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Romani 11
La conversione dei Giudei
Oggi la predicazione è tratta dal capitolo 11 di Romani. Leggeremo i primi 15 versi:
1 Io dico dunque: Ha Dio rigettato il suo popolo? Cosí non sia, perché anch’io sono Israelita, della progenie di Abrahamo, della tribú di Beniamino.
2 Dio non ha rigettato il suo popolo, che ha preconosciuto. Non sapete voi ciò che la Scrittura dice nella storia di Elia? Come egli si rivolge a Dio contro Israele, dicendo:
3 «Signore, hanno ucciso i tuoi profeti e hanno distrutto i tuoi altari, e io sono rimasto solo, ed essi cercano la mia vita».
4 Ma che gli disse la voce divina? «Io mi sono riservato settemila uomini, che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal».
5 Cosí dunque, anche nel tempo presente è stato lasciato un residuo secondo l’elezione della grazia.
6 E se è per grazia, non è piú per opere, altrimenti la grazia non sarebbe piú grazia; ma se è per opere, non è piú grazia, altrimenti l’opera non sarebbe piú opera.
7 Che dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava, ma gli eletti l’hanno ottenuto, e gli altri sono stati induriti,
8 come sta scritto: «Dio ha dato loro uno spirito di stordimento, occhi per non vedere e orecchi per non udire».
9 E Davide dice: «La loro mensa diventi per loro un laccio, una trappola, un intoppo e una retribuzione.
10 Siano oscurati i loro occhi da non vedere, e piega loro la schiena del continuo».
11 Io dico dunque: Hanno inciampato perché cadessero? Cosí non sia; ma per la loro caduta la salvezza è giunta ai gentili per provocarli a gelosia.
12 Ora, se la loro caduta è la ricchezza del mondo e la loro diminuzione la ricchezza dei gentili, quanto piú lo sarà la loro pienezza?
13 Infatti io parlo a voi gentili, in quanto sono apostolo dei gentili; io onoro il mio ministero,
14 per provare se in qualche maniera posso provocare a gelosia quelli della mia carne e salvarne alcuni.
15 Infatti, se il loro rigetto è la riconciliazione del mondo, che sarà la loro riammissione, se non la vita dai morti?
Ora, questi versi trattano con ciò che Paolo chiama ‘Israele’. Ci sono un paio di modi in cui la parola Israele viene usata nella bibbia. In uno dei modi la parola Israele si riferisce alla chiesa di Gesù Cristo o il Nuovo Israele di Dio. Lo vediamo nell’ultimo capitolo di Galati, Ebrei 12:22 ecc. Ma in questi passi particolari, in Romani 9-10 e 11 Paolo è chiaro che sta parlando di giudei etnici e religiosi. Per esempio, notate in Romani 9 versi 1 e seguenti
“Io dico la verità in Cristo, non mento, perché me lo attesta la mia coscienza nello Spirito Santo; ho grande tristezza e continuo dolore nel mio cuore. Infatti desidererei essere io stesso anatema e separato da Cristo per i miei fratelli, miei parenti secondo la carne, che sono Israeliti.”
E poi nel capitolo 10 verso 1
“Fratelli, il desiderio del mio cuore e la preghiera che rivolgo a Dio per Israele è per la sua salvezza. Rendo loro testimonianza infatti che hanno lo zelo per Dio, ma non secondo conoscenza.”
E così, qui Paolo ha questo forte desiderio di vedere i suoi connazionali giudei portati alla fede in Cristo, ed ora, nel capitolo 11 di Romani tratta del futuro di questi parenti secondo la carne. Cosa c’è in serbo per questi Giudei, un popolo etnico e religioso che Paolo chiama suoi parenti ? Ora, prima che cominciamo col capitolo 11 di Romani dobbiamo ricordare ciò che Romani 11 presuppone, e la presupposizione di cui si tratta è la scomunica dei giudei dalla comunità pattizia dopo la morte di Cristo. Andiamo quindi insieme a Matteo 21 perché è importante che vediamo e ci aiuterà a capire che i Giudei non sono più lo speciale popolo di Dio in nessun senso. Che la distinzione della vecchia dispensazione tra i giudei che sono il popolo di Dio sulla terra e la chiesa che è il popolo celeste di Dio non si regge biblicamente. E qui c’è il perché. Matteo 21: 33 e seguenti, Gesù sta parlando e dice:
33 «Ascoltate un’altra parabola: Vi era un padrone di casa, il quale piantò una vigna, Ia cinse di una siepe, vi scavò un luogo dove pigiare l’uva, vi costruí una torre e, dopo averla affidata a certi vignaioli, partí.
34 Ora giunto il tempo della raccolta egli mandò i suoi servi dai vignaioli, per riceverne i frutti,
35 ma i vignaioli, presi i suoi servi, uno lo bastonarono, un altro lo uccisero e un altro lo lapidarono.
36 Di nuovo egli mandò altri servi, in maggior numero dei primi; e quei vignaioli li trattarono allo stesso modo.
37 In ultimo egli mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno almeno rispetto di mio figlio!”.
38 Ma i vignaioli, visto il figlio dissero fra loro: “Costui è l’erede; venite uccidiamolo e impadroniamoci della sua eredità”
39 E, presolo lo cacciarono fuori della vigna e lo uccisero.
40 Ora, quando verrà il padrone della vigna, che cosa farà a quei vignaioli?».
41 Essi gli dissero: «Egli farà perire miseramente quegli scellerati, e affiderà la vigna ad altri vignaioli, i quali gli renderanno i frutti a suo tempo».
42 Gesú disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che gli edificatori hanno rigettata è divenuta la testata d’angolo. Questa è opera del Signore, ed è meravigliosa agli occhi nostri”?.
43 Perciò io vi dico che il regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato a una gente che lo farà fruttificare.
44 E chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; e colui sul quale essa cadrà sarà stritolato».
Ora qui c’è un’affermazione importante:
45 I capi dei sacerdoti e i farisei, udite le sue parabole, si avvidero che parlava di loro.
46 E cercavano di prenderlo, ma temettero le folle, perché lo ritenevano un profeta.
Così qui Gesù sta raccontando loro questa parabola riguardo ad una vigna, e il padrone della vigna venne e voleva i soldi della vendita dell’uva. Non venne egli stesso, mandò dei servi ma i vignaioli li batterono. Così disse, manderò mio figlio, è ovvio chi sia il figlio, Dio è il proprietario della vigna. C’è un simbolo per la vigna nel libro di Isaia, la vigna è Israele in Isaia 5 e altrove, è un simbolo comune per Israele. Quindi batterono i suoi profeti, così disse, manderò mio figlio, e a quel punto gli affidatari della vigna dissero, ebbene, se noi ammazziamo il figlio rimane tutto a noi. Così lo uccisero. E Gesù si rivolge ai suoi ascoltatori e chiede: cosa dovrà essere fatto a queste persone? E gli ascoltatori risposero: quegli scellerati devono morire e la vigna data a qualcun altro. Gesù dunque cita il Vecchio Testamento, Isaia di nuovo, nel cui passo Gesù è la pietra che fu rigettata, e dice ai giudei, perché i capi sacerdoti e i farisei compresero che parlava di loro, dice nel verso “Io vi tolgo il regno di Dio e lo darò ad una nazione che lo farà produrre.” Tu appartieni a me, vigna d’Israele, tu mi hai voltato le spalle, non hai ricevuto Gesù come Messia, perciò vi tolgo la vigna e tutti i suoi privilegi e mi volgo e la dò alle nazioni del mondo, i non giudei, i gentili, che mi daranno ciò che mi spetta e cioè la conversione di molti gentili. Qui abbiamo le presupposizioni per Romani 11 che definisce l’attuale relazione di Dio coi giudei. Sono stati scomunicati dalla chiesa, il regno di Dio è stato loro tolto, il loro cuore è stato indurito dall’azione giudiziale di Dio e sono fuori dalla comunità del patto e dalla sua vita e lo sono stati adesso per 2000 anni a partire dalla distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C.
Questo ci porta a Romani 11. E in questo capitolo Paolo torna indietro e dice: Lasciate che spieghi cosa ciò significa per i giudei. Dice, nei versi 8 e seguenti: Vero, è stato loro dato uno spirito di stupore, sono stati induriti a motivo della loro reiezione del Signore Gesù Cristo come Messia, e sono separati da Dio e sono sotto il giudizio di Dio e sono rigettati da Dio — MA — e qui c’è il punto dei primi 15 versetti, un grande punto, la loro reiezione non è né totale né finale. Nei versi 1-11 impariamo che la reiezione dei giudei che cominciò fin dai giorni di Gesù non è totale, e nei versi 12-32 vediamo che la reiezione dei giudei non è finale. Che viene il tempo in cui non saranno più rigettati perché riceveranno Cristo in massa. Ora, lasciate che vi dica un’altra cosa, qui, prima che procediamo a esaminare la cosa in dettaglio, come Paolo sviluppa il suo punto. Nei versi 1-11 Paolo dice: la reiezione dei giudei non è totale lungo tutta la storia perché c’è lungo la storia un residuo di giudei che verranno alla fede in Cristo; non molti, lui stesso, e vari altri giudei che sono diventati forti cristiani e credenti in Gesù come Messia lungo gli anni: il residuo del popolo giudaico. Perciò, questa reiezione di giudei non è totale, ci sarà attraverso tutta la storia, come è stato per 2000 anni, la conversione di un residuo di giudei. E poi dice, nei versi 12-32, per quanto riguarda il futuro, la loro reiezione non è finale perché il rimanente dei giudei sarà salvato. Ora, queste non sono parole mie, queste sono le parole del testo:
5 Cosí dunque, anche nel tempo presente è stato lasciato un residuo secondo l’elezione della grazia.
6 E se è per grazia, non è piú per opere, altrimenti la grazia non sarebbe piú grazia;
Così, la massa dei giudei lungo la storia ha rigettato Cristo, ma c’è un residuo che è salvato per la scelta di grazia di Dio.
Verso 7
Che dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava, ma gli eletti l’hanno ottenuto, e gli altri sono stati induriti,
Abbiamo dunque un residuo e gli altri, lungo tutta la storia. Tenete a mente queste due parole. C’è un residuo di giudei che sono salvati e che continueranno ad essere salvati lungo tutta la storia; il resto del popolo giudaico rimarrà nel sua condizione di indurito, incredulo, ribelle.
Ora, nei versi da 1 a 11 dice che ci sarà un residuo salvato ed infine il rimanente sarà salvato. Vediamo dunque come sviluppa il suo argomento.
Torniamo al verso 1 Io dico dunque: “Ha Dio rigettato il suo popolo?” Totalmente e in modo finale “Cosí non sia, perché anch’io sono Israelita, della progenie di Abrahamo, della tribú di Beniamino.” Non può essere ‘totalmente’ dice Paolo perché io sono giudeo e sono salvato. Sono della progenie d’Abrahamo, della tribù di beniamino e Dio ha salvato me. Dio non ha rigettato il suo popolo totalmente e definitivamente (bisogna presupporre queste due parole), il suo popolo che ha preconosciuto, ed ora cita la bibbia:
“Non sapete voi ciò che la Scrittura dice nella storia di Elia? Come egli si rivolge a Dio contro Israele, dicendo:
3 «Signore, hanno ucciso i tuoi profeti e hanno distrutto i tuoi altari,” come i lavoratori della vigna “e io sono rimasto solo,” povero me “ed essi cercano la mia vita».”
Quale fu la risposta di Dio ad Elia?
“Io mi sono riservato settemila uomini che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal.”
E proprio come al tempo di Elia, benché egli avesse pensato di essere il solo a non aver apostato ed essere passato al culto di Baal, Dio dice: C’è un residuo di settemila persone. Ci sono ancora settemila persone, Elia, che ancora credono in me. E così Paolo sta dicendo: quel residuo si continuerà a vedere nella storia. Nello stesso modo quindi ci sarà sempre nel tempo presente un residuo di persone scelte tra l’Israele etnico e religioso che Dio salverà. Per grazia e non per meriti! Ma se è per grazia non è più sul fondamento delle opere altrimenti la grazia non è più grazia. In altre parole Dio salverà questi giudei non sulla base della loro religione che era una religione di opere e di obbedienza meritoria. Questo residuo non sarà salvato sul fondamento della loro religione, devono abbandonare la loro religione e venire alla religione della grazia mediante la fede nel Signore Gesù Cristo. Pertanto, sta parlando dell’effettiva venuta a Cristo di queste persone del popolo giudeo lungo tutta la storia, un residuo. Noi abbiamo oggi in chiesa dei nipoti di una tale persona, un giudeo dell’est Europa che nella sua vita è diventato cristiano. Lui è uno di quel residuo che Dio salva lungo tutta la storia.
E nel verso 7 dice: ma lungo tutta la storia, benché ci sarà un residuo che sarà salvato perché Dio li ha scelti, gli altri saranno induriti e condannati.
Proprio “come sta scritto:«Dio ha dato loro uno spirito di stordimento,”
sta descrivendo il rimanente; il residuo sta venendo alla fede in Cristo per grazia, il restante è indurito come sta scritto: “Dio ha dato loro uno spirito di stordimento occhi per non vedere e orecchi per non udire» fino al giorno d’oggi.” Così il resto o il rimanente sono induriti, sono ciechi, sono ancora sotto il giudizio di Dio, sono ancora rigettati, perché — nel verso 9 hanno inciampato nel Signore Gesù Cristo.
Ora, nel verso 9 non solo comincia il proprio argomento un residuo lungo tutta la storia con un rimanente che viene indurito, ma un giorno nel futuro il rimanente sarà salvato. C’è un tempo nel futuro in cui tutto il resto dei giudei che sono in vita a quel punto del tempo saranno salvati in massa per grazia mediante la fede nel Signore Gesù Cristo. Non saranno ricollocati in una condizione speciale, saranno membri della chiesa e nella chiesa non ci sarà distinzione tra chi è giudeo e chi è greco. Ora osservate l’argomento molto attentamente, verso 11: “Io dico dunque: Hanno inciampato” su Cristo, “perché cadessero?” Totalmente e definitivamente? Abbiamo visto che sono caduti, ma abbiamo visto anche che non è una caduta totale. E ora vedremo che non è una caduta definitiva. “Cosí non sia; ma per la loro caduta” di che caduta sta parlando? Del loro rigetto di Gesù come Messia. Per la loro trasgressione d’aver rifiutato Gesù come Messia “la salvezza è giunta ai gentili per provocarli a gelosia.” Ricordate cosa Gesù ha detto nella sua parabola: la vigna viene tolta agli attuali affidatari della vigna, simboleggiando Israele, e viene data ad un’altra nazione, le nazioni delle genti del mondo, per farli diventare gelosi. Ricordate che abbiamo parlato di questo domenica scorsa, che Dio sta salvando numeri massicci di gentili lungo tutte le epoche, nei 2000 anni del vangelo chi può sapere quale sia la sproporzione di gentili che sono stati salvati rispetto ai giudei, certamente un multiplo innumerevole. E la ragione per cui Dio sta salvando tutti questi gentili lungo la storia è per fare sì che i Giudei vedano cosa si stanno perdendo, e vedano cosa avrebbero potuto avere, se loro avessero creduto in Gesù quale Messia. E così Dio sta salvando tutte queste persone non giudee, come la maggior parte di noi qui in questa sala, per far ingelosire i giudei, in modo che vogliano ciò che hanno perso. E vedranno il compimento nella vita dei gentili di tutte queste profezie che essi avrebbero potuto avere. E questo li farà ingelosire e farà loro desiderare di partecipare essi stessi a quelle buone cose.
Ora notate come si sviluppa; dovete seguire il suo ragionamento.
“Ora, se la loro caduta” del rimanente che trasgredisce perché il residuo è salvato, “Ora, se la loro caduta” il loro rigetto di Cristo “è la ricchezza del mondo e la loro diminuzione la ricchezza dei gentili,”
ora, prima di procedere dovete vedere l’argomento: Dio ha voltato le spalle ai giudei, ha dato il regno ai gentili, e il rifiuto di Cristo da parte die giudei ha significato benedizioni inenarrabili per i gentili lungo tutta la storia. Il loro peccato di rigettare Cristo ha portato le ricchezze del vangelo a tutto il mondo, ora ecco l’argomento: se la loro trasgressione ha significato ricchezza per il mondo e il loro fallimento ricchezze per i gentili
“quanto piú lo sarà la loro pienezza?”
In altre parole, se la reiezione di Cristo da parte dei giudei ha portato tali indicibili benedizioni al resto del mondo, quanto più sarà la loro completezza, la loro pienezza, quante più benedizioni significherà per il mondo dei gentili? Questo è l’argomento, qui. Se la loro diminuzione ha significato così tanta benedizione per i gentili, quanto più la loro pienezza porterà benedizioni al mondo dei gentili. Quindi, sta cominciando a dire qui che il rimanente, il resto indurito, un giorno andranno a completare, formeranno la ‘pienezza’ dei giudei salvati, in numeri imponenti e questo aggiungerà maggiori benedizioni al mondo non giudaico di quelle ricevute per la reiezione di Cristo 2000 ani fa.
Lo spiega ancor meglio:
13 Infatti io parlo a voi gentili, in quanto sono apostolo dei gentili; io onoro il mio ministero,
14 per provare se in qualche maniera posso provocare a gelosia quelli della mia carne e salvarne alcuni.
E sta arrivando una delle mie frasi preferite:
“Infatti,” perché, “se il loro” quello del rimanente indurito “rigetto” e la parola greca per rigetto non indica la loro reiezione di Cristo ma il loro rigetto da parte di Dio a causa del loro rifiuto di Cristo quale salvatore, “Se il loro rigetto da parte di Di è la riconciliazione del mondo, che sarà la loro riammissione, se non la vita dai morti?“
Cioè, se Dio li ha rigettati quando ha loro tolto il regno e l’ha dato ad altri, se quando Dio li ha rigettati 2000 anni fa, se questo ha significato che il vangelo della riconciliazione avrebbe avuto effetti in tutto il mondo non giudaico lungo i secoli che ha portato alla conversione di milioni su milioni di persone, cosa sarà la loro riammissione da parte di Dio se non vita dai morti – per il mondo? È implicito, questo è il contrasto qui. Se la loro trasgressione, verso 12: Ora, se la loro caduta è la ricchezza del mondo e la loro diminuzione la ricchezza dei gentili, quanto piú lo sarà (per i gentili) la loro pienezza?
Verso 15
Infatti, se il loro rigetto da parte di Dio 2000 anni fa per non aver ricevuto Cristo è la riconciliazione del mondo in milioni di gentili lungo la storia, che sarà la loro riammissione da parte di Dio, se non la vita dai morti nel mondo dei gentili?
Abbiamo perciò un’esplicita affermazione, lì nel verso 15, che come Dio li ha rigettati 2000 anni fa, li accetterà di nuovo, cosicché il giudizio che hanno subito non è definitivo, non saranno rigettati da Dio per sempre. Che Dio li ha rigettati e sono stati rigettati per 2000 anni, benché quella reiezione non è stata totale, e non sarà neppure definitiva perché viene il giorno in cui Dio li ammette di nuovo dentro al suo regno come suoi figli. Ora, cose dovete fare voi per essere identificati come figli di Dio? Giovanni 1:12: “Ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto, egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome.” Perciò, se Dio accetterà una persona dentro la sua famiglia, quella persona deve credere in Gesù. Pertanto, quando dice che un giorno Dio accetterà il resto dei giudei che sono stati induriti tutti questi anni, li riammetterà perché avranno creduto nel Signore Gesù Cristo. E quando vedete questa massiccia conversione del resto dei giudei a quel punto della storia, questo significherà: vita dai morti per il mondo.
Ora, quella frase: “vita dai morti”, è un’espressione interessante. Non significa resurrezione fisica, non lo credo, la ragione principale è che questa non è la terminologia che Paolo usa per la resurrezione dai morti. Potete scorrere tutto il Nuovo Testamento e vedrete che non fa mai riferimento alla resurrezione del corpo come “vita dai morti” e in quel senso non sta parlando di resurrezione fisica. C’è una frase in Romani che è quasi identica a questa: “vita dai morti”. Se andate con me a Romani 6. Leggeremo i versi 12 e 13, ma la frase quasi identica è nel verso 13, cominceremo però all’inizio della frase.
“Non regni quindi il peccato nel vostro corpo mortale, per ubbidirgli nelle sue concupiscenze. Non prestate le vostre membra al peccato come strumenti d’iniquità, ma presentate voi stessi a Dio, come dei morti fatti viventi, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia”.
E dunque l’argomento è: non dedicate le membra del vostro corpo all’ingiustizia come facevate prima di essere convertiti, ma ora che siete vivi dai morti, ora che siate vivi spiritualmente, presentate le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia. Così la frase di Romani 6:13 che la frase più vicina alla nostra frase in Romani 11:15 non si riferisce alla resurrezione fisica alla fine del mondo ma alla vita nello Spirito che vi viene data quando nascete di nuovo. Che poiché avete vita spirituale, non siete più molti spiritualmente, siete nati di nuovo, siete stati resuscitati da quella morte spirituale, ed ora siete vivi dai morti spiritualmente, ora siete nella posizione di dedicare voi stessi a Dio. Sta dunque parlando di vita spirituale che viene con la nuova nascita. Tornando a Romani 11, quella frase che nel greco è quasi uguale la intenderemo come resurrezione spirituale dai morti, il ricevere la vita spirituale che accompagna la nuova nascita, perché? Due ragioni. 1) la frase “vita dai morti” non è la frase che Paolo usa per descrivere la resurrezione fisica, e 2) la frase che più le assomiglia nel Nuovo Testamento è applicata alla vita e alla resurrezione spirituale che vengono con la nuova nascita.
Così, se la loro (quella del resto indurito) reiezione da parte di Dio, per aver mancato di ricevere Cristo, è stata la riconciliazione del mondo intero, la conversione di milioni e milioni di gentili, quanto più la loro accettazione da parte di Dio, quando ricevono Cristo, sarà resurrezione spirituale per il resto del mondo dei gentili. Pertanto, abbiamo qui una profezia che un giorno, Dio accetterà di nuovo i giudei, li accetterà perché essi per la sua grazia, crederanno in Cristo e questo risulterà in vita spirituale per il resto del mondo, il mondo dei gentili sperimenterà nuova vita in Cristo, la nuova nascita, la resurrezione spirituale, Così qui abbiamo la profezia nel Nuovo Testamento che un giorno i giudei saranno salvati. Che lungo la storia si avrà questo residuo di giudei che saranno salvati, ma da qualche parte nel futuro, il resto dei giudei che saranno vivi in quel tempo, saranno accettati da Dio nella sua chiesa, mediante la fede in Cristo. E questo farà scoccare la scintilla di una riforma che risulterà nel rinnovamento spirituale e nella resurrezione spirituale di tutto il mondo.
Andiamo avanti. La ragione per cui i giudei saranno salvati è perché Dio ha fatto con loro un patto. Dice nel verso 16
“Ora, se le primizie sono sante, anche la massa è santa; e se la radice è santa, anche i rami sono santi. E se pure alcuni rami sono stati troncati, e tu che sei olivastro sei stato innestato al loro posto e fatto partecipe della radice e della grassezza dell’olivo, non vantarti contro i rami, ma se ti vanti contro di loro ricordati che non sei tu a portare la radice, ma è la radice che porta te. Forse dunque dirai: «I rami sono stati troncati, affinché io fossi innestato». Bene; essi sono stati troncati per l’incredulità e tu stai ritto per la fede; non insuperbirti, ma temi. Se Dio infatti non ha risparmiato i rami naturali, guarda che talora non risparmi neanche te. Vedi dunque la bontà e la severità di Dio: la severità su quelli che sono caduti, e la bontà verso di te, se pure perseveri nella bontà, altrimenti anche tu sarai reciso. E anche essi, se non perseverano nell’incredulità, saranno innestati, perché Dio è potente da innestarli di nuovo.”
Dice: c’è una radice, c’è una vite, c’è una chiesa nel Vecchio Testamento e nel Nuovo Testamento, e nel Vecchio Testamento era giudaica in modo predominante, ma 2000 anni fa alcuni dei rami, a motivo della loro incredulità, furono potati ed altri rami gentili sono stati innestati. È lo stesso tronco. Non è che ci siano una chiesa del Vecchio Testamento e una chiesa del Nuovo Testamento, c’è un solo tronco e una radice che va all’indietro fino ad Abrahamo e oltre. Ci sono generazioni di giudei che a causa della loro apostasia sono state tagliate e ci sono tempi in cui persone non giudaiche sono innestate lungo tutta la storia del mondo.
Verso 23
“E anche essi, se non perseverano nell’incredulità, saranno innestati, perché Dio è potente da innestarli di nuovo”. Un giorno saranno innestati di nuovo, in questo momento sono potati.
“Infatti, se tu sei stato tagliato dall’olivo per natura selvatico ( i gentili) e innestato contro natura nell’olivo domestico, (la comunità pattizia del Vecchio Testamento ) quanto piú costoro, che sono rami naturali, saranno innestati nel proprio olivo“.
Così, se è una meraviglia della grazia di Dio che voi, in quanto gentili, e che non eravate nemmeno nati in questa situazione, siete stati innestati dentro all’un albero della chiesa del Signore Gesù Cristo, perché sarebbe strano pensare che un giorno i giudei possano essere innestati di nuovo nel loro albero?
“Perché non voglio, fratelli, che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi in voi stessi, che ad Israele è avvenuto un indurimento parziale finché sarà entrata la pienezza dei gentili, e cosí tutto Israele sarà salvato come sta scritto: «Il liberatore verrà da Sion, e rimuoverà l’empietà da Giacobbe.E questo sarà il mio patto con loro quando io avrò tolto via i loro peccati». Quanto all’evangelo, essi sono nemici per causa vostra, ma quanto all’elezione, sono amati a causa dei padri perché i doni e la vocazione di Dio sono senza pentimento“.
Pertanto, poiché tanti secoli prima, Dio ha fatto un patto con Abrahamo che sarebbe stato il Dio di Abrahamo e della sua progenie lungo le generazioni in un patto eterno, non significa che se dei suoi discendenti avessero apostatato non sarebbero stati tagliati via, ma a motivo di quel patto che fece con Abrahamo, viene un giorno in cui innesterà questa empia progenie di nuovo dentro all’albero. Un indurimento parziale, non uno completo, non uno totale, non un finale; un parziale indurimento è avvenuto ad Israele finché sia entrata la pienezza dei gentili e così tutto Israele sarà salvato. Ora, cos’è questo “sia entrata la pienezza dei gentili”? Ebbene, abbiamo visto la stessa parola nel verso 12 con riferimento ai giudei.
“Ora, se la loro caduta è la ricchezza del mondo e la loro diminuzione la ricchezza dei gentili, quanto piú lo sarà la loro pienezza?”
Questa è la stessa parola, c’è una pienezza dei gentili e c’è una pienezza dei giudei e così tutto Israele sarà salvato. Ora, cerchiamo di mettere tutto insieme. Quando verrà la pienezza dei gentili? E come? Questa è la domanda. E la risposta di verso 25 è : questa completezza dei giudei, questa salvezza del popolo giudeo in massa, avverrà quando sarà giunta la pienezza dei gentili. In altre parole, quando i gentili sono stati completati, quando questo massiccio numero di gentili è convertito questo porterà alla massiccia conversione di giudei, e la massiccia conversione dei giudei porterà al rinnovamento spirituale del resto del mondo e così, tutto Israele sarà salvato. Così vedete cose dobbiamo aspettarci nel futuro. Sta per giungere un giorno in cui la fedeltà alla parola di Dio e la fedeltà dei cristiani nelle loro attività quotidiane sarà usata da Dio per portare al Signore Gesù Cristo un numero di persone senza precedenti. Vita dai morti.
Così, l’ultima cosa che rimane, dopo la vita dai morti di tutto il mondo è la seconda venuta di Cristo. Non c’è più niente che rimanga, dopo che i gentili saranno convertiti in massa, e la conversione di gentili in massa porterà alla conversione in massa dei giudei, questo porterà alla conversione dei gentili che rimangono ancora da convertire, in modo che, quando Cristo ritorna sulla terra egli ritornerà ad un mondo veramente convertito; un mondo che, come abbiamo visto la settimana scorsa è stato convertito per secoli. Perché vi ricordate che abbiamo visto in Isaia 65 che sta per venire sulla terra un tempo in cui se un uomo muore a 100 anni tutti gli altri si chiederanno cos’abbia fatto di male per morire così giovane, il che significa che quelli che si stanno facendo questa domanda sono molto, molto vecchi. E la ragione per cui vivono così tanto non è perché si sono evoluti a quel punto, è perché mano a mano che il vangelo ha avuto un impatto sulla cultura, in questi numeri senza precedenti, e il vangelo ha avuto un impatto sulla cultura, e ha cominciato a cambiare la cultura, e ha tolto di mezzo la presupposizione evoluzionista che ha trattenuto lo sviluppo della tecnologia medica e della ricerca e della scienza e l’estensione della longevità della vita. Perché una volta che il vangelo condizionerà ogni aspetto della vita e feconderà la tecnologia la ricerca, la medicina, il lavoro, la pace, la gente vivrà di più, 100, 200, 300, 900, 1000 anni e continueranno a lavorare e ad essere produttivi e generare figli, dice Isaia 65, e quindi non sta parlando del paradiso. Questo è il quadro glorioso a cui dobbiamo guardare. Il futuro non è buio e tetro, di sconfitta e pessimismo, è uno a cui si può attendere con fiducia, viene un giorno in cui le benedizioni di Dio sulla vostra fedeltà come madri, padri, come uomo e come donna, come giovane, la benedizione di Dio sulla predicazione e l’insegnamento della parola di Dio porterà alla conversione a Cristo di innumerevoli persone, Isaia 2, che porterà alla conversione di milioni di giudei in tutto il mondo, che porterà al rinnovamento spirituale del resto del mondo. E questo rimarrà in vigore per secolo dopo secolo dopo secolo.
E dunque, andate a 1 Corinzi 15 e concluderemo con questo verso e ci sarà un tempo per domande. Questo è un verso che ai tempi in cui ero un “rapimentista” leggevo, ma lo leggevo in un modo con la mia bocca ma in un altro con la mia mente. Con la mia bocca lo leggevo così, 1 Corinzi 15 verso 24: “Poi verrà la fine, quando rimetterà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo aver annientato ogni dominio, ogni potestà e potenza.” Ma ecco come lo leggeva la mia mente, perché credevo nel rapimento e credevo che non ci fosse speranza per il mondo finché non verremo rapiti via di qui: “poi verrà la fine” ecco come lo leggevo con la mia mente, “poi verrà la fine, quando rimetterà il regno nelle mani di Dio Padre, quando annienterà ogni dominio, ogni potestà e potenza.” Voglio dire: io non vedevo quel verbo al passato, semplicemente assumevo che fosse al futuro. Assumevo semplicemente che avremo un mondo dominato dal male fino al giorno in cui Gesù verrà e quando verrà allora lo abolirà. Ma il tempo del verbo non è al futuro. È al passato, anzi in effetti è un tempo perfetto, che è una forma di passato. “Poi verrà la fine del mondo, cosa avverrà alla fine del mondo? Cristo rimetterà il regno a Dio il Padre. Quando verrà la fine del mondo? Dopo aver annientato ogni dominio, ogni potestà e potenza. Perché “Bisogna infatti che egli regni, finché non abbia messo tutti i nemici sotto i suoi piedi.” Perciò, non è che tutto questo male rimarrà vigente fino alla fine del mondo e Cristo tornerà ad un mondo malvagio e poi abolirà ogni opposizione contro di lui. È invece che Cristo non ritornerà a questo mondo finché non avrà abolito ogni opposizione contro di lui a fatto di questo un mondo cristiano.
Bisogna infatti che Egli regni, finché abbia messo tutti i nemici sotto i suoi piedi.
Viene un tempo, io non so quanto tempo in avanti, ma viene un tempo in cui i vostri discendenti vivranno in un modo cristiano, in tutto il mondo. Non ci sarà mai un regno utopico sulla terra, fintantoché in questo mondo ci sono i miei discendenti non ci sarà mai, e quell’utopia non ci sarà fino alla seconda venuta di Cristo.
Ma viene il tempo su questa terra nel quale i vostri discendenti cercheranno di trovare qualcuno cui testimoniare, dice Geremia 31:34, e non riusciranno a trovarne, sarà estremamente difficile trovarne qualcuno perché tutti quelli con cui potrai parlare conosceranno già il Signore e la conoscenza dell’Eterno coprirà la terra come le acque coprono il mare (Is.11:9).
Ecco, questo dovrebbe darvi speranza ed ottimismo per il futuro, questo è il modo d’affrontare il futuro. Ho letto la fine del libro. Quello che leggo sui giornali non mi lascia deluso. Io so che nel futuro ci sarà un mondo cristiano fatto di giudei e di gentili per secolo dopo secolo dopo secolo. Gesù verrà e renderà perfetta ogni cosa. Così io mi guardo attorno, non mi piace quel che vedo, ma ciò non mi demolisce perché so che nel lungo termine noi vinciamo. Il tempo è dalla nostra parte, il futuro del mondo è dalla nostra parte, dalla parte die vostri discendenti. Nel frattempo, se volete affrettare quel giorno, la bibbia parla di affrettare il giorno di queste cose, come si affretta qualcosa che è stato predestinato? Dio ha predestinato che certe cose avverranno in un certo luogo e in un certo tempo, come le si affrettano? Ebbene, cosa volte affrettare? La conversione dei gentili in numeri senza precedenti? La conversione di giudei? Il rinnovamento spirituale del resto del mondo? Come si affretta quel giorno? Evangelizzando! Parlando di Cristo alla gente, portando persone in chiesa; dando loro libri, dando loro trattati, dando loro materiale registrato, pregando per i vostri amici non salvati. Non appena tutte queste persone saranno salvate faremo festa chiamata la gloria della chiesa degli ultimi tempi. Perciò, queste profezie hanno implicazioni etiche, dovrebbero ispirarvi a testimoniare, evangelizzare e portare persone in chiesa. Il grande sforzo missionario mondiale dell’800 fu motivato e istigato da postmillennialisti, persone che credevano ciò che vi ho appena detto. Il grande Battista riformato William Carey, il grande presbiteriano riformato David Livingstone e tutti gli altri. Queste persone furono ispirate dalla prospettiva che un giorno tutto il mondo sarà cristiano: volete affrettare quel giorno? Portate a Cristo più persone che potete. Questo è ciò che stava sullo sfondo del grande sforzo missionario del 1800 e della prima parte del 1900. E dovete permettere che questa grande speranza faccia questo anche a voi. Se volete un grande libro sul soggetto, di come questa speranza postmillennialista abbia ispirato tante persone a voler conquistare il mondo a Gesù procuratevi il libro “The Puritan Hope” di Ian Murray. È uno dei due libri che mi capovolsero dal rapimentismo a ciò che credo oggi.
Preghiamo
Ti ringraziamo, caro Padre per queste meravigliose profezie, ti preghiamo che ci voglia dare non solo la fede di crederle, ma che facciano anche il loro lavorio etico in noi e facciano di noi persone che sono zelanti di vedere giudei e gentili venire alla fede, per amore di Cristo.
Amen