Le Promesse della Legge
3. La maledizione e la benedizione
In Deuteronomio 27 e 28, abbiamo un ulteriore e importante discernimento delle implicazioni della legge. Questi capitoli ci danno le maledizioni e le benedizioni associate con la legge.
Maledizione, interdetto, e anatema sono fondamentalmente lo stesso concetto. Ciò ch’è sotto maledizione, interdetto o anatema è consacrato o dedicato, cioè consegnato alla distruzione su richiesta di Dio. Nella chiesa il concetto di maledizione, interdetto o anatema compare come scomunica [1].
Secondo Harper, il proposito biblico dell’interdetto è sempre etico, e il suo scopo era “preservare la religione quando gravemente minacciata” [2].
L’interdetto, maledizione, o anatema non scompaiono da una società quando questa abbandona la fede biblica. L’interdetto è semplicemente trasferito ad una nuova area di vita. Perciò, scrivendo all’inizio del secolo [ventesimo], Harper notò:
Nonostante la Chiesa del Nuovo Testamento sia il portatore dell’interesse più alto dell’umanità, ci è insegnato che quand’essa è definita in minimi termini nel suo indirizzo riguardo alla condotta, quanto è tollerante al massimo verso le pratiche del mondo, allora è più verace alla propria idea originale. Ci è detto che una chiesa indulgente è ciò che si vuole; si presume che in tutte le menti illuminate rigore e religione dovrebbero essere finalmente divorziati. Questa opinione non è spesso espressa categoricamente, ma soggiace a tutte le religioni di moda, ed ha i propri apostoli nella gioventù dorata che promuove l’illuminismo giocando a tennis la domenica. Anche per questo motivo, Puritano è diventato un nome di scherno, e l’auto-gratificazione un marchio del cristianesimo acculturato. Non solo l’ascetismo, ma anche l’askesis 3 è stata discreditata, e il tono morale della società è di conseguenza decaduto percettibilmente. In ampi circoli sia dentro che fuori la chiesa sembra si sostenga che il dolore sia il solo male intollerabile, e quell’idea si sta registrando sia in legislazione sia in letteratura [4].
Harper aveva ragione. Fin dall’inizio del ventesimo secolo, il dolore fu sotto l’interdetto di una società umanistica. Ora, guerra, povertà, discriminazione riguardo a razza, colore, o credo, e il cristiano ortodosso sono costantemente posti sotto un interdetto e sono bersaglio di nuove leggi.
Nessuna società può evitare d’avere un interdetto; la domanda importante è: cosa sarà interdetto?
Secondo Deuteronomio 27:15-26, che pone l’uomo sotto interdetto o maledizione è una violazione della legge di Dio (e non la legge dello stato o della chiesa). Sono pronunciate dodici maledizioni, numero uguale alle tribù d’Israele, per indicare una totalità. Queste dodici maledizioni sono:
Il principio e fondamento di benedizioni e maledizioni è molto chiaramente la legge (De. 28:1, 15). Le suddette maledizioni specificano particolari peccati di carattere depravato, peccati che sono atti di crudeltà. La dodicesima maledizione, però, include ogni legge di Dio e pertanto non lascia area di fuga dalla maledizione eccetto che nell’obbedienza.
Deuteronomio 28, specialmente i versi 1-26 ci danno una magnifica dichiarazione di benedizioni e maledizioni. In evidenza ci sono due fatti importanti e molto ovvi. Primo, queste benedizioni o beatitudini promettono vita, prosperità e successo a quelli che obbediscono la legge di Dio. Kline ha ragione nel dichiarare:
Israele, se fedele al giuramento pattizio, sarebbe risultato vincitore in ogni incontro [scontro] militare o commerciale con le altre nazioni. All’interno del Regno ci sarebbe stata abbondanza di beni terreni. Canaan sarebbe stata un vero paradiso ove scorre il latte e il miele. Come primaria implicazione, Israele avrebbe prosperato nella sua relazione col suo Signore pattizio. Questo è il segreto di ogni beatitudine, perché il suo [di Dio] favore è vita [6].
L’obbedienza alla legge è un atto di fede che Dio è fedele e darà al suo popolo una vita abbondante e una buona terra. Davide affermò la fede di tutta la Scrittura nel dichiarare:
Poiché i malvagi saranno sterminati, ma coloro che sperano nell’Eterno possederanno la terra. Ancora un po’ e l’empio non sarà più; sì, tu cercherai attentamente il suo posto, e non ci sarà più. Ma i mansueti possederanno la terra e godranno di una grande pace (Sl. 37:9-11).
Le parole di Davide non possono essere comprese separatamente da Deuteronomio 28, né lo può la beatitudine di Cristo: “Beati i mansueti perché essi erediteranno la terra” (Mt. 5:5). I mansueti, i domati da Dio che lo obbediscono, hanno letteralmente ricevuto in promessa la terra per la loro obbedienza. Essi sono benedetti nella città e nella campagna, nel frutto del loro corpo e il frutto del campo, nel cesto e nel granaio, e in tutto. La promessa è che “Gli umili [miti KJV] mangeranno e saranno saziati” (Sl. 22:26). “Egli guiderà i mansueti nella giustizia e insegnerà la sua via agli umili” (Sl. 25:9), ovvero Egli li guiderà nella giustizia e insegnerà loro come vivere. La legge è pertanto la via per una vita ricca sulla terra. Non c’è promessa di alcuna prosperità separatamente dalla legge. L’obbedienza di fede è la legge.
Secondo, riguardo alle maledizioni: “Essere banditi dall’eredità promessa era la maledizione estrema” [7]. Proprio come la legge spalanca la via alla vita e alla terra, così l’empietà spalanca a maledizioni, sconfitta, e infine morte. La parte più lunga del capitolo è dedicata ad una precisa specificazione delle conseguenze della maledizione.
Fu la maledizione sull’empietà*, quando Adamo ed Eva negarono Dio come principio di vita e legge, come loro Sovrano, che portò alla loro espulsione dal paradiso. È stata la stessa maledizione sull’empietà* che, epoca dopo epoca, ha destinato l’uomo a frustrazione, sconfitta e morte. Negare Dio è negare a sua legge e sovranità, o, viceversa, negare la legge di Dio e la sua sovranità è negare Dio. Affermare la legge di Dio è accettare la sua sovranità e la sua signoria. Fede e legge sono inseparabili, infatti “la fede senza le opere è morta” (Gm. 2:20).
Di fatto: “Le benedizioni sono rappresentate come reali poteri, che seguono le orme della nazione, e la raggiungono” [8]. La Scrittura non insegna solamente una dottrina di grazia sovrana e irresistibile, ma insegna anche una dottrina di sovrane benedizioni e maledizioni per l’obbedienza o la disobbedienza alla legge di Dio. Questo è l’ineludibile significato di Deuteronomio 28.
In Deuteronomio 28:2, ci è detto “tutte queste benedizioni verranno su di te e ti raggiungeranno, se ascolterai la voce dell’Eterno, il tuo DIO”. Nel verso 15 è dichiarato che “tutte queste maledizioni verranno su di te e ti raggiungeranno”. In ambedue i casi è dichiarata una conseguenza irresistibile.
Però, l’uomo non ha la libertà di scegliere le conseguenze, vale a dire che non può dichiarare che, poiché gli è dovuto di essere benedetto, sceglie di esserlo mediante il denaro, una nuova moglie, o quattro figli. Similmente, l’uomo non può scegliere la propria punizione. Il mondo delle maledizioni e benedizioni non è una questione da buffet, ove l’uomo può esercitare la propria libera scelta e scegliere ciò che gli piace. In ogni momento Dio è sovrano, e “ Egli sceglierà per noi la nostra eredità” (Sa. 47:4).
La storia di quell’irresistibile maledizione cominciò con la Caduta e continua fino al presente. Le benedizioni irresistibili cominciarono in Eden, e lungo tutta la storia sono state in vigore ovunque abbia prevalso l’obbedienza. Con le sue Beatitudini Gesù Cristo ha confermato Deuteronomio 28 e s’è fatto conoscere come il Legislatore. Ciò fu percepito dai suoi ascoltatori, infatti: “Ora, quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle stupivano della sua dottrina, perché egli le ammaestrava, come, uno che ha autorità e non come gli scribi” (Mt. 7:28-29). Gli scribi interpretavano la legge; Gesù Cristo dichiarò la legge in qualità di suo creatore. In quanto creatore della legge le sue parole furono una rivelazione della legge. Perciò, le maledizioni e le benedizioni della legge dipendevano dall’udire e obbedire i suoi “detti” (Mt. 7:24-27).
L’uomo vuole e ha bisogno di un mondo di maledizioni e benedizioni. Tutto nella sua natura, poiché è creato da Dio, richiede un mondo di conseguenze e causalità. Però, poiché l’uomo è decaduto ed è in ribellione contro Dio, egli vuole che quelle maledizioni e benedizioni siano assegnate nei suoi termini, in relazione alle sue richieste e al suo estimo della giustizia. Non molti anni fa, chi scrive ha avuto più di qualche esperienza con giocatori d’azzardo in Nevada. Benché uomini generalmente profani, talvolta pregavano, e ce l’avevano con Dio perché le loro preghiere non erano state esaudite secondo il desiderio del loro cuore. Talvolta quando scommettendo con disperazione, pregavano per avere una vittoria sensazionale, promettevano a Dio che una grande porzione della vincita sarebbe andata al prete, ministro o chiesa. Un uomo promise perfino che avrebbe restituito a sua madre del denaro che le doveva da tempo. In qualche modo, a motivo delle loro “nobili” dichiarazioni, Dio, come loro “socio” avrebbe dovuto benedirli, e il fatto che Dio non li avesse benedetti era una evidenza che la religione è un imbroglio. In tutti tali casi, l’uomo stabilisce le condizioni, regole, o leggi delle benedizioni e poi si aspetta che Dio si adegui. Siccome questo tipo di negoziato è blasfemo, può meritare solo giudizio, non una benedizione. Una cattiva impresa non diventa buona nominando Dio come socio. L’uomo non può rompere la legge di Dio senza venirne rotto.
Esaminiamo di nuovo le maledizioni. Un uomo non è esentato dalla maledizione della legge perché ha evitato le prime undici segrete trasgressioni. La maledizione vale per tutti quelli che non riescono a mettere in pratica tutta la legge di Dio. Perciò, quando Dio c’incrimina d’aver violato la sua legge, non possiamo addurre che non abbiamo commesso incesto, né fatto sesso con animali. Ci è stata data una legge totale, e la dichiarazione è: “Maledetto chi non si attiene alle parole di questa legge, per metterle in pratica!” (De. 27:26). Ci sono molti aspetti della legge che i peggiori degli uomini approvano. In società carcerarie, gli omicidi disprezzano gli stupratori, i ladri disprezzano gli omicidi, e così via. Ciascun criminale vuole tutto il mondo di legge e ordine eccetto la sua personale area di esenzione. Alcuni criminali sono orgogliosamente giusti in se stessi nelle loro aree di ottemperanza. Nessun ladro è esentato dalla prigione perché non ha ucciso, né alcun assassino è esentato perché non ha commesso stupro. Similmente, agli occhi di Dio, siamo responsabili per la legge totale, e non possiamo chiedere d’essere esentati dalla maledizione perché ne ottemperiamo il novantanove percento e poi trattiamo quell’altro un percento con totale casualità o disprezzo. Per questo modo di ragionare Dio ha ripetutamente posto uomini di chiesa moralistici sotto la sua maledizione. “Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma viene meno in un sol punto, è colpevole su tutti i punti” (Gm. 2:10).
Note:
* Empio- empietà. Lawlwless e lawlessness. Senza legge (di Dio) Fuori dalla legge di Dio.
1 J. Denney, “Curse”, in Hastings, Dictionary of the Bible, I, 534 s.
2 Andrew Harper, The Book of Deuteronomy; New York: Doran, n.d., p. 173 s.
3 (dal greco antico askesis) una parola che in origine significava esercizio, allenamento di un atleta per il superamento di una prova. (N. d. T.)
4 Andrew Harper, The Book of Deuteronomy; New York: Doran, n.d., p. 185.
5 Keil and Delitzsch, The Pentateuch, III, 434 s.
6 Meredith G. Kline, Treaty of the Great King, p. 125. 7 Ibid.
8 Keil and Delitzsch, The Pentateuch, III, 435 s.