False responsabilità

 

In 1 Cronache 13: 1-10 e 2° Samuele 6: 1-7, è narrato un incidente che viene generalmente eluso dai predicatori quale fonte d’imbarazzo. L’arca di Dio, catturata dai Filistei e poi restituita, veniva trasportata da un carro trainato da buoi da una località provvisoria con una celebrazione nazionale. Vi erano coinvolti funzionari di chiesa e stato, Davide incluso. Uzza, un Levita, quando i buoi inciamparono, stese la sua mano per stabilizzare l’arca, e Dio colpì Uzza con la morte seduta stante. Quest’ira di Dio colpisce la mente moderna come sproporzionata al crimine. Qualche apologeta mormora qualcosa intorno al “numinoso”, ma la maggior parte è zitta. Ma pochi passi della Bibbia sono più urgentemente rilevanti di questo per la nostra epoca.

Secondo la legge Mosaica, solo i sacerdoti potevano trasportare l’arca, e solamente sulle loro spalle. I leviti erano perciò esclusi da questa responsabilità (Si veda Es. 25:14; Nu. 7:7-9; 4: 2,5; Le. 10:2, 2Cr. 15: 13,14). I Filistei avevano restituito l’arca su un “carro nuovo” (1Sa. 6:7), e Israele aveva seguito l’esempio della Filistia anziché seguire la legge di Dio. I Filistei avevano sofferto malattie per il loro abuso dell’arca e Uzza la morte. Questo è nei termini del principio biblico: maggiore la responsabilità, più grande il peccato. Levitico 4 stabilisce i sacrifici richiesti nei termini di questo principio: sacerdote, popolo e principe, in quell’ordine, erano responsabili a Dio, e maggiore responsabilità significava maggiore colpa.

Uzza fu colpevole di responsabilità presunta (e presuntuosa). Un caso classico è quello di Caino il quale, dopo aver ucciso Abele disse: “Sono io il guardiano di mio fratello?” (Ge. 4:9). Caino non era il guardiano di suo fratello e nessun uomo lo è, l’espressione rivela solo disprezzo per il fratello, come se avesse bisogno di un guardiano. Questa fu presunzione da parte di Caino. Inoltre, il suo irresponsabile disinteresse per la morte di suo fratello è sintomatico. La vita di suo fratello era sua da togliere o da mantenere. Questa è falsa responsabilità. Responsabilità presunta: è l’uomo nel ruolo di Dio.

Benché l’arca fosse circondata da sacerdoti e da dignitari, il presuntuoso Uzza sentì che senza di lui niente sarebbe stato fatto in modo appropriato. Era il fondamento logico di “Devo farlo io, o non sarà fatto correttamente”. Dovunque sia presente la presunzione, viene usata la parola “responsabilità” ma ciò che è inteso è “controllo”, cioè: io devo controllare. La falsa responsabilità dice: io sono responsabile per tutte le cose, per tutte le persone, per Dio come per l’uomo. In altre parole: “Io sono dio, e io devo controllare e sostenere tutte le cose”.

In qualsiasi luogo sia promossa la falsa responsabilità, è presente un’orrenda strategia per avere potere. Questa strategia può essere brevemente riassunta.

Primo, essa fa in modo che gli uomini si sentano colpevoli per ogni cosa e ogni persona. Qualsiasi cosa accada in qualsivoglia continente o nazione è loro responsabilità e loro peso. Tutti gli affamati, i bisognosi e gli oppressi, e tutti gli indigenti e i criminali e i malati del mondo sono il loro fardello, ed essi sono colpevoli di essersi sottratti alle loro responsabilità se non fanno nulla per loro.

Secondo, è ovvio che gli uomini non possono fare molto di più che prendersi cura delle loro proprie famiglie. Perciò, chiedi loro di esercitare questa imposta responsabilità per il mondo a mezzo delega, la deleghino allo stato e alla élite dei pianificatori. Una volta che l’uomo è convinto di avere questa responsabilità mondiale, vorrà fare qualcosa al riguardo, e questo secondo passo diventa una facile ed ovvia soluzione.

Terzo, avendo ricevuto questa responsabilità mondiale, lo stato e la sua élite di pianificatori diventano dèi, governatori di tutte le cose. Adesso possono cominciare a rifare il mondo nei termini della loro superiore saggezza. Dio, dopo tutto, ha mostrato di non avere la loro superiore intelligenza scientifica.

Quarto, la salvezza è così diventata opera dell’uomo. L’uomo ricrea l’uomo per mezzo di leggi ed azioni statali. Questo è l’obbiettivo della falsa responsabilità: essere dèi, controllare e ri-creare l’uomo. 

In questa strategia, la colpa è necessaria, e la politica è una politica della colpa in ogni senso.

Primo, come abbiamo notato, agli uomini viene detto che sono colpevoli se mancano di provvedere ai bisogni del mondo. L’etica e la responsabilità universalistiche che sono richieste possono portare solo al comunismo. Uomini che siano convinti di avere questa responsabilità mondiale trovano facile delegare la loro presunta responsabilità allo stato per alleggerire la loro coscienza.

Secondo, questo tentativo di alleggerire la coscienza fallisce. Gli uomini continuano a sentirsi colpevoli perché un falso senso di colpa non ha cura se non la verità, e questa non è in programma. Poiché i cittadini sono adesso tormentati dalla colpa a motivo dell’educazione e dell’indottrinamento politico ricevuti, sono più assoggettabili al furto e perfino all’omicidio. Se l’uomo bianco si sente colpevole nei confronti dei neri, è meno capace di difendersi contro i neri i quali si trasformano in una marea rivoluzionaria, prona al furto e all’omicidio. Lo stato trova più facile derubare gli uomini quando gli uomini si sentono in colpa per ciò che sono e ciò che hanno, e lo stato fa ronzare sempre la stessa litania riguardo ai bisogni dei poveri delle nazioni e del mondo.

Quarto, poiché la cittadinanza derubata si sente colpevole lo stesso, e però borbotta contro le forzate donazioni, i pianificatori  rinforzano questo senso di colpa facendoli sentire in colpa per il risentimento che provano verso la tassazione e la confisca. La gente si lamenta e protesta, ma con impotenza e colpa, perché sono senza salvezza.

Quinto, la colpa rafforza la colpa e riesce solo a incrementare la schiavitù dell’uomo. La sola strada per uomini colpevoli che eludono Cristo è ancora maggior colpa, e nessuno è maggiormente affardellato e più prontamente sfruttato di quelli con un falso senso di colpa. La falsa colpa non ha una vera causa e perciò non ha un centro ed è quindi più pervasiva e paralizzante.

La parola usata da questi strateghi è “responsabilità”. L’obbiettivo è la schiavitù per l’uomo e il potere per lo stato e per le sue élite pianificatrici.

La sola risposta a quest’impasse è l’asserzione della sovranità di Dio e del suo potere di salvare e lavare. La responsabilità dell’uomo è di fare il proprio dovere sotto Dio, non di sentire responsabilità totale, che non è affare per l’uomo.  Responsabilità totale significa controllo totale. L’uomo ha la responsabilità di controllare se stesso, e, sotto Dio e la sua legge, di controllare anche la propria famiglia e il proprio lavoro. La sua responsabilità non è estesa al mondo o ad altri uomini, la sua relazione con questi è governata dalla parola di Dio.

L’incidente di Uzza non è un imbarazzo per il credente. È una promessa. Dio distruggerà gli Uzza di ogni generazione.


Altri Libri che potrebbero interessarti