1: La vera luce

Giovanni 1:1-34

La Parola è l’eterno Figlio di Dio e in quanto tale ci dà la comunione di Dio. Il mondo fu fatto per mezzo di lui. Pertanto il mondo intero fu creato per servire quella comunione tra Dio e l’uomo, una comunione stabilita dalla Parola. Questa comunione, che era presente nel patto del favore di Dio , fu rotta dalla Caduta ma fu restaurata dall’eterna Parola nel patto di grazia. Così la Parola era la vita perché la vita non è altro che vivere in comunione con Dio. Questa vita è anche la luce degli uomini. Risplende fin dall’inizio perché c’è stata una continua rivelazione della Parola di comunione. Quella luce ha risplenduto nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.

Nel patto del favore di Dio prima della caduta, la comunione tra Dio e l’uomo dipendeva da ambedue l’eterna Parola e Adamo. Nel patto di grazia dopo la Caduta, però, l’eterna Parola, il Figlio di Dio, si prese l’onere di diventare lui stesso Adamo: il secondo Adamo. Questo avvenne quando la Parola divenne carne. Ora la comunione tra Dio e l’uomo dipende solamente dalla Parola che è divenuta carne.

Il sinedrio in Gerusalemme mandò una delegazione a Giovanni Battista per chiedergli chi fosse. A quanto pare questo gruppo consisteva di Sadducei che per primi si rivolsero a Giovanni e di farisei che lo interrogarono dopo. Il verso 24 dovrebbe leggere: “C’erano dei rappresentanti anche  dei Farisei”.

L’espressione che troviamo nei versi 15 e 30 significa: Colui che viene dopo di me mi ha sorpassato, mi ha raggiunto e mi ha superato; mi ha messo alla sua ombra perché era prima di me.

          Concetto principale: La vera luce stava venendo nel mondo.

          La luce splende nelle tenebre. Nel principio, quando Dio creò il mondo, lo creò per mezzo di suo Figlio. Il Figlio di Dio eseguì l’opera di creazione. Si prese il compito di dare l’amore di Dio alle persone che sarebbero state create. Avrebbe mantenuto la comunione tra Dio e l’uomo. Quando creò il mondo lo ordinò in tal modo che tutto per l’uomo sarebbe stato una prova dell’amore di Dio e tutto avrebbe servito la comunione tra Dio e l’uomo.

Infine creò l’uomo e gli diede la comunione di Dio in paradiso nel patto del favore di Dio. Che vita meravigliosa aveva l’uomo a quel tempo! Quella comunione con Dio era la luce della vita dell’uomo.

Ma l’uomo rigettò quell’amore di Dio rompendo così la comunione con Lui. Come risultato la luce uscì dalla sua vita. Allora il Figlio di Dio volle restaurare di nuovo quella luce: volle rinnovare all’uomo l’amore di Dio. Compì questo progetto mediante il patto di grazia. Ma ora l’amore di Dio assunse una nuova dimensione: era un amore mediante il quale Dio perdonava il peccato dell’uomo.

Che benedizione fu che il Figlio di Dio abbia continuato a dare all’uomo questa comunione. Lo ha fatto lungo i secoli. Dapprima diede la comunione a tutta l’umanità e più tardi, dopo che la razza umana gli ebbe voltato due volte le spalle, la diede solo al popolo d’Israele. Ma la vita in comunione con Dio, che il Figlio dava, continuò. Dopo tutto c’era ancora luce in questo mondo. Quella luce continuò a risplendere nelle tenebre del peccato e le tenebre non poterono vincerla. Sebbene molti si siano allontanati da Dio, la grazia di Dio rivelata per mezzo del Figlio fu di volta in volta vittoriosa.

          La Parola si è fatta carne. In paradiso, durante il patto del favore di Dio, la comunione tra Dio e l’uomo dipendeva da ambedue, dall’eterno Figlio di Dio e da Adamo. Il Figlio di Dio doveva dare quella comunione e Adamo la doveva ricevere. Quando Adamo rigettò la comunione di Dio, il Figlio di Dio promise di agire da Capo della razza umana prendendo il posto di Adamo. Per farlo dovette diventare uomo e fare ciò che Adamo avrebbe dovuto fare oltre a fare espiazione per ciò che Adamo aveva fatto di sbagliato. Prendendo il posto di Adamo aveva il diritto di restaurare nuovamente l’uomo alla comunione di Dio.

La promessa che sarebbe venuto a prendere il posto di Adamo fu data immediatamente dopo la Caduta. Infine, dopo molti secoli il tempo era giunto: Egli nacque un cucciolo d’uomo a Betlemme. Per Trent’anni visse quietamente a Nazareth ma poi cominciò il suo ministero tra la gente. Il Figlio di Dio apparve per darci la comunione di Dio. Il mondo intero era stato creato da lui e tuttavia, a causa del peccato, quel mondo gli era alieno. Era stato il peccato ad alienarci da Dio e questa è la ragione per cui il mondo non lo conobbe.

Peggio ancora, il suo popolo scelto non lo ricevette, il popolo che Dio aveva scelto come sua speciale possessione e che aveva il privilegio di vivere nel suo patto! Benché Dio avesse parlato per secoli a quella nazione a statuto speciale, quando venne il tempo il suo popolo non riconobbe il Figlio di Dio!

Alcuni di loro lo ricevettero in fede: era il risultato dell’opera di Dio nei loro cuori. Lo Spirito santo cambiò il loro cuori in modo tale che riconobbero il Figlio di Dio e credettero in lui. A loro Cristo diede la comunione di Dio. Ebbero il privilegio di vivere alla luce del favore di Dio come suoi figli e furono trasformati vieppiù a sua immagine.

Come fu meraviglioso per i suoi seguirlo! Gesù mostrò loro la piena grazia e la fedeltà di Dio. Nessuno ha mai conosciuto Dio da sé e nessuno è mai salito a Dio per scoprire chi egli sia. Invece, il Figlio di Dio ci ha rivelato Dio di nuovo mediante il suo amore. Non c’è conoscenza della grazia di Dio separatamente dal Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio.

Questa fu la cosa meravigliosa concernente il Signore Gesù per quelli che lo seguirono. Dio mostrava la sua grazia per mezzo di Gesù. Il Figlio di Dio apparve come un ordinario essere umano, debole come noi. Nonostante fosse senza peccato portò le conseguenze dei nostri peccati. Fu anche schiacciato dal peso del giogo della nostra miseria. Divenne carne, un debole essere umano, un uomo soggetto alla sofferenza e alla morte, e prese i  nostri peccati su di sé per espiarli.

          Raddrizzate le vie del Signore. Siccome il Figlio di Dio somigliava a qualsiasi altro uomo e perché il mondo era così estraneo a Dio che non avrebbe riconosciuto suo Figlio, Dio mandò Giovanni Battista a introdurre Cristo come Figlio di Dio e nostro redentore.

Diversi mesi prima che il Signore Gesù cominciasse il suo ministero tra la gente, Giovanni aveva cominciato a predicare che il Regno dei cieli era vicino. Colui che ci avrebbe ridato la comunione con Dio, e mediante quella comunione avrebbe restaurato la nostra vita, era finalmente venuto. Questo è ciò che era inteso col “Regno”. La grazia di Dio avrebbe nuovamente regnato su di noi e noi saremmo stati felici di servire lui nella vita. Ma la vita nella comunione di Dio richiedeva un completo cambiamento nella nostra vita. La nostra vita senza Dio doveva morire e una nuova vita doveva cominciare. Questa è la ragione per cui Dio mandò Giovanni a battezzare. Il battesimo significa la morte della vecchia vita e la nascita della nuova. Come risultato riceviamo il perdono dei peccati, simboleggiato dalla caratteristica che l’acqua ha di lavare.

Giovanni predicava e battezzava a Betania (Bethabara) nel Transgiordano. Ci è raccontato che molti vennero a lui per essere battezzati. Gli anziani del popolo a Gerusalemme lo vennero a sapere e si preoccuparono grandemente dell’influenza di Giovanni perché avevano il timore che la gente potesse rigettare la loro guida. Sapevano che ciò che Giovanni andava dicendo era completamente diverso da ciò che dicevano loro. Loro insegnavano che l’uomo deve salvare se stesso mentre Giovanni diceva che Dio ci da la sua grazia per mezzo del Signore Gesù. Nella loro ansietà mandarono alcuni loro rappresentanti da Giovanni per scoprire chi fosse e cosa stesse facendo.

Tra questi rappresentanti c’erano alcuni Sadducei che credevano che l’uomo avesse bisogno solo della luce della ragione, non, come diceva Giovanni, della luce della rivelazione di Dio. Cominciarono il loro abboccamento chiedendogli chi fosse, domandando se reclamasse di essere il Messia e interrogandolo sul perché pensasse di aver bisogno di discepoli. Ma Giovanni, non volendo distogliere l’attenzione da Gesù, disinnescò le loro domande. Perciò i Sadducei vollero sapere se pensasse di essere Elia o qualche altro profeta. Di nuovo rispose di no.

Allora pretesero che dicesse loro chi fosse perché dovevano ritornare con qualche risposta. Giovanni li indirizzò alla Parola del Signore in cui il profeta Isaia aveva detto che si sarebbe udita una voce nel deserto chiamare gli uomini a preparare i loro cuori e le loro vite a ricevere Cristo. Lui era quella voce, spiegò, e niente di più. Disse che non dovevano focalizzarsi su di lui ma dirigere invece la loro attenzione al Messia che stava per venire. Se fossero stati preparati a vedere la grazia di Dio venire nel Messia avrebbero ricevuto il suo amore nei loro cuori.

          È in mezzo a voi. Tra questa delegazione c’erano anche dei Farisei. I Farisei credevano che la vita fosse meritoria, non avevano alcun ulteriore bisogno della grazia di Dio. Li disturbava enormemente che Giovanni chiamasse tutti ad essere battezzati. Loro erano giusti in se stessi e non avevano bisogno di rinnovamento di vita e di perdono dei peccati. Sapevano che quando il Messia fosse venuto avrebbe purificato il popolo. Ma se Giovanni non era il Messia, come aveva ammesso, o un profeta redivivo, che credenziali aveva per battezzare?

Giovanni spiegò che lui battezzava solo con acqua. Dava solo il segno del rinnovamento di vita. Non poteva dare il rinnovamento stesso. Il rinnovamento sarebbe stato dato da Cristo, il Figlio di Dio, perché era venuto a restaurare la comunione con Dio. Perciò era collocato così più in alto di Giovanni che Giovanni non era degno nemmeno di slegare i lacci dei suoi calzari. Non dovevano credere, li avvertì, che la venuta del Redentore fosse ancora remota: di fatto egli era in mezzo a loro. Era già venuto e la vocazione di Giovanni era di introdurlo al popolo.

Il messaggio di Giovanni non avrebbe forse dovuto mettere in guardia quella delegazione? Dio aveva mandato suo Figlio a restaurare la comunione tra sé e il popolo e, per di più, aveva mandato qualcuno a indicare loro suo Figlio. Ma i capi del popolo non ne furono impressionati. La grazia di Dio rimase loro aliena: loro non volevano la comunione di Dio.

          Guardate l’Agnello di Dio! Come sapeva Giovanni tutte le cose che aveva detto a quei rappresentanti? Il Signore Gesù era venuto da lui per essere battezzato. Gesù doveva essere incorporato nel suo popolo come loro capo. Dopo il suo battesimo i cieli si erano aperti e il Padre aveva proclamato che il Signore Gesù era il suo amato Figlio. Inoltre, lo Spirito santo era sceso su di lui in forma di colomba.

Giovanni aveva imparato a riconoscere il Signore Gesù per quello che era veramente. Siccome erano parenti, Giovanni naturalmente conosceva Gesù, ma sapeva anche che era il Messia. Giovanni seppe del ruolo messianico di Gesù quando lo battezzò. Gesù era il Figlio di Dio, ripieno di Spirito santo. In più, si era unito così completamente col suo popolo che acconsentì di sottoporsi al battesimo e con ciò prendere su di sé tutti i loro peccati. Gesù era il vero Agnello sacrificale che avrebbe espiato i peccati del proprio popolo e Giovanni sapeva tutto questo.

Il giorno successivo la visita di quegli inviati, Giovanni vide Gesù venire verso di lui. Giovanni puntò il dito su di lui ed esclamò: “Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. È lui. Questi è colui del quale dissi che sarebbe venuto dopo di me. Mi ha sorpassato e io devo diminuire perché lui è esistito prima di me. Lui è dall’eternità, il Figlio di Dio!”. Giovanni spiegò ulteriormente come queste cose gli erano state rivelate mediante il segno di una colomba.

Così Giovanni focalizzò l’attenzione della gente sul Cristo  e non su se stesso. Fu pura gioia perché nel Signore Gesù aveva visto la salvezza del mondo. Vedere lui e indicare lui diventa una vera gioia anche se toglie noi dai riflettori. Solo Cristo conta!


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