12: Venuto per fare un giudizio

Giovanni 9

Quando nel verso 39 Cristo disse che era venuto in questo mondo per fare un giudizio non stava negando che non era venuto per condannare il mondo come aveva detto altrove. È venuto a salvare il mondo ma chiunque non crede si condanna da sé. In questo modo Cristo porta giudizio.

Il verso 39 rende chiaro che il verso 41: “Se foste ciechi, non avreste alcun peccato” deve essere inteso come segue: “Se voi ammetteste la vostra cecità, credereste in me e non sareste colpevoli di peccato; non vi accollereste il peccato di incredulità”. Ma i Farisei dicevano: “Noi vediamo” e perciò rimanevano nel peccato di incredulità.

I discepoli, procedendo della nozione che i peccati particolari individuali fossero la causa di giudizi particolari, nel caso dell’uomo nato cieco erano confrontati con un mistero. A malapena avrebbero potuto credere che potesse essere stato punito in quel modo per un peccato dei suoi genitori. Ma era forse possibile che una persona commettesse peccato prima della sua nascita o eventualmente che la sua anima l’avesse commesso in una esistenza precedente? I giudizi individuali, invece, sono frequentemente rivelazioni dell’ira di Dio sulla colpa della collettività. La grande opera di Dio che doveva essere rivelata in quest’uomo nato cieco è l’opera di rimuovere quella colpa.

Da questo intero capitolo è evidente che la guarigione dell’uomo nato cieco aveva come obiettivo il rivelare Cristo come Colui che ci fa camminare nella luce. Pertanto il procedimento della guarigione ebbe un significato simbolico. Cristo appiccicò del fango sugli occhi di quell’uomo per eliminare qualsiasi illusione che fosse capace di vedere. Anche il nome della piscina: Siloe era simbolico, come diventa ora evidente, perché Siloe significa “Mandato”  e simboleggia Colui che è stato mandato dal Padre . Nella sua comunione noi riceviamo la nostra vista.

          Concetto principale: Per mezzo del Cristo i ciechi ricevono la vista e
                                                  quelli che vedono diventano ciechi.

          L’illuminazione dei discepoli. Il discorso precedente del Signore Gesù con i capi del popolo era finito nel modo più teso. Avevano cercato di lapidarlo ma lui era sgusciato via in mezzo a loro. La sua ora non era ancora venuta. Mentre lui e i suoi discepoli  lasciavano il tempio videro un mendicante che era cieco dalla nascita. A quanto pare era ben conosciuto e i suoi discepoli sapevano che era nato cieco. I discepoli non erano stati messi sotto una tensione tale dal non accorgersi di quest’uomo. Erano convinti che dietro un giudizio come la cecità di quest’uomo ci dovesse sempre essere un particolare peccato. Ora nacque tra loro una discussione se in questo caso la cecità di quest’uomo fosse il risultato del peccato dei suoi genitori. Non lo potevano credere. Ma era forse possibile che quest’uomo avesse peccato prima di nascere? Avevano molti problemi con la questione del peccato e del suo potere. Ciò proveniva dalla loro frequentazione del Signore Gesù. Fintantoché il peccato è tenuto al buio ha potere. Gesù era venuto a stanarlo e rimuoverlo. È comprensibile, perciò, che i discepoli siano andati a lui con questo dilemma.

Gesù diede loro una risposta assai rivelatrice. La causa della cecità di quest’uomo non era un peccato che avesse commesso lui o i suoi genitori. C’è una colpa collettiva che ad un certo punto si manifesta in uno dei giudizi di Dio e altrove si manifesta in un altro. Il Signore Gesù venne a togliere questa colpa. Queste sono le grandi opere che Dio voleva compiere per mezzo suo e che sarebbero risultate nella rimozione di ogni sofferenza. Questo doveva essere esibito nella vita di quest’uomo.

Gesù volle continuamente insegnare ai suoi discepoli, e anche a noi, della grazia che era apparsa in lui. E il Padre gli mostrava svariate opportunità di rivelare questa grazia, questa volta nella guarigione di questo cieco. Aggiunse che faceva quest’opera con grande gioia. Finché era nel mondo, lui era la luce del mondo. Gli era permesso di fare la sua opera di illuminare il mondo. Presto, con la sua morte, sarebbe venuta la notte in cui nemmeno lui avrebbe potuto fare opera alcuna. È vero che sarebbe resuscitato dai morti e sarebbe stato all’opera per illuminare il mondo nel nuovo eterno mattino ma quel compito sarebbe stato basato sull’opera che aveva finito sulla terra. Per questo motivo lavorava alacremente e trovava gioia in quello che faceva.

          L’apertura degli occhi di quell’uomo. Dopo avere detto queste cose, sputò per terra, fece del fango con la sua saliva e lo applicò sugli occhi del cieco. Un gesto molto strano; perché lo fece? A volte non si può dire se un uomo sia cieco. Con quest’azione rese abbondantemente chiaro che l’uomo era effettivamente cieco perché volle far loro notare qualcosa. Noi non siamo consapevoli della nostra cecità, di essere privi della luce del favore di Dio. Ecco cosa dobbiamo cominciare a comprendere. Ecco cosa volle dire mettendo il fango sugli occhi di quell’uomo.

Poi gli disse di lavarsi nella piscina di Siloe. Siloe significa “Mandato”. Farlo lavare lì non fu un comando casuale. Il Signore Gesù è Colui che è mandato dal Padre. In comunione con lui noi riceviamo la nostra vista. Tutti i dettagli di questa guarigione implicano comunione con lui.

In quel momento l’uomo non afferrò il pieno significato. Ma tutto quello che Gesù fece  fu calcolato per destare la sua aspettativa. E lui credette; vale a dire che credette che gli poteva accadere un miracolo. Aveva probabilmente già udito qualcosa sul Signore Gesù. Fu condotto a Siloe, si lavò e ricevette la vista.

Era accaduto di nuovo un miracolo. Ma l’intenzione del Signore Gesù  non era solo di aiutare quell’uomo. Contemporaneamente doveva rivelarsi come Colui che ci fa camminare di nuovo alla luce del favore di Dio.

          Barlume spirituale. Il cieco che era stato guarito non tornò indietro a ringraziare il Signore Gesù ma andò a casa pieno di gioia perché era stato guarito. Dimenticò il suo benefattore. Ovviamente non riconobbe in lui il salvatore del mondo. Quando i suoi vicini e i suoi conoscenti lo videro non potevano credere che fosse la stessa persona. Qualcuno disse che fosse uno che gli somigliava. Ma lui confermò la sua identità e quando interrogato raccontò come era stato guarito. Tutto ciò che sapeva era che era stato Gesù ma non sapeva dove fosse.

Anche questa guarigione era avvenuta di sabato e i Farisei intervennero di nuovo. Fecero comparire l’uomo davanti a sé ed egli ripetè la sua storia. Non sapevano come comportarsi. Alcuni ragionarono che questo Gesù non poteva essere da Dio perché non osservava il sabato. Ma altri dissero che se non fosse venuto da Dio non avrebbe potuto fare tali miracoli. Alla fine chiesero allo stesso guarito cosa pensasse di lui. L’uomo replicò che era un profeta; oltre a ciò non aveva idea.

I Farisei volevano negare l’intero miracolo. Concordarono che probabilmente era stato tutto un imbroglio. Impuntandosi su questa opinione fecero chiamare i genitori dell’uomo guarito. Questi confermarono che era loro figlio e che era nato cieco. Ma fu tutto quello che dissero. Non dissero nulla a favore di Gesù perché gli anziani avevano già minacciato di cacciare dalla sinagoga chiunque confessasse il Signore Gesù come Messia. I genitori dell’uomo che era stato cieco non era disposti a esporsi più di così.

I Farisei chiamarono l’uomo per la seconda volta e gli dissero che Dio l’aveva guarito e lo sollecitarono a dare gloria a Dio. Gesù non c’entrava nulla, pontificarono, perché non era altro che un peccatore; di questo loro  erano certi. Ma la loro opposizione produsse solo ulteriore crescita spirituale in lui. Cominciò invece ad avere dubbi sull’autorità dei Farisei! Non era affatto sicuro che Gesù fosse un peccatore: il fatto che lui fosse stato guarito invece era al di là di ogni dubbio.

Nella speranza di trovare qualcosa che favorisse la loro investigazione, gli chiesero per l’ennesima volta come era avvenuto. A questo punto perfino l’uomo cominciò  a deriderli. Chiese perché volessero sentirlo di nuovo. Volevano diventare suoi discepoli anche loro? Allora  si incollerirono  e cominciarono a lanciargli degli insulti. Lo aggredirono verbalmente: “Sarai tu un discepolo di Gesù, ma noi siamo discepoli di Mosè.”  Mosè era proceduto da Dio, ma per quanto riguarda questo Gesù, nessuno sapeva di dove venisse.

Questa continua persecuzione portò l’uomo a ulteriore crescita spirituale.  Dio può usare anche anche l’opposizione per illuminare la nostra mente. L’uomo trovò strano che nessuno potesse dire di dove venisse Gesù quando lui faceva tali miracoli. Concluse che evidentemente per poterlo conoscere e sapere che veniva da Dio bisognava credere in lui. L’uomo veniva sempre più attirato verso il Signore Gesù. Testificò davanti agli anziani che il suo benefattore doveva essere da Dio perché Dio non ascolta un peccatore. L’uomo cominciò a vedere un barlume di luce: sarebbe giunto a vedere la luce eterna nel Signore Gesù?

Furiosi, adesso, i Farisei lo accusarono di essere un peccatore perché altrimenti, ragionarono loro,  non sarebbe stato cieco. Lo cacciarono rudemente dal loro consesso obbligandolo a soffrire scherno per amore di Gesù. Anche questo deve averlo avvicinato ulteriormente. Fu costretto a scegliere con la sua intera vita anche se quella scelta gli avrebbe portato l’ostilità della sua gente. E tuttavia pensò ne valesse la pena.

          Quelli che vedono e quelli che sono ciechi. Ad ogni modo,  l’uomo stava ancora andando a tentoni. Gesù udì ciò che era accaduto e andò a cercarlo. Senza dirgli chi era, gli chiese se credesse nel Figlio dell’uomo. Questi deve aver sospettato che fosse inteso il suo benefattore ma ancora non sapeva che il Figlio dell’uomo gli stava davanti. Quando chiese chi fosse il Figlio dell’uomo al fine di poter credere in lui, il Signore Gesù gli si rivelò. L’uomo rispose: “Signore, io credo” e, cadendo ai suoi piedi, lo adorò. Ora credeva in lui come salvatore, il Figlio dell’uomo, colui che era stato mandato da Dio. La sua vita intera fu immersa nella luce: Cristo si era rivelato a lui come luce del mondo.

Cristo disse all’uomo qualcosa anche il relazione al combattimento che aveva avuto coi Farisei. Gli disse che non doveva sorprendersi se le cose erano andate come erano andate perché Cristo era venuto nel mondo per fare un giudizio. Quelli che pensavano di vedere, come i Farisei, sarebbero diventati ciechi e perso completamente l’orientamento spirituale, pieni di ostilità avrebbero resistito fino alla fine. Quelli la cui cecità Cristo avrebbe snudato, e che avrebbero ammesso di essere ciechi, avrebbero ricevuto la vista. È così che la polarità, l’antitesi, sarebbe venuta nel mondo.

Alcuni dei Farisei lo udirono  e gli chiesero se secondo lui loro fossero ciechi. Se reclamava di essere venuto a dare la vista ai ciechi stava implicitamente dicendo che lo fossero tutti gli uomini, loro inclusi? Ancora una volta Gesù cercò di smuoverli dalla loro certezze autonome e dal loro modo di ragionare. Se solo avessero ammesso la loro cecità e riconosciuto la loro dipendenza da lui, avrebbe potuto guarirli!  Una tale confessione avrebbe rimosso il loro peccato di incredulità. Quando Cristo diventa per noi una luce ci insegna ad ammettere che siamo ciechi. Senza di lui siamo completamente nelle tenebre.


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