, che dalle mucche si poteva ottenere il latte, era proprio facile, bastava mungerle un po’. Ah, ma non esisteva ancora un recipiente per mettercelo. Dovevano bere il latte direttamente dalle tettone della mucca che li lasciava fare. Ma non sempre c’era intorno una mucca quando volevano fare colazione perciò dovevano trovare il modo di mungerne un po’ in un vaso per poterlo bere quando volevano. Dovevano inventare anche il coperchio altrimenti ci arrivavano prima le mosche. Uffa, quanto lavoro. E tutto questo era anche da custodire. Ma da che?
Adamo ed Eva erano abituati alle cose straordinarie. Ogni giorno ne vedevano di nuove. Ma un giorno a Eva accadde una cosa ancor più straordinaria. Un serpente cominciò a parlarle. Gli animali non parlano. Forse avrebbe dovuto insospettirsi. Che potesse essere proprio questo animale straordinario quello da cui dovevano ‘custodire’ il giardino?
Per conoscerlo meglio cominciarono a parlare. Il serpente era molto astuto, ma Eva non se ne accorse. Ovvio, se te ne accorgi vuol dire che non è astuto. Ma nella veste del serpente si era presentato il nemico di Dio, il diavolo. Il diavolo è nemico di Dio e il diavolo è astuto. Il serpente-diavolo le disse che non era vero che se avessero mangiato del frutto dell’albero che Dio aveva proibito sarebbero morti. Anzi, non solo non sarebbero morti, ma Dio non voleva che mangiassero di quell’albero perché era geloso e cattivo. Se Adamo ed Eva avessero mangiato quel frutto invece di morire sarebbero diventati come Dio. Non sarebbe più stato necessario tutto quel lavoro faticoso. Avrebbero fatto solo quello che volevano. E senza fatica poi, perché avrebbero ordinato e la cosa sarebbe successa proprio come Dio aveva raccontato loro di quando aveva creato tutte le cose. Anche Adamo ed Eva sarebbero diventati come Dio. Anziché ubbidire avrebbero potuto comandare.
Adamo ed Eva si dimenticarono di quanto buono Dio era stato nell’aver creato tutto quello che vedevano (e anche tutto quello che ancora non vedevano) e averlo donato a loro perché ne godessero in amicizia e fidandosi delle parole che Dio aveva loro detto.
Si fidarono invece del nemico. Avrebbero dovuto custodire il giardino dalla presenza cattiva di quel malvagio serpente e invece si fidarono più del serpente che di Dio. Era sembrato loro che il serpente li amasse più di quanto li amasse Dio.
Senza pensarci troppo, mangiarono il frutto. Ma non successe nessuna magia. Non erano diventati come Dio. Anzi, cominciarono ad accorgersi che qualcosa in loro era cambiato. Non erano più quelli di prima. Adamo ed Eva si guardavano in modo strano. Prima c’era solo amore nei loro sguardi, adesso sentivano che c’era anche qualcosa di sbagliato.
Quella sera non aspettarono che Dio venisse a stare in loro compagnia come faceva ogni sera. Andarono a nascondersi. Erano diventati proprio stupidi. Come si può nascondersi a Dio? Dio li chiamò: “Adamo, Eva, venite fuori dal bosco. Venite qua. Avete mangiato il frutto dell’albero che vi avevo proibito, vero?” Si rivolse all’uomo perché nella famiglia è quello a cui aveva dato più responsabilità. Se fosse stato un vero uomo avrebbe detto: “Sì, ho mangiato, ti ho disubbidito.” Sapete, un vero uomo difende sempre la propria donna. Invece Adamo disse: “E’ stata lei. È la donna che Tu mi hai dato che mi ha convinto a mangiarlo, è colpa sua”. Allora Dio chiese ad Eva: “È vero?” Eva avrebbe dovuto ammettere di essere stata la prima a dubitare delle cose che il suo amico Dio le aveva detto, e di aver scelto di credere al nemico, ma invece rispose: “È stato il serpente che mi ha sedotta”. Da quel giorno siamo tutti così, diamo sempre la colpa di quel che facciamo ad altri, e solo dopo che siamo scoperti. Che brutto!
Allora Dio disse, adesso vediamo se la mia parola è la verità, o se lo è quella del diavolo. Non vedete che siete già morti dentro al vostro cuore? Vi date colpa l’un l’altro, vi state uccidendo, e vorreste dare la colpa al diavolo e perfino a Me. Oggi avete perso la mia amicizia e dovete andarvene dal mio giardino, io qui non vengo più. Vivrete nel resto della terra dove ci sono molti più pericoli e dove le erbacce crescono con grande velocità. La terra sarà maledetta per colpa vostra perché avete fatto lega col nemico. Poi la morte avrà il sopravvento su di voi e morirete e ridiventerete polvere. Che triste, avevano voluto essere più che uomini, essere come Dio e invece sarebbero ri-diventati polvere. Da quella volta in poi tutti gli uomini prima o dopo muoiono e diventano polvere.
“Ma Io porrò inimicizia fra voi e il diavolo”, disse Dio, e un giorno, dai figli dei figli che tu Eva avrai, farò nascere UNO che rimetterà a posto ogni cosa. Come tu Adamo hai fatto vincere la morte su tutti gli uomini lui vincerà la morte per tutti quelli che sono suoi. Essi credettero al questa promessa del Signore e cominciarono a fare dei bambini perché da uno dei loro figli sarebbe un giorno nato il Salvatore, colui che avrebbe sistemato ogni cosa.
Passarono molti anni, le persone sulla terra crebbero di numero e popolarono tutta la terra. Dio non veniva più a passeggiare con gli uomini, ma quando voleva far loro sapere qualche cosa di nuovo mandava uno dei suoi angeli a comunicarglielo. Molti non vollero credere alla promessa di Dio che un giorno avrebbe mandato il salvatore e inventarono nuove religioni e nuove storie su come il mondo era stato creato. Poiché Dio non si faceva più vedere sulla terra, perché la terra era diventata come un letamaio, molti cominciarono a dire che Dio non esiste e questa religione, che si chiama ateismo esiste tutt’oggi. Altri non sapendo come Dio fosse cominciarono a pensare che fosse come loro, o come qualche animale, o come il sole o la luna. Ma Dio che vedeva tutto questo dal cielo fece in modo di sussurrare nelle orecchie di qualche uomo la verità su se stesso e la fece scrivere in un libro. Se gli uomini volevano veramente sapere di lui avrebbero dovuto impararlo da quel libro.
Un giorno un angelo si presentò ad una signorina quasi sconosciuta di un paesello quasi sconosciuto chiamato Nazareth. Disse a Maria (questo era il nome di quella signorina) che avrebbe miracolosamente avuto un bambino e che doveva mettergli nome Gesù. Lo stesso angelo fu mandato anche dal fidanzato di Maria, dicendogli la stessa cosa, e dicendogli di sposare Maria. Quasi nessuno sapeva nulla di questa cosa, e poi chi avrebbe creduto che quel bambino sarebbe stato il Salvatore promesso? Nel libro che Dio aveva fatto scrivere c’era scritto che il Salvatore sarebbe nato a Betlemme, un paesino solo un po’ più conosciuto di Nazareth. In realtà Giuseppe e Maria discendevano da una famiglia di Betlemme, ma adesso vivevano a Nazareth.
A quel tempo tutta quella regione era parte dell’Impero Romano. Il grande imperatore che comandava su tutti viveva a Roma e si chiamava Cesare Augusto. Anche a Roma c’era una religione inventata dagli uomini, i quali pur vedendo ogni giorno che dovevano morire come Dio aveva detto e che la promessa del diavolo non era vera, continuavano a credere che almeno alcuni di loro, i più potenti, erano come Dio. Infatti Augusto significa divino. Cesare Augusto voleva sapere quanti fossero i cittadini del suo regno e decise che bisognava contarli. (Credeva lui di averlo deciso, non sapeva che era stato Dio a metterglielo nel cuore per far nascere Gesù dove aveva detto che sarebbe nato). L’imperatore ordinò che per non creare confusione, in modo che le persone non venissero contate più di una volta, tutti dovevano andare a farsi registrare nella città di provenienza. Giuseppe e Maria andarono a Betlemme per questo motivo. Quando furono a Betlemme, si compì il tempo in cui il bambino di Maria doveva nascere, così Gesù nacque a Betlemme, proprio come il libro aveva promesso. Poi andarono a casa a Gesù cresceva in statura e intelligenza ed era proprio prima un bambino, poi un ragazzo, infine un uomo, obbediente e servizievole.
Quando fu grande, più o meno alla stessa età che aveva Adamo quando fu tentato dal diavolo e non seppe resistere, lo Spirito di Dio lo portò nel deserto perché anche Gesù fosse tentato dal diavolo proprio come lo era stato il primo uomo. La terra in cui Gesù fu condotto non era più quel meraviglioso giardino dove tutto testimoniava della benevolenza di Dio ma in particolar modo il deserto mostrava proprio tutti i segni della maledizione che Adamo peccando le aveva tirato addosso. Quando Gesù fu stremato dalla fame e dalla sete arrivò il nemico, il serpente antico. Il nemico sapeva che Gesù era forte e aveva aspettato che fosse senza più forze cosicché le sue tentazioni potessero avere più probabilità di successo. Che personaggio viscido, ben fa la Bibbia a chiamarlo serpente. Ben tre volte lo tentò, ma ogni volta Gesù gli rispose che non avrebbe fatto come Adamo, lui non avrebbe creduto alle bugie del diavolo ma avrebbe creduto alla parola di Dio. Nonostante le promesse del diavolo fossero davvero allettanti, Gesù scelse di credere e di obbedire a Dio. Alla fine il diavolo se ne andò sconfitto. Gesù aveva vinto.
Non era ancora la vittoria finale, ma nella potenza dello spirito di Dio Gesù per tre anni si mise a fare diverse cose molto importanti. Si mise ad insegnare, perché molte di quelle persone che lo stavano ad ascoltare, pur avendo il libro di Dio, lo leggevano in modo strano e il più spesso delle volte nemmeno lo credevano. Si mise a guarire molti malati che a quei tempi ma anche ai nostri nessuno era capace di guarire. Con questo voleva dimostrare che era proprio lui colui che doveva venire a salvare il suo popolo dai loro peccati. Infatti, qualche volta prima di guarire una persona malata le diceva: i tuoi peccati ti sono perdonati. Gesù sapeva vedere proprio alla radice del problema. Le persone non erano state create per morire, ma quando si decide di disobbedire a Dio (e tutti quelli che sono nati dal primo uomo lo fanno), quando si decide di disobbedire, la morte è già dentro di noi e in qualcuno si fa vedere manifestandosi con qualche malattia grave anche da giovane. Ma Gesù era venuto per distruggere le opere del diavolo e una di queste, la peggiore, è proprio la morte. Per mostrare che era proprio lui che avrebbe vinto il peccato e la morte, riportò perfino in vita alcune persone che erano morte. Una bambina, un giovinetto, ed un suo carissimo amico.
Ma gli uomini a cui insegnava e mostrava queste cose avevano già la propria religione, quella che tutti gli uomini che non vogliono riceverla da Dio si inventano da soli, questi si arrabbiarono con lui perché Gesù diceva loro che avevano capito il libro di Dio in modo sbagliato perché il loro cuore era sbagliato nei confronti di Dio. E un giorno decisero di metterlo a morte.
Anche questo era stato scritto in quel libro che leggevano male. Infatti, se lo avessero letto bene non avrebbero ucciso il Signore della Vita. Il loro cuore non voleva sentire parlare di Dio, proprio per questo nel suo libro Dio aveva promesso che avrebbe cambiato il loro cuore.
Gesù fu messo in croce e morì. Il diavolo e i suoi amici quella sera fecero festa. Anche il Secondo Uomo era stato sconfitto. La morte, quell’arma amica del nemico era riuscita a colpire di nuovo. E adesso anche il Signore della vita era morto. Gli uomini non avrebbero più avuto speranza, avrebbero per sempre creduto le sue bugie, e avrebbero continuato a morire. Dio lo aveva promesso. Il diavolo fa conto che Dio mantenga le sue promesse più di quanto non lo facciano gli uomini.
Gli amici di Gesù erano disperati. Quello che aveva promesso la vita era morto. Vero che qualcuno di loro diceva di averlo incontrato vivo, ma il racconto sembrava troppo fantastico. Un capitano dell’esercito Romano aveva trafitto il cuore di Gesù con una lancia e i Romani erano soldati professionisti. Quando uccidevano uno, stai sicuro che era proprio morto. Mentre se ne stavano rinchiusi in una stanza per paura dei nemici di Gesù, Gesù apparve in mezzo a loro dicendo: “Pace a voi”. Gesù era risorto! La morte non era riuscita a trattenerlo. Gesù era vivo. Gesù aveva vinto. Il serpente antico che credeva di avere vinto era stato sconfitto, lui e anche la morte sua amica. Questa è la vittoria decisiva.
Gesù allora si mise a mangiare con i suoi amici e spiegò loro, ancora una volta perché non l’avevano capito prima, che lui era dovuto morire al posto di quelli che avrebbero creduto in lui. Ma nonno, si può fare questa cosa? Che uno muoia al posto mio? Certo che si può fare. Vi faccio un esempio: Conoscete le regole del nascondino? Quando sono stato bambino ho giocato anch’io a nascondino. Succedeva spesso che il primo ad essere preso fosse il più piccolo tra di noi. Poverino avrebbe dovuto prima cercare e poi battere in furbizia e velocità tutti quelli più grandi di lui. Impossibile, non sarebbe mai più stato libero di andare anche lui a nascondersi. Allora, a volte un suo fratello più grande diceva, sto io a tana, a contare al posto suo e se tutti erano d’accordo si faceva così. Così, il fratello più grande prendeva il posto del fratello più piccolo. Gesù è il nostro fratello più grande, si è preso la morte di tutti quelli che credono in lui. Credere in ciò che dice Dio è vita e non credere è morte. Io credo in lui e tu, a chi credi? Chi crede in Gesù non morirà mai ma passerà dalla morte alla vita.
Ma nonno, cosa mi racconti? Vuoi dire che tu non morirai, che non sarai messo in una cassa di legno e non sarai sepolto? No, non ho detto questo ma Gesù ha detto che quando morirò farò come lui, andrò su da quel Dio a cui ho creduto. Sì, anche il mio corpo morirà e sarà sepolto. Diventerò polvere. Ma il mio spirito sarà col Signore fino a un giorno che lui ha già deciso e quel giorno dalla polvere si formerà di nuovo il mio corpo e si congiungerà al mio spirito e sarò completo, per sempre.
Il Signore Gesù ha detto ai suoi amici di andare in tutto il mondo a raccontare la storia della sua vittoria fino al giorno in cui egli ritornerà per giudicare tutti. Quella sarà la vittoria finale. E questa è la storia che io vi ho raccontato questa mattina. Gesù ha promesso che molti crederanno questa storia anche senza aver visto lui in carne ed ossa, e saranno beati.
E voi, che ne dite di questa storia, la credete? Prego Dio ogni giorno che ve lo conceda.