INDICE:

48: Un ritorno al Signore

II Re 18:1-8
II Cronache 29-31

A volte la Scrittura caratterizza le persone in modo peculiare. Di Ezechia leggiamo: “Egli ripose la sua fiducia nell’Eterno, il DIO d’Israele; e dopo di lui, fra tutti i re di Giuda, non ci fu alcuno come lui, né alcuno tra quelli che erano stati prima di lui”. Soprattutto, Ezechia fu un uomo di fede. Per fede portò avanti la riforma in Giuda. In questo aspetto egli fu un tipo del Mediatore il quale è l’autore e compitore  della nostra fede (Ebrei 12:2). Per mezzo del Mediatore, quella potenza di fede fu presente in Ezechia. Più tardi, per la stessa fede, egli pregò per il popolo nella guerra contro Sennacherib.

La faccenda della musica con cui il Signore fu lodato emerge ripetutamente in connessione con la riforma fatta sotto Ezechia. Questa cosa è sollevata in II Cronache 29 e specialmente in II Cronache 30:21, dove leggiamo dei sacerdoti e dei leviti che lodavano ogni giorno l’Eterno cantando con strumenti sonori (letteralmente: con “strumenti del potere del Signore” che significa: con strumenti usati per lodare la potenza della grazia del Signore). Nel glorificare la potenza della grazia che apparteneva loro in virtù del Mediatore, i cuori delle persone dovevano aprirsi alla fede.

È degno di nota che in un tempo in cui la confessione del peccato era  chiaramente sullo sfondo, la musica sia pesantemente enfatizzata. Non c’è confessione di peccato se non vediamo la potenza della grazia e l’abbracciamo per fede. In altre parole, dobbiamo adorare il Signore nella potenza della grazia se si debba confessare i nostri peccati.

          Concetto principale: Il Mediatore guida il popolo a ritornare al Signore.

          Il ripristino del servizio al Signore. Achaz fu succeduto da suo figlio Ezechia. Mentre il Signore aveva punito il popolo di Giuda dando loro l’empio Achaz come re, volse ora di nuovo il suo favore verso il suo popolo dando loro un re che temeva l’Eterno: Ezechia. Ezechia fu come suo padre Davide perché fu integro davanti al Signore. Nelle sue azioni guardò a Davide per trarne esempio.

Una delle prime azioni pubbliche di Ezechia fu aprire e riparare le porte della casa dell’Eterno che Achaz aveva chiuso a chiave. Come segno della sue riverenza Ezechia le fece ricoprire d’oro. Mentre Achaz aveva detto che Giuda aveva finito col Signore, Ezechia volle cercare il Signore di nuovo, per e con il suo popolo. Il Signore, che era stato rigettato per così tanto tempo, sarebbe stato disposto a darsi di nuovo al suo popolo? Il fatto che il Signore avesse messo in cuore di Ezechia di cercarlo fu compreso come un segno che la relazione tra il Signore e Giuda non era finita.

Ezechia comprese che, poiché era il mediatore tra Dio e il popolo, doveva riportare di nuovo il popolo al Signore.  È esattamente quel che fece, con una potenza di fede che nessun re in Giuda prima o dopo di lui aveva mai mostrato. Come era entrata nella sua vita una fede così forte? Per fede il nostro Mediatore ottenne liberazione per il suo popolo. Vuole riportarli a Dio volta dopo volta, anche dopo che hanno apostatato. Tramite questo Mediatore, quella forza fu in Ezechia.

Radunò insieme sacerdoti e leviti nel cortile davanti al tempio. Dopo aver attirato la loro attenzione sui peccati che Giuda aveva commesso e sui disastri che ne erano venuti al popolo come risultato, disse che voleva rinnovare il patto col Signore a nome di tutto il popolo. Invitò i sacerdoti e i leviti a sostenerlo in questo sforzo. Dopo tutto, allo speciale servizio del Signore erano stati chiamati loro. Ordinò loro di santificarsi e di purificare la casa dell’Eterno cosicché vi potesse essere tenuto un servizio di culto.

I leviti presero queste parole del re più seriamente che i sacerdoti. I sacerdoti erano diventati troppo abituati al culto degli idoli. Esitarono. Cosa significava veramente il servizio al Signore? Come potevano adorare un Dio che non potevano vedere, un Dio che potevano servire solo per fede? Il re stava certamente iniziando qualcosa, ma sarebbe stato in grado di portare a termine le proprie intenzioni? Come sembra strano alla carne il vivere per fede!

Ciò nonostante, anche molti sacerdoti furono toccati dalle parole del re. Ripulirono il tempio da ogni traccia di idolatria. I leviti presero dal cortile tutto quello che i sacerdoti avevano portato fuori dal tempio e lo portarono al torrente Kidron. Poi purificarono il cortile. Anche gli utensili del tempio furono riparati. Dopo sedici giorni andarono dal re e gli dissero che tutto era pronto.

Allora il re radunò nel cortile gli ufficiali di Gerusalemme. Lì si sarebbe rinnovato il patto col Signore. Avrebbe ascoltato e si sarebbe placato?

Fu preparata un’offerta di sette torelli, sette montoni, sette agnelli e sette capri. Questo sarebbe stato un olocausto mediante il quale il popolo si sarebbe di nuovo dedicato al Signore. Sarebbe in parte servito anche come sacrificio per il peccato, un’offerta intesa a cercare riconciliazione per i peccati del regno, del santuario, di Giuda. Poiché era un sacrificio per il peccato la gente pose le sue mani sul capo dei capri. Questo atto simboleggiò che i capri prendevano il posto del popolo e che i peccati del popolo erano posti su di essi. I capri furono poi sacrificati come tipo del sacrificio di Cristo sulla croce. Nello stesso modo noi possiamo posare le nostre mani sul Signore Gesù Cristo  e trovare riconciliazione.

Mentre venivano fatti questi sacrifici Ezechia fece cantare e suonare musica a i leviti. Il Signore si sarebbe volto al suo popolo? Questo non sarebbe potuto accadere senza la fede che il Signore faceva grazia. Per mezzo della musica e del canto Ezechia fece sì che il popolo lodasse la grazia del Signore in modo che il popolo credesse.

Il popolo s’inchinò col re per umiliarsi insieme in una confessione dei peccati e una dimostrazione della loro dipendenza. Quello fu il loro modo per dire che in fede volevano accettare la grazia del Signore. Lodarono il Signore tanto a lungo che finalmente la gioia invase i loro cuori. Avevano trovato il Signore di nuovo. Lui voleva darsi a loro come aveva fatto un tempo.

Dopodiché il re dichiarò che la gente doveva portare le sue offerte volontarie. Non era stata ripristinata la comunione col Signore? Il popolo portò talmente tante offerte che i sacerdoti non riuscivano a fare tutto il lavoro. I leviti dovettero aiutarli. Eccoli lì che portavano olocausti e offerte di ringraziamento al Signore e lo servivano con gioia.

          La Pasqua per tutto Israele. Tutto questo avvenne nel primo mese dell’anno, il mese in cui si sarebbe dovuto celebrare la Pasqua. Ma il rinnovamento del patto non era stato completato in tempo per celebrare la Pasqua. Perciò Ezechia decise che la Pasqua, che non era comunque stata celebrata per molto tempo, sarebbe invece stata celebrata nel secondo mese. Questo era permesso nella legge del Signore in via eccezionale. Il re non voleva aspettare un altro intero anno.

Si ricordò anche le dieci tribù che erano state strappate via dalla sua casa. Non propose di riportarle sotto il suo governo, volle però che si unissero a Giuda nel celebrare la Pasqua. Lo Spirito del Mediatore era all’opera in Ezechia: egli era turbato dall’apostasia dal Signore che c’era nelle dieci tribù.

Ezechia non chiamò solo Giuda alla Pasqua ma mandò anche messaggeri con lettere in tutto Israele. Un po’ della gente delle dieci tribù era già stata menata via in cattività dal re d’Assiria. Nelle sue lettere Ezechia fece  un appello al popolo del regno del Nord perché ritornasse al Signore in fede. Allora il Signore avrebbe sicuramente fatto loro misericordia, avrebbe esteso loro il suo favore e riportato a casa quelli in cattività.

A quanto pare il re che governava sulle dieci tribù del regno del Nord lo permise. Ma i messaggeri furono ricevuti ovunque con risate sprezzanti e con scherno. La gente del regno del Nord era diventata completamente estraniata dal servizio del Signore nel tempio. Il servizio degli idoli in congiunzione con il culto dei vitelli, quello aveva valore. Ma il servizio nel tempio, dove la grazia del Signore era riconosciuta in fede e la sua Parola obbedita, quello non valeva niente! Solo un piccolo numero di persone provenienti da alcune tribù si umiliarono davanti al Signore e vennero a Gerusalemme. Però in Giuda, la potenza della grazia dilagò; il popolo venne come un sol uomo.

La città fu purificata dall’idolatria, perché la Pasqua si sarebbe dovuta celebrare in una città santificata. Tuttavia, per mancanza di tempo, molti non si erano santificati secondo la legge di Mosè. Perciò non uccisero essi stessi l’agnello Pasquale ma lo fecero fare ai leviti. Ezechia  inoltre pregò il Signore che malgrado questo guardasse a queste persone con favore. Il Signore ascoltò la petizione di Ezechia e unì il popolo nel suo servizio.

La gente celebrò la festa degli azzimi per sette giorni. Anche in questa festa ci fu un potente suono di canto e musica per lodare la grandezza della potenza della grazia. Le parole di Ezechia, nelle quali emerse la fede di colui che serviva da mediatore tra Dio e il popolo, catturarono il cuore dei leviti che istruirono quindi il popolo e lo guidarono nelle vie del Signore.

La festa fu prolungata per altri sette giorni. Gli abitanti di Giuda gioirono insieme a quelli di altre tribù che erano venuti a Gerusalemme specificamente per questa festa. Una tale festa non era stata celebrata dai tempi di Davide e di Salomone. Alla fine i sacerdoti si alzarono e benedirono il popolo. Questo fu possibile solo perché il Signore aveva ascoltato le loro preghiere. Il favore di Dio si era posato ancora una volta sul suo popolo.

Profondamente toccata da questa festa, la gente passò l’intero paese di Giuda estirpando ogni traccia di idolatria. Passarono anche attraverso  parte del regno d’Israele per santificare la gente lì. Evidentemente il re d’Israele e il  popolo lì lo permisero. Per un breve tempo Israele non riuscì a resistere la potenza della grazia. Ma questi sforzi non portarono ad una riforma nel regno del Nord. Dopodiché ciascuno tornò a casa sua.

          Amore per il servizio del Signore. Il re regolò il servizio dei sacerdoti e dei leviti secondo le istruzioni lasciate da Davide. Inoltre, si appellò al popolo perché portasse regolari offerte al Signore e desse ai sacerdoti e ai leviti le primizie e le decime.

Il re stesso diede l’esempio e le sue parole raggiunsero i cuori della gente. Lo Spirito del Signore Gesù Cristo li mosse mediante le parole del re. Dal loro amore per il servizio del Signore la gente diede talmente tanto per il servizio del Signore che i doni dovettero essere temporaneamente stipati in stanze che il re rese disponibili espressamente per questo.

Così la grazia del Signore aveva avuto la vittoria sul popolo ancora una volta. La fede era scoppiata in mezzo a loro. Questo avvenne sotto la guida di re Ezechia che il Signore aveva dato al popolo come un tipo del Mediatore.


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