No, non viviamo in un “mondo post-cristiano”. Un mondo post-cristiano non è una possibilità. Non c’è mai stato tale mondo; né ci sarà mai. Smettete di usare questo modo di dire. È cattiva teologia. È cattiva filosofia della storia. È cattivo evangelismo. È cattiva psicologia. Ed è un falso concetto della realtà.
È cattiva teologia perché presuppone un cambio di sovranità. Un mondo cristiano è un mondo dove Cristo è presente ed ha ogni autorità. Perciò un “mondo post-cristiano” presuppone che Cristo non sia presente e che non abbia ogni autorità. Ciò va direttamente contro le parole iniziali e conclusive del Grande Mandato. Fino a che Cristo ha ogni autorità, ed è con noi, questo sarà un mondo cristiano, punto.
È cattiva filosofia della storia perché presuppone che la storia in qualche modo operi con una logica propria, e perciò controlli il destino e le azioni di culture indipendentemente dalle azioni o dei credi degli uomini. Un “mondo post-cristiano” significherebbe che la storia ha virato in un’altra direzione, opposta a quella in cui stava andando prima. La storia non va avanti e indietro. Va solo in una direzione.
È cattivo evangelismo perché fornisce munizioni ai nemici del cristianesimo che vogliono dipingerlo come un fattore storico temporaneo che ha esaurito il suo scopo e finirà inevitabilmente nella soffitta della storia. Essi hanno una definizione per il “mondo cristiano” dei secoli scorsi: Medio Evo. Medio, cioè in mezzo tra l’era primitiva e quella più recente del paganesimo. L’espressione “mondo post-cristiano” suona così bene nei loro discorsi; certo, certo, è un “mondo post-cristiano”, dicono, perché il cristianesimo ha fatto la sua parte ed è ora che si ritiri dal mondo.
È cattiva psicologia perché insegna ai cristiani che nelle possibilità di vittoria e di trionfo c’è una differenza fondamentale tra loro e i loro predecessori spirituali del passato. I nostri antenati devono aver ottenuto le loro vittorie spirituali perché vivevano in un “mondo cristiano”; il nostro è un “mondo post-cristiano” e perciò non dovremmo aspettarci troppo.
Ed è un falso concetto della realtà perché presuppone che il cristianesimo abbia perduto la sua influenza sul mondo. Niente potrebbe essere più lontano dalla verità. Più di qualsiasi precedente tempo della storia, il mondo oggi cade o sta in piedi col cristianesimo. Tutti i nemici del cristianesimo hanno bisogno del cristianesimo per sopravvivere sia come individui che come culture. L’Unione Sovietica non sarebbe riuscita a sopravvivere 70 anni se il suo nemico ideologico, gli stati Uniti, non l’avessero rifornita di cibo, macchine e tecnologia. Allo stesso modo, l’umanesimo secolare, il Buddismo, l’Islam non sarebbero capaci di sopravvivere se il cristianesimo e i cristiani non esistessero per fornire il principio di unità al mondo oggi. I sodomiti, gli abortisti e i paganisti non possono edificare società e culture proprie. Sono parassiti ideologici che devono cibarsi del cristianesimo per mantenersi in vita. Tutti i capi politici del mondo desiderano onestamente i frutti del cristianesimo, anche quando ne rinnegano le radici. (Quando fu pressato dalla necessità creata dall’invasione tedesca, Stalin improvvisamente scoprì che aprire le porte delle chiese per il culto aumentava il morale delle sue truppe, in contraddizione col dogma Marxista). Il sistema bancario mondiale, il sistema commerciale internazionale, la diplomazia e le leggi interne, tutte operano nel presupposto che tutti i partecipanti agiranno da cristiani, qualsiasi sia la loro religione personale, infatti, le stesse regole ufficiali in tutti questi campi sono basate sui codici cristiani originali risalenti al XVI e XVII secolo. Se il cristianesimo non esistesse, i non cristiani l’avrebbero inventato; altrimenti il mondo si autodistruggerebbe in pochi anni.
“Ah”, direbbero alcuni, “ma non è poi vero che il mondo una volta era più cristiano di oggi? Non è forse vero che oggi abbiamo meno cristianesimo, e che infatti, il mondo oggi è in modo predominante non cristiano?”
No, non è vero. Ciò che è vero è che era più confortevole essere cristiani prima, specialmente nella sfera pubblica, ma anche nella famiglia, nella scuola, nella chiesa, al mercato, ecc. Ed era più confortevole non perché ci fosse intorno più cristianità, ma perché i nemici della cristianità erano più assoggettati. Oggi sono meno assoggettati, ma ciò non fa il mondo meno cristiano, e certamente non lo fa “post-cristiano”.
Quindi, la questione non è che il mondo era cristiano prima ed ora è “post-cristiano”. La questione è: Perché Dio ha assoggettato i nemici della sua chiesa prima, e perché non lo fa ora?
La risposta è: Perché la chiesa allora era più giovane.
Un bimbo di tre anni vive una vita piuttosto confortevole. Il suo cibo gli viene posto davanti, viene aiutato ad indossare i suoi vestiti. Mamma e papà lo portano fuori a fare una passeggiata, e lo tengono d’occhio mentre gioca nel parco. Gioca con i suoi balocchi e può lasciarli dappertutto. La mamma si assicura che alla fine della giornata siano di nuovo nell’armadio, si assicura che la sua stanza sia pulita e che non ci siano indumenti sporchi sul pavimento, si premura che il letto sia fatto e la stanza sia in ordine.
Poi arriva il tempo in cui è cresciuto abbastanza per pulire da se la propria camera. Può fare da sé. La mamma non viene più nella sua stanza a sistemare i problemi. Se lascia per terra indumenti sporchi rimarranno lì finché farà lo sforzo di riporli nella cesta e di portarli nella lavanderia. Se lascia per terra i giochi dopo aver finito di giocare rimarranno lì finché non farà lo sforzo di riporli nell’armadio. La coperta sul suo letto sarà un totale scompiglio finché non farà lo sforzo di rifarsi il letto. Ha bisogno di imparare sane abitudini, ma poiché questo non avviene in un attimo, la sua stanza presto comincia ad essere coperta di indumenti sporchi e di giocattoli sparsi. La mamma non è la ad “assoggettare” le sfide. Egli stesso lo deve fare, e non ha ancora imparato.
La sua prima tentazione sarà di dire che vive in una “casa post-Mamma”. La Mamma era sempre intorno, e invece non è più qui a pulire la sua stanza. Per ogni scopo pratico questa non è la sua Mamma precedente. È una Mamma completamente diversa. Che sia possibile che un giorno voglia anche che si prepari il pranzo? Portar fuori i rifiuti? Lavare i piatti? Il futuro sembra minaccioso e la sua casa sembra velocemente trasformarsi in un inferno. Che altra conclusione potrebbe trarre da tutto ciò?
Il giusto atteggiamento è che ora è cresciuto, e che deve pulirsela da solo. E poi imparare a preparare il pranzo. E portar fuori i rifiuti. Lavare i piatti. Il futuro sarà un futuro glorioso, qui nella sua casa, con i suoi genitori, se solo considererà le sfide come esperienze d’apprendimento piuttosto che indicatori di un futuro minaccioso e tetro.
Questa è la soluzione della chiesa oggi. Sì, Dio ci ha assoggettato i nostri nemici nel passato, e il mondo è stato un luogo più pulito e più confortevole per i cristiani. Ma è stato perché la chiesa era nella sua infanzia, e Dio la stava preservando dalle sfide che sarebbero state troppo dure per lei. Ma con la chiesa che ha accumulato anni di esperienza, Dio rilascerà nel mondo più sfide, e sfide più difficili. Ci saranno indumenti sporchi sul pavimento per un po’, finché impareremo a portarle nella lavanderia. L’umanesimo secolare, governanti pagani, leggi e regole socialiste, sodomite, anti-cristiane: questi sono gli indumenti sporchi con cui la chiesa dovrà trattare nella sua condizione di maggior maturità. Il suo compito è di ripristinare la pulizia nella sua stanza, non di dichiarare l’arrivo del mondo “post-cristiano”, del mondo “post-Mamma” Il mondo è lo stesso di prima, le sfide sono maggiori, perché la responsabilità è maggiore.
Certamente avremo dei fratelli da dentro la chiesa che diranno che non si può fare nulla per la stanza sporca. La pulizia della stanza stessa, diranno, è un esercizio carnale; ed è stata in gran parte una circostanza storica se nel passato la stanza è stata pulita. La Mamma non vuole realmente che noi puliamo la stanza. La mamma vuole che viviamo una vita pulita in una stanza progressivamente sempre più sporca. (Cioè vivere una vita cristiana in un mondo “post-cristiano”). Finché i nostri cuori sono puliti, la stanza può rimanere sporca. In fatti, più sporca sarà la stanza, più saranno puliti i nostri cuori, l’indice di un cuore veramente pulito è una stanza sporca. (“L’indice di una cristianità vibrante è che può esistere in un mondo pagano”). Non cercare di pulire nulla. Impara a vivere in una stanza sporca con un cuore pulito.
Ci saranno altri fratelli che amerebbero avere una stanza pulita, ma diranno che in primo luogo questa non è la nostra stanza. La Mamma in realtà non aveva in mente che vivessimo in questa stanza, questo è il motivo per cui sta diventando sempre più sporca. C’è per noi un’altra stanza, e un giorno glorioso Mamma verrà a salvarci dalla nostra stanza sporca, brucerà tutti gli indumenti sporchi e i giocattoli sparsi, e ci porterà (ci rapirà) ad una stanza dove non ci saranno mai più indumenti sporchi, e i giocattoli ritorneranno automaticamente nell’armadio dopo che abbiamo finito di giocare con essi. Tutto ciò che dobbiamo fare è tenere da parte un piccolo posticino pulito in un angolo di questa stanza dove attenderemo quel giorno. Niente altro può essere fatto, né dovrebbe essere fatto. (“Non si lucidano gli ottoni in una nave che sta affondando”).
Queste sono le ideologie dell’eterna immaturità. Statene lontani. Smettete di usare l’espressione: “mondo post-cristiano”. Il nostro mondo è più cristiano di quanto non lo sia mai stato prima. È solo pieno di indumenti sporchi e di giocattoli sparsi, più sfide e più opportunità per crescere e maturare. Dobbiamo assumerci la responsabilità di riportarlo alla pulizia che aveva prima, ed anche meglio. “Mondo post-cristiano” è un’espressione che ci insegna a rigettare quella responsabilità. Per questo dobbiamo cancellarla dal nostro vocabolario.
23/08/2011