La Dottrina Umanistica dell’Infallibilità
Nel mio studio Infallibilità, Una Dottrina Ineludibile, ho evidenziato che ogni sistema di pensiero possiede una dottrina dell’infallibilità, se non dichiarata, comunque occulta o implicita. Dove l’infallibilità sia collocata può variare; può situarsi nella ragione dell’uomo autonomo, nell’esperienza estetica, nello stato, nel governante, e/o una varietà di altre cose. Gli uomini possono ridicolizzare una dottrina dell’infallibilità altra, ma lo faranno solo per sostenere la propria.
Nell’era moderna, la dottrina dell’infallibilità più popolare ci perviene da Rousseau, attraverso Kant ed Hegel. L’infallibilità si trova nell’uomo, non nell’individuo, ma nella volontà generale di tutti gli uomini, che si sostiene essere per natura inerrante e buona. Questa volontà generale non esce dal voto della maggioranza, ma si esprime nella elite governante dello stato, che dà corpo o incarna la volontà generale. Lungo gli anni, questa volontà generale infallibile ha avuto una varietà di nomi e di incarnazioni. Due, molto popolari negli anni recenti, sono state la dittatura del proletariato, e il consenso democratico. Il nome nuovo è ‘politica pubblica’.
Nel nome della ‘politica pubblica’ oggi vengono promossi una varietà di mali. Sempre più nel nome dell’eguaglianza e del diritto, viene negata ai cristiani la libertà di parola, perché la fede biblica richiede che il peccato sia condannato, mentre l’umanesimo insiste sempre più coi pari diritti per il peccato. Così, un prominente e franco pastore del Texas si è visto negare la libertà di continuare a trasmettere i suoi sermoni domenicali in televisione. In un sermone aveva condannato l’omosessualità come peccato; ciò fu visto come contrario alla ‘politica pubblica’, e la sua libertà di predicare fu decurtata. In California sessantatre chiese hanno perso il diritto all’esenzione fiscale e affrontano la vendita dei loro edifici per il rifiuto di pagare le tasse; i loro problemi sono cominciati quando fu presa una posizione contro l’omosessualità. Parlare contro questa e simili questioni è oggi contro la ‘politica pubblica’, la nuova “legge”.
Similmente, molti tribunali stanno assumendo che una ‘carta dei diritti’ dei bambini come quella Svedese sia diventata legge anche da noi in ragione della ‘politica pubblica’. Genitori cristiani che abitualmente amministrano disciplina o castighi ai propri figli, sono stati portati alla sbarra.
Per di più, la politica pubblica sta ri-definendo la famiglia. La definizione biblica della famiglia è stata rigettata. Oggi è considerata vera famiglia ‘la famiglia volontaria’. Questa può essere costituita da un gruppo di omosessuali, da giovani fuggiti di casa, o una comune di sesso libero. La politica pubblica cerca di dare a queste forme la protezione un tempo data alla famiglia pattizia, un uomo, una donna e i loro figli.
Queste tendenze sono conosciute alla maggioranza, ma la reazione è troppo spesso una di idiozia religiosa: l’idea è di passare delle leggi per correggere questi mali o di impedire che passino delle leggi che li promuovono. Questi mali, però, non sono tanto il risultato della legislazione quanto della fede religiosa nello stato e nel suo potere di salvare. Andare allo stato per la soluzione è aggravare quello stesso male che si vuole combattere.
Per di più, c’è un fatto sinistro troppo poco apprezzato dei ‘riformatori’. Virtualmente tutte le nuove leggi, buone o cattive che siano, hanno per conseguenza l’aumento della burocrazia dello stato. Perciò, il risultato più usuale e più prevedibile di una nuova legge è maggior potere alla burocrazia e una sua ulteriore crescita. Leggi ‘riformiste’ perciò sono raramente un problema per la burocrazia, il legislatore legifera nuove leggi, confisca nuovo denaro per la loro messa in atto, e il resto è compito della burocrazia.
Ma non è tutto. Nessuna legge verosimilmente produce nella sua esecuzione e nei suoi risultati ciò che si proponeva di fare nel proposito del legislatore. Quando una nuova legge è emanata, il suo significato e la sua messa in atto diventano il dominio della burocrazia e dei tribunali. Poiché i legislatori, sia quelli buoni che quelli cattivi, non sono allo stesso tempo quelli che le leggi le fanno osservare, non possono predire o prevedere tutti i problemi pratici che l’applicazione della legge crea. Questa funzione molto reale ed importante è compiuta dalla burocrazia e dai tribunali. Il risultato prevedibile è la crescita della burocrazia.
A quella burocrazia (e ai tribunali) aggiungete la dottrina della politica pubblica e la legge è immediatamente soggetta ad un significato radicalmente diverso. La Costituzione è stata così più volte ‘emendata’ ed alterata dalle varie fedi ed aspettative della gente che dalla camera dei deputati e dallo stato. La costituzione oggi significa non ciò che vollero i costituenti ma ciò che detta la ‘politica pubblica’.
Un dogma chiave in questa dottrina umanistica della politica pubblica è la parità del bene e del male. Di fatto, però, tale parità non esiste. Se il male non può essere condannato, allora è condannata la rettitudine. Se un pastore cristiano non può parlare in televisione contro l’omosessualità significa che l’omosessualità ha la libertà di condannare e di mettere a tacere la cristianità. Tale dottrina della parità è un altro nome per la soppressione della libertà dei cristiani.
Politica pubblica oggi è un altro nome per la moralità umanistica e del suo statuto di obbligatorietà. La moralità umanistica governa le nostre burocrazie, le nostre scuole statali, la stampa, il cinema, la televisione e molto altro ed è promossa da Washington in giù. La politica pubblica comincia a dichiarare che la libertà di parola da parte della chiesa deve essere punito. La Chiesa cattolica è contro l’aborto? Agiamo per togliere la sua libertà e la sua esenzione fiscale. Le chiese Protestanti hanno parlato contro l’omosessualità? Bisogna revocare la loro esenzione fiscale e limitare la loro libertà.
Politica pubblica oggi significa politica umanistica. Per questa ragione, ogni tentativo di pastori evangelici e di chiese di rivitalizzare un interessa per l’ordinamento sociale nella loro congregazione, di incoraggiarli a votare da cristiani e di cercare di porsi al comando del procedimento politico per la causa di Cristo, è salutato con gemiti di sgomento, sembra che tutto questo rappresenti un risveglio della fede nazista. Ma sono questi avvocati della politica pubblica che sono gli architetti del nostro nuovo fascismo, un fascismo economico e politico che ritiene le forme della libertà ma le usa come facciata per il socialismo statale. Queste persone si vedono come l’incarnazione della volontà generale e le voci infallibili di oggi e di domani. Essi identificano se stessi con la politica pubblica, e il resto di noi col male. La loro è una falsa fede. La sola risposta ad essa è la fede Biblica e la sua applicazione in ogni area di vita e di pensiero.
(Novembre, 1980)