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DISTRUGGETE LE GILDE!

Gilda: “un’associazione di artigiani o mercanti che in una particolare area controllano l’esercizio del loro mestiere/commercio. I primi tipi di gilda, o corporazione, si formarono come confraternite di commercianti. Erano organizzate come un misto tra un’associazione professionale, un sindacato, un cartello e una società segreta” (Wikipedia). L’Oxford English Dictionary aggiunge “aventi spesso potere considerevole”.

Secondo le regole per l’apostolato stabilite da Pietro nel primo capitolo degli Atti degli Apostoli, i nuovi eletti erano da selezionarsi tra coloro i quali fin dagli inizi erano stati tra gli accompagnatori degli apostoli e di Gesù. Si noti come, in realtà, ai discepoli era stato semplicemente detto di fare ritorno a Gerusalemme e lì di attendere, non certo di istituirvi la prima scuola di diritto canonico. Inoltre, sempre nel primo capitolo degli Atti non viene detto nulla a riguardo di istruzioni date dallo Spirito Santo a Pietro o a qualcun altro al fine di individuare un nuovo apostolo.

Adesso consideriamo, invece, in qual maniera Paolo si riferisce ai requisiti necessari per l’apostolato: “Paolo, apostolo non da parte di uomini né per mezzo di un uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti” (Gal 1:1). Qui vediamo Paolo rigettare le regola di Pietro, con un rimprovero implicito molto deciso nei riguardi di una regola creata dall’uomo: “Quindi, da ora in poi, noi non conosciamo più nessuno da un punto di vista umano; e se anche abbiamo conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo conosciamo più così.” (2 Cor 5:16).

I requisiti d’idoneità indicati da Pietro per il ruolo dell’apostolo erano un’invenzione umana e, in quanto tale, furono respinti dalla Scrittura. Dio prontamente ignorò le norme di Pietro scegliendo come apostolo Paolo, il cui profilo non presentava nessuno dei criteri fissati da Pietro. È, però, curioso osservare come Paolo, la cui chiamata sfuggì ai canoni stabiliti da Pietro, ebbe da soffrire per tutto il suo ministero, come dimostra il suo tentativo frequente di difesa del suo ufficio presso coloro che lo mettevano in dubbio, come accaduto per esempio tra i Galati, messi in guardia dai giudaizzanti, e anche tra i Corinzi. Sembra, infatti, come nei confronti dell’apostolato di Paolo vi fosse una qualche sorta di campagna, proveniente da Gerusalemme, fatta di pettegolezzo o di maldicenza.

È evidente che l’uomo ha una forte tendenza a costituire forme di corporazione, indipendentemente da come poi finisca per chiamarle. Le gilde erano un mezzo di controllo di un commercio o di una forma di guadagno, il quale limitava l’accesso all’attività di un particolare settore ai soli membri esigendo da essi il rispetto delle regole della corporazione. Per loro stessa natura sono egoistiche, abusive ed esistono per opprimere chiunque non vi appartenga, ma che opera nel medesimo ambito. Le corporazioni esistono per sopprimere la libertà individuale finendo, di conseguenza, per ostacolare il progresso economico e ogni cambiamento volto al benessere sociale.

Il clero è una delle ultime corporazioni medievali rimaste nella società occidentale ed è un grave cancro per il corpo di Cristo. È negativo e distruttivo e la pessima condizione della Chiesa d’oggi ne è indubbiamente la miglior prova. La Chiesa viene controllata principalmente dalle corporazioni del clero, le quali limitano l’accesso al ministero ai propri membri impedendo in tal modo l’opera del Regno, giacché Dio non si presta a questo gioco non assecondando le regole delle corporazioni, come del resto non ha mai fatto. È una politica di potere ecclesiale inventata dagli uomini a beneficio degli uomini e non ha nulla a che fare con i criteri di Dio per il ministero, il quale funziona per chiamata. Se dubitate di ciò, leggete i profeti. Quando leggete i libri profetici nella Bibbia, qual è la prima cosa che i profeti dicono di solito? Non sempre, ma di solito? Che erano stati ordinati da quel tale presbiterio o vescovo? Che sono membri ufficiali della corporazione? No! Dicono qualcosa tipo: “Questa non è stata una mia idea. Stavo pensando ai miei affari quando Dio mi ha chiamato”. In altre parole, la prima cosa che fanno di solito è spiegare il come della loro chiamata. Infatti, la parola profeta significa colui che è chiamato. La definizione di falso profeta è quella di chi non ha una vocazione da parte Dio, eppure viene invocato volentieri dagli uomini: la loro chiamata è, quindi, di natura umana e non divina. I profeti di corte erano ben visti dall’establishment, dai politici e dai sacerdoti. Erano membri della corporazione. I profeti chiamati da Dio, invece, non rientravano in questo modello. Erano degli outsider. Non erano membri della corporazione.

Ovviamente al popolo non piaceva ascoltare i profeti chiamati da Dio preferendo i falsi profeti, quelli che erano stati verificati e accettati dalle autorità, i profeti di corte, che avrebbero detto loro ciò che volevano sentire. La situazione oggi appare fondamentalmente immutata. La gente preferisce gli ecclesiastici accuratamente controllati che si conformeranno alle loro aspettative giustificando l’apatia e non creando problemi; insomma, coloro che preserveranno lo status quo. Ma la Bibbia ci mette in guardia da questa situazione: “i profeti profetano bugiardamente; i sacerdoti governano agli ordini dei profeti; e il mio popolo ha piacere che sia così. Che cosa farete voi quando verrà la fine?” (Ger 5:31).

Una delle cose interessanti circa le corporazioni dal punto di vista storico è che la rivoluzione industriale probabilmente non sarebbe avvenuta se nel Settecento le corporazioni fossero state ancora tanto forti quanto lo erano state nel Medioevo. Fu Cromwell a distruggere il loro potere in Inghilterra. Non tollerava che gli uomini che avevano servito nell’esercito combattendo contro la tirannia, una volta terminata la carriera militare, avessero da confrontarsi con scarse opportunità di lavoro e sostentamento, essendo fuori dal giro delle gilde. A questi fu, quindi, consentito di lavorare anche non appartenendo a nessuna corporazione, liberi dalle loro regole; in tal modo, il potere delle corporazioni fu spezzato.

È tempo di distruggere il potere delle gilde clericali. La crescita del Regno di Dio lo richiede. Le corporazioni clericali sono come un tappo di sughero in una bottiglia. Impediscono a qualsiasi cosa di entrare o uscire, come disse Gesù degli scribi e dei farisei: “Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli davanti alla gente; poiché non vi entrate voi, né lasciate entrare quelli che cercano di entrare.” (Mt 23:13). Le corporazioni clericali sopprimono i veri ministeri necessari per favorire l’equipaggiamento del corpo di Cristo per l’opera del Regno e, quindi, la crescita del Regno, che è un ordine sociale profetico e controrivoluzionario che esiste per grazia di Dio con lo scopo di convertire e ammaestrare le nazioni, non una corporazione clericale che esiste con lo scopo di favorire la crescita delle egoistiche associazioni di sostegno della corporazione stessa, cioè il church planting (fondazione di chiese). Dobbiamo cercare prima il Regno di Dio. Distruggete le gilde!


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