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Gnosticismo

Una delle eresie antiche più comuni fu lo gnosticismo che è ancora assai presente. Lo gnosticismo sosteneva che la salvezza è dal mondo materiale o fisico, dalla carne, e che giungeva mediante la conoscenza. Il male, dunque, non era nel cuore dell’uomo ma in qualche aspetto di questo mondo: la carne, l’ambiente sociale, per molti oggi nella tecnologia, e così via. Lo gnosticismo fu uno sviluppo del pensiero greco con l’aggiunta di influenze dal lontano oriente che infiltrarono il pensiero giudaico e cristiano. Molti scritti giudaici post-cristiani, mistici o apocalittici, furono influenzati dal misticismo, come lo fu più tardi il classico del pensiero gnostico: la Cabala. Nella cristianità le influenze gnostiche continuarono per secoli e poi cominciarono a divergere. Al principio, gnostici come Jacob Boehme, Swedenborg e William Blake avevano una vernice cristiana, ma successivamente i pensatori gnostici ruppero col cristianesimo. Nell’ambito delle arti e della filosofia gli gnostici sono stati parecchi. Secondo Benjiamin Walker nel suo Gnosticism, Its History and Influence (p. 186, 983), sono inclusi J. W. F. Hegel, Soren Kierkegaard, Friedrich Nietzsche,  Nerval, Rilke, Yeats, Mozart, ed altri.

Lo gnosticismo fu “antagonistico al Vecchio Testamento e a tutto quello che rappresentava (Walker, p. 7). Questo è un fatto di importanza capitale. Lungo i secoli, virtualmente tutte le eresie sono state ostili al Vecchio Testamento, o hanno decretato che è oggi una dispensazione terminata, o in un modo o nell’altro l’hanno degradato in tutto o in parte. Ciò ha significato antinomismo, un’ostilità verso la legge biblica, e di conseguenza una moralità vaga e talvolta ascetica. Degradare il Vecchio Testamento è un modo per riscrivere il Nuovo perché il significato del Nuovo viene distrutto se il Vecchio Testamento è in qualche maniera messo da parte. Come risultato, il “cristianesimo del Nuovo Testamento” di tali eretici finisce con non essere cristianesimo per niente.

Qualsiasi manomissione della piena forza della bibbia, che sia del Vecchio o del Nuovo Testamento, in realtà è intesa a zittire Dio, a diminuire la parola che ha parlato. Non dovrebbe sorprenderci che gli antichi gnostici sostenessero che il silenzio esprime Dio meglio di tutto perché Egli è una deità nascosta (deus absconditus) che è sconosciuto e non conoscibile. Inoltre, egli è impassibile, incapace d’emozione, sentimento o passione. (Tutto questo, ovviamente è alieno al Dio delle Scritture.) Di fatto, molti gnostici sostennero che l’essere o l’esistenza non potesse essere ascritta a Dio che è al di là del bene e del male oltreché dell’esistenza. Lo gnostico moderno, Paul Tillich, ha sostenuto che non potessero essere ascritti a Dio né l’essere né il non-essere. A tutti gli gnostici, la legge biblica fu ed è anatema, perché sostenere che Dio ci richieda giustizia o rettitudine è invischiare Dio nel tempo e nella storia.

Poiché sostenevano che Dio è al di là del bene e del male gli gnostici non potevano identificare Dio con alcuna forma, vale a dire col bene o col male, o maschio o femmina. Pertanto, nei loro scritti Dio doveva includere maschio e femmina, Padre e Madre, mentre trascendeva entrambi. Nel femminismo le connotazioni gnostiche sono molte.

Lo gnosticismo non riteneva Adamo responsabile per la Caduta. Fu qualcosa di fatto ad Adamo. Il pensiero moderno, che guarda all’ereditarietà, ambiente sociale, l’io e l’ego, o qualche simile “causa” per il fallimento umano e per il peccato vive di gnosticismo. (Per molti gnostici, la Caduta fu dentro la materia. Severo, un discepolo di Marcione, sosteneva che l’uomo sia divino dall’ombelico in sù, e creatura del diavolo dall’ombelico in giù.) L’essere umano per gli gnostici era tripartito: corpo, mente e anima.

Lo gnosticismo ha sempre prosperato in logge massoniche e società segrete, la maggior parte delle quali sono piene di simboli, riti e dottrine gnostiche. Ha sposato anche la fede segreta, vale a dire che non è necessario agire in conformità alla propria fede. Come risultato, gli gnostici nella chiesa non videro nocumento nel compromettere con le richieste di Roma che tutte le chiese fossero certificate e registrate dallo stato. Per loro, la fede era una questione puramente spirituale, e compromissioni e apostasie erano per loro pratiche di routine. Nessuno ebbe alcuna esitazione morale nel sottomettersi ai controlli ed evitare la persecuzione. Una “santa” donna gnostica che era stata prostituta, decise di fare un pellegrinaggio a Gerusalemme; si pagò il viaggio facendo il suo vecchio mestiere; siccome la sua fede era una cosa “spirituale”, ciò che faceva col suo corpo era immateriale. Gnostici maschi, a volte fecero ricorso alla castrazione per umiliare la carne. Molti gnostici erano fortemente ascetici; altri si volsero al libertinismo per dimostrare il loro disprezzo della carne, spesso commettendo flagranti adulteri ed altre azioni illegittime per dimostrare il loro disprezzo della carne e dei relativi peccati.

In tutti questi riti e azioni e molti altri, molti dei quali fanaticamente ascetici o sessuali, l’enfasi era su ciò che l’uomo fa, non su ciò che Cristo ha fatto. Ciò non dovrebbe sorprenderci. Il loro nome proviene da gnosis, la parola greca per conoscenza. La salvezza proviene, non dalla grazia di Dio, ma dalla conoscenza dell’uomo; è pertanto opera dell’uomo, non di Dio. Lo gnosticismo fu pertanto una forma di umanesimo all’interno della chiesa. La prima dichiarazione del Manifesto Umanista I, nel 1933, dice: “Gli umanisti religiosi considerano l’universo come esistente a sé e non creato”. Mentre gli gnostici parlavano del loro Dio (un non-essere) e di “emanazioni” da lui, il loro cosmo era essenzialmente un reame dualista, ciclico, in evoluzione che esisteva autonomamente; un Dio “non-essere” non può creare. Di qui il loro odio verso il Vecchio Testamento. L’uomo nel suo cosmo di spirito e materia ha un compito di sgarbugliare che è primariamente intellettuale e secondariamente d’azione. Questa azione è non-morale. Non c’è peccato in apostasia, compromesso, adulterio, o qualsiasi altra azione purché l’uomo si muova nella conoscenza che conta solo la vita spirituale. Per lo gnosticismo la passione morale è sbagliata quanto la passione immorale. Ci si deve separare da tutti questi interessi e concentrarsi sulla conoscenza spirituale.

L’influenza gnostica s’è diffusa in una varietà d’aree. Nell’induismo, il Bhagavad-Gita esibisce pensiero gnostico, altrettanto fanno il buddismo Mahayana, e il sufismo nell’Islam, gli Ermetici, i Neoplatonici, Manichei, Catari, Pauliciani, Messaliani, la setta degli Athinganoi che evitavano il contatto fisico, i Bogomili, Albigesi, Troubadors, Goliardi ed altri. Non è mai stata priva di difensori, come testimonia G. Kruger in The New Schaff-Herzog Encycolopedia of Religious Knowledge. Le fedi che esaltano persone elitiste sono usualmente molto popolari. Ovviamente, la teosofia e i credi simili sono manifestazioni correnti di gnosticismo ad un livello della società.

Come abbiamo visto, l’enfasi gnostica è su ciò che l’uomo fa, non sull’opera di Cristo. Di conseguenza, lo gnosticismo è una religione umanista. Ma non è tutto. Nelle religioni gnostiche la dottrina e le filosofie di Dio in effetti eliminano Dio. Le conseguenze di questo fatto sono di vasta portata.

Molti gruppi che non sono gnostici nel loro intento sono comunque stati influenzati dallo gnosticismo, nella loro visione della legge di Dio, del Vecchio Testamento, nel ruolo dell’uomo nella salvezza, e molto, molto di più. Tutto questo porta ad una perdita dell’immediatezza di Dio. Quando io leggo la legge di Dio, odo Dio parlare: Egli rende chiaro che la mia vita intera, la mia esistenza mentale e fisica, è circoscritta e governata dalla sua legge. Io non posso agire o pensare se non all’interno dei limiti della sua legge senza incorrere nella sua personale ira e giudizio. Allo stesso tempo, sono totalmente circondato dalla sua grazia, amore, e cura provvidenziale. Poiché prendo la parola di Dio seriamente e alla lettera, mi rendo conto che Dio è più vicino a me di quanto lo sia io a me stesso. Egli mi conosce meglio di quanto io potrò mai conoscermi, e mi ama meglio di quanto io potrò mai amarmi.

Infatti, la mia relazione con me stesso deve essere in ogni momento una relazione mediata: posso vivere la mia vita solo attraverso Cristo, il mio mediatore, e nei termini della sua parola messa per iscritto. Non posso avere una relazione diretta o biunivoca con alcuno, solo e sempre sotto Dio in Cristo e per mezzo di Lui. Mia moglie Dorothy, disse una volta a qualcuno a lei molto vicino che stava cercando di usare e sfruttare quella famigliarità: “Stai cercando di avere con me una relazione biunivoca, ma ciò è impossibile. Posso avere solo una relazione che è mediata da Cristo e dalla sua parola”. Questo spiega la natura dell’arte moderna: ricerca un’esperienza diretta ed autonoma tra l’artista e la persona. Questa esperienza è non-mediata e unica; non è un’esperienza condivisa, né esiste un significato comune per uno e per tutti nell’opera d’arte. L’immediatezza è totalmente umanistica e autonoma.

Per esempio, la bibbia ci dice che l’uomo è fatto ad immagine di Dio, in conoscenza, giustizia e santità, e dominio (Ge. 1:26-27; Cl. 3:10; Ef. 4:24). C’è pertanto una legge contro qualsiasi adorazione di un’immagine fatta dall’uomo come rappresentazione o sostituto di Dio (Es. 20:4-6). Solo Dio può enunciare il proprio significato. L’arte moderna rigetta questo fatto. Così, John Berger ha detto in Ways of Seeing: “Tutte le immagini sono fatte dall’uomo” (p. 9; 1972). L’arte più vecchia vedeva ancora il mondo come creato da Dio non come fatto dall’uomo. Ma tutto quello adesso è finito, sostengono questi uomini. “L’arte del passato non esiste più come ha fatto un tempo. La sua autorità è andata persa. Al suo posto c’è un linguaggio d’immagini” (p. 33). Queste immagini sono “senza valore, libere” (p. 32), intendendo libere da Dio e dal suo ambito giuridico. Nei termini dei canoni dell’arte moderna in ogni sfera, una persona non può essere un cristiano ortodosso ed essere ancora un artista.

Che sia nel mondo dell’arte, nella sfera sessuale, o in ogni altro ambito, l’uomo moderno vuole l’immediatezza totale. Uno scrittore, egli stesso parte di questo mondo dell’arte, ha fatto della satira sulla pulsione verso l’immediatezza dicendo che avendo la cinematografia  ottenuto la parola (il sonoro) procederà a sviluppare un giorno le “sensazioni”.

L’immediatezza umanistica, l’obbiettivo gnostico, ha sostituito la biblica immediatezza di Dio e la mediata relazione dell’uomo con tutta la creazione incluse le altre persone. Un risultato di questo cambiamento è che gli uomini trovano imbarazzante il resoconto biblico dell’immediatezza di Dio. Il Dio delle Scritture è troppo vicino, troppo schietto, e troppo sempre-presente per fare al caso dell’uomo moderno. Una delle ragioni per cui lo Spirito santo è così negletto o visto erroneamente dall’uomo è perché nello Spirito l’immediatezza di Dio è ineludibile. Nel Salmo 139:7-13, Davide dice: “Dove potrei andare lontano dal tuo Spirito, o dove potrei fuggire lontano dalla tua presenza? Se salgo in cielo, tu sei là; se stendo il mio letto nello Sceol, ecco, tu sei anche là. Se prendo le ali dell’alba e vado a dimorare all’estremità del mare,  anche là la tua mano mi guiderà e la tua destra mi afferrerà. Se dico: ‘Certo le tenebre mi nasconderanno’, persino la notte diventerà luce intorno a me; le tenebre stesse non possono nasconderti nulla, anzi la notte risplende come il giorno; le tenebre e la luce, sono uguali per te. Sí, tu hai formato le mie interiora, tu mi hai intessuto nel grembo di mia madre”. Davide loda Dio per ciò che lo gnostico moderno rigetta.

Ma gli uomini non possono sfuggire all’immediatezza di Dio. Lo conosceranno, o nella grazia, o nel giudizio.

R. J. Rushdoony   Maggio, 1986


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