La nostra società è in uno stato di disintegrazione. La nazione affronta il collasso morale, sociale, economico e infine politico a causa delle deleterie conseguenze del trionfo dell’umanesimo secolare e della sua accettazione come verità pubblica (cioè come religione) sia dai nostri governanti che dal popolo. Ne risulta che la chiesa oggi affronta una situazione che non ha affrontato fin dai giorni degli imperatori Romani, vale a dire un sistema politico secolare di governo che non riconosce alcun Dio al di sopra di sé stesso e nessuna legge più alta delle proprie e che è sempre più ostile alla fede cristiana.
Malgrado il riconoscimento da parte di alcuni politici che “la società è in cocci” non c’è consenso su ciò che dovrebbe essere fatto per risolvere questo problema, e sta diventando sempre più chiaro che le ideologie politiche e le istituzioni che governano la nostra società sono incapaci di salvarci dalla disintegrazione sociale che il sistema di fede umanista ha inflitto alla società. La sola risposta reale a questa situazione proviene dal pentimento e dalla fede nel Signore Gesù Cristo. La nostra società può essere liberata dalla sua presente disintegrazione sociale e dal crescente disastro che incombe su di noi solo tornando a Dio. Ma il cristianesimo non funziona per magia. Dio opera per mezzo del suo corpo sulla terra, la chiesa, che deve essere una vivente comunità di fede che dimostra la realtà pratica del vivere come Regno di Dio.
La chiesa è chiamata ad essere una comunità profetica, una società che funziona attraverso tutto lo spettro della vita sociale umana, e per mezzo della testimonianza di questa vita in parole ed azioni, cioè presentando al mondo come dovrebbe essere la società, chiama il mondo a pentimento e alla fede in Cristo. Solo quando la chiesa incarna il vangelo in tale società profetica il Grande mandato sarà realizzato.
Ma cosa significa questo in pratica?
Al fine di perseguire questa missione la chiesa deve costituirsi in un ordine sociale funzionante nel provvedere i seguenti servizi:
Primo, dobbiamo stabilire un sistema di giustizia (o arbitrato) cristiano. Nella sua prima Lettera ai Corinzi l’apostolo Paolo rimproverò i Corinzi perché portavano le loro questioni davanti ai tribunali pagani e per aver mancato di stabilire tribunali competenti per dirimere dispute tra cristiani (1 Co. 6:1-8). È necessario che la chiesa oggi ristabilisca tali corti di giustizia dal momento che i tribunali secolari della nazione sono ora soggetti ad un’empia legislazione e da essi non ci si può aspettare giustizia. Il funzionamento di tali tribunali avrebbe probabilmente anche un influenza ben oltre la chiesa, come di fatto è avvenuto con i tribunali della prima chiesa.
Secondo, dobbiamo istituire un sistema di previdenza sociale cristiano. Ciò è insegnato nel Nuovo Testamento e, naturalmente, lo stesso principio fu esibito come essenziale per la comunità dei credenti nel Vecchio Testamento. La chiesa è chiamata a prendersi cura per i genuinamente poveri e ad aiutare coloro i quali essendo nel bisogno non sono in grado di aiutarsi da soli e non hanno una famiglia che li possa aiutare (Atti 20:35; Ef. 4:28).
Terzo, dobbiamo stabilire un sistema medico cristiano. Cristo ha comandato alla sua chiesa di predicare l’evangelo e di guarire gli infermi (Mt. 10. 7-8; Lu. 9:2; 10:9). Dovunque è stata stabilita l’opera missionaria della chiesa la guarigione e la fondazione di ospedali ha accompagnato l’opera. Predicare il vangelo e guarire i malati vanno insieme e l’hanno sempre fatto nell’opera missionaria. Questo non è oggi meno essenziale che nel passato. Allo stesso modo,
Quarto, dobbiamo stabilire un sistema educativo cristiano. L’istituzione di scuole è stata una delle opere culturali più importanti della chiesa nel corso della storia. Nell’opera missionaria l’educazione è sempre stata considerata una vitale opera collaterale al lavoro di predicazione del vangelo e di guarigione dei malati. Il Grande Mandato non può essere completato senza di essa. Noi abbiamo ricevuto dal Signore l’ordine di ‘insegnare’ a tutte le nazioni (Mt. 28:19).
Questi sistemi devono funzionare ed essere finanziati in modo indipendente dalle disposizioni secolari.
La chiesa deve cominciare a funzionare come un ordinamento sociale distinto, indipendente, controrivoluzionario.
Questo è ciò che la chiesa storicamente ha fatto nei primi secoli della sua storia e fu funzionando come una società in questo modo che la chiesa fu capace di trasformare l’antico mondo romano quando la società della tarda antichità classica collassò sotto il peso mortale del paganesimo e del secolarismo politico dello Stato romano. La chiesa moderna affronta una situazione che non è dissimile da quella affrontata dalla chiesa primitiva dell’Impero romano.
Ma lo scopo di questi sforzi non dovrebbe essere semplicemente di provvedere per i soli membri della chiesa, dovrebbe essere anche di provvedere questi servizi come un aspetto essenziale della missione della chiesa verso il mondo, in modo che mentre questo ordinamento sociale cristiano cresce spiazzerà ed eventualmente rimpiazzerà l’ordinamento sociale umanista che ora domina la nostra società. Quando l’ordinamento secolare collasserà, come inevitabilmente farà e sta già facendo, la nazione deve poter vedere la fede cristiana come la sola reale risposta alla crisi personale dell’uomo e l’ordinamento sociale cristiano come la sola risposta alla sua crisi sociale. Proprio come gli imperatori romani alla fine si resero conto che la cristianità era la sola reale alternativa al collasso di Roma, così anche il nostro popolo e i nostri governanti devono giungere a rendersi conto che l’uomo può trovare la salvezza solo nel Signore Gesù Cristo e che l’ordinamento sociale cristiano è la sola risposta alla disintegrazione della nostra società.
Naturalmente l’evangelizzazione è parte essenziale della risposta della chiesa a questa situazione. Ma la nostra chiamata a individui e alla nazione al pentimento deve essere visto nel contesto della chiesa che vive in questo modo quale vera società della fede, un ordinamento sociale cristiano.
Un altro aspetto essenziale della vita della chiesa è la riunione dei credenti per la comunione e per il culto. I non credenti percepiscono i riti della chiesa come privi di significato per la loro vita e quella della società, in gran parte perché lo sono. Non hanno un aggancio col mondo reale in nessun modo che sia significativo. Dobbiamo rimpiazzare questi rituali con una riunione di chiesa che gravita intorno alla forma biblica, vale a dire la festa dell’Agape, la Pasqua cristiana, un pasto di comunione che dovrebbe essere il contesto della celebrazione dell’Eucarestia e attorno al quale dovrebbe ruotare l’incontro intero. Questo è anche un aspetto essenziale di ciò che significa vivere come una comunità profetica, un ordinamento sociale profetico che chiama il mondo a pentimento, dal momento che nel farlo proclamiamo il Signore.
Ci sono cinque elementi, oltre alla celebrazione dell’Eucarestia nel contesto della festa dell’Agape, che hanno bisogno di essere incorporati dentro la liturgia delle nostra assemblee.
Questa non vuole essere una descrizione esaustiva di ciò che dovrebbe accadere quando la chiesa si riunisce, è piuttosto un semplice minimo se la chiesa deve essere edificata e rafforzata nella fede e con ciò fornita per il lavoro di servizio. Ma il rituale non è sufficiente. Il rituale per sé non fa crescere né edifica la chiesa, e questo si applica non solo alle chiese che sono molto attente alla forma del rituale, come la Chiesa d’Inghilterra ma anche ai riti più ‘spontanei’ della Chiese Libere. Ciò che noi confessiamo, ascoltiamo, preghiamo e proclamiamo nell’assemblea della chiesa deve avvenire nel contesto di una reale fratellanza ed essere una verace manifestazione di quella comunione. Questo è il motivo per cui il Signore Gesù Cristo ha ordinato la Pasqua cristiana, l’Eucarestia, nel contesto di un convito di comunione fraterna, e la chiesa primitiva lo ha praticato nel contesto di un pasto di comunione fraterna, la festa dell’Agape. L’Eucarestia è una festa di comunione e non dovrebbe essere ridotto ad un rito eseguito da un ecclesiastico; anzi, dovrebbe essere un reale evento di comunione, un incontro sociale nel quale la comunità partecipa di un pasto condiviso.
Il ministero della chiesa deve inoltre essere indirizzato ai maschi. La chiesa deve insegnare agli uomini d’essere capi delle loro case e pastori delle loro famiglie sotto Dio. Le responsabilità della guida maschile dovrebbe essere insegnata e modellata dalla chiesa per il mondo. Questo significa che l’ideologia femminista che al presente domina la chiesa e virtualmente ogni altro aspetto della cultura cristiana, e i modelli di comportamento effeminati che ha generato nella vita della comunità cristiana devono essere abbandonati e sostituiti da una teologia biblica e dal modello patriarcale di leadership che questa produce. Quando la chiesa comincia a funzionare in questa maniera l’invito evangelico ai non credenti e in particolare ai maschi di aggregarsi alla chiesa sarà pratico e pieno di significato. Produrrà due risposte: molti saranno attratti e ci sarà crescita, e molti altri saranno irritati e cercheranno di attaccare la chiesa. Ma la chiesa comincerà a trasformare la nazione in obbedienza al Grande Mandato. Data la situazione che affrontiamo oggi questa è la sola via da seguire per la chiesa se si vuole adempiere il Grande Mandato.