Il Docetismo e il Mandato per il Dominio
Le eresie spesso scompaiono nella storia della chiesa per riapparire come false ortodossie. Uno di questi esempi è costituito dal Docetismo. Questo concetto, una forma di gnosticismo, rifiutò di accettare l’incarnazione e l’unione (senza confusione) dell’umano col divino in Gesù Cristo. Per i docetisti, Gesù fu un essere spirituale, una sorta di fantasma, che aveva solo l’apparenza della carne. Per mezzo di questa dottrina, nelle parole di Neander “il collegamento dell’apparizione di Cristo con la natura e con la storia” fu interrotto. Cristo fu “reale” solo nel fatto che fu pienamente visibile e presente, ma non come reali carne e sangue ma come puro spirito. Tale prospettiva significava, come vide Neander, l’ “evaporazione” della cristianità.
In Giovanni abbiamo un’insistenza molto chiara di una totale separazione da questa visione nelle sue prime forme: “Da questo potete conoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesú Cristo è venuto nella carne, è da Dio. E ogni spirito che non riconosce che Gesú Cristo è venuto nella carne, non è da Dio; e questo è lo spirito dell’Anticristo che, come avete udito, deve venire; e ora è già nel mondo” (I Gv. 4:2-3). Il Docetismo è dichiarato dunque con autorità apostolica provenire dall’anticristo; è anticristiano fino al midollo.
Nell’epistola di Ignazio agli smirnesi, abbiamo un attacco contro i docetisti: “Quelli che vorrebbero fare di Cristo nient’altro che uno spettro sono essi stessi come spettri, uomini spettrali”. Tale dottrina rese non-necessaria una presa di posizione materiale e personale per la fede. “Ma se queste cose furono fatte da nostro Signore solo in apparenza, allora sono vincolato solo in apparenza. E perché mi sarei consegnato alla morte, al fuoco, alla spada o alle fiere?”
Anche Tertulliano attaccò il Docetismo, dicendo: “Com’è che fate della metà di Cristo una menzogna? Egli fu tutto verità”. E di nuovo disse: “Voi siete offesi quando il bambino è allattato e accarezzato nella sporcizia delle sua fasce. Questa reverenza mostrata alla natura voi disprezzate — e come foste nati voi stessi? Cristo, almeno, amò l’uomo in questa condizione. Per amore suo, discese da alto; per amore suo si sottomise ad ogni sorta di degradazione, alla morte stessa. Nell’amare l’uomo, amò perfino la sua nascita, perfino la sua carne”.
Questa “reverenza mostrata alla natura” da parte di nostro Signore, di cui scrisse Tertulliano, era assente nei docetisti. Per loro, il mondo era diviso tra due sostanza aliene e contraddittorie, spirito e materia, una divisione ellenica. La salvezza, per il Docetismo, era essenzialmente dal materialismo, dalla materia, dentro la spiritualità. Per il Docetismo, l’obbiettivo della santità era la separazione dalla cose materiali, e il loro Cristo quindi non poteva essere veramente incarnato, perché essere fatto carne avrebbe fatto Gesù Cristo peccaminoso. Per tutte le forme di gnosticismo, la caduta dell’uomo fu essenzialmente una caduta nella carne, nella materia o materialismo, e pertanto la salvezza significava diventare spirituali.
Però, allora come ora, ogni qual volta gli uomini ricercano questa falsa salvezza, i loro peccati aumentano. Quando gli uomini diventano “spirituali” cercando di abbandonare la materialità e la carne, cadono in molti peccati materiali o fisici. Da tutti i lati del fronte della chiesa, carismatici e non-carismatici, gruppi di santità, chiese storiche, dovunque la gente ricerca un modo di vivere “spirituale” contrapposto ad uno materialmente rilevante, cadono prontamente in peccati carnali.
C’è una ragione per questo. La salvezza non è dalla carne o dalla materia ma dal peccato, una cosa molto diversa! Dio ha creato tutte le cose, e ha creato tutte le cose “molto buone” (Ge. 1:31). Biasimare per la caduta dell’uomo ciò che Dio ha creato è moralmente sbagliato. Cercare la salvezza dalla creazione di Dio è peccato e un incriminare Dio. Il peccato non è materia, né è spirito. Secondo il Catechismo Minore, n° 14: “Peccato è qualsiasi mancanza di conformità a, o trasgressione della, legge di Dio”. “Il peccato” dice I Giovanni 3:14 “è la trasgressione della legge”.
Satana è un essere puramente spirituale eppure totalmente malvagio; la sua natura malvagia non è dovuta alla sua spiritualità ma alla sua scelta morale. Adamo fu creato un uomo di carne e sangue; la sua caduta non fu dovuta alla sua materialità ma alla sua decisione morale, il suo desiderio di essere come Dio, determinando da se stesso ciò ch’è bene e ciò ch’è male (Ge. 3:5). In ambedue i casi il responsabile della caduta fu il peccato, non la carne né lo spirito. Vedere lo spirito come necessariamente buono non è scritturale, né lo è vedere la materia come necessariamente cattiva. Ambedue sono creazione di Dio, il peccato è un fatto etico, non metafisico, una questione di scelta morale, non di essere o spirituale o materiale.
Il pensiero docetico e gnostico è diventato parte della vita religiosa della chiesa. La gente assume che la spiritualità sia buona in sé e per sé: I Giovanni 4:2-3 ci dice che può essere demonica. La gente assume che la materialità sia cattiva, e può esserlo, ma può anche essere santa. È il peccato a rendere cattivi spirito o materia; è il peccato ad essere cattivo, non un aspetto della creazione di Dio.
Una conseguenza del pensiero docetico nella chiesa è stata il minare il mandato per il dominio (Ge. 1:26-28). Salmo 72:8 ci dice di Cristo: “ Egli avrà dominio da un mare all’altro e dal fiume fino alle estremità della terra”. Isaia 64:25 ci dice che, prima della fine del mondo, la longevità dell’uomo sarà grandemente allungata. I Corinzi 15.24-27 ci dice che prima della fine del mondo e della seconda venuta di Cristo, tutti i nemici di Cristo saranno posti sotto i suoi piedi, insieme a “ogni principato, autorità e potenza”. Ci è anche stato detto che ci sarà pace mondiale: “Forgeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falci; una nazione non alzerà piú la spada contro un’altra nazione e non insegneranno piú la guerra” (Isa. 2:4). Né uomo né nazione potrà resistere contro il Signore: “Ecco, tutti quelli che si sono infuriati contro di te saranno svergognati e confusi; quelli che combattono contro di te saranno ridotti a nulla e periranno” (Isa 41:11). Infatti: “Poiché la nazione e il regno che non ti serviranno periranno, e quelle nazioni saranno interamente distrutte” (Isa 60:12). Questi versi non possono essere eliminati spiritualizzandoli. Il loro significato è troppo chiaro.
Il mandato per il dominio è, primo, richiesto dal fatto della creazione. Dio, avendo fatto tutte le cose, governa tutte le cose, e richiede che il suo uomo pattizio governi tutte le cose mediante la parola-legge di Dio. Dio non ha creato alcuna parte dell’universo o della terra perché sia governata dai suoi nemici. Al contrario, Egli da’ la sua legge pattizia al suo popolo redento come strumento per il dominio. La legge è lo strumento chiave per governare. Essere antinomiano è essere contro il governo di, per, e sotto Dio. Il Docetismo vuole una separazione da materia, legge e governo e, nel farlo, si separa dal Signore. Tutte le forme di Gnosticismo fanno la stessa cosa, da Valentiniano a Karl Barth e gli evangelicali “spirituali”. La caduta fu la conseguenza del peccato, dell’inadempienza morale, e la salvezza è il nostro ripristino alla responsabilità morale, materiale e spirituale. La legge di Dio è la via alla santità, lo strumento e il mezzo per esercitare la responsabilità morale. La legge di Dio è pertanto la via al dominio mediante la quale l’uomo redento può sottomettere la terra e dominarla sotto Dio.
Secondo, il mandato per il dominio è chiaramente esibito nell’incarnazione. Dio il Figlio si è incarnato; ha preso su se stesso tutto l’essere dell’uomo. Se lo scopo della sua venuta fosse stato di trarre delle persone fuori dal mondo materiale, non si sarebbe fatto carne; sarebbe venuto come un fantasma docetico. Gesù Cristo è l’ultimo e il grande Adamo (I Co. 15:45-47); il primo Adamo cadde nel peccato e non potè esercitare il dominio; l’ultimo Adamo è venuto per distruggere il potere del peccato e della morte e per inviare il suo popolo a comandare tutte le nazioni per Lui (Mt. 28:18-20). L’incarnazione ci dice che il Dio trino sta lavorando per portare la creazione di Dio sotto il governo totale di Dio, e per questo Dio nella carne entra nel tempo, nella storia e nella materia, per redimerla. L’incarnazione è un fatto materiale. Non possiamo essere cristiani e negare l’incarnazione. Giovanni dice: “Chiunque riconosce che Gesú è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio” (I Gv. 4:15). Noi dobbiamo affermare che il Gesù totalmente umano è anche totalmente il figlio di Dio; Giovanni rende chiaro che solo coloro che fanno questa confessione sono “in Dio”. Senza l’incarnazione non c’è cristianesimo.
Terzo, l’espiazione è un mandato anti-docetico per il dominio. È anti-Docetico perché ha a che vedere con la soddisfazione della legge di Dio, e il Docetismo è antinomico perché la legge, la legge di Dio, concerne il governo e il dominio proprio sul nostro mondo materiale. Governo e legge sono forme di dominio e non ci può essere dominio senza governo e legge. L’espiazione ci dice che Dio è il Governatore supremo e il solo vero Legislatore. L’espiazione o propiziazione e soddisfazione sono il requisito della sua legge e dominio o governo. Questa espiazione non ha come scopo l’abbandono della sua legge ma il suo ripristino come via di vita e di giustizia (Ro. 8:4) e come via al dominio. L’espiazione ci libera dalla schiavitù al peccato (Gv. 8:24) per farci più che vincitori (conquistatori) in Cristo (Ro. 8:37) ed essere vincitori è esercitare il dominio. Non c’è dominio nel Docetismo perché non c’è vera espiazione e nessuna legge. La salvezza docetica è dalla materia, non dal peccato. I redenti in Cristo sanno che la differenza tra santità e peccato in ambito sessuale è la fedeltà alla legge di Dio. “Sia il matrimonio tenuto in onore da tutti e il letto coniugale sia incontaminato, poiché Dio giudicherà i fornicatori e gli adulteri” (Eb 13:4). L’espiazione e la vita di fedeltà fanno la differenza, non una spiritualità docetica. A causa della loro falsa spiritualità, docetisti e gnostici sono molto inclini ai peccati sessuali; cercano la salvezza dalla loro materialità e in esperienze spirituali anziché per mezzo di Gesù Cristo e del suo sangue espiatorio.
Quarto, la dottrina della resurrezione è un mandato per il dominio. Nostro Signore ha conquistato la potenza che il peccato e la morte avevano sulla sua nuova umanità. Il Credo Apostolico dichiara che Gesù Cristo, che “fu crocefisso, morì e fu sepolto … risuscitò dai morti”. Stabilisce anche come articolo di fede “la resurrezione dei corpi e la vita eterna”: sono i nostri corpi che saranno resuscitati perché Cristo è risorto dai morti (I Co. 15:12-20). Cristo è risorto dai morti come nostro Adamo: “Infatti, siccome per mezzo di un uomo è venuta la morte, cosí anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. Perché, come tutti muoiono in Adamo, cosí tutti saranno vivificati in Cristo” (I Co. 15:21-22). Mentre Adamo fallì nell’esercitare il dominio (Ge. 1:26-28), e i suoi eredi decaduti hanno elaborato solo le implicazioni del peccato e della morte, a noi in Cristo è richiesto che esercitiamo il dominio su noi stessi e sul mondo. Al posto di elaborare le conseguenze del peccato e della morte, noi abbiamo l’elaborazione in noi e per mezzo nostro di rettitudine, giustizia, e vita. Siamo chiamati ad essere un popolo del dominio, e tutte le cose devono essere portate in cattività a Cristo. Il suo dominio ha da essere da mare a mare, cominciando da noi stessi.
Dennis Peacocke mi ha recentemente ricordato il fatto che proletario è una parola che ha come radice prole; figli; i proletari sono i riproduttori di figli la cui funzione è di riprodurre per lo stato ed essere strumenti dello stato, essere suoi figli. Il cristiano non è chiamato ad essere un proletario, ma l’uomo di dominio di Cristo. Lo stato moderno cerca di fare dell’uomo un proletario; noi dobbiamo fare dell’uomo una nuova creazione in Cristo con l’essere strumenti della sua parola e del suo Spirito. Le linee di battaglia vengono oggi tracciate tra gli uomini proletari, i figli dello stato, e gli uomini di dominio, i figli di Dio in Cristo mediante la grazia dell’adozione.
In questa battaglia il docetista è irrilevante. Egli considera l’interesse o l’attività in politica materialista e sporca, e lo stesso vale per l’economia. Si accontenta di far educare i propri figli dalle scuole umanistiche statali perché considera le scuole cristiane un’attività troppo materialista e la sua fede ha interessi puramente “spirituali”. Il docetista diserta Cristo per la propria spiritualità e cerca di portare altri nella propria via “più alta” e “spirituale”.
I docetisti sono spesso persone gentili e ben intenzionate. Promuovono il loro anti-nomismo e il loro anti-dominionismo come il vero vangelo, cosa che li obbliga a relegare la maggior parte della bibbia a qualche categoria di insignificanza. I docetisti moderni non dicono che Cristo non è venuto nella carne, hanno sofisticato l’argomento come hanno fatto tutti gli eretici della chiesa primitiva. Per loro Cristo sarebbe venuto per farci diventare “spirituali”, mentre le Scritture ci dicono che è venuto per farci retti o giusti davanti a Dio. Giovanni ci dice che tutta questa falsità proviene dall’anticristo (I Gv. 4: 1-3); trasforma un uomo in un falso profeta.
Ma noi abbiamo uomini e nazioni da conquistare per Cristo il quale è l’ “Unico sovrano, Re dei re e Signore dei signori” (I Ti. 6:15). Egli ha da regnare in noi e per mezzo di noi finché tutti i suoi nemici sono posti a sgabello dei suoi piedi, e ogni principato, potestà e potenza lo riconosce e gli obbedisce (I Co. 15:24-26). Solo a quel punto verrà la fine e l’ultimo nemico, la morte, sarà distrutto. Prima di allora, i docetisti, gli apostoli dell’irrilevanza, saranno tutti scomparsi.