Nonostante i pregiudizi anticristiani, è agli insegnamenti e all’esempio di Gesù Cristo che le donne devono oggi la maggior parte delle loro libertà. L’avvento del cristianesimo ha prodotto l’elevazione della dignità, della libertà e dei diritti delle donne a livelli mai visti prima in nessun’altra cultura o religione. Infatti, come ha affermato lo storico Alvin J. Schmidt nel suo How Christianity Changed the World: La nascita di Gesù ha segnato una svolta nella storia del genere femminile. Come risultato degli insegnamenti e dell’esempio di Gesù Cristo, le donne in gran parte del mondo oggi, specialmente in Occidente, godono di molti più privilegi e diritti che in qualsiasi altro momento della storia.
Per contrasto, basta guardare come vengono trattate le donne in quei paesi in cui il cristianesimo ha avuto poca influenza, ad esempio nel Medio Oriente musulmano. Le donne cristiane sono state pubblicamente spogliate e frustate in Sudan per non aver indossato l’Abaya islamica (un indumento nero che copre la testa, il viso e l’intero corpo). Sotto i talebani in Afghanistan alle donne era proibito andare a scuola, lavorare fuori casa o persino camminare senza che tutto il loro viso e la loro testa fossero coperti dall’Abaya. In Iran, le donne sono state arrestate e incarcerate per aver messo il rossetto. In Arabia Saudita, è illegale1 per le donne guidare un veicolo a motore.
Approvando la poligamia, le amanti, le “spose minorenni”, i “matrimoni temporanei” per tre notti o più, ad esempio, l’Islam nega il valore di un matrimonio autentico, basato su un amore esclusivo, devoto e duraturo. La poligamia erode anche il concetto di famiglia biblica. Il cristianesimo ha sempre sostenuto che solo la monogamia garantisce il riconoscimento, lo status e il valore di cui una donna ha bisogno, nonché l’ambiente ideale per crescere i figli in una famiglia stabile e amorevole.
Poche persone si rendono conto di quanto fossero promiscue e depravate le culture prima dell’avvento del cristianesimo. Lo storico britannico Edward Gibbon ha affermato nel suo Declino e caduta dell’impero romano che la fedeltà coniugale nell’Impero romano era praticamente sconosciuta. Non solo l’adulterio e la fornicazione erano comuni, ma diffuse erano anche le pratiche sessuali più debosciate. Persino gli atti sessuali più depravati e osceni venivano spudoratamente illustrati su oggetti domestici come lampade, ciotole, tazze e vasi. Romani e i greci compivano esercizi e facevano il bagno nudi in pubblico.
Lo scrittore romano Ovidio osservò che i rapporti sessuali erano diventati sadici e masochisti. Catullo, uno scrittore romano, evidenziò come tra i romani prevalesse la pratica di orge e sesso di gruppo. Svetonio riferì che l’imperatore Tiberio aveva donne nude che servivano ai suoi tavoli mentre cenava. Tiberio aveva anche prostitute che si impegnavano apertamente in sesso di gruppo come intrattenimento per il suo piacere.
L’imperatore Caligola era dedito all’incesto con tutte le sue sorelle, faceva sesso mentre mangiava e spesso torturava le persone durante le sue orge. L’imperatore Tito si circondava di ogni genere di perversione. L’imperatore Domiziano si dedicava a relazioni incestuose. L’imperatore Commodo aveva un harem di 300 concubine e 300 ragazzi per soddisfare i suoi appetiti transessuali. L’omosessualità e la pedofilia erano dilaganti a Roma e nella Grecia antica. Tiberio, Nerone, Galba, Adriano, Commodo e molti altri imperatori si dedicavano a diffuse perversioni omosessuali e a ciò che oggi sarebbe classificato come molestie su minori. Opere teatrali decadenti, tra cui sesso dal vivo, mutilazione e bestialità sul palcoscenico, divennero comuni durante i regni di Nerone e Traiano.
La Lex Julia de Adulteriis romana definiva l’adulterio solo sulla base dello stato civile della donna. Un uomo sposato non poteva essere ritenuto colpevole di adulterio se faceva sesso con una donna single. L’adulterio era percepito come un crimine che solo una donna poteva commettere contro il marito. Nella legge romana l’adulterio era un crimine contro la proprietà del marito, non una questione etica che si applicava sia agli uomini single che a quelli sposati.
In questo ambiente decadente il messaggio e lo stile di vita cristiani giunsero come radicali, rivoluzionari e oltremodo offensivi. Non commettere adulterio Esodo 20:14; Il matrimonio sia onorato da tutti e il letto coniugale sia puro, perché Dio giudicherà l’adultero e tutti i fornicatori. Ebrei 13:4; Il marito adempia il suo dovere coniugale verso la moglie e similmente la moglie verso il marito. 1 Corinzi 7:3; Sottomettetevi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Efesini 5:21; Siate rispettosi verso le vostre mogli e comportatevi con loro con riguardo. 1 Pietro 3:7.
Non solo i cristiani sostenevano che il matrimonio dovesse essere tra un uomo e una donna per tutta la vita, ma insistevano anche sul fatto che i rapporti sessuali dovessero essere limitati al matrimonio. Credevano inoltre che l’atto sessuale rendesse la coppia “una sola carne”. Questo concetto molto radicale richiedeva alle coppie sposate di rimanere totalmente fedeli l’una all’altra. Il sesso extraconiugale non era solo infedeltà al proprio coniuge, ma violava l’espresso comando di Dio e faceva violenza al concetto di “una sola carne”.
Rifiutando la poligamia, l’adulterio, la fornicazione, la nudità pubblica e la rappresentazione artistica degli atti sessuali, sia apertamente sul palco, sia graficamente raffigurati su oggetti domestici, i cristiani istituirono una moralità sessuale completamente nuova. Come dichiarò lo storico secolare Edward Gibbon: La dignità del matrimonio fu ripristinata dai cristiani (Declino e caduta dell’impero romano).
Il cristianesimo equiparò l’adulterio a un crimine e conferì dignità e bellezza alla cerimonia nuziale formale. Prima del cristianesimo le cerimonie nuziali erano tutt’altro che dignitose. In linea con la scarsa considerazione delle donne e del matrimonio nel suo complesso, canti osceni, scherni e palesi esibizioni di estrema decadenza erano parte integrante dei matrimoni romani. Tuttavia, dal IV secolo, il cristianesimo portò una rivoluzione nella visione dello stato del matrimonio, introducendo una dignità, una bellezza e una solennità nei matrimoni che non si erano mai viste prima. La convinzione che il matrimonio sia un’istituzione divina, un sacramento, ha origine nel cristianesimo (Storia del matrimonio, di Edward Westermarck).
Walter Williams nel suo libro The Spirit and the Flesh si concentra con simpatia sulla diffusione dell’omosessualità tra gli indiani d’America: i Kwakiutl, i Crows, i Klamath, gli Hopi, i Sioux, i Navajo, gli Zuni, gli Yokuts e altre tribù nelle Americhe praticavano tutti l’omosessualità prima che il cristianesimo giungesse nelle Americhe. Spesso gli atti omosessuali facevano parte delle cerimonie religiose eseguite dagli sciamani.
Fu il chiaro insegnamento biblico contro tale immoralità a rivoluzionare la civiltà occidentale:
Non giacere con un uomo come si giace con una donna; ciò è abominevole. — Levitico 18:22
Se un uomo giace con un uomo come giace con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio. — Levitico 20:13
Non siate ingannati; né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti, né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né i calunniatori, né gli estorsori erediteranno il regno di Dio. — 1 Corinzi 6:9-10
L’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con la loro iniquità… desideri vergognosi. Anche le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri. Hanno commesso uomini con uomini atti indecenti e hanno ricevuto in sé stessi la punizione che si addiceva alla loro perversione… sono diventati pieni di ogni ingiustizia, fornicazione, malvagità, avidità, malizia; pieni d’invidia, omicidio, contesa, inganno, malignità. Sono pettegoli, calunniatori, odiatori di Dio, insolenti, superbi e vanagloriosi, artefici del male, disobbedienti ai genitori, senza intendimento, sleali, senza affetti naturali, implacabili, spietati. Pur conoscendo il giusto decreto di Dio che coloro che fanno tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa. — Romani 1:18-32.
È un fatto storico che la messa al bando dell’adulterio, dell’omosessualità, della pedofilia e di altre immoralità è il risultato dell’influenza del cristianesimo.
La dottrina biblica secondo cui l’intimità sessuale era un dono sacro di Dio, di cui si poteva godere solo tra marito e moglie nel contesto della privacy coniugale, era un concetto cristiano rivoluzionario. Gli storici notano che la preoccupazione cristiana per la privacy del sesso coniugale ha portato essenzialmente all’istituzionalizzazione della privacy, la quale ha forti radici cristiane. (Privacy in A Public Society di Richard Hixson). Hannah Arendt in Vita activa, La condizione umana sostiene che esiste una marcata relazione tra l’ascesa del cristianesimo e l’ascesa della privacy.
L’insegnamento cristiano secondo cui il corpo non è per la fornicazione, ma per il Signore e il Signore è per il corpo — (1 Corinzi 6:13) e che il corpo è un tempio dello Spirito Santo ha portato i cristiani a condannare e, col tempo, a mettere fuori legge l’adulterio, la pedofilia, l’omosessualità, la bestialità, la pornografia e altre forme di decadenza che un tempo erano diffuse e accettate nelle culture precristiane.
Sant’Agostino in La città di Dio osservò che i Romani disprezzavano i Cristiani perché rigettavano le loro sfrenate depravazioni sessuali. Il padre della chiesa Tertulliano notò che i Romani erano così indignati dall’opposizione cristiana alle loro immoralità da odiare il nome stesso “cristiano”.
Il professor Alvin Schmidt nel suo How Christianity Changed the World osserva:
Gli atteggiamenti sprezzanti che un tempo erano diretti contro i primi Cristiani sembrano oggi ripresentarsi e per ragioni molto simili, nonostante l’attuale enfasi data alla “tolleranza”. I Cristiani sono sempre più odiati dai promotori delle leggi sui “crimini d’odio” e lo sono, in larga parte, perché cercano di onorare Dio e le Sue leggi piuttosto che ridefinire Dio come i nostri sé futuri… mentre sono in corso sforzi febbrili per riportare in auge la dissolutezza sessuale dell’antico paganesimo.
Come scrisse Sofocle: Il silenzio è un ornamento per le donne; Euripide affermò: Il silenzio e la discrezione sono più belli nelle donne e il rimanere silenziosi in casa; Aristotele dichiarò: Il silenzio dà grazia alle donne.
Omero scrisse: La parola sarà data agli uomini; Euripide vergò: Donne, maledizione speciosa per l’uomo; Eschilo dichiarò: Sono malvage di mente e deliberatamente ingannevoli, con cuori impuri; Aristofane scrisse: Perché le donne sono un gruppo sfacciato, le più vili delle creature che vanno; ancora Omero: Non ci si può fidare delle donne!
La civiltà greca conferiva alle donne uno status di infimo livello, non consentendo loro di avere una vita sociale significativa in pubblico o in presenza di uomini, anche in privato. Le donne avevano poco o nessun valore sociale, l’infanticidio femminile era comune e le bambine erano sacrificabili. Le neonate erano viste come una passività economica, un peso sociale (How Christianity Changed the World).
Allo stesso modo, nella società romana le donne non avevano nessuno dei diritti e privilegi di cui godevano gli uomini. Alle mogli romane non era permesso essere presenti con l’ospite del marito a un pasto. Una donna sposata era sotto la legge romana del Manus che la poneva sotto il controllo assoluto del marito che poteva divorziare da lei, venderla come schiava o ucciderla a suo piacimento. A una donna sottoposta al Manus era legalmente proibito ereditare proprietà. Sotto la Patria Potestas alle donne era proibito parlare in pubblico. Alle donne non era permesso parlare in tribunale. Sotto la legge romana del Pater familias, un uomo aveva il potere supremo e assoluto sui suoi figli. Poteva persino giustiziare la figlia sposata. Aveva piena autorità di punire, persino di picchiare a morte, la moglie, persino i figli adulti, compresi i nipoti.
Queste leggi furono fortemente criticate dai primi padri della chiesa, tra cui Sant’Agostino, vescovo di Ippona. Fin dall’inizio, i cristiani si opposero all’infanticidio e salvarono e adottarono molti dei bambini abbandonati. Non c’è né Giudeo né Greco, né schiavo né libero, né maschio né femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù — Galati 3:28
Per questo motivo, il culto in sinagoga doveva essere composto solo da partecipanti maschi. Le donne, se presenti, dovevano essere ascoltatrici passive, separate dagli uomini da una michetza (spartizione). Queste donne non dovevano mai alzare la voce. Solo gli uomini dovevano cantare o salmodiare. Solo verso la fine del XVIII secolo, nelle sinagoghe riformate, alle donne ebree fu concesso di cantare.
Sulla tomba di Lazzaro, Gesù insegnò a Marta: Io sono la Resurrezione e la Vita. Chi crede in me vivrà anche se muore; e chiunque vive e crede in me non morirà mai. Credi tu questo? (Giovanni 11:25-26). Secondo la legge rabbinica, insegnare a una donna era già abbastanza grave, ma il Signore Gesù fece di più, chiese a Marta una risposta verbale pubblica.
La legge rabbinica del tempo era piuttosto esplicita: Chi parla con una donna in pubblico attira il male su se stesso (Aboth 1.5) e Non si deve nemmeno salutare una donna (Berakhoth 43b).
Si può immaginare altrimenti perché i discepoli del Signore si stupirono di trovarlo a parlare con una donna? — (Giovanni 4:27).
Concedendo alle donne un rispetto e uno status precedentemente sconosciuti, il Signore Gesù non solo ruppe con la cultura misogina della Sua epoca, ma stabilì anche un elevato standard da emulare per i Suoi discepoli.
Le azioni e gli insegnamenti di Gesù elevarono lo status delle donne a nuove vette, con costernazione e sgomento sia dei Suoi amici che dei Suoi nemici. Con parole e azioni Cristo andò contro le antiche pratiche accettate che stereotipavano le donne come socialmente, intellettualmente e spiritualmente inferiori. In verità il nostro Signore è venuto Giovanni 10:10) e Luca 13:30
È degno di nota che le donne furono le ultime sulla croce (Marco 15:47); le prime alla tomba (Giovanni 20:1); le prime ad annunciare la Resurrezione (Matteo 28:8) e le prime a testimoniare agli ebrei (Luca 2:37-38). Le donne parteciparono al primo incontro di preghiera (Atti 1:14); le donne furono le prime ad accogliere i missionari cristiani in Europa (Atti 16:13) e la prima convertita europea fu una donna (Atti 16:14).
Nella Chiesa primitiva, le donne non solo erano molto importanti, ma venivano anche spesso onorate: Elisabetta (Luca 1:43); Maria (Luca 1:30-38); Maria di Betania (Matteo 26:13; Luca 10:42); l’evangelista samaritana (Giovanni 4:29); Dorcas (Atti 9:36); Lidia, la donna d’affari e la prima convertita europea (Atti 16:14-15); Appia nostra sorella (Filemone 2); Ninfa e la chiesa nella sua casa (Colossesi 4:15); Febe una serva della Chiesa di Cencrea… è stata di grande aiuto a molte persone, me compreso (Romani 16:1-2).
Nelle sue epistole, l’apostolo Paolo menziona numerose collaboratrici tra cui Priscilla… e i suoi compagni d’opera in Cristo Gesù — Romani 16:3; …Maria, che ha lavorato molto duramente per voi. — Romani 16:6; Trifema e Trifosa, quelle donne che hanno lavorato duramente nel Signore… Perside, un’altra donna che ha lavorato molto duramente nel Signore. — Romani 16:12; …Evodia e… Sintiche… le donne che hanno combattuto al mio fianco per la causa del Vangelo insieme a Clemente e al resto dei miei collaboratori… — Filippesi 4:2-3
Gesù, Paolo e la Chiesa primitiva ruppero gli antichi legami che tenevano le donne isolate e silenziose (come nella società ateniese), sottomesse (come sotto la legge romana della Patria Potestas e del Manus) e silenziose e segregate nel culto pubblico (come nella cultura ebraica). La libertà e la dignità che i primi cristiani davano alle donne sono evidenti anche dal loro accesso paritario agli uomini al battesimo e alla Cena del Signore… Il messaggio di pentimento e salvezza di Cristo proclamato dagli Apostoli ebbe effetti rivoluzionari sulla vita delle donne. I primi cristiani non solo includevano le donne nella vita della Chiesa, ma diedero loro anche una libertà e una dignità sconosciute nelle culture greco-romana ed ebraica
Lungi dall’essere il cristianesimo “anti-donne” come molti critici sostengono, le donne nella Chiesa primitiva presto superarono di numero gli uomini a tal punto che semplicemente non c’erano abbastanza uomini cristiani disponibili per il matrimonio. Celso, un critico del cristianesimo del II secolo, ridicolizzò i credenti dicendo che il cristianesimo era una religione che attraeva le donne. Per lui, questo era un segno di debolezza. Numerosi autori romani vedevano il cristianesimo come una minaccia all’intero ordine sociale, che forniva dignità e libertà alle donne. Il cristianesimo rivoluzionò il matrimonio vedendo la moglie come una compagna, ordinando ai mariti di amare la propria moglie come Cristo ha amato la Chiesa — (Efesini 5:25) e consentendo alle donne cristiane di scegliere chi sposare. Il cristianesimo garantiva anche alle donne il diritto di divorziare dai mariti infedeli o violenti. Le donne ricevettero anche per la prima volta la tutela dei loro figli che in precedenza erano di esclusiva proprietà dell’uomo.
Il cristianesimo ha anche aperto la strada ad altre libertà per le donne, tra cui la rimozione del velo. Le donne al tempo di Cristo erano velate dagli Assiri, dai Babilonesi, dai Cinesi, dagli Egiziani, dai Greci, dagli Ebrei, dai Romani e dai Samaritani. Ci furono casi di Romani che divorziarono dalle loro mogli perché uscivano di casa senza velo. Le donne greche erano tenute a indossare un velo dopo il matrimonio. Anche tra gli Ebrei, i Rabbini insegnavano che è un uomo senza Dio quello che vede la moglie uscire con il capo scoperto. È tenuto a divorziare da lei (Kethuboth 2). Tuttavia, la mancanza di qualsiasi riferimento specifico nei Vangeli, o in qualsiasi parte del Nuovo Testamento, alle donne che devono velarsi il viso, ha portato la Chiesa a interrompere sempre più questa pratica. Mentre Paolo, in 1 Corinzi 11, esortava le donne di Corinto a coprirsi il capo in chiesa3, egli in particolare non fece però alcun riferimento al fatto di velarsi il viso. In 1 Timoteo 2:8-9, dove Paolo dice alla donna di vestirsi in modo modesto e di non intrecciarsi in modo elaborato i capelli, egli non fa menzione di alcun velo. Quindi, il cristianesimo mondiale ha guidato la tendenza a fare a meno del velo.
Allo stesso modo, la pratica cinese della fasciatura dei piedi, in cui le ragazze fin da piccole dovevano avere i piedi strettamente legati, forzando le quattro dita più piccole di ogni piede verso l’alto e sotto contro la parte carnale del piede (causando spesso gravi infezioni e persino, a volte, cancrena), è stata abolita solo sotto l’influenza del cristianesimo. Questa crudele usanza, che ha reso paralizzate molte donne cinesi, è stata messa al bando dal governo cinese solo nel 1912. Furono i missionari cristiani a guidare la crociata per abolire la fasciatura dei piedi in Cina.
La pratica diffusa della clitoridectomia (spesso chiamata erroneamente circoncisione femminile) è un’altra crudele pratica culturale secolare, che è stata messa al bando in tutti i paesi in cui il cristianesimo è diventata la religione maggioritaria. Gli unici paesi al mondo in cui questo rituale barbaro viene ancora praticato sono quelli in cui il cristianesimo ha poca o nessuna influenza.
Questo divieto legale del suttee (noto come Editto di Carey) è ancora in vigore oggi, sebbene dagli anni ’90 ci siano stati numerosi tentativi di ravvivare l’usanza con l’aperta glorificazione del rogo delle vedove suttee e casi di vedove adolescenti cremate sulle pire funerarie dei loro mariti. Il dott. Schmidt nota ancora:
Alla luce dell’attuale promozione quasi mondiale del multiculturalismo, che sostiene che tutte le culture e le religioni sono essenzialmente uguali, il desiderio e gli sforzi per riportare in auge l’usanza pagana indiana del suttee potrebbero guadagnare slancio in futuro. (How Christianity Changed the World)
La storia registra che prima dell’avvento del cristianesimo, le vedove venivano bruciate dalle tribù dei nativi americani, dai Maori in Nuova Zelanda e dai cinesi.
Quando si comprende quanto atrocemente le donne fossero abusate nelle culture precristiane, allora si può capire perché gli storici hanno dichiarato che la nascita di Gesù è stata la svolta nella storia delle donne e la conversione del mondo romano al cristianesimo ha prodotto un grande cambiamento nella condizione delle donne. ( How Christianity Changed the World).
La grazia è ingannevole e la bellezza è passeggera; ma la donna che teme il Signore è quella da lodare Proverbi 31:30
Grazie agli insegnamenti e alle azioni di nostro Signore Gesù Cristo nel corso dei secoli, il cristianesimo ha progressivamente ottenuto maggiore rispetto, dignità, onore e protezione per le donne. È al cristianesimo che dobbiamo il matrimonio come una partnership reciproca, il rifiuto della poligamia e la promozione della monogamia e della fedeltà coniugale come ideale culturale. Nel garantire alle donne rispetto, dignità e protezione, il cristianesimo ha costituito una rottura con i pregiudizi anti-femminili prevalenti nel mondo antico, nelle culture pagane e nelle religioni orientali. Tutte le libertà e i vantaggi di cui le donne godono oggi sono il risultato degli insegnamenti e dell’esempio di Gesù Cristo e del lavoro progressivo attraverso i secoli della Chiesa.
Tuttavia, se le attuali tendenze anticristiane dovessero continuare, c’è il rischio di assistere a un ritorno agli antichi abusi pagani sulle donne. Coloro che propugnano la pornografia, il libertinismo sessuale, i “matrimoni omosessuali”, la prostituzione legalizzata, l’abbassamento dell’età del consenso e la depenalizzazione dell’adulterio non ci stanno offrendo un progresso, ma solo un ritorno al paganesimo precristiano.
…ricordatevi del Signore che è grande e tremendo e combattete per… le vostre figlie, le vostre mogli e le vostre case… — Nehemia 4:14
Dr. Peter Hammond
Africa Christian Action
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Città del Capo Sud Africa
Tel: 021-689 4480
Fonti:
How Christianity Changed the World del Dr. Alvin Schmidt
E se Gesù non fosse mai nato? del Dr. James Kennedy e Jerry Newcombe.