17
Romani 5:12-21
Adamo e Cristo
12 Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte, cosí la morte si è estesa a tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato;
13 perché, fino a che fu promulgata la legge, il peccato era nel mondo; ora il peccato non è imputato se non vi è legge;
14 ma la morte regnò da Adamo fino a Mosé anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, che è figura di colui che doveva venire.
15 La grazia però non è come la trasgressione; se infatti per la trasgressione di uno solo quei molti sono morti, molto piú la grazia di Dio e il dono per la grazia di un uomo, Gesú Cristo, hanno abbondato verso molti altri.
16 Riguardo al dono, non è avvenuto come per quell’uno che ha peccato, perché il giudizio produsse la condanna da una sola trasgressione, ma la grazia produsse la giustificazione da molte trasgressioni.
17 Infatti, se per la trasgressione di quell’uno solo la morte ha regnato a causa di quell’uno, molto di piú coloro che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di quell’uno, che è Gesú Cristo.
18 Per cui, come per una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, cosí pure con un solo atto di giustizia la grazia si è estesa a tutti gli uomini in giustificazione di vita.
19 Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori, cosí ancora per l’ubbidienza di uno solo i molti saranno costituiti giusti.
20 Or la legge intervenne affinché la trasgressione abbondasse; ma dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata,
21 affinché come il peccato ha regnato nella morte, cosí anche la grazia regni per la giustizia a vita eterna per mezzo di Gesú Cristo, nostro Signore.
Con questo paragrafo siamo giunti al cuore del libro di Romani. Tratta due cose. Tratta col messaggio centrale del Libro di Romani; il ‘perciò’ con cui comincia lo collega con ciò che è venuto prima. Cos’è venuto prima? Tutte le ricche benedizioni che noi abbiamo in virtù del fatto che siamo stati giustificati per grazia mediante la fede. Ed ora parlerà della radice (causa ultima o nocciolo) da cui ci giungono tutte queste ricche benedizioni inclusa la giustificazione. Com’è che Dio può imputarci la giustizia, accreditarci la giustizia di Cristo, e accettarci sul fondamento di quella giustizia e adottarci nella sua famiglia e darci pace con Lui e tutte le altre benedizioni che sono menzionate lì nei versi 1-11 del capitolo 5. E la risposta è: In virtù della nostra unione con Cristo. Che siamo stati fatti uno con Cristo da tutta l’eternità, giuridicamente, misticamente, spiritualmente, cosicché la nostra unione con Cristo è il fondamento di tutte le benedizioni della salvezza che abbiamo. Questo concetto è espresso qui con molta forza. La seconda cosa importante di questo testo è che ci dà le ragioni per due fatti innegabili dell’esistenza umana. La Bibbia è l’unica fonte di risposte in quest’area: perché tutti peccano? Chiunque sia venuto in questo mondo in modo naturale, pecca e sarà sempre così finché dura la razza umana. E, secondo, perché tutti gli esseri umani muoiono? Chiunque sia nato da padre e madre, muore, noi tutti moriamo. Perché è così? Esiste qualche ragione logica per l’universalità del peccato e l’universalità della morte? E questo passo risponde ad ambedue queste domande.
Ora, prima di prendere in considerazione alcuni dettagli diamo un’occhiata a questo passo delle Scritture. A proposito, noi non sapremmo mai queste cose se non fosse per rivelazione divina. Se Dio non avesse, nel suo governo del mondo, rivelato a noi le cose che sono scritte nei versi 12-21 noi non sapremmo mai nulla a loro riguardo. Non sono raggiungibili dall’esperienza umana o dalla ragione umana. E cosa ci dice Dio in questo passo? Dice che la storia della razza umana può essere riassunta nei termini di ciò che ne è stato di due uomini. In tutta la razza umana, tutto ciò che si può dire di ogni essere umano fino alla fine del mondo, l’intera storia della razza umana è riassunta in ciò che è avvenuto con Adamo, il primo uomo, e ciò che è avvenuto a motivo del Signore Gesù Cristo. Qualcuno ha detto: gli scalpi di tutti gli uomini sono appesi alle cinture di uno dei due, Adamo o Cristo. La seconda cosa che impariamo qui è che la salvezza non è solo questione di perdono. Questo è ciò che la maggior parte delle persone pensa quando pensa della salvezza: ottengo il perdono dei miei peccati; e per quanto meraviglioso ciò possa essere, la salvezza è un cambio radicale della nostra intera posizione davanti a Dio. Poiché prima che fossimo convertiti noi eravamo in Adamo e la nostra vita sperimentava le conseguenze del peccato che Adamo commise al principio della razza umana. Ma, ora, per fede in Cristo, e per grazia di Dio noi siamo in Cristo, e godiamo di tutte le conseguenze della sua obbedienza. Prima che diventassimo cristiani noi ricevevamo ciò che Adamo meritò, le conseguenze del suo peccato. Ora per grazia, mediante la fede, siamo in Cristo, riceviamo ciò che Cristo meritò, e riceviamo le conseguenze della sua vita perfetta e della sua morte espiatoria.
E poi il terzo grande punto del nostro passo, è che tutti quelli che rimangono condannati davanti a Dio, sono condannati a motivo della disobbedienza di un uomo, e tutti quelli che sono giustificati o salvati davanti a Dio sono giustificati a motivo dell’obbedienza di un uomo. Tutti sono condannati davanti a Dio a motivo di un atto di disobbedienza, e ognuno di quelli che sono giustificati ed hanno i loro peccati perdonati, è giustificato in ragione della vita di perfetta obbedienza del Signore Gesù Cristo, e perché Egli divenne obbediente fino alla morte, perfino alla morte di croce.
Ora, per comprendere come questo testo faccia questi due punti fondamentali, che sono così fondamentali per l’evangelo, dobbiamo apprezzare i paralleli che mette in rilievo, e che presuppone tra il primo Adamo e Gesù Cristo che è vissuto 2000 anni fa. E questo è il primo parallelo: Entrambi gli uomini sono persone storiche reali. Perché il punto fatto da questa sezione sia valido l’un uomo deve essere storico quanto l’altro. Perché il punto che questo parallelo fa sia vero, e sia valido, Adamo deve essere stato vero quanto Gesù e Gesù dev’essere stato vero quanto Adamo. Se uno dei due o tutti e due questi uomini fossero fittizi, se non c’è stato un reale Adamo, se non c’è stata una persona storica, se non fu un vero essere umano, questa storia è una fandonia. E, se non ci fu Figlio di Dio incarnato, 2000 anni fa, questo passo non ha assolutamente alcun significato. Questo passo presuppone che sia Adamo sia Cristo siano state figure storiche e prende seriamente la storia di Genesi 3 e la caduta dell’uomo nel peccato.
Il secondo parallelo tra Adamo e Cristo è che entrambi questi uomini furono ordinati da Dio ad essere persone cardinali nella storia umana. Entrambe queste persone furono ordinate da Dio perché fossero capi pattizi di un grande gruppo di persone. E, terzo, ciascuno di questi due uomini è il rappresentate di una intera razza. Adamo è il rappresentante di ogni essere umano che sia mai vissuto, prima che quella persona sia convertita per grazia di Dio. E il Signore Gesù Cristo è il rappresentante di ogni essere umano che abbia accettato il Signore Gesù Cristo come suo Signore e Salvatore. Dio tratta sempre con la razza umana mediante figure rappresentative, sempre. Dio tratta con le persone sempre nei termini di un patto, dal primo uomo fino all’ultimo essere umano, nei termini di un uomo che rappresenta tutti. E ciascuno di questi due uomini, ha trasmesso a quelli che rappresenta, gli effetti dell’opera delle sua vita, cioè quelli che ciascuno di questi di questi uomini rappresenta sperimentano ciò che il proprio rappresentante ha meritato. Adamo ha trasmesso a tutta la razza umana, della quale fu il capo pattizio, ordinato da Dio, Adamo fu una persona giuridica pubblica, un termine legale, Non ha vissuto ed agito solo per se stesso, come persona privata, ha vissuto ed agito con riferimento a tutte quelle persone delle quali fu ordinato essere il rappresentante, e tutte quelle persone che rappresentò avrebbero ricevuto e sperimentato gli effetti dell’opera della sua vita. Ricevono ciò che Adamo ha meritato. Dall’altro lato, Gesù è il capo di un Nuovo Patto, non un patto delle opere, come fu per Adamo, ma un patto di pura grazia, e in quel patto egli è il rappresentante ordinato da Dio di tutto il suo popolo scelto, che sperimenta gli effetti dell’opera della sua vita, cosicché, ogni uno la cui vita sia rappresentata da Cristo sperimenta ciò che Cristo ha meritato. Vedete così il parallelo tra Adamo e Cristo che è fondamentale da tenere in mente per comprendere questo passo.
Ma ci sono anche delle differenze tra Adamo e Cristo e anche queste differenze devono essere tenute in mente. La prima differenza è che l’umanità è in relazione ad Adamo sia biologicamente sia pattiziamente. Che Adamo non fu solamente il capo pattizio della razza umana, Adamo fu anche il nostro tris, tris, tris, tris, tris, tris, nonno, biologicamente, noi siamo i suoi discendenti. Tutta la razza umana proviene da lui. Ricordate nel libro di Ebrei, per darvi un’illustrazione per riflettere su questo, per provare che Gesù era di un ordine superiore del sacerdozio Levitico del VT, egli apparteneva al più alto ordine di Melchisedek che era composto di una sola persona in tutto il Vecchio Testamento. E il modo in cui il libro di Ebrei prova che quello era un ordine superiore, è dicendo che Abrahamo pagò la decima a Melchisedek, e poi fa un punto interessante, che i Leviti pagarono la decima a Melchisedek quand’erano nei lombi di Abrahamo. Così essi erano molto letteralmente, similmente in Abrahamo, e perciò l’ordine di Melchisedek è un ordine superiore, ebbene, voi siete nei lombi di Adamo. Siete biologicamente uniti a lui, come lo siete pure pattiziamente. Secondo, i cristiani sono collegati a Cristo, non biologicamente, ma per grazia e mediante patto. Egli è il nostro capo pattizio ordinato da Dio e per la grazia immeritata di Dio noi siamo stati fatti membri di quel patto. La terza differenza è: l’umanità s’identifica con Adamo biologicamente e pattiziamente e i cristiani hanno un’identificazione pattizia e spirituale con Cristo.
Ora diamo un’occhiata ai dettagli del nostro testo e poi torneremo indietro, riassumeremo e infine faremo dei punti pratici.
Verso 12: “perciò”, questa è la ragione per cui abbiamo tutte queste benedizioni, a motivo della realtà di questo passo. “Perciò, come per mezzo di un solo uomo” e cioè Adamo, “il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte, cosí la morte si è estesa a tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato”; e notate che questo verso termina con un punto e virgola, ma è meglio con la traduzione Inglese che mette un trattino, e questo, nella nostra lingua almeno è un buon sforzo per dire che né la frase né il paragone sono completi: Dopo aver detto queste cose, Paolo si rende conto che è qui necessaria una spiegazione parentetica, e perciò fino ad almeno il verso 13 o forse fino al 17 è una parentesi. Egli si rende conto di aver detto cose che deve spiegare prima di poter completare il paragone che abbiamo nel verso 18. La frase, tolta la parentesi suonerebbe così:
12 Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte, cosí la morte si è estesa a tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato;
18 Per cui, come per una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, cosí pure con un solo atto di giustizia la grazia si è estesa a tutti gli uomini in giustificazione di vita.
Adesso vediamo dove vuole arrivare, lì nel verso 12. Ecco il parallelo, la prima persona che menziona è Adamo. Per mezzo di Adamo il peccato e la morte sono entrati nel mondo. Qui c’è la spiegazione alla domanda che altrimenti sarebbe inspiegabile: perché tutti peccano, perché tutti muoiono? E la risposta è che Adamo, in quanto persona giuridica, pubblico rappresentante di tutta la razza umana, quando peccò, introdusse il peccato nel mondo, e poiché il salario del peccato è la morte, con quel peccato ha introdotto anche la morte nel mondo. E così, da Adamo, peccato e morte si sono estesi a tutta la razza umana. È a motivo del nostro collegamento con Adamo che noi pecchiamo, e per il nostro collegamento con lui che moriamo. Ma poi in italiano sembra che giri la cosa sottosopra e dica qualcosa di diverso nell’ultima parte del verso 12: “Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte, cosí la morte si è estesa a tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato”. A prima vista sembra stia dicendo che la morte si è estesa a tutti gli uomini perché ogni singolo individuo pecca. Ed è a motivo delle azioni e della disposizione di ogni individuo peccatore che la morte è portata nella sua vita. Ebbene, questo è ciò che pensavano i Pelagiani, e questo è ciò che molti evangelici non riformati oggi credono, ma non è quello che il testo dice. “Perché tutti hanno peccato” non significa perché tutti peccano individualmente nella loro vita e perciò quelle azioni individuali da parte degli individui portano la morte nella vita individuale. Questo non è il significato. E il solo modo in cui si può vedere ciò è conoscendo il Greco. E allora, lasciate che vi dia una piccola lezione di Greco sul tempo dei verbi. C’è un tempo passato in Greco chiamato ‘imperfetto’ e qualsiasi volta sia usato implica un’azione continuativa nel passato: dipingevo il mio carretto, questo è un imperfetto, significa un’azione continuativa nel passato, ma non nel presente, ma “tutti hanno peccato” non è un imperfetto. Poi c’è un altro tempo chiamato “perfetto”, e questo è riferito a qualcosa che ha inizio nel passato e continua nel presente e nel futuro, (sto dipingendo) o dipingo il mio carretto, ma “tutti hanno “peccato” non è un tempo “perfetto”. C’è un terzo tempo chiamato ‘aoristo’ e un aoristo si riferisce ad un punto particolare nel tempo passato. “Ho dipinto il mio carretto”, significa che c’è un punto nel passato quando ho fatto questo; non ho continuato a farlo continuamente nel passato, non ho cominciato a farlo nel passato e continuo nel presente, c’è stato un tempo nel passato quando ho dipinto il mio carretto. Questo è un aoristo: “perché tutti hanno peccato”. Perché la morte è entrata nel mondo? Perché c’è stato un tempo, nel passato, in cui tutti gli esseri umani hanno peccato, in quel un punto nel tempo. E attraverso quel un punto nel tempo il peccato e la morte sono entrati nel mondo. E quale fu quel un punto nel tempo? “Perciò, come per mezzo di un solo uomo, il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato, la morte”. L’intera razza umana ha peccato in Adamo. Perciò quando la bibbia dice che il peccato è entrato nel mondo e la morte è entrata nel mondo e si è estesa a tutti gli uomini attraverso Adamo, è perché noi eravamo in Adamo, nei suoi lombi, noi eravamo in Adamo in quanto nostro rappresentante pattizio, qualsiasi cosa egli abbia fatto, noi l’abbiamo fatto, e così in quel momento, quando Adamo ha mangiato del frutto proibito, e ha disobbedito a Dio, tutta la razza umana ha peccato in lui.
Paolo ora si rende conto di dover spiegare delle cose. E la spiegazione è geniale. “Perché” , perché vuole dire adesso vi dimostro che fu così. “Perché fino a che fu promulgata la legge,” cioè fino a che la legge non entrò nel mondo per mezzo di Mosè “il peccato era nel mondo”; “ma il peccato non è imputato se non vi è legge”; “ma la morte regnò da Adamo fino a Mosé anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, che è figura di colui che doveva venire”. Ora bisogna pensare con chiarezza insieme a Paolo, qui. Perché ciò che alcuni dei nostri fratelli non riformati pensano che significhi è: ‘fino al tempo dell’arrivo nel mondo della legge non c’era una cosa come una legge rivelata’. Ma questo sarebbe contrario a tutto ciò che sta cercando di dire, poiché fino a che fu promulgata la legge il peccato era comunque nel mondo, non c’è dubbio al riguardo. Ci sono stati Adamo, Eva, Caino ecc. tutte le varie persone che hanno peccato prima che entrasse in scena Mosè, non è in discussione che il peccato fosse nel mondo, ma poi dice: “il peccato non può essere imputato dove non c’è legge”, cioè se non c’è legge non c’è peccato, se non c’è legge il peccato non può esistere perché il peccato è trasgressione della legge di Dio, ciò nonostante “la morte ha regnato fino a Mosè“. E dice, ‘non solo le persone trasgredivano la legge di Dio prima di Mosè, ma anche morivano prima della legge di Mosè, e il peccato non è imputato se non c’è legge, perciò ci deve essere stata legge’, questo è l’argomento. Ci deve essere stata legge. Non c’è peccato senza legge, non c’è morte senza peccato, Polo dice, e benché Mosè abbia chiarito la legge di Dio, c’erano già i comandi rivelati da Dio indietro nel tempo fino ad Adamo.
E così sta cercando di dimostrare come la morte si sia estesa a tutti gli uomini, come il peccato sia entrato nel mondo, gli uomini trasgredivano la legge di Dio da molto tempo prima che Mosè entrasse in scena, e poi Paolo utilizza genialmente, l’evidenza più astuta che potesse usare: “ma la morte regnò da Adamo fino a Mosé anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, che è una figura di colui che doveva venire”. Ora, ci ha già provato che la morte è entrata nel mondo attraverso il peccato di Adamo, chi potrebbero essere queste persone, quelli che, anche se non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, sono morti! Da Adamo a Mosè. Ora, chi potrebbero essere queste persone? Ebbene, potrebbero essere i gentili che hanno vissuto al di fuori della Rivelazione speciale. Essi hanno la legge nella loro coscienza ma non avevano la rivelazione speciale di Dio che pervenne al suo popolo. Potrebbero essere i gentili. Ma io credo che in modo più importante, e più ovvio, stia parlando di piccoli bambini. Neonati, infanti sono morti, da Adamo fino a Mosè. Essi non hanno consapevolmente trasgredito alcun comandamento rivelato da Dio, quando sono morti nella loro infanzia. Ciò nonostante hanno ricevuto il salario del peccato che è la morte perché erano peccatori, perché erano rappresentati in Adamo, e proprio come voi ereditate alcuni tratti somatici dai vostri genitori e ancora più indietro nella genealogia, noi ereditiamo questa natura peccaminosa dai nostri genitori e progenitori all’indietro fino ad Adamo talché Davide poté dire nel Salmo 51 che lui era un peccatore dal momento in cui sua madre lo concepì. Quando era ancora nel ventre di sua madre, nel momento in cui fu concepito come essere umano, fu concepito come essere umano peccatore. Fino a quel momento non aveva mai commesso nessuna consapevole, deliberata disobbedienza a un comando di Dio rivelato, ma neanche quei piccoli bambini, e sono morti. E la sola ragione per cui morirono, secondo le Scritture, è perché erano peccatori; solo i peccatori muoiono. Solo i peccatori muoiono. E dunque, Paolo sta facendo il suo punto: Da Adamo a Mosè il peccato c’era, ma il peccato non è imputato se non c’è legge, perciò ci deve essere stata la legge perché c’era il peccato e la morte ha regnato da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non hanno peccato con un peccato simile a quello di Adamo, il quale è una figura, parallelo, un ombra, un tipo, di colui che doveva venire. ora questo conduce a dire qualcosa dell’ultimo Adamo, il Signore Gesù Cristo, questo nuovo rappresentante della nuova umanità.
“La grazia (il dono gratuito) però non è come la trasgressione”; sta dunque introducendo un contrasto tra la trasgressione di Adamo e le sue conseguenze, e un certo dono gratuito, che abbiamo già anticipato essere il vangelo. “Se infatti per la trasgressione di uno solo quei molti sono morti, molto piú la grazia di Dio e il dono per la grazia di un uomo, Gesú Cristo, hanno abbondato verso molti altri”. Ora, questo è dunque il parallelo. Paolo dice: questo grande dono non è come la trasgressione e le sue conseguenze, dove uno ha commesso il peccato e molti sono morti. Ora, una volta tenni una lezione su questi versi e chiesi di fornire alcune parole chiave di questo passo. E la maggior parte degli studenti portarono, correttamente, parole come ‘trasgressione’, ‘grazia’, ‘condanna’, ‘giustificazione’ e tutte queste cose, perché tutte queste sono parole che hanno più di una sillaba, due o tre infatti, anche sei. E trascuriamo le cose più semplici come uno, molti e tutti, tre delle parole chiave in questo passo delle Scritture ed è necessario comprenderle bene altrimenti si può cadere nell’eresia dell’universalismo, che dice che tutti sono salvati, lo vedremo un po’ più tardi, ogni uno è salvato, ogni uno andrà in paradiso, indipendentemente da che tipo di vita vivano, Dio salverà tutti, l’amore di Dio vincerà su tutto e tutti saranno salvati senza eccezioni, che siano cristiani oppure no. E tra l’altro usano proprio questo testo per provarlo, cosa che non può essere fatta legittimamente. Perciò, Adamo rappresentò tutti, le conseguenze del peccato di Adamo furono sperimentate da tutti quelli che Adamo ha rappresentato, un sinonimo in questo testo è ‘molti’, per la trasgressione di uno molti sono morti. Dall’altro lato della medaglia, abbiamo due diversi gruppi di ‘tutti’ e di ‘molti’. Che tutti quelli che sono rappresentati da Cristo hanno ricevuto le conseguenze della sua vita e della sua morte, e per il suo (un atto) di giustizia, i molti che egli rappresenta, ricevono giustificazione per grazia. Perciò, quando vedete ‘tutti’ e ‘molti’ non pensate che stia parlando dello stesso gruppo di persone, bisogna considerare il contesto, cosa c’è nel versetto. E tutti quelli che Adamo ha rappresentato sperimentano le conseguenze della sua vita, il suo unico peccato ha portato la morte a molti; tutti quelli che Cristo ha rappresentato sperimentano le conseguenze della sua vita, cioè il suo un atto di giustizia ha portato la vita a molti. Due diversi ‘tutti’, due diversi ‘molti’.
“La grazia però non è come la trasgressione; se infatti per la trasgressione di uno solo quei molti sono morti, molto piú la grazia di Dio e il dono per la grazia di un uomo, Gesú Cristo, hanno abbondato verso molti altri”.
Qui abbiamo alcune idee chiave che vengono ora introdotte. Per quanto siano state terribili le conseguenze della prima trasgressione, gli effetti dell’obbedienza dell’un uomo Gesù Cristo, l’ultimo Adamo, sono enormemente più abbondanti, più grandi; le benedizioni che l’un uomo Gesù Cristo ha introdotto nel mondo non solo hanno negato il giudizio che sarebbe venuto sui credenti, dando loro invece perdono dei peccati, ma come un uomo ha detto molti anni fa: “ La grazia di Dio ci da in Cristo molto di più di quanto abbiamo perso in Adamo”. La rovina che Adamo ha portato sulla razza umana è stata terribile, estesa, ma non ha paragone con le immense benedizioni che il Signore Gesù Cristo porta su coloro che credono in lui. Pertanto, la grazia di Dio ci da in Cristo molto di più di quanto abbiamo perso in Adamo. C’era una piccola filastrocca che era cantata probabilmente al tempo dei Puritani, che faceva così: “In Christ the tribes of Adam boast, more belssings than their father’s lost, thou o Chirst are all I want, more than all in thee I find”. E dunque ora Paolo sta facendo questo paragone, ma in realtà è un contrasto, è un’antitesi: per quanto rovinosi siano stati gli effetti del peccato di Adamo, la grazia e il dono della grazia che noi abbiamo per virtù di un uomo, abbondano, stra-abbondano, grazia super abbondante, che il cristiano vive ogni momento della sua vita in grazia super abbondante.
Verso 16: “Riguardo al dono, non è avvenuto come per quell’uno che ha peccato” è di nuovo quasi come comincia il verso 15, “perché (da un lato) il giudizio produsse la condanna da una sola trasgressione, ma (dall’altro lato) la grazia produsse la giustificazione da molte trasgressioni”. Li sta contrapponendo nuovamente. Per primo dice che tutti gli effetti del peccato di Adamo che la razza umana sta sperimentando erano il giudizio di Dio sulla razza umana, e quel giudizio sulla razza umana per il peccato di Adamo era di condanna. Perciò tutto il mondo è condannato, e Dio pronuncia il giudizio di condanna su tutto il mondo a motivo del peccato di un uomo. Un uomo, un peccato. Questo mostra quanto terribile sia il peccato. È bastato un peccato da parte di Adamo perché fosse condannata tutta la razza umana. Dall’altro lato, il dono gratuito che abbiamo in Cristo per la sua azione, sopravviene da molte trasgressioni risultando in giustificazione, pertanto, il dono gratuito è la giustificazione, vale a dire l’accredito della giustizia di Cristo sul nostro conto, affinché fossimo perdonati e accettati da Dio come suoi figli e ci fosse conferito il diritto alla vita eterna. E questo fa riferimento ad una grande moltitudine di peccati da parte di una grande moltitudine di persone. È il solo modo in cui può essere un dono gratuito. È cancellare tutti i peccati di tutte le persone che sono rappresentate dal Signore Gesù Cristo. Un peccato, il peccato ha questa terribile potenza, un peccato fu tutto ciò che bastò per condannare tutta la razza umana, ma l’opera di Gesù Cristo acquistò salvezza e giustificazione malgrado milioni di peccati, per tutti quelli che egli rappresenta. Perciò, non c’è qui solo quanto malvagio appare il peccato, ma quanto lucente e meravigliosa appare la grazia di Dio. “Riguardo al dono, non è avvenuto come per quell’uno che ha peccato, perché il giudizio produsse la condanna da una sola trasgressione, ma la grazia produsse la giustificazione da molte trasgressioni”.
“Infatti, se per la trasgressione di quell’uno solo (Adamo) la morte ha regnato a causa di quell’uno, molto di piú coloro che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di quell’uno, che è Gesú Cristo”. Non conosco frase migliore per descrivere la vita di un non credente che ‘vivere nel regno della morte’. Per una trasgressione, il regno della morte entrò nel mondo, attraverso quell’una azione di Adamo, sperimentata dai suoi discendenti. Quanto più, quanto più abbondanti benedizioni, e abbondanza di grazia, e il dono della giustizia, riceveremo nella vita quando regneremo in questa vita per mezzo di Gesù Cristo. “Che ricevono” significa che diventano i ricettori; molto di più coloro che diventano ricettori, per grazia di Dio, dell’abbondanza della grazia, e del dono della giustizia. Cos’è il dono della giustizia? Ebbene, lo abbiamo già visto in Romani 3. Che proprio quella giustizia che Dio comanda in noi affinché possiamo essere accettati da Lui, giustizia che noi non possiamo produrre, Dio ce la dona, Dio ce la da mediante la fede nel Signore Gesù Cristo. Questa è la giustificazione, egli accredita la giustizia della vita perfetta di Gesù Cristo e la sua morte espiatoria sul nostro conto, come se noi avessimo vissuto quella vita perfetta e morto quella morte espiatoria. E sulla base di quell’accredito della vita e della morte di Cristo e il dono della giustizia della vita di Cristo a noi, siamo accettati da Dio per tutta l’eternità. Pertanto, “se per la trasgressione di quell’uno solo (verso 17) la morte ha regnato a causa di quell’uno, molto di piú coloro che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno”; quando si parla di regnare si parla di re, di regine, sta parlando di dominio, eserciteremo il dominio, è tornato a Genesi 1:28, coloro i quali sono stati giustificati, che hanno ricevuto l’abbondanza della grazia di Dio e il dono della giustizia eserciteranno il pio dominio, sulla loro vita, su satana, nella vita della famiglia e su qualsiasi altra cosa abbiano influenza “per mezzo di quell’uno, che è Gesú Cristo”. Paolo non si stanca mai di sottolineare la nostra dipendenza da quel mediatore che abbiamo tra Dio e gli uomini, l’uomo Gesù Cristo.
E il verso 18 è dove completa il discorso iniziato nel verso 12 e si è reso conto che doveva spiegare alcune cose, ora lo completa. “Per cui”, ora ogni volta che vedete ‘per cui’ nel NT questo è Paolo che fa un’applicazione. “Per cui come per una sola trasgressione” (cioè quella di Adamo che mangiò il frutto proibito) “Per cui, per una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, cosí pure con un solo atto di giustizia (di Cristo) la grazia si è estesa a tutti gli uomini in giustificazione di vita”. Ricordate che ci sono due ‘tutti’ qui, tutti gli uomini che Adamo rappresentò e tutti gli uomini che Cristo rappresentò, come in 1 Corinzi 15 “Perché, come tutti muoiono in Adamo, cosí tutti saranno vivificati in Cristo” e quando leggete quei due ‘tutti’ pensate tutti quelli che sono in Adamo sono morti e tutti quelli che sono in Cristo sono resuscitati, portati alla vita, e questo è il modo in cui questi ‘tutti’ viene usato, il primo ‘tutti’ si riferisce all’intera razza umana e il secondo ‘tutti’ è più ristretto, applicato solamente a coloro che sono rappresentati da Cristo, i quali sono il suo popolo scelto, quelli che credono in Lui.
Ma dice: “Per cui, come per una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, cosí pure con un solo atto di giustizia la grazia si è estesa a tutti gli uomini (che sono rappresentati da Cristo) in giustificazione di vita”. La grazia significa, perdono dei peccati, adozione nella famiglia di Dio, imputazione della giustizia di Cristo che consegue in vita. Sapete, ogni qual volta devo definire, velocemente, con una frase, la giustificazione, dico che nella giustificazione Dio ci perdona i peccati, ci accoglie come figli e ci conferisce il diritto alla vita eterna. E quel titolo di aventi diritto alla vita eterna scaturisce in giustificazione di vita. La giustificazione non consiste in vita, la vita è ciò a cui conduce la giustificazione. Quando hai perdonati i tuoi peccati, sei adottato nella famiglie di Dio, hai una vita con Dio che non terminerà mai. Ma, ora, cos’è questo “un solo atto di giustizia” nella vita di Cristo? C’è qui un paragone, tra una trasgressione, un atto, nella vita di Adamo, il mangiare il frutto proibito, la condanna che ne è risultata per tutti, allo stesso modo, per un atto di giustizia ne è risultata la giustificazione di vita per tutti gli uomini. Ora, qual’è quell’un atto nella vita di Cristo? Ebbene, bisogna qui dare questa piccola onesta forzatura, che quest’un atto di giustizia di Cristo si riferisce all’unità della sua vita e di tutte le azioni della sua vita che fu di totale perfezione e non semplicemente la giustizia di un atto singolare. Ma la giustizia dell’unità di vita di quella persona da cui sono proceduti i suoi atti di giustizia.
Verso 19: “Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori, cosí ancora per l’ubbidienza di uno solo i molti saranno costituiti giusti”. Ora, questo è un grande versetto, introduce una nuova idea ora. Parla di disobbedienza e di obbedienza. Fin qui ha parlato di trasgressione, ora identifica specificamente il primo peccato che Adamo ha commesso, come persona giuridica pubblica, come un atto di disobbedienza, disobbedienza con riferimento a ciò che Dio aveva detto di non fare di quell’albero, e definisce la giustizia di Cristo nei termini di obbedienza, cosicché noi siamo salvati dall’obbedienza, siamo salvati dalla perfetta obbedienza nella vita di Cristo e dalla sua volontà di essere obbediente fino alla morte, perfino alla morte di croce. Non siamo salvati dalla nostra obbedienza, ma siamo salvati dall’obbedienza dell’un uomo, il Signore Gesù Cristo.
Ora, verso 19, la prima parte dice: “Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori”, costituiti peccatori. Poiché un uomo peccò, tutta la sua posterità, che è tutti gli esseri umani, sono stati collocati nella categoria dei peccatori, furono costituiti peccatori in virtù della loro relazione con lui. Ed essendo stati costituiti peccatori, noi pecchiamo in realtà nella nostra vita di tutti i giorni. “Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori”, fatti essere, ordinati peccatori “cosí ancora per l’ubbidienza di uno solo i molti saranno costituiti giusti”. Oh, oh, abbiamo un po’ di cattolicesimo romano qui, non vi sembra? Vi ricordate cosa abbiamo detto, parecchio tempo fa, quando abbiamo parlato della giustificazione, e abbiamo detto che si può distinguere il cattolicesimo romano dal protestantesimo con come definiscono la giustificazione? Che da un lato il cattolicesimo romano dice che essere giustificati significa fatti essere giusti, e dall’altro lato i protestanti dicono che la giustificazione significa essere dichiarati giusti? Cosicché la chiesa cattolica romana mescola giustificazione e santificazione e nel procedimento perde la giustificazione; mentre i protestanti dall’altro lato hanno entrambe: dichiarati giusti da Dio nella giustificazione e poi per la potenza dello Spirito santo noi viviamo una vita in cui siamo fatti giusti dall’opera dello Spirito in noi. Ma non è quello che sta dicendo qui. C’è qui del cattolicesimo romano? “Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori, cosí ancora per l’ubbidienza di uno solo i molti saranno costituiti giusti”. Qualsiasi cosa significhi la parola costituiti, costituiti peccatori fa riferimento ad Adamo, costituiti giusti fa riferimento a Cristo. Costituiti giusti. Costituiti giusti. Pertanto, quando Dio dichiara qualcosa nei tuoi riguardi, ti dichiara giusto, questo ti costituisce giusto, vale a dire che ti colloca nella categoria delle persone giuste. E dunque non c’è qui assolutamente nessun cattolicesimo romano. A motivo della disobbedienza di Adamo i molti sono stati costituiti peccatori, collocati nella categoria dei peccatori, come peccatori, così, per l’obbedienza di Cristo i molti che Egli rappresenta sono costituiti giusti, sono collocati nella categoria dei giusti.
Ora, metteremo da parte questi ultimi due versetti per un’altra domenica. Voglio tornare indietro molto velocemente e riassumere ciò che abbiamo detto. Abbiamo Adamo, abbiamo Cristo. Le azioni di Adamo erano le azioni di un legale rappresentante, in virtù dell’unione con lui della razza umana, biologicamente e pattiziamente, qualsiasi cosa avesse fatto, la razza umana ne avrebbe sperimentato le conseguenze. E quali furono gli effetti, le tre conseguenze del peccato di Adamo che la razza umana sperimenta fino al giorno d’oggi. 1) Tutti i discendenti biologici di Adamo sono costituiti peccatori, giuridicamente ed effettivamente con nature di peccato. Ora, noi come Calvinisti amiamo sottolineare che non si diventa peccatori con l’età della responsabilità e si commette il primo peccato. Si commette il primo peccato perché si è nati peccatori e perché si è concepiti peccatori, e noi diciamo di essere peccatori fin dal concepimento. Ma c’è di più. Perché non solo siamo peccatori fin dal concepimento, ma siamo stati costituiti peccatori fin da quando si era nei lombi di Adamo. Tu ed io siamo stati collocati da Dio nella categoria dei peccatori fin da quando Adamo mangiò del frutto 6000 anni fa. 2) Gli effetti della trasgressione di Adamo: ha introdotto la morte, e il regno della morte su tutti quelli di cui era il rappresentante, su tutti i suoi discendenti. e 3) Ha portato condanna e responsabilità di affrontare il giudizio di Dio su tutti i discendenti di Adamo. E dunque, cos’è che ci appartiene, in quanto esseri umani, in unione biologicamente e pattiziamente con Adamo? Siamo costituiti peccatori con natura umana peccante, usciamo già così dalla pancia di nostra madre. Siamo nati morti, siamo spiritualmente morti a meno che siamo toccati dalla grazia di Dio nella tomba, dobbiamo morire fisicamente e, ameno che ci convertiamo moriremo eternamente, e terzo che siamo condannati, non solamente per tutti i peccati che abbiamo commesso, ma siamo condannati e sotto il giudizio di Dio a motivo del peccato di Adamo, e questo è quel che chiamiamo il peccato originale.
Ora, qual’è il significato di Cristo? L’ultimo Adamo. A proposito, sapete quel verso nella bibbia che parla di Cristo come il secondo Adamo? Quel versetto non c’è. Cristo non è chiamato il secondo Adamo da nessuna parte nella bibbia. Questo lascerebbe aperta la porta per un terzo, un quarto e un quinto. Abbiamo Adamo, e abbiamo l’ultimo Adamo, che è Cristo. Ecco il significato delle sue azioni. Anche le sua azioni sono quelle di un legale rappresentante, le conseguenze della sua vita sono sperimentate da tutti quelli che Egli ha rappresentato. E quali sono gli effetti dell’obbedienza di Cristo e della nostra unione con lui?
Noi abbiamo un vangelo che questa cultura non vuole ascoltare, noi abbiamo un vangelo che questa cultura oppone violentemente e spavaldamente. Questo significa forse che noi ci sediamo in un angolo e ci diciamo, ebbene, non ci si può aspettare molto da questa epoca, non possiamo aspettarci che molte persone vengano a Cristo con la nostra dottrina della grazia sovrana perché questa cultura tutta è depravata, è piena di depravazione. E le persone che lo dicono stanno dicendo che credono che la depravazione sia più potente della grazia. Questo mondo è semplicemente troppo pregno di peccato perché Dio lo possa cambiare. E sa mai siete stati tentati di pensarlo, ricordatevi la frase: “Dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata”.
Ecco alcune applicazioni pratiche. In questo testo vediamo il significato delle azioni umane. Se tu non pensi che le cose che facciamo come esseri umani contino qualcosa, hai dimenticato Adamo. Le azioni di Adamo furono così significative che stanno avendo ancora degli effetti dopo 6000 anni. E se il mondo durerà ancora un milione di anni, l’atto di Adamo avrà ancora effetti sui suoi discendenti. Comprendete dunque che le azioni hanno conseguenze, non solo le idee, ma anche le azioni hanno conseguenze, e che tu come essere umano, perduto o salvato, sei capace di azioni di grande, grande significato. Poi impariamo qui anche la solidarietà tra genitori e figli. Le azioni dei genitori hanno effetti sui loro figli, in un modo o nell’altro, per il bene o per il male male. Di fatto, il futuro dei tuoi figli è legato a ciò che fai qui, ora, proprio come Adamo, e i suoi discendenti. Vediamo qui anche il principio della figura o meglio persona rappresentativa illustrato nella vita, da un lato Adamo è il capo di una razza, Cristo è il capo di un’altra razza, Adamo parla per la sua razza, Cristo parla per la sua, e noi vediamo questo principio in funzione nella vita di tutti i giorni. I Leviti, dovunque andavano, in particolare i nazirei, non potevano tagliarsi i capelli, non potevano avvicinarsi a cadaveri, mangiare qualsiasi cosa contenente uva, in breve non potevano partecipare nelle normali attività della vita; dovunque si facessero vedere, quello era un richiamo, i leviti e i nazirei erano un richiamo, essi rappresentavano Israele, e Israele rappresentava Dio in questo mondo, e la rappresentazione era il concetto chiave della religione del Vecchio Testamento. Queste figure rappresentative, immedesimavano e parlavano per quelli che rappresentavano. E nella vita di tutti i giorni, questo è il fondamento per l’autorità del marito, del genitore, dell’anziano, il magistrato civile, l’insegnante, il datore di lavoro, e tutte queste persone rappresentative richiedono sottomissione, da noi, come illustrazioni della nostra sottomissione a Cristo, il capo della nuova razza, e il capo del nuovo ordine creato. In questo testo vediamo anche la solidarietà di quelli che sono in Cristo. Siamo parte di un’insieme, non siamo solo degli individui solitari e staccati, noi siamo parte di un nuovo corpo unificato, una nuova umanità, e dobbiamo imparare ad apprezzare quell’unità della chiesa e della comunione dei santi, e dobbiamo praticarla più fedelmente di quanto stiamo facendo.
In questo testo abbiamo visto anche come leggere la bibbia. Vediamo l’unità della bibbia, che si stia parlando di Vecchio Testamento o di Nuovo Testamento, Dio tratta con le persone, dal primo all’ultimo, sullo stesso principio di fede, grazia e Cristo. E perciò tutta la bibbia, dalla Genesi all’Apocalisse deve essere usata per comprendere questi grandi principi.
Ed infine, noi vediamo la solidarietà di quelli che sono ancora rappresentati da Adamo. Non hanno mai cambiato famiglia, non sono mai giunti alla fede in Cristo, stanno ancora sperimentando gli effetti del peccato di Adamo. Da queste persone, c’è una solidarietà tra di loro, aspettatevi cospirazioni e opposizione unita contro la chiesa e contro il regno. Gli erodiani, i farisei, gli scribi, i sadducei, erano sempre in aspra lotta tra di loro, eppure si unirono nella loro opposizione e il loro odio contro Gesù Cristo per poterlo crocefiggere. Perciò non siate ingenui mentre vivete in una cultura nella quale, fino a questo momento, la maggior parte delle persone sono rappresentate da Adamo.
Preghiamo.
Oh Signore, ti ringraziamo per averci detto queste meravigliose verità, e ti ringraziamo per l’unione che hai stabilito tra noi e Cristo, ti ringraziamo per le ricche benedizioni che abbiamo attraverso di Lui, ti ringraziamo per averci salvati dalla famiglia di Adamo, e preghiamo che tu ci dia la perseveranza e la pazienza e il coraggio, di andare in questa cultura Adamitica nella quale viviamo, e cercare di vincere delle persone di portarle per la tua grazia fuori dalla famiglia di Adamo, dentro la tua famiglia, rappresentata da Cristo, nel cui nome preghiamo.
Amen