6 Istruzione e civilizzazione (Seconda parte)
L’ordine naturale
L’umanista vuole essere libero da Dio, ma questo significa l’asservimento dell’uomo. Il movimento dei Verdi, gli adepti dei Diritti degli Animali, ecc. vogliono che il mondo naturale sia libero dal governo dell’uomo e dal suo dominio su di esso, ma ciò significa che l’uomo è alla mercé della natura e quindi ad essa asservito. Pertanto, libertà e servitù per l’uomo non sono assoluti tra i quali possa o debba scegliere. L’uomo non può sfuggire alle proprie limitazioni creaturali e non può mai essere totalmente libero nel senso di poter determinare il proprio destino senza fare riferimento a Dio che lo ha creato e alla creazione di cui è parte e nella quale trova il proprio vero proposito e significato. La questione che gli sta davanti è perciò non se debba scegliere la libertà da un lato o la servitù dall’altro — la servitù in una forma o nell’altra è un fatto ineludibile della vita dell’uomo — ma chi servirà, e in che cosa consiste la sua vera libertà, la sua originale libertà ordinata da Dio?
Gli umanisti, il movimento dei Verdi e il popolo del New Age vogliono essere liberi da Dio e dalla sua legge in modo da poter determinare per se stessi ciò che costituisca la vera natura dell’uomo e la sua collocazione nel mondo. Vogliono ricreare se stessi e il mondo intorno a loro secondo la loro immagine e i loro idoli. Ma questo in una forma o in un’altra li riduce in schiavitù al mondo o agli aspetti di esso che hanno idolatrato. Ciò è completamente contrario all’ordine della vita voluto da Dio e al mandato che Dio ha dato all’uomo. L’uomo deve dominare sulla natura e con ciò servire Dio. La sua vera libertà consiste nel compiere il suo scopo di vita creato da Dio, e ciò è possibile unicamente quando si sottomette a Dio in obbedienza alla sua parola. Servire il Dio vivente è la sola vera libertà che l’uomo possa conoscere. Ribellarsi contro Dio significa per l’uomo asservimento e schiavitù.
L’obbiettivo dell’umanesimo e di tutte le altre forme di paganesimo, inclusi i movimenti dei Verdi e del New Age, ecc., è l’assoggettamento dell’uomo al mondo intorno a sé — la schiavitù degli uomini agli uomini e agli elementi della natura — e quindi la morte dell’uomo e la distruzione della sua civiltà. Poiché la natura non è normativa; non è il naturale ordine delle cose ordinato da Dio. La natura è selvaggia e indomita senza l’uomo che la governi. Non fu creata per essere lasciata a se stessa ma perché l’uomo la gestisse. Un ambiente selvatico è il risultato dell’abdicazione da parte dell’uomo della propria responsabilità di dominare la terra. E in un ambiente selvatico l’uomo non può sopravvivere, è costretto a morire di fame. L’ordine naturale delle cose, l’ordine decretato da Dio, è che l’uomo governi sulla natura, che assuma il dominio sopra la terra e gli animali. Il suo vero scopo di vivere e la sua vera felicità e prosperità potranno essere trovati solo in obbedienza a quella vocazione, perché quella è la volontà di Dio per lui e il suo dovere nei confronti di Dio.
È di vitale importanza, perciò, che il cristiano proclami la natura morale e pattizia della vita umana e che operi per sviluppare una filosofia, un’antropologia e un’etica educazionali che siano basate su quel patto in tutti i punti. Il movimento ecologico dei Verdi ha finora combattuto con successo una guerra di propaganda. E di fatto alcuni elementi di ciò che dice sono corretti, visto che l’uomo dovrebbe amministrare la terra responsabilmente e custodirla. Ma la filosofia che ne sta alla base è anti-teista, anti-pattizia, e quindi anti-umana perché è pro-natura nel senso che la natura è considerata normativa. I cristiani devono rendere chiaro che non è così. Il dominio della terra da parte dell’uomo sotto Dio è normativo — che vale a dire che è l’originale ordine delle cose ordinato da Dio — non il suo asservimento ad essa. L’asservimento al mondo naturale significa la morte per l’uomo, e a mano a mano che la visione del mondo pagana viene promossa e guadagna credibilità nella nostra società, ed è passata alle future generazioni mediante il sistema educativo, la nostra civiltà verrà asservita agli elementi della natura; diventerà pagana in ogni senso, e giudizio e morte saranno la sua giusta ricompensa.
Religione e civiltà
La cultura di una civiltà è chiaramente il risultato dei suoi presupposti di base. La cultura è religione esternata. La civiltà è pertanto determinata religiosamente, come ha discusso Henry Van Til nel suo libro The Calvinist Concept of Culture [1]. Il caso dell’India, come abbiamo già visto, dà un’ampia testimonianza a questa verità. Esempi di civiltà retrograde basate su visioni del mondo religiose pagane si potrebbero moltiplicare attraverso tutto il mondo [2]. Per contrasto, l’influenza prioritaria in occidente è stata storicamente la religione cristiana. La civiltà e la cultura occidentale è largamente stata uno sviluppo degli ideali e delle influenze cristiane.
Questo non significa dire che non ci siano state altre influenze sull’occidente da fuori della tradizione Giudeo-cristiana. Ci sono state, in particolare, influenze dal mondo Greco-romano che hanno aiutato a dare forma alla cultura occidentale. Ma perfino queste influenze non sono comparse in occidente completamente nude nella loro forma originale, ma sono esse stesse state modificate e modellate in accordo con le convinzioni cristiane attraverso tutta la storia dell’occidente. Nel complesso la cultura occidentale è stata influenzata da una forte comprensione cristiana della natura e del significato della vita.
Così, la democrazia [3], che non è un’idea peculiarmente cristiana, in occidente divenne un tipo particolare di democrazia, pesantemente informata da principi ed ideali cristiani. Ciò è dimostrato dal fatto che virtualmente tutti i tentativi fatti da governi occidentali moderni di impiantare ideali democratici occidentali in culture non-cristiane hanno fallito miseramente. La democrazia di stile occidentale semplicemente si frantuma nelle cultura pagane perché esse non hanno gli ideali basilarmente cristiani di corretto procedimento giuridico, libertà, moralità, giustizia, compassione, e misericordia ecc., che hanno caratterizzato la cultura occidentale sotto l’influenza del cristianesimo e che sono pertanto essenziali per l’esistenza di un sistema democratico stabile del tipo che si trova in occidente [4]. Ci è voluto oltre un millennio perché il procedimento democratico occidentale si sviluppasse nella forma moderna. È semplicemente irrealistico aspettarci che prenda radici all’improvviso in una cultura pagana che non è ancora stata emancipata dall’adorazione del mondo naturale. Di fatti, perfino l’India, malgrado il fatto che sia la democrazia più grande del mondo e abbia grandemente beneficiato dall’influenza civilizzatrice del Raj britannico nel secolo scorso, non è stata capace di entrare nel Ventesimo Secolo seguendo la forma della cultura occidentale e raggiungere il livello di vita che godono oggi le società occidentali. Per alcuni aspetti è regredita. E questo è dovuto principalmente alla cultura religiosa prevalente.
La civiltà occidentale dopo la Riforma
Ciò ch’è stato detto sopra riguardo all’influenza dominante del cristianesimo nella cultura occidentale è stato particolarmente rilevante a partire dalla Riforma. Uno dei risultati della Riforma fu che la bibbia fu tradotta nel vernacolo delle nazioni Protestanti. Questo portò ad una ben più grande influenza di principi e ideali cristiani nell’Europa Protestante. La Riforma fu il grande spartiacque nella transizione della cultura occidentale dal feudalesimo ad una civiltà moderna.
La fede Protestante pose un’alta priorità sulla comprensione della fede e pertanto nell’insegnare la fede alla gente. Ecco il motivo per le traduzioni della bibbia in vernacolo. Al contrario il Cattolicesimo Romano incoraggiò le persone a riporre la loro fiducia nella chiesa e nei sacerdoti di professione, e ad appoggiarsi su questi come mezzi di salvezza. Comprendere la fede non ebbe la stessa importanza; ciò che contava era la messa — in effetti un rito magico — e i meriti dei santi, ecc.. La fede protestante pose l’enfasi di nuovo sui principi biblici di grazia che opera mediante la fede personale. Questo richiese la comprensione da parte del credente.
Quest’enfasi sulla fede personale e sulla comprensione, in contrasto con l’affidamento Cattolico Romano sulla chiesa nel quale la comprensione della fede era vista come il dovere del sacerdote e scoraggiata tra i laici, rende conto in grande misura per la grande trasformazione nella cultura Europea Protestante dopo la Riforma. In molti modi ne risultò la razionalizzazione della vita. La tesi di Max Weber riguardo alla razionalizzazione dell’intrapresa economica dopo la Riforma dovuta allo sviluppo di una comprensione della vocazione distintamente Protestante ci dà un esempio del tipo di cambiamento che ciò abbia prodotto nell’ambito dell’etica del lavoro e dell’economia [5].
In Inghilterra il risultato di questo cambiamento di enfasi, dalla chiesa e il suo sacerdozio professionale, al principio Protestante del sacerdozio di tutti i credenti, con la concomitante necessità che tutti i credenti fossero istruiti e comprendessero i loro doveri verso Dio e la loro vocazione nel mondo come mezzo per rendere un servizio razionale a Dio (Ro. 12:1), provocò la conversione della nazione e la trasformazione della società. Gli uomini furono scoraggiati dal crogiolarsi nell’ignoranza e porre la fiducia nelle superstizioni e i riti magici della Chiesa Cattolica Romana per la salvezza. Furono invece incoraggiati a comprendere la fede, e a vivere e agire alla luce di quella comprensione in ogni ambito della loro vita. Sacerdotalismo e sacramentalismo non furono più considerati il contenuto della religione cristiana. La chiesa ed il suo ruolo, perfino la sua natura, furono smitizzate e l’insegnamento prese il posto dello svolgimento di riti magici quale dovere della chiesa davanti a Dio e sua responsabilità verso le persone.
Ci fu dunque un fondamentale cambiamento nella comprensione del ruolo della chiesa. Sotto il Cattolicesimo Romano la chiesa aveva abbracciato molto del paganesimo, benché fosse stato pesantemente sincretizzato con la comprensione Cattolico Romana della fede cristiana. Nella Chiesa Cattolica Romana la salvezza era compresa come amministrata ai membri laici dalle manipolazioni magiche di un sacerdozio professionale. Il Protestantesimo invece si volse a insegnare la fede al popolo in modo che potessero farsi carico delle loro responsabilità nel mondo come popolo di Dio, portando la sua parola ad esercitare la sua influenza su tutti gli aspetti della loro vita. Questo portò alla trasformazione della vita e della cultura in tutti gli ambiti. Poiché la fede cristiana è rilevante per il tutto della vita, una comprensione della vocazione dell’uomo e del suo dovere nei termini del proposito di Dio fu estesa al tutto della vita.
Questa enfasi educazionale della Riforma ebbe un immenso effetto sull’insieme della cultura Protestante. Andò ben oltre i limiti dell’educazione “religiosa” in senso stretto, o dell’istruzione teologica, per abbracciare la vita intera e la società. Inoltre, il mondo è la creazione di Dio e una rivelazione della sua eterna potenza e divinità (Ro. 1:20), e perciò deve essere compreso dal credente non meno della rivelazione di Dio nella Scrittura. Più correttamente, la prospettiva Protestante fu che il mondo naturale doveva essere compreso attraverso l’insegnamento della Scrittura. In questo modo tutte le cose furono portate sotto l’autorità della parola di Dio e del governo di Cristo per la gloria di Dio.
L’effetto di questo revival della cristianità biblica fu la nascita della moderna società occidentale, una rinnovata civiltà cristiana caratterizzata dalla crescita di apprendimento e di scienza [6], di esplorazioni e di missioni mondiali, miglioramento sociale, ecc. Questa trasformazione della civiltà occidentale fu introdotta ed iniziata dall’apertura delle menti degli uomini al mondo attorno a loro e della loro collocazione e dovere in esso come uomini con la vocazione di portare tutte le cose all’obbedienza della parola di Dio. I Protestanti aprirono scuole e collegi che sfidarono la qualità e la superiorità perfino delle vecchie, consolidate università, specialmente in termini di apprendimento applicato, scienza e tecnologia, che nelle vecchie università rimasero in ritardo per molti anni. L’educazione Protestante fu un fattore cruciale nella trasformazione dell’Inghilterra da una società feudale a una moderna civiltà industriale.
La nostra civiltà è, o quantomeno è stata, largamente una civiltà cristiana, e una civiltà cristiana può radicarsi e fiorire solamente dove agli uomini sia insegnato a comprendere la fede cristiana e le sue implicazioni per l’insieme della vita e della cultura. Una civiltà cristiana ha bisogno di un concetto del mondo e della vita cristiano, e dell’elaborazione di quel concetto del mondo nella totalità della vita, tanto a livello individuale che della società.
Il cristianesimo medievale fu viziato a questo riguardo a causa del suo virtuale diniego del sacerdozio di tutti i credenti e del suo limitare la natura del sacerdozio cristiano alle sfere ecclesiastica e teologica. Il netto contrasto tre il sacro e il secolare che caratterizzò la cristianità medievale significò che l’applicazione della parola di Dio a gran parte della vita fu negletto. Le vocazioni secolari non erano considerate vocazioni sacerdotali e così la dominante influenza dei principi cristiani in quegli ambiti andò perduta. Fu così anche per le discipline accademiche. La filosofia, per esempio, malgrado il fatto che fosse il dominio della chiesa medievale, fu vista come una disciplina governata da principi razionali neutrali. L’intelletto fu considerato essenzialmente non decaduto (non intaccato dal peccato) e pertanto, anziché sottoporre tutto il pensiero filosofico all’autorità della parola di Dio fu accettata l’idea della razionalità umana autonoma e la filosofia aristotelica dominò la disciplina. L’influenza della chiesa fu certamente molto grande sulla società, ma l’influenza della fede cristiana fu limitata se paragonata all’Europa del dopo Riforma perché la sua sfera d’influenza era intesa essere quasi esclusivamente ecclesiastica. Perciò la cultura cristiana non riuscì a svilupparsi correttamente. Ci fu invece regressione, e poi la regressione divenne oppressione e la tirannia Cattolico Romana si sviluppò a mano a mano che la chiesa divenne sempre più corrotta.
Solo dopo la Riforma la società occidentale fu capace di svilupparsi in una cultura più coerentemente cristiana. Con la comprensione Protestante della vocazione e della redenzione di tutte le sfere di vita e di attività come mezzo per servire Dio in accordo con la sua parola la società sperimentò una elaborazione pratica della fede cristiana che portò a un maggiore progresso attraverso tutto lo spettro della vita e delle attività umane, non ultimo un miglioramento sociale ed economico su vasta scala. L’enfasi che la chiesa della Riforma pose sulla comprensione e sull’istruzione, e sulla vocazione divina dell’uomo nel mondo giocò un ruolo importante in questo processo, e uno dei risultati fu anche la crescita generale dell’istruzione.
La cultura occidentale contemporanea
Oggi abbiamo ampiamente abbandonato, benché non ancora totalmente, la religione cristiana quale base del nostro modo di vivere, della nostra cultura. Sopravvive nominalmente nelle nostre istituzioni perché la tradizione è dura a morire. Ma come forza che anima la cultura non c’è più. Sfortunatamente, la chiesa, a causa delle dominanti influenze del pietismo e dell’escapismo tra le chiese riformate ed evangelicali, e del liberalismo nelle denominazioni Protestanti più grandi, non ha opposto resistenza alle influenze secolarizzanti del moderno umanismo. L’istruzione cristiana è virtualmente cessata nella chiesa ed è stata consegnata per intero allo stato laico umanista. Fatta eccezione per qualche dettaglio cosmetico tutte le scuole della Chiesa d’Inghilterra, per esempio, sono semplicemente scuole prive di una filosofia e una pratica distintamente cristiane nell’istruzione che provvedono. La civiltà cristiana ha avuto un declino a mano a mano che l’umanesimo secolare è avanzato in questo modo. Lentamente, ma sicuramente in un’area dopo l’altra la chiesa si è arresa alle orde dell’umanismo: prima ha arreso la sovranità di Dio, poi la storia, poi la moralità, e ora è sull’orlo di arrendere la fede stessa, di fatto la maggior parte dei collegi delle grandi denominazioni lo ha già fatto — la progressione è solo logica una volta che sia negata la giurisdizione sovrana di Dio sulla vita dell’uomo. Il vecchio umanesimo illuminista stesso, che almeno rese alla fede cristiana un onore a parole, è ora in declino e al suo posto sta cominciando a dominare la nostra cultura un più virulento e auto-consapevole neo-paganesimo. Non è raro oggi sentire ordinandi della Chiesa d’Inghilterra esprimere dubbi sulla esclusiva validità della fede cristiana, e le religioni pagane sono prese in considerazione come modi validi di cercare Dio, ecc. In larga misura questi sviluppi possono essere rintracciati nel declino dell’istruzione cristiana nella nostra nazione a tutti i livelli, nelle case, nelle scuole, e nei collegi e università.
Alla luce di questo fatto il provvedimento di istruzione cristiana deve sicuramente essere visto come uno dei compiti principali che la chiesa cristiana oggi deve assumersi nella sua commissione di portare le nazioni sotto la disciplina di Cristo (Mt. 28:19-20). Senza una filosofia e una pratica dell’istruzione specificamente cristiane la nazione alla fin fine non verrà sottoposta a Cristo. L’istruzione è di significato centrale in qualsiasi cultura. I principi religiosi che sorreggono la filosofia dell’istruzione prevalente in ogni società determinerà la visione del mondo e della vita di quella società. L’istruzione è di centrale importanza nella trasmissione della comprensione che una civiltà ha della natura e del significato della vita alla generazione successiva e quindi per la preservazione del modo di vivere di quella civiltà. Senza il ritorno di una filosofia e di una pratica dell’istruzione specificamente cristiane come strumenti per trasmettere il nostro modo di vivere ai nostri figli, la civiltà cristiana nella nostra nazione si estinguerà nel giro di poche generazioni. È impossibile cristianizzare una cultura senza provvedere per quella cultura un’istruzione che sia basata su una visione cristiana del mondo e della vita. La civiltà cristiana ha bisogno dell’istruzione cristiana ad ogni livello e in ogni campo, a casa, in chiesa, scuola e collegio.
Conclusione
È mediante l’istruzione dei nostri figli che la nostra visione del mondo viene passata alle future generazioni e con ciò preservata. I cristiani, perciò, hanno una scelta molto semplice da fare: o educare i loro figli nei termini di pio apprendimento e di una visione del mondo cristiana, una visione pattizia orientata al dominio, e con ciò aiutare a costruire e a preservare la civiltà cristiana, o consegnare l’educazione dei loro figli ai pagani che li educheranno nei termini di un empio apprendimento e disciplina e di una visione del mondo pagana, e con ciò contribuire a edificare una civiltà pagana che schiavizzerà i loro figli a quel mondo che sono chiamati a dominare.
Per citare nuovamente Rushdoony: “Mediante la totalità della sua vita e delle sue azioni l’uomo crea una cultura; essa è la forma visibile della sua fede e della sua vita. La domanda quindi è: che tipo di cultura produrrà? [7]. O educhiamo i nostri figli nei termini di una cultura cristiana, o li consegniamo agli umanisti a essere educati come pagani. Le nostre azioni in questa faccenda contribuiranno a determinare e modellare la cultura della prossima generazione. O edificheremo nei termini della fede cristiana, o distruggeremo la cultura cristiana che i nostri padri hanno edificato: “Chi non è con me è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde” (Mt. 12:30). L’istruzione è il fattore singolo più importante nella preservazione della cultura di una società. Il futuro della nostra civiltà dipende dall’istruzione dei nostri figli.
Il dovere del cristiano è di educare i propri figli nella fede cristiana per il dominio, per l’assunzione del mandato creazionale dato all’uomo di portare tutta la terra in soggezione a sé come amministratore di Dio e vice-reggente sulla terra, e quindi in soggezione a Dio e alla sua parola. Questo richiede una cultura cristiana e la costruzione di una civiltà cristiana, e questo a sua volta richiede una filosofia e una pratica dell’istruzione che sia cristiana, pattizia, e orientata al dominio.
Note:
1 Henry van Til: The Calvinist Concept of Culture; Grand rapids, Michigan: Baker Book House, 1959, p. 8.
2 Vedi Stanley L. Jaki: Science and Creation: From eternal cycles to an oscillating universe; Edimburgo: Scottish Academic Press. Jaki dimostra che la scienza fu o assente o nata morta in tutte le antiche culture pagane cosa dovuta al concetto religioso prevalente del tempo come ciclico in natura. Per contrasto la scienza nel mondo occidentale emerse da una matrice culturale cristiana informata dalla visione biblica del tempo come lineare, provvedendo così una base concettuale per il progresso.
3 Bisognerebbe osservare, comunque, che il sistema parlamentare britannico non si sviluppò sotto l’influenza del pensiero greco. Non c’è reale paragone tra le prime democrazie greche e il governo parlamentare Inglese. Il sistema parlamentare Inglese si sviluppò lungo centinaia d’anni e non pervenne ed una forma che lo facesse riconoscere come tale fino al Diciassettesimo secolo e questo avvenne sotto la primeggiante influenza del pensiero Puritano, il quale si appoggiò pesantemente su precedenti biblici. Il governo di rappresentanti eletti fu legittimato facendo riferimento all’elezione di governanti in Israele e anziani nella chiesa del Nuovo Testamento. In questo modo, quantomeno in Inghilterra, e anche in America, la quale ha le proprie radici politiche e giuridiche in Inghilterra, il governo parlamentare si sviluppò sotto l’influenza di ideali Giudeo- cristiani.
4 La misura in cui l’occidente sta ora abbandonando questi ideali cristiani significa che la sopravvivenza della democrazia occidentale è incerta, di fatto improbabile, nella sua forma presente.
5 Max Weber: The Protestant Ethic and the Spirit of Capitalism; George Allen and Unwin, 1930.
6 La crescita della scienza è da molti erroneamente attribuita al Rinascimento. Frances Yates ha dimostrato che il Rinascimento fu caratterizzato non dalla nascita della scienza moderna ma da un revival dell’antica “scienza” occulta. La Kabbala fu il grande feticcio degli uomini del Rinascimento, che pertanto furono non tanto scienziati nel senso moderno quanto mistici dell’occulto. Il Rinascimento resuscitò non l’antica scienza greca — che in ogni caso era trascurabile (vedi Jaki, op. cit.) — ma piuttosto l’antico occultismo pagano (vedi Frances A. Yates: Giordano Bruno and the Hermetic Tradition [University of Chicago Press (1964) 1991], The Occult Philosophy in the Elizabethan Age [Routledge and Kegan Paul, 1979, Ark Edition (1983)].
7 R. J. Rushdoony: “Calvinism and Culture” in Calvinism Today, vol. I, n° 1 (gennaio, 1991) p. 5.