Il Settimo Comandamento
17. Il Travestito
In Deuteronomio 22:5 compare una legge significativa che per molto tempo ha influenzato i codici giuridici delle nazioni cristiane:
La donna non indosserà abiti da uomo, né l’uomo indosserà abiti da donna, perché chiunque fa tali cose è in abominio all’Eterno, il tuo DIO.
Qui la parola abominazione è di particolare interesse. Una parola greca e quattro ebraiche sono tradotte con abominazione; in queso caso la parola ebraica è toebah, che significa “qualcosa di detestato, specialmente su basi religiose”.[1] “La parola è usata per denotare ciò che è particolarmente offensivo al senso morale, al sentimento religioso o all’inclinazione naturale dell’anima”.[2]
La legge qui comunque designa la persona come un’ “abominazione” al Signore; perciò non l’atto o la cosa ma l’individuo è indicato come oggetto di quest’aborrimento.
Non c’è pena specificata per il reato; è un’infrazione, e la punizione è lasciata alla descrizione del legislatore.
I commenti degli studiosi biblici sono interessanti. Wright l’ha vista come parte dei requisiti della perfezione fisica, il dovere di rispettare e conservare il corpo come Dio l’ha dato, senza mutilazioni o confusioni.[3] Wright ha dichiarato che è
Una legge che compare solo qui ed è generalmente interpretata come rivolta contro i cambiamenti di sesso simulati nella religione canaanita. L’evidenza di quest’ultima è derivata, comunque, da fonti che sono più tarde dei tempi d’Israele. Potrebbe essere che la motivazione provenga dall’aborrenza israelitica per tutto ciò ch’è innaturale (cf. vv. 9-11; Esegesi su 14:1-2), benché in effetti non abbiamo certezze riguardo a cosa vi sia dietro.[4]
Keil e Delitzsch sono particolarmente utili:
Come la proprietà di un vicino doveva essere sacra nella valutazione di un’israelita, così anche la distinzione divina dei sessi che era tenuta per sacra nella vita civile col vestiario peculiare per ciascun sesso, dove essere osservata come ancor più sacra. “Non ci sarà cosa da uomo su una donna e l’uomo non indosserà indumenti da donna”. (Cosa) non significa meramente vestiario, né solo distintivi, ma include ogni tipo di utensile domestico o altro. L’intenzione immediata di questa proibizione non era di prevenire la licenziosità o di opporre pratiche idolatriche. …; ma di mantenere la santità di quella distinzione tra i sessi che fu stabilita dalla creazione di uomo e donna, e in relazione a cui Israele non doveva peccare. Ogni violazione o cancellazione di questa distinzione come perfino, per esempio, l’emancipazione della donna — era innaturale e perciò un’abominazione agli occhi di Dio.[5]
La legge perciò proibisce l’imposizione dei doveri e degli utensili di un uomo ad una donna. Il suo scopo è quindi mantenere l’ordine fondamentale di Dio. Un uomo che permette a sua moglie di mantenerlo se è ha salute per farlo da solo ha violato questa legge.
Il commento di Alexander sostiene lo stesso significato:
La distinzione tra i sessi divinamente istituita doveva essere osservata con sacro rispetto e, per farlo, l’abito e le altre cose appropriate all’uno non dovevano essere usate dall’altro: ciò che è di pertinenza di un uomo; letteralmente: l’attrezzatura di un uomo, (che include, non meramente l’abito, ma gli utensili, strumenti, armi e utensili). Questo è un regolamento etico nell’interesse della moralità. Non c’è riferimento, come alcuni hanno supposto, al portare una maschera allo scopo di camuffarsi, o alla pratica dei sacerdoti delle festività pagani di indossare le maschere delle loro divinità. Qualsiasi cosa tenda ad obliterare la distinzione tra i sessi tende alla licenziosità; che l’un sesso possa indossare il vestito dell’altro è sempre stato considerato innaturale e indecente.[6]
Secondo Baumgarten, questa legge
Proibisce la manifestazione della prima, innaturale e anti-religiosa situazione in cui l’uomo (il marito), in quanto uomo originale (essere umano), obbedisca la voce della propria moglie, l’uomo derivato … Nella misura in cui l’uomo persiste in questo estraniamento da Dio, questo errore si farà sempre sentire Romani 1: 26, 27 … ma tuttora l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni perversione dei sessi, negli sconcertanti e preoccupanti risultati di quell’ampiamente diffuso e sempre più in espansione dominio della donna e servitù del maschio.[7]
Oggi noi abbiamo ciò che Winick ha chiamato la progressiva desessualizzazione della gente. L’obbiettivo è sempre più l’ “uomo blando” tra ambedue le generazioni quella vecchia e quella più giovane. L’uomo è fatto diventare sempre più una creatura neutra; la distinzione tra maschio e femmina è offuscata. Come risultato, e non sorprende, nel 1964 il Sindacato Americano per le Libertà Civili ha difeso un uomo contro l’accusa di travestimento, sfidando la legge per la prima volta in 119 anni.[8] Inoltre, “il travestimento da parte di uomini compare sempre più in opere e film”.[9] Il vestiario unisex è diventato popolare a Londra e tra alcuni teen-ager scandinavi.[10] Il mondo e l’America sono diventati sempre più “il paese del blando”.[11] Simultaneamente, il palcoscenico “ha creato un certo numero di uomini programmati per la sconfitta” mentre contemporaneamente mette in scena donne aggressive. Infatti, “le attrici non solo superano gli uomini negli incassi; alcune sono effettivamente più alte”. Inoltre: “benché i caratteri femminili rappresentassero un tempo l’obbiettivo della ricerca romantica dell’eroe, oggi abbiamo la donna come bruto”.[12]
Dietro a questo caos ci sono certe idee. Primo, la ribellione contro l’ordine voluto da Dio è assai ovvia. Viene negato proprio il principio d’ordine. L’uomo cerca deliberatamente di ri-arrangiare la creazione nei termini del proprio mandato creativo.
Secondo, è all’opera l’eguaglianza come fede filosofica e religiosa. Tutte le persone sono uguali; la donna è uguale all’uomo, e l’uomo è uguale a Dio. Come risultato, deve esserci per principio una guerra contro le differenze. L’obbiettivo non è solo l’unisex ma anche l’uniumano, la persona blanda, neutrale. Henry Miller vede il ritorno al Paradiso solo mediante la distruzione di storia, significato, legge e moralità. Ci deve essere un tempo di distruzione totale, il “tempo degli assassini”, e il nuovo mondo potrà venire solo dopo che il vecchio mondo è dimenticato. Questo significa un periodo d’anarchia, di amalgama razziale, e di universale ermafrodismo umano (“la nascita di maschio e femmina in ogni individuo”) e poi può comparire il nuovo mondo.[13]
Tornando ora alla legge per una fresca valutazione del suo significato, si riferisce chiaramente a indumenti, ma il suo significato è ben più ampio. La legge colpisce la generica neutralizzazione dei sessi e la confusione dei loro ruoli. La legge insiste su una rigida linea di divisione tra maschio e femmina come il mezzo migliore e quello ordinato da Dio per comunicare l’amore tra di loro. La forza ed il carattere di maschio e femmina è mantenuto nel modo migliore obbedendo questa legge.
Un tempo era un rigoroso principio di comportamento militare mettere in atto questa legge in ogni area. Così, agli uomini in uniforme non era permesso spingere un passeggino; fare il lavoro di una madre era indecoroso per la forza e l’autorità rappresentate dalla divisa. Se questa sembra oggi un’illustrazione irrisoria e comica, il fatto rimane che è ancora sana come principio. Il suo scopo era preservare la dignità e la mascolinità di una forza da combattimento. Allo stesso tempo, sotto gli standard antecedenti la Prima Guerra Mondiale, da un ufficiale ci si aspettava che avesse versatilità. Le loro camerate dovevano essere pulite e ben tenute e la capacità di cucinare non era limitata al cuoco. Lo scopo era l’autosufficienza e la capacità di sopravvivenza. A casa, l’uomo non faceva lavoro femminile; in caserma e sul campo, l’uomo doveva essere pieno di risorse, capace e ordinato nella sua vita.
Lo scopo della legge è di incrementare la forza e l’autorità di uomo e donna nei rispettivi ambiti. La forza dell’uomo è nell’essere uomo sotto Dio, e la forza della donna è nell’essere donna sotto Dio.
La definizione di travestito deve pertanto essere ampliata da un mero riferimento al vestiario.
Si può aggiungere che la cultura moderna ha un carattere fortemente travestito. Qui come altrove preferisce il carattere della perversione alla legge di Dio.
Note:
1 S. R. Driver: “Abomination”, in James Harstings editore: A Dictionary of the Bible, I, 11 s.
2 Unger’s Bible Dictionary, p. 9.
3 G. Ernest Wright: “Deuteronomy” su 14:1, 2: Interpreter’s Bible, II, 421.
4 Ibid., I, 464.
5 Keil and Delitzsch: The Pentateuch, III, 409 s.
6 W. L. Alexander: Deuteronomy, in Spence ed Exell: The Pulpit Commentary, p. 355.
7 Citato da F. W. J. Schroeder, in John Peter Lange, editore: Commentary on the Holy Scriptures: Deuteronomy, p. 165.
8 Charles Winick: The New People, p. 236 s.
9 Ibid., p. 242.
10 Ibid., p. 267.
11 Ibid., p. 145 ss.
12 Ibid., p. 73.
13 Lawrence Durrell, editore: The Henry Miller Reader; New York: New Directions, 1959, pp. 231-239.