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75: Da Pilato a Erode

Luca 23:1-25

Fare scaricabarile, passarsi la patata bollente, sono diventate parole proverbiali. È ciò che avvenne al Cristo perché nessuno sapeva cosa fare di lui. Fece parte del suo peculiare patire essere diventato un imbarazzo per chiunque. Il mondo non lo ha conosciuto. Non aveva collocazione. Per quel patire avrebbe ottenuto un posto per sé nel mondo. Dovette ottenere la potenza di spargere il suo Spirito affinché gli uomini lo potessero ricevere.

          Concetto principale: Cristo soffre al posto nostro nell’essere mandato
                                                   da Pilato a Erode.

          Il dilemma di Pilato. Quando era stato catturato e imprigionato, Gesù era stato portato davanti al Sinedrio. Già quell’assemblea non sapeva cosa fare di Lui. Gesù non aveva potuto rispondere alle domande fattegli lì perché nessuno lo capiva. Quando aveva infine confessato di essere il Figlio di Dio, che la pienezza della grazia divina ci era giunta in Lui, avevano detto che non c’era più bisogno di discutere. La sua confessione bastava per condannarlo. In questo modo non trovò comprensione e accettazione nel suo popolo. Quale sarebbe dunque stata la situazione tra i gentili?

Il Sinedrio lo condusse da Pilato, il governatore. Volevano che fosse Pilato a condannarlo a morte. Davanti a Pilato lo accusarono di essersi proclamato il Cristo, il re, e di incitare il popolo contro l’imperatore.

Quando Pilato gli chiese se lui fosse il re dei giudei rispose solamente: “Tu l’hai detto”. In effetti era proprio il re dei giudei, ma non nel modo che intendeva Pilato. Pilato non aveva compreso l’accusa ma vide chiaramente che Gesù non era una minaccia per lo stato. Pertanto disse di non aver trovato colpa in lui, l’equivalente del nostro “assolto perché il fatto non sussiste”.

I capi del popolo insistettero dicendo che aveva cominciato a sollevare la gente in Galilea e che aveva continuato a farlo in Giudea. Quando Pilato udì che veniva dalla Galilea, vi vide una via per sfilarsi.  Erode, il re dei Galilei era in città per la Pasqua. Pilato decise che sarebbe stato meglio che lo giudicasse lui. Così mandò Gesù e i suoi accusatori da Erode.

Gesù costituiva un imbarazzo per Pilato. Se nemmeno il concilio giudaico era riuscito a fargli qualcosa, cosa avrebbe potuto fare questo gentile? A Gesù fu chiaro che nessuno al mondo avrebbe compreso la sua grazia. Che sofferenza gli causò! Veramente satana era il signore del mondo. Tutta la vita era estraniata dalla comunione con Dio. Era diventato così a causa del nostro peccato. Per quel peccato Cristo fece espiazione, affinché potesse di nuovo esserci posto nel mondo per la grazia e la comunione del Signore.

          Il dilemma di Erode. Le cose peggiorarono quando Gesù stette di fronte a Erode. Era da tanto tempo che questo re criminale e superstizioso avrebbe voluto vedere Gesù. Erode aveva fatto uccidere Giovanni Battista e, quando aveva udito dei miracoli del Signore Gesù, pensò che Giovanni fosse resuscitato dai morti. Non poteva vedere in fede la potenza della grazia ma superstiziosamente immaginava e temeva una potenza soprannaturale. Ora avrebbe interrogato Gesù e scoperto il segreto della sua vita. Infatti la cosa peggiore di tutte è sicuramente la paura dell’ignoto.

Ma Gesù non accontentò Erode perché non può rivelarsi in quel modo. Si fa conoscere solo da quelli che si sottopongono in fede alla sua Parola. Di conseguenza, non rispose ad alcuna delle domande di Erode. Questo è ancora il modo in cui tratta con quelli che non si sottomettono. E però, come deve aver sofferto sotto la stupidità di questo superstizioso interrogatorio! La superstizione non ha nulla in comune con la fede in lui e il superstizioso non  conosce Gesù per niente.

I capi sacerdoti e gli scribi portarono le loro accuse anche davanti a Erode. Ma lui fu sconcertato dalle loro accuse come lo era stato Pilato. Profondamente imbarazzato, ma anche infastidito dal silenzio di Gesù, Erode lo consegnò agli scherni dei suoi soldati. La grazia in Gesù Cristo rimase un mistero per lui. Cosa avrebbe potuto fare di lui? Schernirlo era almeno un modo per salvare la faccia. Lo scherno aiuta anche a sopprimere le paure interiori. Erode rimandò da Pilato Gesù vestito di un sontuoso manto bianco. Prima di queste cose la relazione tra Pilato ed Erode era stata tesa, ma da quel giorno in poi furono amici. Si passarono il Cristo a vicenda: Pilato fece omaggio a Erode e Erode riconobbe Pilato come giudice. Sentirono una certa comunanza in quanto ambedue avevano trovato Cristo imbarazzante. Spiritualmente furono uniti in comune ignoranza. Furono ambedue capaci dello stesso tradimento nei suoi confronti e della stessa parodia di giustizia.

Ecco che l’ostilità verso Cristo e la sua chiesa mette insieme persone che prima sembravano ignorarsi. Tutte le polarità saranno un giorno subordinate alla grande polarità tra credenti e non-credenti.

          Consegnato a morire. Così Pilato fu nuovamente confrontato con la necessità di giudicare Gesù. Tre volte lo aveva decretato innocente. Ciò nonostante lo aveva già trattato da criminale proponendo che fosse flagellato e poi rilasciato e ponendolo di fianco a Barabba. Nel fare queste cose aveva già abbandonato la giustizia. A quel punto non poté sfuggire alla richiesta degli anziani del popolo. Cominciarono a chiedere la crocifissione del Signore Gesù Cristo. Le loro grida crebbero sempre più forti. L’ostilità alla grazia che c’è in lui divampò. E Pilato, imbarazzato da tutta la faccenda decise che la loro richiesta sarebbe stata accontentata. Nel popolo giudaico stava accadendo qualcosa che lui non comprendeva. Si rassegnò a lavarsi le mani di tutta quella faccenda.

Era vero che il mondo dei Gentili era completamente estraniato da Cristo, dalla grazia di Dio in lui. Il mondo dei gentili non conosceva più il Signore. Nel suo patire, Cristo lo vide. Sopportò la sofferenza di quell’estraniamento dell’umanità. Lo sperimentò nell’ingiustizia che gli fu inflitta in modo da poter espiare i peccati di quell’estraniamento. Un giorno i cieli avrebbero gioito all’ingresso dei Gentili nel patto. Gli estranei al patto sarebbero diventati membri della casa di Dio.


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