I Samuele 18:14-20:42
Davide era stato rivelato al popolo come il benedetto dal Signore. Saul aveva già forti sospetti che Davide sarebbe stato il suo successore. Ciò che era richiesto a Saul, era dunque che si rassegnasse a questa decisione del Signore e riconoscesse la chiamata di Davide. Ma ciò fu impossibile per Saul a causa della sua incredulità. Saul era giunto ad una crisi nella sua vita.
La relazione tra Saul e Davide divenne molto stretta: Davide sposò sua figlia e divenne suo genero. Questo corso degli eventi, e la benedizione sulle operazioni militari intraprese da Davide, erano prove del Signore per portare Saul alla sottomissione in fede. Ma Saul si ribellò alla decisione del Signore e rigettò Davide. A quel punto Gionathan riconciliò le due parti. Qui Saul fu nuovamente posto davanti alla richiesta del Signore che si sottomettesse in fede. Ma neanche allora Saul riuscì a sottomettersi.
La mossa successiva di Davide fu di fuggire da Samuele, in cerca della protezione della Parola del Signore. Saul mandò messaggeri a Naioth e poi vi andò lui stesso ribellandosi contro la protezione che la Parola e lo Spirito del Signore offriva a Davide.
Quando Saul giunse in prossimità di Naioth, lo Spirito di profezia lo investì; si trovò nella morsa dello Spirito del Signore malgrado avesse rigettato quello Spirito. A quel punto fu fatta la scelta decisiva nella vita di Saul.
Questo fu il terzo stadio nella sua reiezione. Prima, Saul perse la corona per la sua posterità. Poi, fu lui stesso rigettato come re. Ora, fu infine rigettato come essere umano. Dopo quel punto, i tentativi di Gionathan di riconciliare Saul e Davide non ebbero più alcuna possibilità di successo.
Dio non era compiaciuto di Saul. Eppure, Saul fu seriamente confrontato con la chiamata pattizia di inchinarsi davanti al governo della grazia di Dio sul suo popolo. Saul amava se stesso più che la grazia di Dio, grazia che si era rivelata nella chiamata di Davide: amava se stesso più del Cristo.
Allo stesso tempo, anche la vita di Davide era giunta ad una crisi. Cosa avrebbe fatto? Avrebbe rotto i suoi legami con Saul e si sarebbe ribellato contro di lui? No, non alzò la sua mano contro l’unto del Signore. In questo periodo Davide imparò la pazienza: imparò la pazienza della fede nella sua chiamata. L’attitudine di Gionathan fu per lui fonte di grande conforto; egli la considerò un segno del favore di Dio nei suoi confronti. In questa crisi Davide riuscì a proseguire solo per la grazia di Dio.
Ciò che accadeva a corte in quei giorni rimaneva ampiamente nascosto al popolo. Solo più tardi, quando Saul diede la caccia a Davide, la gente vide la decadenza nella vita di Saul. Tuttavia la grazia di Dio verso il popolo nel futuro regno di Davide aveva già determinato la svolta decisiva.
Concetto principale: Nel suo patto, Dio porta gli eventi ad una crisi.
Suocero e genero. Davide fu accorto nel intraprendere le operazioni militari ordinate da Saul e il Signore fu con lui. Il sospetto di Saul che Davide fosse destinato dal Signore ad essere il suo successore divenne certezza. Saul avrebbe dovuto inchinarsi di fronte alla decisione del Signore e sottomettersi in fede alla grazia che Dio stava mostrando al suo popolo chiamando Davide ad essere il loro re. Ma il peccaminoso Saul amava troppo se stesso per essere capace di farlo. Continuò a rigettare Davide nel suo cuore rigettando con ciò la grazia di Dio e perfino il Cristo stesso. Tuttavia, osservava le benedizioni del Signore su Davide e il suo sovrano compiacimento in lui. Questo lo riempiva di ossessionante paura. Anche il favore che Davide guadagnò presso il popolo era evidenza del compiacimento di Dio nei suoi confronti.
Perciò Saul progettò di attirare Davide in una trappola. La promessa che l’uomo che avesse ucciso Golia sarebbe diventato genero del re non era ancora stata adempiuta. Saul considerò di dare a Davide la figlia maggiore, Merab, a condizione che ottenesse un’altra vittoria sui filistei. Magari sarebbe stato ucciso in battaglia. Saul stava complottando nel suo cuore contro il beneplacito del Signore. Non si rese conto che per l’uomo è inutile combattere contro il Signore? Come siamo accecati dal peccato!
Questo progetto non si materializzò. A quanto pare Merab non amava Davide. Comunque fosse, divenne la moglie di un altro uomo. Ma Saul non rinunciò al suo piano. Sua figlia Mikal amava Davide. Quando Saul se ne rese conto, mise di nuovo in atto il suo piano e fece una proposta a Davide. A quanto pare, la modestia di Davide lo trattenne dall’accettare la proposta immediatamente. Aspettò che il re manifestasse la propria volontà più chiaramente. Saul, d’altra parte, non osava uscire allo scoperto con le proprie condizioni. La realtà dei fatti era che non aveva il diritto di porre condizioni: era vincolato dalla promessa fatta prima che Golia venisse ucciso.
Ancora una volta Saul comunicò i suoi desideri a Davide, questa volta per mezzo dei suoi servi. Aspettò la risposta con trepidazione. La risposta di Davide fu esattamente ciò che Saul voleva sentire: Davide evidenziò che non poteva provvedere una congrua dote matrimoniale. A quel punto Saul informò Davide che si sarebbe accontentato della prova che aveva ucciso cento filistei. Davide accettò felicemente questa condizione. Coi suoi uomini uccise non cento ma duecento filistei. Portò le prove al re e Mikal divenne sua moglie.
Erano parenti stretti, adesso! Però l’odio che Saul aveva per Davide e il suo timore di lui come il benedetto dal Signore si frapponeva tra i due. Quando Saul vide che il suo piano era fallito e che Davide era benedetto nel suo matrimonio perché Mikal lo amava, la sua paura aumentò ulteriormente. Come lo stava mettendo alla prova il Signore in tutti questi eventi! Il Signore stava cercando di far sì che Saul si arrendesse al consiglio della sua grazia verso il suo popolo. Dall’altra parte, l’essersi sposato con la figlia di Saul costituì per Davide una prova severa. Si sarebbe conformato allo spirito che aleggiava nella corte di Saul o avrebbe mantenuto la sua fede semplice nella chiamata del Signore?
Saul non si arrese. Al contrario, anche dopo che gli divenne ovvio che la benedizione del Signore aveva accompagnato le nuove spedizioni militari di Davide, disse apertamente a Gionathan e ai suoi servi di voler uccidere Davide. Rigettando Davide, stava in effetti rigettando la grazia di Dio verso il suo popolo. Non volle rinunciare ai suoi modi egocentrici. Quante volte anche il Signore Gesù Cristo ostacola le nostre vie! Rifiutiamo di rinunciare alla nostra sovranità e di riconoscere lui solo come Re, come Colui che è stato chiamato da Dio ad essere il nostro Re.
Nuova chiamata alla resa. Gionathan aveva dato il proprio cuore a Davide. Perciò avvertì Davide delle minacce di Saul e promise di intercedere presso di lui a favore di Davide. Poco tempo dopo si trovò solo con suo padre nei campi. Usò l’opportunità per indirizzare le sue parole al cuore di Saul: “Davide ti ha fatto del bene e il Signore ha liberato Israele per mano sua. Tu stesso ne eri felice. Perché dunque, ora desideri peccare contro di lui?” A queste parole il cuore di Saul fu toccato. Giurò per il Signore che Davide non sarebbe stato ucciso. Quanto fu vicino Saul al Regno di Dio in quel momento! Come lo esortò il Signore ad arrendersi per mezzo delle parole di Gionathan!
Davide fu grandemente confortato dall’amicizia di Gionathan e nell’essere restituito all’onore. Il tutto questo il Signore fu con lui. Combatté di nuovo i nemici del Signore e sconfisse i filistei in una grande battaglia. Riprese perfino a suonare l’arpa per Saul.
Ma il cambio di cuore di Saul durò poco. Non si staccò dai suoi peccati radicalmente. Com’era stato vicino al Regno di Dio in tempi passati, quando lo Spirito del Signore era venuto su di lui! Ma lui gli aveva ripetutamente voltato le spalle. Lo fece anche questa volta.
Impazzito dalla gelosia scagliò la sua lancia contro Davide ma Davide la schivò e fuggì a casa propria. Saul però la fece circondare. Dapprima la moglie di Davide Mikal raggirò i messaggeri di Saul dicendo che Davide era malato. Nel frattempo lo aiutò a fuggire da una finestra. Quando i servi di Saul ritornarono per portare Davide da Saul sul suo letto, se necessario, tutto ciò che trovarono nel letto fu un fantoccio — un’immagine . Il Signore aveva salvato Davide per mezzo dell’amore di Mikal.
Quando Saul chiamò Mikal a rendere conto del suo inganno, ella mentì dicendo che Davide aveva minacciato d’ucciderla. Indubbiamente Saul comprese che questa era una bugia. Come deve aver trafitto la sua coscienza il fatto che perfino sua figlia si fosse schierata contro di lui e avesse scelto Davide! Questa fu un’altra chiamata da parte del Signore. Il Signore non lascia andare facilmente qualcuno che ha chiamato nel suo patto.
La decisione. Davide fuggì da Samuele a Ramah. Dove scaricare il peso del suo cuore se non davanti a Samuele, l’uomo che lo aveva unto re nel nome del Signore? E dove avrebbe trovato protezione se non sotto le ali della parola e Spirito del Signore che vivevano in Samuele?
Insieme, Davide e Samuele, andarono alla scuola dei profeti a Naioth, vicino a Ramah. Sicuramente Saul non avrebbe osato prelevare con la forza Davide da questi edifici; lì Davide sarebbe stato in custodia del Signore. Come si sbagliavano Samuele e Davide! Il Signore aveva permesso di proposito che gli eventi prendessero questo corso.
Per Saul era giunta l’ora delle decisione. Si sarebbe ribellato apertamente contro lo Spirito del Signore? Ma cosa può fermare un uomo una volta che ha arreso il suo cuore al potere del maligno?
Quando Saul seppe dov’era Davide, mandò messaggeri a prelevarlo. Quando i messaggeri giunsero vicino a Naioth, incontrarono un gruppo di profeti che profetizzavano per mezzo dello Spirito del Signore. Lo Spirito di Dio investì i messaggeri che profetizzarono anch’essi. La stessa cosa avvenne per un secondo gruppo di messaggeri e per un terzo. Questo avrebbe dovuto essere per Saul un avvertimento sufficiente che lo Spirito del Signore stava proteggendo Davide.
Nonostante l’avvertimento, Saul fu così temerario da andare egli stesso a Naioth. Allora lo Spirito del Signore investì Saul che si mise a profetizzare continuando il suo viaggio. In estasi si tolse la tunica e stette disteso per terra un giorno e una notte interi, sopraffatto dallo Spirito. Che notte terribile! Lì, vide e parlò di cose celesti mentre il suo cuore bruciava d’odio contro lo Spirito del Signore. Suo malgrado pronunciò le lodi del Signore.
A quel punto, fu presa la decisione finale su Saul come persona. Fu rigettato da Dio. E il detto: “È anche Saul tra i profeti?” Assunse un nuovo, terribile significato. Davide, nel frattempo, era al sicuro sotto lo scudo dello Spirito di profezia. Un giorno verrà raggiunto il punto di separazione tra Cristo e tutti quelli che lo perseguitano cercando la loro propria gloria in contrapposizione alla sua.
Raddrizzare un andamento malvagio. Allora Davide cercò Gionathan e si lamentò con lui: “Che male ho fatto?” Gionathan non riusciva a credere che l’atteggiamento di suo padre fosse così cattivo come Davide lo dipingeva. Benché Gionathan fosse un credente che si era arreso in fede alla chiamata di Davide, non voleva affrontare l’estensione e la profondità della corruzione nel cuore di suo padre.
Concordarono che nei giorni successivi, quando la festa della nuova luna si sarebbe celebrata a corte, sarebbe diventato definitivamente evidente quale fosse l’atteggiamento di Saul nei confronti di Davide. Davide sarebbe stato assente e Gionathan lo avrebbe scusato dicendo una bugia. Così Gionathan avrebbe avuto un’opportunità di scoprire l’umore di suo padre e di segnalare a Davide ciò che aveva capito mediante un segnale convenuto.
Ambedue si resero conto che era giunto un momento decisivo nella loro amicizia. Si sarebbero più visti? Su richiesta di Gionathan, Davide giurò che quando il Signore lo avrebbe ripristinato all’onore, avrebbe trattato bene Gionathan e la sua famiglia. Questo dimostra quanto completamente Gionathan si fosse arreso in fede alla chiamata di Davide! Qui Gionathan sta in diretto contrasto con Saul e ci viene mostrato ciò che lo Spirito del Signore può fare nel cuore dell’uomo. Come fu prezioso in Gionathan il dono della fede! Vediamo proprio quanto sia meravigliosa la grazia di Cristo: per mezzo di quella grazia Gionathan fu capace di conquistare una grande vittoria su se stesso.
L’umore di Saul divenne presto evidente: accusò Gionathan di essersi schierato con Davide malgrado il fatto che non sarebbe mai diventato re finché Davide era vivo. Saul dichiarò che Gionathan aveva coperto di vergogna se stesso e sua madre. Per il non-credente, arrendersi alla grazia di Dio è una vergogna. Saul arrivò perfino a scagliare la lancia contro il proprio figlio. Allora Gionathan si rese conto che Saul aveva pienamente deciso di condurre a termine un progetto malvagio.
Gionathan si alzò da tavola pieno d’ira contro suo padre. Questo fu un caso di ira legittima. Egli tuonò contro la reiezione della grazia nella persona di Davide da parte di suo padre. Era profondamente preoccupato per Davide e odiava le accuse infondate che suo padre gli muoveva. Egli amava Davide come il benedetto dal Signore.
Per mezzo del segnale convenuto, Gionathan informò Davide dell’esito. Ebbero solo un breve momento per salutarsi. Ambedue sentivano che molto probabilmente era un addio. In ogni caso, da quel momento in poi, ciascuno andò per la sua strada. Davide fu marchiato come fuorilegge e non fu più protetto, mentre Gionathan dovette rimanere a corte, corte che era pervasa d’odio contro la grazia del Signore.
Davide e Gionathan non riuscivano a staccarsi dall’abbraccio. Profondamente commosso, Davide s’inchinò tre volte davanti a Gionathancome a uno che considerava ancora suo superiore. Non c’era assolutamente alcun desiderio nel cuore di Davide di scalzare Gionathan dal suo posto come successore di Saul. Gionathan non coltivava alcun sospetto di questo tipo e lasciò andare Davide in pace dopo che i due ebbero rinnovato il loro giuramento di fedeltà reciproca.
Il disegno del Signore li separò, ma rimasero uniti in fedele sottomissione al governo di quel disegno su Israele e su ambedue le loro vite. Non dovremmo anche noi arrenderci volontariamente alla grazia del Signore verso il suo popolo, una grazia già determinata nel suo disegno e rivelataci nella sua parola?