RISORSE:

La condizione spirituale dell’Europa è stata da parecchio tempo al centro dell’attenzione dei cristiani Americani e conservatori. Il XX° secolo ha portato a reale compimento ciò che i pensatori dell’Illuminismo avevano immaginato in teoria: la rimozione del cristianesimo dalla vita pubblica. Il cristianesimo ha fatto ritirata anche da quelle nazioni che un secolo fa erano apertamente cristiane nelle loro politiche pubbliche. Le due Guerre Mondiali hanno contribuito a brevi rivitalizzazioni delle attività spirituali, e la Guerra fredda, e la sua fine, ha contribuito in qualche modo ad un rinnovato interesse nella storia cristiana dell’Europa. Ma, in generale, l’Europa ha proseguito sulla strada verso un completo secolarismo, rigettando la cristianità come paradigma morale, zittendo i suoi politici e le sue figure pubbliche che osassero parlare nel nome della religione cristiana, ridicolizzando la cristianità come una religione retrograda con un passato brutale. E con l’ascesa dell’Islam e l’impotenza delle nazioni europee a bloccarne la marea, il futuro appare cupo.

I missionari Nigeriani che operano in Europa trasmettono relazioni scoraggianti di governi che creano ostacoli alla predicazione del vangelo in quello che fino a poco tempo fa era considerato parte del “mondo libero”. Un collega di uno di noi una volta ritornò da Londra con l’opinione  che, spiritualmente parlando, “l’Europa e congelata!” Anche se un missionario non ha ostacoli, gli stessi Europei sono  attivamente contrari all’essere evangelizzati; e il governo della nazione europea più grande, la Germania, ha lanciato un’imponente crociata per obliterare la scuola genitoriale e “gli stili alternativi di vita” che accompagnano la vera cristianità.

In Francia alcune città hanno regolamenti che impediscono alle chiese protestanti di possedere edifici vicino a scuole pubbliche mentre non hanno gli stessi impedimenti per club di spettacoli erotici o locali in cui si vendono alcolici. E recentemente il parlamento europeo ha voluto bandire il crocifisso nelle scuole italiane.

Non sorprende che i cristiani americani considerino l’Europa un “continente perduto” e i talk show conservatori usano parole come “senza speranza” e “buio” quando discutono il futuro dell’Europa. Sembra come se la cristianità fosse spinta fuori dall’Europa, e con essa se na va quella grande civiltà che ha creato.

Perfino con le vittorie del cristianesimo americano conservatore e dell’evangelicalismo africano dell’ultimo decennio, sembra che rimarremo un’oasi solitaria di cristianità nigeriana attiva, sostenuta dall’esterno solo dalle giovani comunità cristiane emergenti nel resto dell’Africa e dell’Asia, vigorose e forti, ma prive d’esperienza e di risorse per poter essere gran che d’aiuto per ora.

In poche parole : gli andamenti globali non promettono bene. Se perdiamo l’Europa, perdiamo il fondamento di enormi risorse eretto dagli avi cristiani degli odierni europei. Ed essi di sicuro non lo eressero perché fosse usato contro Cristo e contro sul suo vangelo.

Ma questo senso di disperazione manca di fare una distinzione molto importante; manca di fare la domanda: “A quale tipo di cristianità l’Europa sta reagendo contro? È la vera cristianità, come rivelata nella Bibbia, o è qualcos’altro?”

Il quadro dell’Europa fatto qui sopra è sufficientemente accurato, eppure ignora alcuni esempi molto specifici che sembrano premere nella direzione opposta dell’andamento generale.
Non sono numerosi e non possono certamente essere presi come indicativi di qualche profondo cambiamento nella mentalità e cultura europee. Ma sono sufficientemente istruttivi per dare l’indizio a noi cristiani di cosa sia mancato nei nostri sforzi di evangelizzare l’Europa.

Nel 2005, il Convegno dei Protestanti tedeschi in Hannover ha attratto una folla di 400,000 persone, la maggior parte giovani. La pubblicità del Convegno diceva: Gut wenn du eine Antwort weisst (È bene avere una risposta). Il presidente del Convegno Eckardt Nagel propose che l’evento “prendesse posizione contro la corrente depressione e il pessimismo della società”. L’Europa non vedeva una folla così da molti anni, nemmeno ad un comizio politico.

La più grande singola congregazione in Europa, più di 25,000 membri, è la chiesa Pentecostale carismatica Embassy of God del pastore nativo della Nigeria Sunday Adelaja, in Ucraina! Il movimento Pentecostale-carismatico nell’est Europeo è fiorito per alcuni brevi anni dopo la caduta del comunismo  ma perse slancio alla fine del 1990 e giunse ad uno stallo nel 2000. Non fu così per la chiesa di Adelaja. La sua chiesa continua a crescere; ha dozzine di ministeri- dall’aiuto alle famiglie ad imprese cristiane, associazioni e fondi di aiuto al credito e sollievo dal debito – e chiese di missione in quasi tutte le nazioni d’Europa e dell’Asia centrale. Sunday Adelaja dice di sé. “Io non predico un vangelo della salvezza, ma il vangelo del regno. (la sua visione qui)

La Chiesa Riformata Ungherese di Transilvania è cresciuta  così tanto in numero e in influenza dopo la caduta del regime di Ceaucescu che attualmente non c’è villaggio in Transilvania, per quanto piccolo, che non abbia una chiesa. Il Seminario Riformato a Cluj prepara centinaia di futuri pastori Riformati ed anziché ricevere missionari americani, la Transilvania manda pastori e missionari alle comunità ungheresi degli Stati Uniti. La Chiesa Riformata d’Ungheria non è mai stata un’istituzione “religiosa” nel senso americano limitato: è sempre stata una comunità pattizia, che vedeva quale propria legittima sfera d’azione ogni aspetto della vita umana e della società.

In Bulgaria un missionario ha cominciato evangelizzando le baraccopoli Rom dove nemmeno la polizia ha il coraggio d’entrare e ha istituito comunità pattizie nelle quali l’evangelo tocca tutte le aree di vita. Ha inoltre fondato un’istituzione che studia e pratica l’economia biblica. Qualche tempo fa ha partecipato e di fatto dato una lezione all’ospite più importante, Deirde McCloskey al Quarto Forum “Adam Smith” a Mosca il 20/10/ 2012,  organizzato dal Partito Libertario Russo. (La lezione in italiano qui).

Milano e le sue università è stata tradizionalmente il baluardo politico ed intellettuale del partito Comunista Italiano. Eppure, negli anni 90  è cominciato ad emergere un nuovo movimento di pensatori economisti cristiani nella tradizione di Lord Acton, a Milano e altrove nel nord Italia. Questi economisti vanno alla Bibbia a cercare i fondamenti delle loro teorie economiche. La loro popolarità è in crescita e alcuni politici in Italia e in altre nazioni basano i loro programmi politici sulle loro proposte.

Ci sono migliaia di esempi minori e di testimonianze che dimostrano che sotto la crosta l’Europa non è spiritualmente morta. Di fatto, si può tranquillamente concludere che, contrariamente alle prospettive che gli Americani hanno per l’Europa, il Vecchio Mondo sta ansiosamente aspettando e bramando la sua ri-adozione nella cristianità e afferra ogni opportunità di farlo. La domanda allora è questa: Come possiamo riconciliare questi esempi con l’andamento che vediamo in generale? Gli Europei sono forse schizofrenici, voglio e rifiutano la stessa cosa allo stesso tempo? O c’è qualcosa di più di quello che si vede, qualcosa che Dio vuole insegnarci dell’Europa, della storia e del vangelo che proclamiamo?

No, gli Europei non sono schizofrenici nel loro atteggiamento verso il cristianesimo. Al contrario, sono più coerenti dell’americano o nigeriano medio. Non rigettano e vogliono la stessa cosa nello stesso momento. La verità è che ciò che gli Europei rigettano e ciò che vogliono sono due tipi diversi di cristianesimo, e la cultura europea è molto più consapevole della differenza di quanto lo sia quella americana.

La cristianità che gli europei rigettano è la cristianità limitata e pietista predicata dai professori liberali europei e dai missionari americani e nigeriani  (Sì, questi due gruppi sono in un cero senso alleati nel “terreno di missione europeo). Essi sanno che quello rigettato è il cristianesimo che è debole e che non ha vere risposte a veri problemi. Quel cristianesimo parla solo di questioni periferiche alla cultura e perciò gli europei la relegano alla periferia della loro società. Lo chiamano ‘settarismo’, ma non nel senso americano o nigeriano della parola.

“Settarismo” in Europa significa una setta che porta i suoi membri a ritirarsi dalla società dentro ad un mondo dei sogni di una mistica e falsa ‘pietas’. E, di fatto, la versione di cristianesimo sia degl’intellettuali liberali sia dei missionari fondamentalisti fa esattamente quello. Non attacca mai le questioni del giorno, non dà mai soluzioni ai problemi della società; non sfida mai l’intellighenthia atea ed empia; questi vivono nel loro mondo dei sogni, irrilevanti e irrealistici, contenti del loro gridare: “al lupo, al lupo!”. L’Europa non accetterà mai quel tipo di cristianesimo, nemmeno se la inondiamo di missionari.

Nei rari casi in cui gli europei abbracciano il cristianesimo, è un cristianesimo rilevante, pratico, audace, senza vergogna che non si tira indietro dall’applicare le verità della Bibbia alle questioni d’attualità. È il cristianesimo di Agostino e Atanasio, di Isidoro e Carlomagno, il cristianesimo dei Riformatori e dei missionari riformati dell’800, il cristianesimo dei Puritani e dei Fondatori dei 13 stati cristiani originali degli Stati Uniti d’America. Gli europei sono ansiosi di sentire risposte, e quando i leader cristiani dichiarano d’avere queste risposte, fioccano ad ascoltarli, come negli esempi fatti poc’anzi.

Gli europei ne hanno avuto abbastanza dell’ateismo, del liberalismo e del socialismo tanto da sapere bene che non provvedono risposte. Ci vuole solo un piccolo sforzo per farli volgere verso il cristianesimo, se solo diamo loro un cristianesimo che ha risposte! Gli europei non sono stupidi, amano l’America e amano ciò che l’America ha da offrire, e la maggior parte di loro comprende che l’America fu fondata sulla nostra fede cristiana – e gli europei vogliono la Cosa Vera.

Ma fino ad ora noi cristiani americani e nigeriani abbiamo offerto ai nostri fratelli europei solo una cristianità tarocca, limitata, pietista, esistenzialista. I nostri missionari non hanno voluto proclamare i diritti regali di Gesù Cristo su ogni area di vita. E poi, quegli stessi missionari hanno inviato a casa bollettini scoraggianti sulla durezza spirituale delle società europee. Gli europei non sono stupidi.

Perciò, la prossima volta che la vostra chiesa americana o nigeriana considera di mandare un missionario in Europa, prendetevi il tempo d’esaminare il candidato. Chiedetegli della sua comprensione di una visione biblica totale del mondo e della vita. Chiedetegli come e cosa intende predicare ed insegnare. Chiedetegli se conosce le questioni di quel momento nella nazione in cui andrà a lavorare e se conosce le soluzioni bibliche a quelle questioni. Chiedetegli se sa cosa dice la bibbia sulle tasse, l’economia, la rappresentanza politica, la libertà, come fare impresa, relazioni di commercio, relazioni interne, ecc. Chiedetegli di scrivere un breve saggio su un tema pratico: “Cosa dice la Bibbia della medicina socializzata” per esempio.

Se il missionario vi risponderà che va a “salvare anime, piantare chiese e predicare l’vangelo” consigliategli di stare a casa. Sta andando incontro al disastro, e la sua vita e la sua opera saranno una delusione. l’Europa negli ultimi 50 anni s’è costruita la fame d’essere la “tomba dei missionari”, e non è colpa dell’Europa. Gli europei non sono sciocchi e non tollereranno sciocchi. L’Europa vuole la Cosa Vera. Vuole il vero vangelo – il vangelo totale che  affronta ogni area di vita – e lo vuole terribilmente. È meglio che cominciamo a darci da fare.


Altri libri che potrebbero interessarti