Nel periodo successivo alla morte di Re Davide il popolo d’Israele radicò una forma di religione sincretista che fondeva elementi del culto di Yahweh con gli antichi culti di fertilità di Canaan, identificando Yahweh, il Dio di Abrahamo, di Isacco e di Giacobbe col dio pagano Baal. Questa forma corrotta di culto, che è antecedente la monarchia, ma che divenne nuovamente connaturata nelle pratiche religiose del popolo che seguì l’esempio idolatrico di Salomone, durarono fino all’esilio. Riforme istituite da buoni re sfiorarono appena la religione del popolo le cui pratiche di culto operavano al livello sincretista della religione popolare, non nei termini delle pratiche religiose del tempio e del sacerdozio stabiliti dalla legge mosaica che fu frequentemente dimenticata, a volte perfino persa completamente. Fu in gran parte questa corruzione del culto di Yahweh a far precipitare la cattività babilonese.
Che lezione possiamo imparare noi cristiani del Ventunesimo Secolo da questo periodo della storia biblica? Che ci siano delle similitudini, a qualsiasi livello, tra la mentalità degli antichi ebrei di quel periodo e il concetto del mondo della moderna società occidentale che possano aiutarci a comprendere la cecità spirituale che domina in modo schiacciante le chiese occidentali?
Questo saggio cerca di fornire una risposta a queste domande e con ciò provvedere delle indicazioni per uscire dal presente fallimento spirituale e morale che sta portando alla rovina della società occidentale contemporanea.
Stephen C. Perks è direttore della Kuyper Foundation ed editore di Christianity and Society, la rivista della Kuyper Foundation.